Nella foto, l’ esterno dell’ex Ospedale Maggiore di Milano, detto Ca’ Granda, attualmente sede dell’Università Statale. La metamorfosi la dice lunga…L’idea di mettere in cattedra i sofferenti è dei Vescovi Italiani. Noi ci limitiamo a recuperarla creandole un supporto, per ora soltanto mediale, ma non disgiuto dai sensi ( ascoltare, vedere, toccare con mano, ragionare, parlarsi…) e dal cuore (ospitare, condividere, amarsi…).
Le parole di un esperto
“Il tema “ALLA SCUOLA DEL MALATO”, scelto per la preparazione e la celebrazione della 14a Giornata Mondiale del Malato, per essere meglio compreso e valorizzato, deve essere collocato all’interno di una visione e attuazione globale della nostra azione pastorale nel mondo della salute, in continuità e collegamento con le altre riflessioni da noi sviluppate in questi anni, in riferimento alle finalità che la stessa celebrazione della GMM si propone.
Questa collocazione più ampia e più attenta permetterà di non pensare o interpretare il tema in modo isolato o semplicemente come indicazioni, per quanto importanti, per promuovere una spiritualità del malato. Anzi, proprio a partire da questo ascolto e da un nostro metterci “alla scuola del malato”, tutti come comunità cristiana e come società e istituzioni civili, possiamo essere provocati a ripensare e a migliorare oggi la cura della salute e a riscoprire che la salute non è innanzitutto o esclusivamente un problema medico, ma è strettamente collegata a condizioni di natura culturale, sociale, politica, economica ed esistenziale.
In particolare, nella utilizzazione del presente sussidio, siamo invitati a non pensare “un malato” in astratto, ma a tutte le persone che vivono e soffrono situazioni sempre singolari con malattie diverse, alle loro famiglie, alle numerose associazioni di malati, a quei malati, spesso nascosti, quali sono i malati mentali e le tante persone che soffrono uno stato di depressione.
Fra l’altro, ad Adelaide (Australia), luogo simbolico dove dal Pontificio Consiglio per la pastorale della salute si celebrerà, l’11 febbraio 2006, la GMM, l’accento verrà messo proprio su questo tema.
Questo metterci in ascolto e “alla scuola del malato” dovrà significare, soprattutto, metterci alla scuola di colui che, assumendo su di sé ogni nostro limite umano, la nostra sofferenza e la nostra stessa morte, ci apre l’orizzonte e la certezza di una guarigione definitiva e di una salute – salvezza piena.
Al centro, infatti, del cammino formativo e promozionale nella cura della salute, dei malati e dei sofferenti, che il presente sussidio intende sostenere, c’è ancora una volta la necessità di fissare i nostri occhi sulla persona e il mistero di Gesù Cristo, in cui solo trova piena luce il mistero dell’uomo e si trova la sorgente dell’amore che cura e risana.
Con un grazie fraterno alle persone che hanno collaborato per preparare e redigere questo sussidio, auspico che esso venga utilizzato creativamente per diversi incontri formativi (gli stessi titoli interni possono essere di aiuto) nelle comunità parrocchiali, nelle strutture sanitarie, nei gruppi di operatori sanitari e pastorali, nelle associazioni dei malati e per i malati.
Con l’augurio che la preparazione e la celebrazione di questa 14a Giornata Mondiale del Malato ci aiuti tutti a crescere nell’impegno di seminare e di testimoniare quei valori ispirati dalla giustizia, dalla solidarietà e dall’amore, che possono favorire una nuova qualità nella cura della vita e della salute, a partire dal riconoscimento e dal rispetto della uguale dignità di ogni persona.
Mons. Sergio Pintor
Direttore dell’Ufficio Nazionale CEI per la pastorale della salute.
N. B. Chi vorrà fornire il suo contributo, condividere la sua esperienza…è pregato di intervenire per aiutarci a crescere.
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