1980: NASCE IN OTTOBRE E LO CHIAMANO POPOLO – Angelo Nocent

1980: NASCE IN OTTOBRE

E LO CHIAMANO POPOLO

 

PREMESSA – La più grande maledizione per un albero, è quella di SECCARE. Anche un uomo può essere paragonato ad un albero e, se dovesse seccare, sarebbe una vera sciagura: sempre lì, in piedi, al suo posto, ma “disabitato”, la linfa che non circola, senza vita, senza freschezza, inospitale. Parafrasando il Salmo 1, noi tutti dovremmo essere “come alberi piantati lungo un fiume” che attendono la primavera per fruttificare. Geremia usa un’immagine ancor più espressiva: gente che “verso il fosso tende le radici” (Ger 17, 5-8).


Alberi piantati: è il Battesimo. E’ lì che avviene il trapianto, che affondano le radici nel terreno, che inizia una solida alleanza, un matrimonio da cui la pianta riceve nutrimento e consistenza. La fase due si chiama Eucaristia: un popolo che trova la forza nel pane che viene dal cielo. Il rimando è alla storia di Elia, il profeta scoraggiato e oltraggiato: “Si alzò, mangiò e bevve. Poi, rinforzato da quel cibo, camminò quaranta giorni e quaranta notti, fino al monteOreb, il monte di Dio” (1Re 19,8).

 

LO SPEZZARE IL PANE è il gesto liturgico originale, gesto mai abbastanza compreso, che fa riconoscere l’assemblea dei discepoli di Gesù come la comunità che FA MEMORIA della sua Pasqua. VIVE del suo Spirito, PRATICA il suo comandamento. Naturalmente, felice di stare insieme, amante della pace, forte contro ogni violenza, pronta adare la vita, perché ama la vita. Questo è il significato dell’ESSERE CHIESA. Senza illusioni: perché il mondo non è nostro, è di Dio, che ha il suo trono nel cielo. (Sal 2).

1980. Dopo secoli, è successore di Pietro un papa straniero, polacco, sportivo, sciatore, nuotatore, affascinante (che non guasta): SAN GIOVANNI PAOLO II. Fra le sue prime parole: Se mi sbaglio mi CORRIGERETE…Non abbiate paura, aprite, aprite, anzi spalancate le porte …”. Un boato! Domenica 19 Ottobre, il Papa all’Angelus in Piazza San Pietro,fa una citazione in latino: vengono in mente le parole del Vangelo di San Luca, alle quali questa preghiera fa riferimento: “Missus est Angelus Gabriel ad Virginem…”(Lc 1,26-27). E precisa: “All’inizio dell’opera alla quale desideriamo servire, si trova la “missione”. La parola che parla della “missione”, cioè della “vocazione”, è in un certo senso la prima parola del Vangelo. E cita la Costituzione Dogmatica sulla Chiesa:“La Chiesa, fornita dei doni del suo fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, umiltà e abnegazione, riceve la missione di annunciare e instaurare in tutte le gento il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio…” (Lumen Gentium 5).

In questa atmosfrra di ardore missionario, nell’ OTTOBRE 1980 esce il PRIMO NUMERO di UN POPOLO IN CAMMINO – Parrocchia dei ss. Nazario e Celso in Monte Cremasco. Rispolverando la dichiarazione d’intenti della REDAZIONE, emerge che NON VANTA alcuna pretesa, ma COLTIVA solo un ambizioso desiderio:

 

  1. instaurare un RAPPORTO più profondo con le famiglie;
  2. diventare un momento di COLLEGAMENTO delle varie esperienze vissute, COINVOLGENDO il territorio;
  3. invitare alla CORRESPONSABILITA’;
  4. aprire a ogni COLLABORAZIONE;
  5. contribuire alla rinascita di una coscienza di POPOLO IN CAMMINO VERSO L’UNITA’;
  6. nella CERTEZZA LIETA DELLA FEDE ereditata.

 

Il primo umero, che più arti

Il Vaticano II ci ha educati a pegianale di così si muore, era cosituito di fogli A4, fotoopiati, piegati e pinzati, con un frontespizio naïf, già allota pensato per la gioia del futuro parroco, il don Roberto di oggi, attuale custode fedele del TESTIMONE tramandatoci.Con questo numero siamo alla 250ma USCITA. Un cammino che ormai dura da 42 anni.

E allora? “Muccesi tutti: Cin Cin! E che il nostro umile ma puntuale INFORMATORE ecclesiale terrotoriale, vivat, crescat, floreat, ossia possa contunuare a vivere, crescere ed a fiorire per noi, “alberi” piantati lungo il “FIUME”. E’ Parola di Dio: Se uno ha sete, si avvicini a me, e chi ha fede in me, beva! Fiumi d’acqua viva sgorgheranno da lui” (Gv 7,37).

Sembra che i buoni propsiti di allora finora siano stati mantenuti. Epperò, vale anche per oggi quell’invito pronunciato all’indomani del Vaticano II. Attingendo alla lettera dell’apostolo Pietro, sjupplica: “Resistite fortes in fide” – “Ma voi, RESISTETE, forti nells fede! E sappiate che anche altri cristiani sparsi per il mondo devono soffrire le stesse difficoltà, come voi” (1Pt 5,9).

Non è un segreto: anche nella Chiesa di oggi regnano momenti ‘incertezza. Si credeva che dopo il Concillio sarebbe derivata una stagione di bel tempo per la storia della Chiesa. Invece, man mano che si procedeva, ci siamo accorti che i mutamenti metereologicini fanno parte del nostro quotidiano e che il pane della serenità va invocato ad ogni nuovo risveglio.

Ai tempi del Concilio Vaticano II (convenuti a Roma cira tremila vescovi di ogni razza, colore, popolo, stato, lingua e latitudine, mai nella Chiesa una simile novella Pentecoste) ero un giovanotto che oggi conserva ancora nel cuore indelebili ricordi. Ad esempio l’esjultanza per la GAUDIUM ET SPES del 7 Dicembre 1965, un soffio di promavera, con il folgorante annuncio al mondo di un episcopato per lo più avanti negl’anni: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri sopratutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze , le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco el loro cuore”.

E’ lo SVILUPPO DELLA PRIMA PEMTECOSTE e finirà quando tutti i popoli, riuniti nella nostra fede, canteranno insieme le meraviglie che Dio ha operato. Nel frattempo, ci tocca di fare la nostra parte.

nsare la Chiesa come POPOLO DI DIO IN VAMMINO NELLA STORIA. Ma in condizioni di ESODO, che è una categoria biblica. I DUE ESODI di Israele sono noti: quello dall’Egitto verso la terra promessa e qello da Babilonia verso Sion. Anche nella tradizione della Chiesa primitiva questa categoria era familiare. Nella lettera a Diogneto si legge che i cristiani erano indicati come nomadi: “Ogni terra straniera è patria per loro; e ogni patria è terra straniera”.

E’ evidebte che “UN POPOLO IN CAMMINO” non è da intendersi come amna scampagnata primaverile nell’Umbria verdeggiante, densa di spiritualità francescana. I numeri pubblicati sono da considerarsi come delle LITTERAE COMMUNIONIS, servite come strumento per veicolare il messaggio evangelico. MA DA GIOIOSI TESIMONI DELLA RISURREZONE. Perchè LA GIOIA CRISTIANA, la gioia di sentirsi fratelli e di amarsi è una potente TESTIMONIANZA della Risurrezione di Gesù. Egli ci ha fatto una promessa: lo Spirito Santo: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro difensore che starà sempre con voi, lo Spirito della verità…e, dovreste rallegrarvi che io vada dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Tutto questo ve l’ho detto prima, perché quando accadrà abbiate fede in me” (Gv 14).

E’ un bene che a noi, un po’ imbambolati, ad ogni due per tre venga ricordato il significato dell’ESSERE CHIESA. Gli appuntamenti alle Assi, a cominiare dalla Pentecoste, sono proprio vuluti per aiutarci a far nostra quella MISSIONE che per prima ha accettato MARIA, la Vergine di Nazareth, Madre della Chiesa.

POPOLO significa collettività dei cittadini che assume questa missione divina insieme con Cristo nello Spirito Santo. Un prendere coscienza che anche noi, picccola Comunità di un paesino più notoa Dio che agli uomini, ci troviamo nello STATO DI MISSIONE . “In statu missioni “ per dirla in latinorum. COMPLICATO? Sbbastanza. D’altra parte, siamo in presenza del mistero. Ma le festività liturgiche delle prossime settimane saranno illuminanti: Ascensione, Pentecoste, Corpus Domini, Assunzione…tutte soste per riprendere fiato e riordinare le idee.

 

Oggi “UN POPOLO IN CAMMINO” assume il significato di SINODO. Cosa significa il termine Sinodo? Per dirla in breve bisogna risalire all’etimologia greca: è una parola composta dalla preposizione” con”(σύν), e dal sostantivo “via” (οδος): indica il “camminare insieme” del Popolo di Dio. I credenti sono dei “sunodoi” – (σύνοδοi), dei compagni di cammino, chiamati a testimoniare e ad annunciare la Parola di Dio. Il nostro periodico parrocchiale è dunque un vademecum (appunti di viaggio) che ci accompagna lungo il percorso e RINVA al Signore Gesù che presenta se stesso come “la via, la verità e la vita” (Gv 14,16).

L’immagine di un popolo in cammino è suggestivaè suggestiva. Ma la domanda dovrebbe essere: dove sta andando?

Le risposte dell’Apostolo Paolo sono puntuali ma anche sconvolgenti. La lettera a gli Ebrei, citando la Bibbia, ricorda che “IL NOSTRO DIO E’ UN FUOCO CHE DIVORA”. Un’esortazione che andrebbe letta per intero (Eb 13,1ss). A farci coraggio ci pensa il veggente dell’Apocalisse con l’invito ad ALZARE LO SGUARDO PER VEDERE la “città santa”, la Gerusalemme nuova , scendere dal cielo, da Dio, pronta come una SPOSA ADORNA PER IL SUO SPOSO “ (Ap 21,2).

Che dire? Semplivemente: “VIENI, VIENI !”. Un vivere VIGILANDO nell’attesa. Un vivere PELLEGRINI NEL DESERTO. Un popolo in cammino nella PRECARIETA’ NOMADE: “Vieni, Signore Gesù!”.

 

I 250 numeri usciti fin’ora sono come una lunga processione che mi ha fatto venire in mente “Il dottor Živago” , romanzo di successo dello scrittore russo Boris Pasternak. Ero ragazzo quando l’ho letto. Ho perfino memorizzato l’incipit:: “Andavano e andando cantavano eterna memoria. Nelle pause, sembrava fossero i piedi, i cavalli, gli aliti di vento a continuare il canto intonato”.

Strane coincidenze: “Il dottor Živago” è stato l’unico romanzo scritto dall’autore russo che, tuttavia grazie afd esso si aggiudicò il Premio Nobel per la Letteratura nel1958. Purtroppo egli non potè ritirare l’ambìto riconoscimento. Per lìopposizione del governo sovietico, sapeva che, se avesse presenziato alla premiazione, non saebbe potuto ritornare in patria. Sono i corsi e ricorsi sorici…

E’ interessante vedere come la missione, così come la concepisce Gesù, non è mai il lavoro olkitario ed erpico di uno solo , ma sepre il tentativo di essere in comunione almeno con un altro: “Allora chiamò i dodici discepoli e cominciò a mandarli qua e là, a due a due. Dava loro il potere di scacciare gli spiriti maligni e diceva: ‘Quando vi mettete in viaggio, prendete un bastone e nient’altro; né borsa, né soldi in tasca. Tenete pure i sandali, ma non due vestiti‘.(Mc 6,7-9).

Cosa capisco? Che “camminare” non basta, occore CAMMINARE INSIEME. Ma c’è un ma…Con tutte le buone intenzioni, guardandosi attorno, notaomo un sacco di cose che non vanno, che ci destano pajura e smarrimento. Anando verso la festa dell’Assunta , la Voce interiore dello Spirito, compagno di viaggio, accortosi che tendo a guardare in basso e a soffrire di vertigini, da esperta guida alpina mi lancia un grido ammonitore: “Guarda in alto…! Guarda verso l’Assunta”. Se potessi modificare il titolo del nostro peridico, porterei una piccola aggiunta:“UN POPOLO IN CAMMINO CON MARIA”. Non è la Madre della Chiesa? Angelo Nocent

 

RIT – Il tuo popolo in cammino cerca in Te la guida; sulla strada verso il Regno sei sostegno col tuo corpo:
resta sempre con noi, o Signore!

1 È il tuo pane, Gesù, che ci dà forza e rende più sicuro il nostro passo.Se il vigore nel cammino si svilisce, la tua mano dona lieta la speranza.

2 È il tuo vino, Gesù, che ci disseta e sveglia in noi l’ardore di seguirti. Se la gioia cede il passo alla stanchezza,la tua voce fa rinascere freschezza.

3 È il tuo corpo, Gesù, che ci fa Chiesa,fratelli sulle strade della vita. Se il rancore toglie luce all’amicizia, dal tuo cuore nasce giovane il perdono.

4 È il tuo sangue, Gesù, il segno eterno dell’unico linguaggio dell’amore. Se il donarsi come te richiede fede, nel tuo Spirito sfidiamo l’incertezza.

5 È il tuo dono, Gesù, la vera fonte del gesto coraggioso di chi annuncia. Se la Chiesa non è aperta ad ogni uomo, il tuo fuoco le rivela la missiione.

https://www.youtube.com/watch?v=Kv-mA-dezr4

 

 


 

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