NEL SEGNO DEL RINNOVAMENTO – Rina Monteverdi

 

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Insieme per servire

NEL SEGNO DEL RINNOVAMENTO

Di Rina Monteverdi


 

Roma, Curia Generalizia, 2-3 Aprile 2007


 

Noi, collaboratori dei centri dei Fatebenefratelli, siamo informati e sollecitati ad un costante rinnovamento per essere espressione dei valori dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio attraverso l’attività professionale che svolgiamo. Essere corresponsabili di rendere umano ed ospitale l’ambiente di cura richiede un continuo adattarsi ai tempi in cui viviamo.

 

Questo è un obiettivo molto affascinante, ma spesso difficile da realizzare nella realtà. Come desiderabile, ma faticoso da attuare è l’invito di alleanza tra religiosi e laici per meglio servire il malato che da decenni i Fatebenefratelli,

anche attraverso i loro documenti propongono.

 

Ebbene, con il nuovo Governo Generale, abbiamo assistito ad alcune scelte innovative che sono nella linea di rendere più concreta l’alleanza con i collaboratori, anche in ambiti di maggiore responsabilità. Un segno molto significativo è stato di allargare il Definitorio Generale alla presenza di sei laici, operanti in varie nazioni europee.

 

Questi collaboratori rappresentano le varie aree linguistiche e sono stati segnalati dalle rispettive Province Religiose, per il senso di appartenenza all’Ordine e per il ruolo e la competenza manifestate nel realizzare un servizio secondo la Missione dell’Ordine.

 

Essi sono: Susana Queiroga, responsabile della pastorale della salute della Provincia Portoghese, Brigid Butler, direttore del programma di sviluppo della Provincia Irlandese, Rina Monteverdi, coordinatrice della pastorale della salute della Provincia Lombardo-Veneta, Xavier Pomés Abella, direttore generale della Provincia Aragonese, con incarichi anche in Messico ed in America Latina, Georges Kammerlocher, direttore dell’asilo notturno di Marsiglia, della Provincia Francese, Adolf Inzinger, direttore della Provincia Bavarese, per l’area amministrativa, informatica e controllo di gestione.

 

Perché queste presenze

 

Prendiamo direttamente dal discorso del P. Generale, fra Donatus Forkan il significato e le ragioni di tale scelta. «Questa è veramente un’occasione storica, in cui per la prima volta alcuni nostri collaboratori si uniscono a noi in questo Definitorio Generale che abbiamo definito “allargato”. Vi ringraziamo per aver accettato l’invito a sedervi al nostro fianco in questa riunione. Sono certo che qualcuno rimarrà sorpreso e perplesso all’idea che dei laici facciano parte del Governo Generale di un Ordine religioso.

 

Per noi invece si tratta di un’evoluzione naturale. Senza i nostri collaboratori, la capacità della missione dell’Ordine sarebbe decisamente inferiore a quella che invece è oggi. Essi dedicano la loro vita e i loro talenti a portare avanti la nostra comune missione. In particolare, desidero ringraziare le nostre collaboratrici: voi portate sensibilità, comprensione ed empatia nei nostri ambienti; tutte qualità che sono estremamente necessarie nel trattare con le persone vulnerabili e malate. Sono qualità fondamentali nell’esercizio dell’ospitalità, così come era praticata da Giovanni di Dio.

 

Spero che, come membri del Governo Generale, tutti noi ci sforziamo per cementare questo rapporto, cercando di approfondire la nostra comprensione del ruolo dei confratelli e dei collaboratori, nel senso di essere complementari gli uni con gli altri, e insieme promuovere una maggiore consapevolezza dell’urgenza della missione, in cui tutti siamo impegnati attivamente. Dovremo altresì promuovere una formazione comune, che ci porti all’obiettivo di una visione condivisa del futuro della nostra missione.

 

In secondo luogo, il fatto di trarre beneficio dalle vostre esperienze di uomini e donne totalmente inseriti nella realtà del mondo di oggi, ci consentirà di promuovere idee e iniziative che rispondano ai reali bisogni della gente, in linea con la nostra tradizione ospedaliera.

 

Credo che dovremmo misurarci costantemente con ciò che facciamo, con il nostro lavoro, pianificando l’azione secondo il modo di agire di Giovanni di Dio.

Dobbiamo essere innovativi, creativi e professionali nella nostra risposta ai bisogni della gente, in special modo coloro che sono stati abbandonati o emarginati dalla società.

 

Come Consiglio Generale, le persone guardano a noi, e per questo dobbiamo essere per loro una leadership creativa, una guida e una fonte di ispirazione. Se lavoreremo insieme a livello di gruppo, il nostro operato sarà più efficace e mostrerà gli aspetti che costituiscono l’Ordine.

 

Ringrazio perciò i sei  collaboratori laici per aver accettato l’invito a lavorare con noi per gli aspetti riguardanti la Missione dell’Ordine. Affidiamoci a Dio e alla guida amorevole di Maria, Madre del Buon Consiglio, e al nostro Fondatore San Giovanni di Dio. Guardiamo al futuro con speranza e con fiducia».

 

Agenda di lavoro

 

Il primo incontro è avvenuto in Curia Generale il 2-3 aprile 2007, con lo scopo di conoscerci e di avere una panoramica generale dello “stato dell’arte” dell’Ordine in tutti i continenti in cui opera.

 

Il vissuto dei collaboratori è stato all’inizio di grande trepidazione per l’incarico avuto, senso di inadeguatezza per le responsabilità che ne derivano. Al termine della “due giorni” eravamo stremati per le molte informazioni ricevute, ma era pure presente un rinnovato vigore ed entusiasmo per sentirci parte di un Ordine che ha a cuore il bene dell’uomo ferito e sollecito a lenire ogni vulnerabilità umana.

 

Ci siamo trovati partner con i religiosi a livello fraterno e valoriale. La gratitudine ai Fatebenefratelli ed al Signore per questa preziosa opportunità di condivisione è stata sempre più grande. Aver visto da vicino le lettere di S. Giovanni di Dio è stato percepito come un sigillo che confermava la bontà e la necessità di questa corresponsabilità.

 

Prime proposte emerse, in risposta al quesito “Come unire l’Europa” riguardano:

 

  • L’avere un organigramma dei vari servizi dell’Ordine in Europa per poterci incontrare tra servizi analoghi e creare sinergia e condivisione dei percorsi (esempi asili notturni, comitati etici, servizi di pastorale).

  • Condividere sperimentazioni di gestione carismatica, non come potere ma come missione. In Spagna si sta implementando un sistema di valutazione che potrebbe essere utilizzato anche in altre realtà provinciali.

 

L’obiettivo di questo primo incontro era di gettare le basi della collaborazione attraverso informazioni generali. Nel secondo incontro, che si terrà sempre a Roma il 15-16 ottobre 2007, il consiglio generale religioso si aspetta dai laici contributi sulle conoscenze ed i problemi condivisi.




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