LA PRIMA ADERENTE ALLA COMPAGNIA DEI GLOBULI ROSSI
ERA IL 17 NOVEMBRE 2005
Ore 16.16
ROSANNA
la prima aderente alla COMPAGNIA….
* * *
Silenziosa, invisibile, ma presente, appartiene a una comunità di laiche consacrate…:
“…la strada della consacrazione a Cristo a servizio dei fratelli; di tutti i fratelli che avrei incontrato sul mio cammino, i poveri, gli ultimi, i soli, gli abbandonati, gli scoraggiati, gli anziani, i sacerdoti, i piccoli, tutte quelle anime che il Signore mi avrebbe affidato e anche tutte le altre anime che non avrei mai conosciuto personalmente su questa terra ma per le quali avrei pregato” .
Noi le apparteniamo a diversi titoli. E in questo cammino abbiamo sperimentato l’ effetto della sua preghiera segreta, nascosta, ma anche comunitaria: con le consorelle adoratrici. Da questo suo scritto su Don Aldo Prato, comprendiamo tante cose. E ne faremo tesoro.
Grazie, Rosanna, anche noi preghiamo per te.
Ricordando Don Aldo Prato Parroco di Cristo Re – San Severo
“ NON VI LASCERÒ ORFANI, SARÒ SEMPRE CON VOI”
E’ una parte del testamento spirituale di Don Aldo, lasciatoci pochi mesi prima della sua morte, così prematura e inattesa; parole, tantissime volte ricorrenti nella mia mente, nella mia memoria, che mi hanno dato sostegno e forza nei momenti difficili e non, durante questi lunghi 10 anni.
Mi ha sempre sostenuto sapere che ci sarebbe stato lui a guidarmi, a continuare a guidarmi nelle mie scelte più impegnative, come quella di seguire Gesù nella vocazione religiosa-missionaria. Ricordo che quando decisi di consacrarmi a Dio, circa un anno dopo la sua morte, seguendo una spiritualità forte e stupenda, per me congeniale con quanto avevo appreso prima, ritenni salutare e naturale consegnare nelle mani del mio nuovo direttore spirituale della nuova comunità, come mie credenziali, tutto quanto sapevo di Don Aldo e avevo appreso da lui, come per dire:
“Ecco, questi è stata la guida dell’anima mia, il conoscitore delle mie più recondite aspirazioni, il promotore del Divino in me. Voglio continuare su questa linea.”
A distanza di anni posso dire che la sua presenza nell’anima mia come guida, è sempre costante e corroborante. La natura poi e la fisionomia della spiritualità abbracciata, in sintonia perfetta con le sue direttive, mi hanno garantito quella continuità necessaria per procedere serena lungo la strada indicatami da Dio:
la strada della consacrazione a Cristo a servizio dei fratelli; di tutti i fratelli che avrei incontrato sul mio cammino, i poveri, gli ultimi, i soli, gli abbandonati, gli scoraggiati, gli anziani, i sacerdoti, i piccoli, tutte quelle anime che il Signore mi avrebbe affidato e anche tutte le altre anime che non avrei mai conosciuto personalmente su questa terra ma per le quali avrei pregato.
Avrei trovato nei volti dei miei fratelli di tutto il mondo quel Cristo che Don Aldo ci invitava a scorgere e ad amare nei volti dei tanti bisognosi che accorrevano a lui per essere aiutati nel corpo e nello spirito; nel volto di Nicolino, il senza tetto, che lui tanto amorevolmente aveva accolto, nutrito e amato nella sua canonica.
Mi è tanto caro il ricordo di Nicolino e di tutto quello che l’amore nei suoi confronti aveva generato in tutti noi: la sensibilità e la partecipazione alle sofferenze dell’altro, la carità che è amore, dono non elemosina, la gioia di far felice l’altro.
Ricordo a questo proposito l’emozione grandissima che suscitò in me e in tutti noi la commozione di Nicolino nel ricevere un pacco regalo la notte di Natale che trascorremmo tutti insieme, con lui e Don Aldo, nel caro e caldo salone della sacrestia, memorabile luogo di incontro in indimenticabili serate invernali presso il “caldo” camino.
Un camino sempre acceso, segno tangibile di unione di anime che, dopo aver attinto alla fonte dell’Eucarestia, si stringevano nello stesso grande amore per Dio, per i fratelli e per tutto ciò che è bello, buono, giusto, puro, edificante, valori ai quali ci richiamava continuamente Don Aldo con i suoi discorsi, le sue adunanze, i suoi richiami, il suo costante testimoniare con la sua stessa vita, con la sua stessa persona, i suoi atteggiamenti, il suo fare, che apparteneva tutto a Cristo.
La pace interiore, la serenità, la fortezza d’animo, il corpo e il silenzio parlano eloquentemente nelle persone che hanno incontrato Dio. Testimoniare per lui diventava una necessità vitale, un fuoco, uno stimolo, un bisogno di proporre pure agli altri la gioia di essere finalmente liberi!
“Liberi dalla superficialità che ci attanaglia, ci affligge e ci soffoca, e quel che è peggio non ce ne accorgiamo neppure.”
Sono sue queste parole, ricche di una forza travolgente alle quali non si poteva rimanere indifferenti. A noi giovani soprattutto era rivolto il suo disperato appello a non cedere alle lusinghe del mondo, di quelli che comprano l’anima in cambio di misere e passeggere soddisfazioni umane; a rimanere fedeli, coerenti ai grandi ideali cristiani che soli danno pace e gioia; ad andare fino in fondo, vincendo ogni rispetto umano e falsa diplomazia umana, pure a costo dell’incomprensione, della solitudine, della morte stessa.
Mi è rimasto profondamente impresso, a questo proposito, una processione organizzata da lui e partecipata da una grande folla parrocchiale, in riparazione di un atto sacrilego verso la SS. Eucarestia. Era stato fatto scempio di alcune ostie consacrate, in una chiesa vicina. Ricordo che per me fu un esempio di grandissimo amore per Gesù Eucarestia e ancora un’occasione per me, giovane adolescente, di vincere quel rispetto umano tipico che il partecipare ad una processione comporta soprattutto nei ragazzi.
Pregare ad alta voce, pubblicamente, insieme a tanti altri, trascurando tutti gli sguardi e commenti di spettatori insensibili e cristiani superficiali ai bordi delle strade, significava per me una testimonianza chiara e precisa del mio appartenere a Cristo; e di questo non mi vergognavo, anzi mi riempiva di gioia.
Questa e tante altre esperienze mi portarono a coltivare dentro di me un’ansia grande di uscire fuori dal mio ambiente, per portare Gesù a tutto il mondo. Avrei voluto subito partire per il mondo intero e mettere in pratica quanto credevo di aver appreso sufficientemente per evangelizzare i popoli, convinta che fossi già abbastanza preparata da affrontare i rischi e pericoli che il mondo fuori mi avrebbe riservato.
Qui interveniva l’attenta e paziente azione dell’educatore – pastore che ci invitava tutti e me in particolare, a saper attendere il momento propizio permesso da Dio, dopo lunghi esercizi di autocontrollo, di silenzi, di piccole rinunce, di meditazione, di riflessioni, di saper cogliere il divino dentro e intorno a noi, nella natura, negli eventi, nei nostri stessi pensieri e desideri. Tutto questo in risposta alla pretesa dei giovani di oggi e di sempre, di voler tutto, subito e sempre, senza fatica, senza dare spazio a quel mistero inesprimibile di cui lui ci parlava come profondamente insito in noi, nella nostra anima e che dovevamo tener caro come la cosa più preziosa di noi stessi.
La sua persona incuteva rispetto e timore, ma nello stesso tempo una confidenza sconfinata che mette pace e dà fiducia. Un giorno ebbi modo di assistere ad un evento straordinario, per me toccante in una maniera molto particolare che attesta questa sua straordinaria capacità di favorire il rispetto verso la sua persona, non solo in quanto uomo, ma anche e soprattutto in quanto sacerdote, ALTER CHRISTUS.
Era nostra consuetudine infatti salutarlo baciandogli la mano e pronunciare la bellissima frase: CRISTO REGNI, SEMPRE NEI NOSTRI CUORI. Incontrai un giorno, per strada una mia compagna di liceo che sapevo essere dichiaratamente allergica a chiese, preti, suore, ecc., e con alcuni problemi di tossicodipendenza. Fui contenta di incontrarla e scambiare alcune parole con lei circa la scelta della facoltà universitaria e altro. Ma giunti a mezzogiorno, ed essendo nelle vicinanze di Cristo Re, volli sospendere cortesemente la conversazione per portarmi in chiesa e salutare Gesù. Mi congedai da lei dicendole molto spontaneamente che sarei andata in chiesa a pregare per alcuni minuti, e con molta naturalezza la invitai ad accompagnarmi
Con grande gioia da parte mia, acconsentì ed insieme entrammo in chiesa.
Sarà stato il profumo dell’incenso ancora nell’aria, il silenzio, l’atmosfera un po’ magica del sentirsi dopo tanti anni nuovamente in una casa a lei non completamente estranea, anche se lontana nel tempo, il balbettare alcune preghiere non completamente dimenticate; tutto questo fece sì che in lei si riaccendesse un’emozione intensa, bella che non provava da tanto tempo.
Ma la cosa più sorprendente fu quando, alla vista di Don Aldo che, vedendoci, ci venne incontro per salutarci e complimentarsi con noi per la bella idea di essere entrati in chiesa per salutare Gesù, la ragazza dietro il mio esempio si portò anch’essa a baciargli la mano in segno di saluto.
Io fui molto sorpresa di questo atto sapendola appunto “mangia-preti”, ma lungi dal renderla manifesta, mi tenni ben bene la mia sorpresa, e con molta naturalezza, dopo aver salutato Don Aldo e Gesù, uscimmo dalla chiesa.
E’ inutile dire quanta sorpresa e stupore manifestò la stessa ragazza all’uscita. Non finiva più di dire che non credeva ai suoi occhi per tutto quello che le era capitato quella mattina; una cosa tanto insolita per lei: essere entrata in una chiesa, aver recitato delle preghiere dopo tanti anni ma soprattutto aver baciato la mano ad un PRETE!! …
Probabilmente fu la santità di quel PRETE ad attirare quell’anima a Dio, che tanto ama, e tutti ama, anche i mangia-preti!!
Che dire poi della sua grandissima fede nella potenza della preghiera che, fatta con amore e sincerità, diventa un’arma potente per ottenere da Dio i miracoli. Come non ricordare il miracolo della guarigione del mio carissimo papà, per la cui salute e guarigione pregammo tutti intensamente, e con amorevole cura paterna Don Aldo seguiva, insieme a noi della famiglia, tutti gli esiti della difficile degenza post-operatoria al cuore, in ospedale, di mio padre.
Apprezzai tantissimo questo suo interessamento per il nostro caso, e soprattutto sentii molto forte l’unione delle nostre anime oranti, insieme a quelle di tutta la parrocchia, sollecitata da Don Aldo, per strappare a Dio il miracolo della guarigione.
Ricordo che quell’esperienza fu molto importante per me, perché toccai con mano e capii fino in fondo la potenza misteriosa e sublime del dolore e della sofferenza; e come attraverso esse Dio ci avvicina a Lui in un modo meraviglioso.
Mi maturò moltissimo spiritualmente quell’esperienza, e mi permise, insieme ad altre successive, di comprendere sempre più profondamente il significato del dolore e della partecipazione alle sofferenze delle anime e dei corpi dei fratelli, che avrei poi incontrato nei miei apostolati da religiosa.
Rosanna – 16 Maggio 2002
RIPESCATO IN ARCHIVIO
“Mi associo con tutto il cuore!!!!!
Vi ricorderò nelle mie e nostre preghiere davanti al Santissimo nella nostra cappella!!!
Il Signore vi benedica per tutto il bene che fate!
Con affetto in Cristo. Rosanna “
Grazie, Rosanna, per la rosa, ma soprattutto per il “Mi associo con tutto il cuore!!!!!” che leggo come un segno dello Spirito. Infatti, tu sei la prima associata dal battesimo del sito e fai quindi parte della Compagnia dei GLOBULI ROSSI.
Forse non sai che non si tratta di una delle tante proliferazioni del nostro tempo ma la ri-scoperta di un Movimento dalle origini divine. Infatti, la Compagnia nasce la sera stessa in cui il Signore Gesù fu tradito:
“Quando fu sera (Vespere autem facto) Gesù si mise a tavola insieme con i dodici discepoli” (Mt 26,20).
Tutto ha inizio con quel gesto ospitale che la liturgia ambrosiana nell’ntifona dopo il vangelo dell’Ultima Cena così condensa:
“Oggi mi ricevi come ospite alla Tua cena mirabile”. Dunque, all’inizio c’è un gesto di ospitalità. Quel fatto è narrato dall’evangelista Giovanni che di quella Cena non fa menzione del Pane e del Vino ma solo del gesto così eloquente e sconvolgente
“4Allora si alzò da tavola, si tolse la veste e si legò un asciugamano intorno ai fianchi, 5versò l’acqua in un catino, e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli. Poi li asciugava con il panno che aveva intorno ai fianchi.
6Quando arrivò il suo turno, Simon Pietro gli disse:
- Signore, tu vuoi lavare i piedi a me?
7Gesù rispose:
- Ora tu non capisci quello che io faccio; lo capirai dopo.
8Pietro replicò:
- No, tu non mi laverai mai i piedi!
Gesù ribatté:
- Se io non ti lavo, tu non sarai veramente unito a me.
9Simon Pietro gli disse:
- Signore, non lavarmi soltanto i piedi, ma anche le mani e il capo.
10Gesù rispose:
- Chi è già lavato non ha bisogno di lavarsi altro che i piedi. È completamente puro. Anche voi siete puri, ma non tutti.
11Infatti, sapeva già chi lo avrebbe tradito. Per questo disse: “Non tutti siete puri”.
12Gesù terminò di lavare i piedi ai discepoli, riprese la sua veste e si mise di nuovo a tavola. Poi disse: “Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate Maestro e Signore, e fate bene perché lo sono. 14Dunque, se io, Signore e Maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15Io vi ho dato un esempio perché facciate come io ho fatto a voi. 16Certamente un servo non è più importante del suo padrone e un ambasciatore non è più grande di chi lo ha mandato.”(Gv 13, 4-16)
Ancora più stupefacenti sono le parole successive del Maestro: “Io vi assicuro questo: chi accoglie uno che è mandato da me accoglie me; e chi accoglie me accoglie il Padre che mi ha mandato” (v.28)
Il mandato alla Compagnia è preciso: “anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15Io vi ho dato un esempio perché facciate come io ho fatto a voi.”.
Anche Giovanni di Dio, dopo tanta resistenza, si è lasciato lavare dalla Parola di Gesù nella festa di san Sebastiano. Come frecce sono entrati nella sua carne gli inviti alla conversione, a lasciarsi lavare, lanciati dal santo Giovanni d’Avila, maestro di spirito di numerosi santi, chiamato a Granata per la festa del martire
Lavare i piedi è sinonimo di ospitare in casa propria, servire l’ospite, renderlo commensale di una Cena che da allora quotidianamente viene servita in migliaia di punti della terra “per la vita del mondo” (Gv 6,51). Coloro che hanno avuto la grazia di cenare con il Signore sono consapevoli di aver ricevutoi un mandato : “perché facciate come io ho fatto a voi”. E ancora: “Fate questo in memoria di me”.
Fra i grandi santi che la Chiesa ha additato come campioni di donazione è Giovanni di Dio. E in questi untimi tempi san Riccardo Pampuri, un giovane medico “eucaristico”, e san Benedetto Menni, frutti di quella pianta plurisecolare che si chiama “Fatebenefratelli”. Tutto qui. Ma non è poco: compagnia di “sangue blu”, di nobile casato, eredità cospicua: “26Ma il Padre vi manderà nel mio nome un difensore: lo Spirito Santo. Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quel che ho detto. 27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. La pace che io vi do non è come quella del mondo: non vi preoccupate, non abbiate paura.” (Gv 14, 26-27). Da notare che due giorni prima della Cena Pasquale Gesù aveva parlato del giorno del giudizio:
““Quando il Figlio dell’uomo verrà nel suo splendore, insieme con gli angeli, si siederà sul suo trono glorioso. 32Tutti i popoli della terra saranno riuniti di fronte a lui ed egli li separerà in due gruppi, come fa il pastore quando separa le pecore dalle capre: 33metterà i giusti da una parte e i malvagi dall’altra.
34“Allora il re dirà ai giusti:
- Venite, voi che siete i benedetti dal Padre mio; entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. 35Perché, io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa; 36ero nudo e mi avete dato i vestiti; ero malato e siete venuti a curarmi; ero in prigione e siete venuti a trovarmi.
37“E i giusti diranno:
- Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando ti abbiamo incontrato forestiero e ti abbiamo ospitato nella nostra casa, o nudo e ti abbiamo dato i vestiti? 39Quando ti abbiamo visto malato o in prigione e siamo venuti a trovarti?
40“Il re risponderà:
- In verità, vi dico: tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me!
41“Poi dirà ai malvagi:
- Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che Dio ha preparato per il diavolo e per i suoi servi! 42Perché, io ho avuto fame e voi non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43ero forestiero e non mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e non mi avete dato i vestiti; ero malato e in prigione e voi non siete venuti a trovarmi.
44“E anche quelli diranno:
- Quando ti abbiamo visto affamato, assetato, forestiero, nudo, malato o in prigione e non ti abbiamo aiutato?
45“Allora il re risponderà:
- In verità, vi dico: tutto quel che non avete fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me.
46“E questi andranno nella punizione eterna mentre i giusti andranno nella vita eterna”.” (Mt 31-46).
Dunque, la Compagnia dei GLOBULI ROSSI nasce dal Sacramentum Hospitalitatis, ossia dall’ Eucaristia, dove la lavanda dei piedi è un tutt’uno, fa corpo con essa:
-
Gesù mi ospita perché io divenga ospitale,
-
Gesù Samaritano perché io mi faccia samaritano,
-
Gesù Medico perché io sia medicina,
-
Gesù servo perché io diventi servitore,
-
Gesù compassionevole che mi si fa prossimo perché io mi faccia prossimo (Lc 10,36).
La Compagnia allora è VITA NUOVA NELLO SPIRITO: donne e uomini, giovani e adulti, sacerdoti e religiosi, sani e malati… tutti possono aggregarsi e fare comunione: “Congregavit nos in unum”. Compagnia dei GLOBULI ROSSI non è che una traduzione moderna di questo antico aforisma. Ognuno con il suo carisma: unità nella molteplicità dei carismi per l’hospitalitas, il servitium, dove ci si trova. Ma anche con un punto di riferimento per la condivisione delle esperienze.
Quando scrivi: ““Mi associo con tutto il cuore!!!!! Vi ricorderò nelle mie e nostre preghiere davanti al Santissimo nella nostra cappella!!!”, anche qui vi leggo il segno dello Spirito: la coincidenza tra Santissimo e Sacramentum hospitalitatis. Parliamo della stessa cosa, siamo attratti dallo stesso Signore. E poi “le mie e nostre preghiere” rimandano vangelo di Matteo:“19E ancora vi assicuro che se due di voi, in terra, si troveranno d’accordo su quel che devono fare e chiederanno aiuto nella preghiera, il Padre mio che è in cielo glielo concederà. 20Perché, se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono in mezzo a loro“.
Poiché nessun Movimento regge se non ha lo sguardo in alto e le ginocchia piegate, voi siete Compagnia ed allo stesso tempo la sua ricchezza più preziosa.
Cara Rosanna, dal tuo angolo di mondo sostieni anche questa avventura che ti appartiene. Se avrai modo di rileggere questi appunti in Cappella, sono sicuro che lo Spirito ti darà parole di discernimento.
Prega anche per la mia salvezza, perché non sono quello che sembro.
Fraternamente. Angelo
N.B. SCUSAMI PER LE LUNGAGGINI E PER IL TEMPO PREZIOSO CHE TI RUBO.
Rintracciata di nuovo casualmente su un sitio internet, è di ieri pomeriggio l’ultimo strattone che le ho dato: “Biricchina, scappi sempre!”.
Così questa bambina in cui la Prima Comunione deve aver lasciato una nostalgia indicibile, s’è nuovamente rimaterializzata ed è ricomparsa all’orizzonte con in mano Gesù Bambino e avvolta in un abito che non immaginavo:
www.sehaisetediluce.it , sito web di apostolato cristiano cattolico a cura di Rosanna Pirulli .
Se dallo Spirito ci perverranno istruzioni, troveremo il modo di creare un ponte di collegamento, sempre pensando in grande ma muovendo i piccoli passi di cui sono capaci le nostre gambe corte.
Per il momento ci fermiamo qui.
” IMMACOLATA MARIA “
preghiera di Madre Provvidenza
Immacolata Maria
Bella, fulgida stella che all’orizzonte appari coi Tuoi fari di luce nella notte fonda, quando un Tuo figlio Ti invoca:«O Madonna, speranza mia», Tu che sei Madre del Divino, ascolta la mia preghiera.
Vorrei poggiar il capo sul Tuo sen virgineo, e con le mie braccia stringerTi al petto, come un giorno Tu stringesti il Diletto, Pastor dell’immenso gregge.
Bella, assisa sul trono d’un mondo immenso, denso d’amarezza, nell’ebbrezza della Tua Potenza, o Maria, vita mia Tu sei.
Il Tuo Cuor di sofferenza pieno, invita il figliol a prostrarsi ai Tuoi piè in riverentia e affetto.
Donna dai lineamenti dolci e soavi, che tieni nelle mani le chiavi del Regno dei Cieli, conserva un posto anche a me e a tutti quelli che hanno servito il Tuo Figlio Gesù.
Guarda a questa terra intrisa di sangue che langue alla ricerca di pace, e provvedi con la Tua tenerezza, mentre volgi i Tuoi dolci occhi di lacrime pieni.
Proteggi il peccator pentito, e col Tuo dito segnalo al Tuo Figliol che il mondo regge perché anch’egli fa parte del Suo gregge.
Sorella dei naufraghi, potente liberatrice degli ossessi, forze dei tribolati, speranza dei carcerati, ultimo rifugio dei disperati, veglia, o messaggera d’Amore, Immacolata più di un fiore. Nel silenzioso deserto diffondi il Tuo profumo quasi a dar vita al nulla di quel luogo solitario dove Tu, qual vegliardo, custodisci fin nelle estremità della sua esistenza.
Maria, Nome dolce e soave, sii benedetta. Tu, la concepita senza peccato perché sei la Madre del Dio vivente che a noi s’è dato qual cibo per ristorar le ossa fredde ed intirizzite.
Coprici col Tuo manto, gran Regina, perché dalla sera alla mattina, vogliamo stare appresso a Te perché sei nostra Madre.
DESCRIZIONE: Se tutto nella vita è relativo, Relativa è anche l’ idea che ognuno ha della Felicità…. SCARICA |
L’Associazione Volontari della Carità, coordinata attualmente da Padre Luigi Graziotti, è formata da volontari e volontarie al servizio dei fratelli per svolgere le opere di misericordia verso quanti scrivono in cerca di consiglio e aiuto. Vi sono anche delle laiche consacrate che vivono la spiritualità di Madre Provvidenza, scomparsa nel giugno 2002 in odore di santità , con un unico spirito e una medesima vocazione : il loro compito è di pregare per quanti presentano le loro necessità e per tutti i Sacerdoti del mondo , specie i Missionari . Hanno anche una rivista di spiritualità “Virgo Potens”.
Chi desidera scrivere per chiedere preghiere può farlo liberamente sia per e-mail che per lettera .
Recapito : Associazione Volontari della Carità , via S. Lucia , 5 , 24020 , Pradalunga (BG) – tel/fax 39035767618
Sito internet : www.sehaisetediluce.it - E-mail : ama@sehaisetediluce.it
ADORAZIONE AL SS. SACRAMENTO
Dicevo che solo col tempo son venuto a sapere che Rosanna Pirulli è una consacrata che appartiene all’Associazione Volontari della Carità, fondata da Madre Provvidenza (Anna Maria Andreani)
Lo scritto della Fondatrice è illuminante:
“Adorare Gesù è dovere cristiano. Gesù, che è nato e morto per noi, ha voluto rimaner prigioniero d’Amore nel SS.mo Sacramento dell’Altare. Il tabernacolo, o figlio, è la fonte di ogni grazia, di ogni forza, di ogni luce.
Se camminerai senza essere devoto a Gesù Sacramentato, presto ti fermerai, arido, freddo, insipido, incostante, scoraggiato, dubbioso, solo.
Gesù, vita della nostra vita vuole abitare non solo vicino a noi, ma dentro di noi. Perciò, figlio, accostati spesso a Lui, anche nei ritagli di tempo, e vedrai che il Paradiso non è lontano da te.
Cosa dirai, figlio carissimo, a Gesù?
Forse ti addormenterai, perché la sua presenza non ti dice nulla? O invece ti si riempirà il cuore di letizia, pensando che finalmente è giunto il momento in cui puoi liberamente discorrere con Lui?
È proprio davanti al SS.mo Sacramento che le anime ascendono nei gradi di contemplazione unitiva.
Incomincia a parlare come parleresti ad un amico. Parla, parla molto. Questa è la preghiera affettiva, quella che viene subito dopo la preghiera vocale. È la preghiera affettivo-vocale.
Rendi consapevole la guida del tuo spirito, il tuo Padre Sirituale, sul come preghi, affinché meglio ti conosca e ti istruisca.
Sempre dietro suo consiglio, passerai alla preghiera affettivo-uditiva.
Come vedi, voglio spiegarti con molta semplicità a salire, voglio ammaestrarti come una mamma ammaestra i suoi figli.
Affettivo-uditiva significa parlare con Gesù e d ascoltarlo.
Se saprai in silenzio ascoltarlo, proverai un balsamo alle tue ferite. Sentirai un’acqua dolce scendere nel vuoto del tuo cuore stanco e forse inaridito, e i bruciori del tuo corpo si quieteranno. Egli ti farà sentire la sua reale presenza, dentro di te.
Passerai poi alla preghiera affettivo-meditativa, durante la quale, scandendo ogni tanto una frase affettuosa allo sposo Gesù, ti soffermerai a meditare, facendoti aiutare molto dalla fantasia.
Raccoglierai la tua immaginazione su fatti o episodi, su letture, o parabole, su momenti della vita di Gesù, sulle leggi della Chiesa, sui Comandamenti di Dio, sulla creazione, la redenzione, sulla Trinità, su qualsiasi verità rivelata, e li mediterai profondamente per trarne realtà di vita.
In tal preghiera, conoscerai molto e vedrai la differenza che passa tra Dio e te.
Passerai poi alla preghiera meditativa. La preghiera meditativa è il passaggio tra il giorno e la notte. Durante tale preghiera, non sentirai più nulla. Le risorse, gli sforzi umani della meditazione, hanno ormai esaurito la tua fantasia, e tu ti troverai sul monte del nulla. Vedrai tutto il passato nel buio. Non ti conoscerai più. Il demonio lotterà per possederti. Non riuscirai a distinguere il bene dal male. Ti sentirai gran peccatore. Ogni prova te la sentirai insopportabile.
È Gesù che gioca con la sua pallina. Ti prende tra le mani, ti stringe al suo Cuore, gioca con te, lasciandoti e riprendendoti, per poi lasciarti nel vuoto, come un pallone gonfiato che vede il mare e il precipizio eterno.
Sospeso così tra terra e cielo, soffrirai le pene della notte, “la notte dello spirito”.
Come ogni giorno si alterna alla notte, così il giorno dell’anima si alterna alla sua notte. Ma siccome la vita dell’anima è eterna, più lunghi sono i suoi giorni e più lunghe sono le sue notti. Se il giorno del mondo dura 24 ore, il giorno dell’anima non ha orario, così come il tempo con il suo sereno e i suoi temporali.
La notte dell’anima, è proprio quella che segna il progresso della Comunione eterna. Essa può durare un giorno, come anni, e anche tutta la vita. Gesù nella SS.ma Trinità, si manifesta nell’anima come vuole, quando vuole, e quanto vuole. L’importante è che la notte non sia divisa da Dio col peccato.
Gesù vuol vedere quello che l’anima sa fare da sola. Povera pallina…sospesa nell’universo mondo, si sente sperduta e, tra le nubi del cielo, si nasconde perché ha paura del sole.
Figlio mio, non pensare che ogni qual volta ti trovi nella notte, tu abbia raggiunto tale grado di preghiera. Nella vita dell’uomo molte possono essere le notti dello spirito e da molte cose possono dipendere. Il direttore di anime capirà in quale tipo di notte si troverà il suo figlio spirituale, dopo aver esaminato ogni cosa. “Dai frutti si conosce l’albero” (Mt.12,13).
La notte temporanea è quella dell’anima che trovasi al suddetto grado di preghiera, mentre la notte istantanea sono le varie notti in cui un’anima per qualsiasi motivo si può trovare. Le notti istantanee non rallentano la preghiera, anche se talvolta non ne sentono la stessa efficacia.
Dalla preghiera meditativa, passerai alla preghiera meditativo-contemplativa, e sino a tale grado possono arrivarvi tutti gli asceti.
La preghiera meditativo-contemplativa è la preghiera che porta l’anima dalla meditazione alla contemplazione.
L’anima, davanti al tabernacolo, ogni tanto si dimentica di meditare, cioè di rappresentare la materia su cui vuol meditare, per contemplarla. Qui si vede un lavoro particolare di Dio. L’anima che trovasi in tale stato, non si occupi di sforzarsi a ritornare su stessa nella meditazione, ma si lasci condurre da Dio.
La preghiera del mistico comincia con la contemplazione infusa affettiva.
Tale preghiera consiste nell’amore affettivo involontario.
L’anima mistica, infusa dei sette doni in abbondanza, contempla l’amore di Dio nelle verità rivelate, non già per mezzo del suo personale sforzo, quanto per mezzo del ladrocinio di Dio, impossessatosi radicalmente dell’anima all’atto del suo concepimento. È Dio che obbliga l’anima ad amare. Più l’anima cresce in virtù e più Dio la trasporta alle rivelazioni, facendosi conoscere nelle verità occulte, manifestandole i disegni del Suo Cuore.
Senza che l’anima faccia sforzi, Dio la trasporta alla preghiera della contemplazione unitiva. L’anima e Dio sono una cosa sola.
In questi due gradi di preghiera mistica, l’anima ama e opera e prega in Cristo, con Cristo e per Cristo, e perciò diventa potente sui fratelli vivi e defunti: la Chiesa, militante e purgante, trovandosi sin da questa terra nella Chiesa santificante.
In tali stati l’anima non si riconosce ove si trova, e talvolta afferma al suo Padre Spirituale che non sa pregare. Egli la studi molto e molto la interroghi. Il Signore non sempre le fa capire il grado in cui essa si trova per non elevarla in superbia. Neppure il suo Padre le renda chiaro tale stato, ma la lavori molto nell’umiltà. Talvolta, invece, l’anima gode dell’unione beatifica di Dio, senza pericolo che la superbia l’afferri. Ormai Dio l’ha stretta nel vincolo indissolubile dell’Amore. Perciò, figlio caro, che leggi questa meditazione, progredisci davanti al tabernacolo, imparando a pregare Gesù, con Gesù, e per Gesù, il Padre e lo Spirito Santo.”
Fonte : www.sehaisetediluce.it
Il brano di Madre Provvidenza (Anna Maria Andreani) è tratto dal Vademecum di Spiritualità ai suoi figli Sacerdoti, ed è stato gentilmente segnalato, redatto ed inviato da Rosanna Pirulli. Per note biografiche su Madre Provvidenza visita il sito www.sehaisetediluce.it
Associazione Volontari della Carità
L’Associazione Volontari della Carità, coordinata attualmente da Padre Luigi Graziotti, è formata da volontari e volontarie al servizio dei fratelli per svolgere le opere di misericordia verso quanti scrivono in cerca di consiglio e aiuto .
Vi sono anche delle laiche consacrate che vivono la spiritualità di Madre Provvidenza , scomparsa nel giugno 2002 in odore di santità , con un unico spirito e una medesima vocazione : il loro compito è di pregare per quanti presentano le loro necessità e per tutti i Sacerdoti del mondo, specie i Missionari .
Hanno anche una rivista di spiritualità “Virgo Potens” a cura di Rosanna Pirulli . Chi desidera scrivere per chiedere preghiere può farlo liberamente sia per e-mail che per lettera . Recapito : Associazione Volontari della Carità , via S. Lucia , 5 , 24020 , Pradalunga (BG) – tel/fax 035-767618 – sito internet:
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Conosco Madre Provvidenza dal 1989 quando, studentessa universitaria alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere, ero alla ricerca della mia vocazione, per rispondere a quella voce insistente che nel mio cuore mi chiamava a offrirmi totalmente per una causa grande, a servizio di Dio e del prossimo.
Era diventato forte in me in quel periodo, il senso missionario; mi entusiasmava l’idea di lasciare tutto, tutte le mie pseudo certezze, seppure buone, tutte le mie sicurezze economiche, affettive, i miei programmi, forse non sempre presi in accordo con Lui, sotto la Sua direzione e secondo il Suo volere.
Sì, erano in potenziale belli i miei programmi: volevo laurearmi, e chi non vuole raggiungere finalmente l’agognata meta a distanza di soli 4 esami e con la tesi già avviata?!?; contemporaneamente seguivo un corso di Radiotelefonia aeronautica e assistenza di volo: volevo volare, sorvolare spazi aperti, belli, e per dare comunque al tutto una vena spirituale e “missionaria” ipotizzavo anche di proporre la recita del Santo Rosario e preghiere di intercessione nei probabili casi di pericolo durante i voli intercontinentali che avrei fatto da Assistente di volo!
Tanti sogni, forse poco realizzabili, tanti progetti …. e tanta confusione nella mia mente che trovarono risposta solo al mio primo incontro con Madre Provvidenza. Ricordo, fu l’11 Aprile del 1989 a Roma in una casa di formazione da lei aperta. L’incontro con lei, con questa donna possente nell’aspetto, rassicurante ma soprattutto “carismatica”, mi trasmise tanta pace e serenità!
Sembrava che già mi conoscesse, leggeva in me soprattutto tutta quell’ansia missionaria che voleva uscire ma non sapeva come. Mi disse: “Sì, volerai, ma non come pensi tu, lo farai raggiungendo il mondo intero, popoli lontani, anime tristi, sole, lontane da Dio, con la fede, con Gesù, sotto la Cui volontà metterai la tua”.
Iniziò così la mia vita religiosa, abbracciando con gioia la sua spiritualità. Una spiritualità molto simile a quella della Piccolissima via di Santa Teresina di Gesù Bambino: santificarsi nelle piccoli cose e amare il mondo intero pur rimanendo nel piccolo villaggio, nella piccola comunità dove il Signore chiama!
Il Signore, pur non mandandomi tanto lontano, in quei famosi posti esotici che tanto avrei desiderato raggiungere, mi ha permesso tuttavia di fare “missione” in diverse località italiane, in qualità di maestra d’asilo, mamma di anziani, collaboratrice parrocchiale, promotrice vocazionale. Sì, in diverse discipline e campi di apostolato, perché lo spirito di Madre Provvidenza non voleva interessare solo un campo, ma tutti quelli dove poteva essere richiesto il nostro aiuto, dove potevamo portare Dio e il Suo sorriso. Qui vorrei riportare alcune sue riflessioni che era solita fare a noi suore:
“Dio, chi è Dio?
È padrone di tutto, di noi, del nostro cuore, del nostro corpo, del nostro apostolato.
È l’Essere perfettissimo, e la Sua sposa deve essere quella che Lo imita.
Lui nella II Persona della SS Trinità è uomo, uomo vero, santo, purissimo, degnissimo d’amore, di lode, ecc.
Mai pensare di Lui come di chi non ci ama, o che non ci ama davvero.
Se la suora sapesse davvero parlare con Lui non sarebbe mai dubbiosa, triste, arrabbiata, scontrosa.
Tutto è vanità all’infuori di Lui.
Lui è Amore!
Perché si vede la suora con musi lunghi, triste? La colpa è sempre della suora!
Se sapesse parlare con Lui, se avesse sete di Lui, sarebbe davvero felice.
Se c’è qualcosa che non và dentro di me , dico: aiutami!
Guai alla suora permalosa!
Le sante chiedevano di essere sempre corrette, sempre riprese.
La permalosità allontana il cuore dello Sposo!
Chi è permalosa è contrario allo spirito dell’Amore!
Gesù è contrario alla suora tiepida. La suora deve essere ricca di entusiasmo.
La terra di missione ci chiama: totale obbedienza.
Ho accettato questo spirito - spirito di totale rinuncia, radicale distacco.
Bisogna sorridere sempre!
La suora deve essere il sole che scalda, il sorriso che porta gioia, l’acqua che disseta, con le sue parole dolci, soavi, serene.
Gli altri vogliono vedere nella suora il volto del suo Sposo.
La suora deve essere sempre sorridente anche quando è malata.
Bisogna vincere se stesse; la parola donna significa DONNA. Prima di essere suora devo essere donna!
Devo affrontare tutte le difficoltà, non piangere le minime difficoltà.
Radicale distacco!
Devo essere prudente, silenziosa, seria, santa dovunque vado: in apostolato e ovunque!
Nolite tangere untos meos! – Non toccate i miei consacrati!
Riservatezza nelle case dei preti! Serie!
Chi vuol venire dietro a me, prenda la sua croce e mi segua!
Devo sfogarmi solo col Signore! Devo confessarmi presto e riavere la pace!
Noi siamo creature privilegiate solo perché chiamate alla perfezione, e se non corrispondiamo a questo non siamo neanche donne!
Aiutami Signore a conoscere le tue virtù!
La santità non è fatta di sentimento, di affetto, di azioni; è fatta di eroismo, di rinuncia alla propria volontà.
Siamo Missionarie della Fede!
Umili strumenti, strumenti semplici, poveri ma ricchi di Dio.
Aver paura di avere anche solo £ 50 senza che la superiora lo sappia, perché Dio lo sa, lo vede; vede tutto.
Il voto di povertà ci chiede di essere prive di tutto!
Una suora pulita, ordinata, bianca, pura, richiama negli altri, in chi ci vede il senso della purezza.
Non perdere mai tempo!
Amare le anime, non dormire!
Fare di tutto per trovare una vocazione. Dobbiamo essere umili tra noi, dobbiamo amarci.
La superiora deve essere sempre lei la prima ad usare dolcezza, bontà, dolcezza, amore. Mai vedere solo i difetti negli altri.
Rispondere con amore.
L’UMILTA’, la generosità, la carità verso i poveri. Nulla però senza il permesso della superiora! A noi tocca sempre di obbedire.
Chi sta a vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro e non vede la trave nel suo è molto indietro nella via della santità.
Noi siamo monache di clausura.
Il distacco da tutto: da quella persona che mi tenta al male, che mi fa perdere tempo, mi fa chiacchierare o altro. Chi vive con i bambini ha davanti il libro dell’innocenza, basta guardare il viso di un piccolo, ci rendiamo conto di essere sporchi nell’anima. La vita religiosa è di perfezione, è di penitenza.
La santità bisogna guadagnarla attraverso le mortificazioni, il distacco, la povertà.
Bisogna essere sinceri!
Noi dobbiamo diventare santi!
I Fondatori grattano, scolpiscono perché vogliono farci santi.
La santità!
Nessuno è capace di curarsi da solo!
Abbiamo bisogno del dottore, cioè del padre spirituale.
Dove l’obbedienza mi manda è Dio che mi vuole!
Quanto è dolce il Signore!
Cristo s’innamora di chi lo ama! Amare vuol dire spogliarsi di tutto e rendersi simili a Lui!
Lo spirito contemplativo- attivo è quello che attinge direttamente da Lui, Gesù crocifisso!
- Va, vendi tutto e seguimi! Liberi di volare a Lui.
Noi siamo Monache Missionarie!
Non abbiamo solo la clausura, abbiamo anche la missione! Cristo non ha dove posare il capo!
Perché possiamo vivere più profondamente il distacco, la povertà assoluta, io non devo essere attaccata, legata alla mia cella, al mio comodino.
In cappella cerchiamo Dio grondante sangue, che cerca il mio amore, il mio tutto e mi dice: tu almeno amami.
Missionaria della Fede!
Priva di tutto per abbracciare il tutto. Ecco che missionaria della Fede va dal bimbo, dal nonnino, dall’infedele. Avvicineremo tutti perché saremo col nostro Dio solo e tutto per noi e lo porteremo a tutti.
Bisogna aver paura di chiedere il permesso per cambiare le cose, per vedere i propri parenti, perché si rompe la clausura della propria anima con Gesù.
Ecco la Madonna del si, umile, semplice, non dotta!
Non lasciarmi sterile, senza figli! Dammi tanti figli, frutti del tuo amore Gesù con me! Trovare vocazioni!…… “
Gli anni più intensi però sono stati quest’ultimi anni, quando, in seguito a un aggravarsi della sua salute fisica, ha dovuto ritirasi nella sua casa e un gruppo di noi suore ha voluto seguirla e assisterla. Sono stati anni fecondissimi per la nostra vita spirituale, intensi, perché abbiamo visto da vicino quanto fosse profondo e ricco il suo rapporto con il Divino e, quanto forte la sua disponibilità a soffrire con Gesù la Sua passione per salvare le anime!
Quante volte l’abbiamo vista soffrire nel suo corpo per strappare al suo Amato le grazie che in tanti le chiedevano, per sovvenire alle loro necessità spirituali e materiali! E quante volte soprattutto constatare la pronta risposta dall’Alto!
Ora che non è più con noi fisicamente, perché scomparsa nel giugno del 2002, ci rimane l’arduo compito di continuare la sua opera e di far conoscere a quante più persone la sua eccezionale figura!”
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