DON CALABRIA CI PARLA
Don Calabria ci parla
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In questa pagina, quanto prima, sarà collocata la possibilità di ascoltare on-line la viva voce di San Giovanni Calabria. Durante gli ultimi anni della sua vita furono registrate alcune esortazioni che lui era solito tenere all’apertura degli Esercizi Spirituali dei suoi religiosi. In questa pagina trovate già, per intanto, il testo scritto delle registrazioni. In un prossimo futuro ci sarà anche la possibilità di ascoltarle. Nella pagina “Download” sarà invece collocata l’opzione di scaricare i files delle registrazioni, in formato .mp3.
“VOCE CHE GRIDA”
REGISTRAZIONE DELLE  ESORTAZIONI DEL PADRE
P R E S E N T A Z I O N E
In questa  cassetta “Voce che grida…” sono registrate le esortazioni che il Ven. Padre  Don Giovanni Calabria ha rivolto ai Poveri Servi dal 1951 al 1953. Certamente  non ci sono tutte, ma unicamente quelle che abbiamo potuto ricuperare.
C’è  anche un’esortazione rivolta alle Sorelle raccolte in esercizi spirituali a S.  Toscana, una agli allievi di S. Zeno in Monte che, con alcuni fratelli, stavano  facendo gli esercizi spirituali nel 50° di Sacerdozio del Padre, una agli  allievi del Patronato, e una agli exallievi di S. Zeno in Monte.
La qualità  della registrazione è scadente: sia perché il registratore allora usato era un  rudimentale registratore a filo, sia perché, per registrare, ci si doveva  mettere ad una certa distanza dal padre, perché non se ne accorgesse. C’è poi il  fattore “velocità” che altera un po’ la voce del ven. padre. Qualche parola,  forse, non è stata ripresa fedelmente. Pensiamo però che si possa  sufficientemente cogliere la sostanza delle preziose esortazioni del  Padre.
Il periodo che va dal 1951 al 1953 è stato per Lui di grandi e  misteriose sofferenze. E questo fatto dà maggior valore alla sua parola. Il  Padre morirà il 4-12-1954. Queste esortazioni sono come il suo testamento e  nello stesso tempo ce lo fanno rivivere.
“Voce che grida…” abbiamo  intitolato questa registrazione. Ma chi l’ha conosciuto lo ricorda anche come il  Padre tenero, affettuoso, delicatamente interessato della salute fisica e dello  stato morale e spirituale dei suoi “fratelli” e “figli dilettissimi”. Era anche  faceto, e sempre preoccupato che i suoi fratelli scoprissero e sperimentassero  la gioia della loro Consacrazione.
Chi l’ha conosciuto, in questa  registrazione rivivrà tutta la passione del padre, perché i suoi figli fossero  come li voleva il Signore.
E’ commovente il fatto che appena il ven. padre  s’accorge di pronunciare “voi”, si corregge subito e completa aggiungendo “noi”,  “io, per il primo”, “io, il più miserabile”. Pur nella sofferenza, non si  sentiva esonerato dalla fedeltà radicale al vangelo, ma, per amore al suo  Signore e ai suoi fratelli, per primo si sottometteva al giudizio della “parola  di Dio per i Poveri Servi”.
* 1° settembre 1951
AI POVERI SERVI IN  ESERCIZI SPIRITUALI
Ho fatto una preghiera perché sia lo Spirito Santo che in  questo momento deva dire a me e a voi, quello che più torna a vantaggio, delle  vostre, delle nostre anime, e a incremento e a vita di questa grande Opera dei  Poveri Servi, specialmente in quest’ora tanto e tanto grave.
La parola che mi  nasce è questa intanto: A grandi mali, grandi rimedi! E Gesù in quest’ora, in  questo momento, mette per la povera umanità un grande rimedio: guarda a  quest’Opera dei Poveri Servi che Lui stesso ha fondato.
Quando, la vigilia,  la sera dell’introduzione di questi santi esercizi, ho sentito nel mio cuore una  sensazione tutta quanta speciale, particolare, e il mio caro don Rossi e don  Luigi [mi dissero] che la dica a voi e anche a me stesso.
E la sensazione è  questa: Mi pareva che fosse proprio Gesù che mi dicesse: questi santi esercizi  devono essere per l’Opera dei Poveri Servi una novella Pentecoste. Tutti coloro  che fanno i santi esercizi sono come gli Apostoli nel cenacolo. Io farò  discendere grazie particolarissime per mezzo del mio apostolo, per mezzo del mio  ministro, per mezzo del Sacerdote venuto nel nome di Dio a fare questi santi  spirituali esercizi.
Miei cari fratelli, per amor di Dio, per amor di Dio,  fate, facciamo tutti grande tesoro di questo santo corso di santi  esercizi.
Sento che Gesù è passato vicino a tutti in un modo particolare, e a  tutti ha fatto sentire la sua voce paterna, la sua voce divina.
Guardate di  corrispondere, guardiamo di corrispondere e uscire da questo santo ritiro come  sono usciti gli Apostoli, pieni dello Spirito Santo.
Dobbiamo santificarci.  Il mondo ha bisogno di santità. Dobbiamo santificarci per santificare, ma se noi  non tendiamo alla santità, se noi non ci santifichiamo, siamo responsabili di  quello che potrebbe avvenire.
Per amor di Dio, io per il primo, guardiamo di  corrispondere, vivendo lo spirito puro e genuino di quest’Opera che – fin dai  primi anni, ho sempre detto, – è nata nel S. Cuore di Gesù.
Abbiamo sentito,  avete sentito la parola infuocata del padre predicatore che, sotto l’influsso  dello Spirito Santo, ha fatto sentire ai nostri cuori, alle nostre anime, alle  vostre anime. Guardiamo di far tesoro. E che non siano soltanto i proponimenti  scritti sulla carta, ma che siano, che siano scritti nella nostra mente, nella  vostra mente e nel nostro cuore.
Uscire da questo santo ritiro, fratelli  dilettissimi, come sono usciti gli Apostoli, o cari.
Vangeli viventi! Il  mondo non ci crede più, perché vede, in tanti e tanti, che diciamo tante belle  cose, scriviamo tante belle cose, facciamo tanti bei progetti in teoria, ma, in  pratica, quanto siamo lontani dall’essere veramente cristiani, dall’essere  veramente religiosi nel pieno senso della parola.
Spirito puro e genuino! In  tutte le nostre azioni e missioni, dire: “Cosa farebbe nostro Signor Gesù  Cristo?”. Io dico sempre ai sacerdoti, agli studenti, ai religiosi: “Va bene  studiare tante cose, ma guardiamo di studiare e di praticare le lezioni  continuate del divino Maestro, di nostro Signor Gesù Cristo”.
Cari i miei  fratelli: in questo momento ringraziamo il Signore!
Ringrazio il Signore dei  doni e delle grazie che ha versato nei nostri cuori.
Guardiamo, per amor di  Dio, di non venir mai meno ai proponimenti e alle grazie che il Signore ci ha  fatto in questi santi giorni e teniamoci bene a mente – è questa la parola che  ho sentito in questo momento, per me e per voi e per l’Opera – noi potremo  essere responsabili di quello che potrebbe avvenire, se noi non viviamo secondo  vuole nostro Signore in quest’Opera che è tutta quanta sua nel vero senso della  parola.
Facciamo conoscere Gesù Cristo praticamente, il vangelo, nel vero  senso della parola, sine glossa [senza interpretazioni]. Vangelo vivente, o miei  cari! E allora, beati noi! In mezzo alle prove e alle battaglie della vita,  saremo gli angeli della Congregazione, gli angeli e i messaggieri, a nome di  Dio, a tutto quanto il mondo, a tutta quanta l’umanità che sta per affogare e  che, solamente ritornando a Cristo e al santo vangelo, potrà avere la vera pace,  la vera serenità, la vera tranquillità nel tempo presente che passa così presto  e poi, tutti quanti arrivare alla vita eterna per la quale siamo al mondo e per  la quale N. S. Gesù Cristo è disceso dal cielo in terra, ha patito ed è morto  sopra la croce. “Quid prodest homini, si mundum universum lucretur, animae suae  detrimentum patiatur? [Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi  perde la propria anima?" (Mc 8, 36)].
Ho tanto bisogno della carità delle  vostre preghiere, per fare fino alla fine la divina volontà e per prepararmi  meno indegnamente al divinissimo rapporto al quale sono chiamato, per poter  trovare misericordia in quel momento, per trovare la grazia di vivere in pratica  queste parole: Ut cum fratribus meis et pueris tuis laudem te in saecula  saeculorum. Amen [Che con i miei fratelli e i tuoi ragazzi possa lodarti per  tutti i secoli dei secoli. Amen].
Fratelli, facciamoci santi, vangeli  viventi! E meditiamo queste parole: Siamo responsabili nell’ora presente di  quello che potrebbe avvenire se non viviamo santamente.
Nos cum Prole  pia…
Benedictio Dei Omnipotentis, Patris, et Filii et Spiritus Sancti  descendat super vos et super nos et maneat semper…
Sia lodato Gesù  Cristo…
* 8 settembre 1952
AI POVERI SERVI IN ESERCIZI  SPIRITUALI
Ho detto tre “Gloria Patri” allo Spirito Santo, perché Lui mi dica  quello che devo dire a voi in questi santi giorni, in questo ultimo giorno di  questi santi esercizi.
I santi esercizi! Che grazia grande, o cari, fare i  santi, spirituali esercizi! E noi Poveri Servi… è tanti anni che ogni anno  abbiamo questa grazia.
Gesù ci chiama nel raccoglimento e nel silenzio e ci  parla e ci dice di quelle parole, tutte dedite per la vostra personale  santificazione.
Quante volte avete fatto, abbiamo fatto i santi spirituali  esercizi!
E’ una grazia grande, non è vero? I santi spirituali esercizi, ogni  anno, hanno grande importanza.
I santi esercizi di quest’anno 1952, fratelli,  sento che hanno una grande importanza, tutta quanta speciale, tutta quanta  particolare.
Sento che il Signore, in questi giorni, ha parlato a tutti e a  ciascheduno in modo particolare e ha detto di quelle cose… unicamente per la  nostra personale santificazione. Perché… è inutile, o cari: se non ci  santifichiamo non possiamo far niente. Oh, son certo e son sicuro che voi  l’avete ascoltata questa voce del Signore. Son certo e son sicuro che sempre, ma  in questi santi esercizi, la cara Madonna, la Mamma, ha forzato il suo divin  Figliolo perché voi, tutti quanti, abbiate ad uscire da questo cenacolo, vangeli  veramente viventi.
Cari i miei fratelli, per amor di Dio, per amor di Dio, vi  raccomando di far tesoro di questi santi esercizi, perché devono segnare una  tappa nuova della vostra vita, per l’Opera, per la salute del mondo.
Cari i  miei fratelli: che ora mai è questa!
A grandi mali grandi rimedi.
Fa  bisogno che io vi dica che il male è grande nel mondo? Fa bisogno che vi dica  che Satana è capitato e capita con tutti quanti i suoi soldati e muove una  guerra accanita contro la santa nostra religione?
Quanti mali, o cari, quanti  mali che vi è nel mondo! Che guerra, che spostamento della povera umanità, che è  scardinata, la povera umanità, dal Signore.
Quanti mali, quanti disordini.  Che guerra! E voi lo sapete, non è vero? e lo vediamo tutti, e tutti quanti  sentiamo quest’ora. Ma teniamoci bene a mente che fra tutti i mali che vi sono  nel mondo, il male più grande e quello che addolora il Cuore Santissimo di Gesù  e la Vergine santa, è vedere dopo 20 secoli di cristianesimo, come siamo  ridotti!…
A grandi mali grandi rimedi!
E il rimedio è certo, o cari. Il  rimedio è infallibile, è sicuro, se noi Poveri Servi vivremo con lo spirito puro  e genuino che il Signore ha messo in quest’Opera, e che il demonio non la  vorrebbe come la vuole Gesù, come la vuole la Madonna; e cerca ogni mezzo e ogni  via, anche sotto pretesto di altre opere buone, perché non sia come vuole Gesù,  come vuole la Madonna.
A grandi mali, grandi rimedi!
Spirito puro e  genuino dell’Opera! Hai inteso mio caro fratello?
Mi par di vedere l’angelo  di Dio, l’angelo della giustizia con la bilancia, là, che sta per traboccare: o  la giustizia o la misericordia.
Se noi, Poveri Servi, viviamo il nostro  spirito, voglio sperare che traboccherà non la giustizia di Dio, ma la  misericordia. Per noi, per la patria nostra, per il mondo tutto. Che grande  responsabilità, o mio caro fratello! Che grande responsabilità per me, che  grande responsabilità per voi!
Spirito puro e genuino, ma non a parole, ma a  fatti. Spirito puro e genuino.
Dunque: disposti a tutto, perché tutto è  grande nella Casa di Dio. Grande è il sacerdote, grande il fratello, perché  anche il fratello e il sacerdote sono tutti quanti un “cor unum et anima una [un  cuor solo e un'anima sola"] nel diffondere il santo regno di Dio e la sua  giustizia.
Disposti a tutto: cenci, creta, cercare solo il santo Regno di  Dio, ma non a parole, ma a fatti.
Il mondo, o cari, i nostri avversari, i  nostri nemici, hanno bisogno di vedere in noi sacerdoti, in noi religiosi, in  noi Poveri Servi, quelle ricchezze soprannaturali che [Dio] ha messo in noi e  per l’Ordine sacerdotale e per la vocazione religiosa e per i santi voti.
E  con noi ha bisogno di vedere tutti quanti i sacerdoti, tutto quanto il popolo  cristiano. E… ditemi, o cari, in pratica: come siamo? I nostri avversari,  quelli che ci combattono, come ci vedono? come loro, e forse, forse, alle  volte… peggio di loro; perché loro non hanno avuto quelle grazie che abbiamo  noi, perché loro sono stati forse istruiti nel male. Ci penserà il Signore per  loro, ma per noi Poveri Servi, per me, Povero Servo, se non siamo in efficienza,  la colpa è nostra! Per amor di Dio!…
Santifichiamo le nostre anime. Mi  ricordo le parole, sempre, che mi diceva il mio indimenticabile p. Natale, padre  spirituale: “Si ricordi: santifichi la sua anima e poi santificherà le altre  anime”.
Siete Poveri Servi per le vostre anime, prima di tutto, e poi, per  salvare le altre anime. E le anime, come si salvano? Con i mezzi umani? Col  denaro? Con le protezioni umane? Non ha detto così Cristo! Ha detto: “Sine me  nihil potestis facere! Sine me nihil potestis facere! [Senza di me non potete  far niente! Senza di me non potete far niente!" (Gv 11, 5)].
Fratelli,  guardiamo di avere sempre con noi Gesù: nel chiaro e nell’oscurità, nella prova,  nell’osanna e nel crucifige [crucifiggilo]! Sempre con Gesù! Gloria di Dio e  bene delle anime!
Disposti a tutto, o miei cari. Vi raccomando tanto la vita  interiore. Nessuna preferenza! Tutti quanti fratelli in Cristo, ma, se vi è una  preferenza, sia per i più poveri, i più abbandonati, i più disprezzati. Sono  queste le nostre gemme e le nostre ricchezze.
Fratelli miei cari: Gesù è in  mezzo a voi. La Madonna continuamente prega per voi, prega per noi.
Oh,  guardate, guardate di uscire come sono usciti gli Apostoli dal cenacolo: Vangeli  viventi! Tutti quanti siete adesso lampade accese dall’onnipotenza e dalla  misericordia del Signore. Sta a voi custodire le vostre lampade accese, con la  vita veramente cristiana.
Nascosti. Non cercare le protezioni umane. Cercare  il santo regno di Dio e la sua giustizia. In quanto al resto, verrà. Verranno,  verranno i mezzi umani! Verranno le protezioni umane, perché ci vogliono, ma a  queste penserà il Signore! Per noi non c’è altro che questo: cercare il santo  regno di Dio, santificare le nostre anime.
Quante cose vi vorrei dire, o cari  i miei fratelli. Per amor di Dio, per amor di Dio, per amor di Dio: guardate di  corrispondere! Guardate di corrispondere ed essere veramente Poveri Servi! Ma  non a parole, ma a fatti.
Tutto è grande nella Casa di Dio. Disposti a tutto,  perché fino che siamo nel nostro… breve posto, in quell’occasione siamo  contenti. Quando siamo trasportati, cambiati, si comincia a dire: Ma… ma  qui… ma là… no! Disposti a tutto! In qualunque parte che siamo, guardiamo il  cielo: “Padre nostro, che sei nei Cieli”.
Quante altre cose… ma ho finito,  ma termino. E termino con una calda preghiera: quanto so e posso, guardate di  far tesoro di questi santi esercizi del 1952.
La Madonna santissima, la cara  Madonna, la regina dei cuori, vi tenga tutti quanti sotto il suo manto, sotto la  sua protezione.
L’aver fatto i santi spirituali esercizi a Nazareth, deve  essere anche questo un monito tutto quanto speciale, tutto quanto particolare.  “Cosa può venire di buono da Nazareth?”, dicevano. Cosa è venuto da Nazareth?  Cristo, la Redenzione!
E così anche da Nazareth dei Poveri Servi. Cosa può  venire di buono? Verrà quello che è venuto da Nazareth, se noi vivremo con lo  spirito puro e genuino dell’Opera. E’ una grande grazia e una grande  responsabilità. La vita passa presto. Ci troveremo al punto della morte. Oh…  dico quello che tante volte ho detto ai miei fratelli. Io credo che il Povero  Servo, al punto della sua morte, che sarà stato fedele alle sue regole, ancora  in terra gusterà le gioie del cielo. Ma se per somma disgrazia – che Dio non  permetta per nessuno – non avesse corrisposto, Dio mio, Dio mio, in che stato si  trova. Per amor di Dio, fratelli!…
Povero Servo, nel vero senso della  parola. Per poter meritare dal Signore al termine della nostra vita quella bella  parola: “Euge, serve bone et fidelis. Intra in gaudium Domini tui! [Bene, servo  buono e fedele. Prendi parte alla gioia del tuo Signore." (Mt 25, 21)]. Son  certo e son sicuro – non è vero? – che voi pregherete più del solito per me. Ne  ho tanto e tanto di bisogno, perché cosi vicino alla grande chiamata. Per amor  di Dio, che io non sia, e neanche voi, come chi segna strada, chi insegna la  strada agli altri, e loro stanno fermi.
Fratelli: Poveri Servi, nel vero  senso della parola.
La giornata di oggi in modo particolare per voi, per il  rev.mo padre monfortano che con tanto zelo e a nome della Madonna parlò a voi, e  a voi ha dato questi santi spirituali esercizi.
Che tutti quanti, usciti da  questo cenacolo, possiate dire:
Signore, per intercessione della mia cara  Madre, la Vergine Santa, la Madonna, voglio essere un altro Cristo, un altro  Gesù, un vangelo veramente vivente, per la mia anima e per la mia santificazione  e per santificare l’Opera e per santificare il mondo.
Siamo niente, ma siamo  tutto! Ferri arrugginiti: ma il ferro arrugginito non fa niente, ma  arroventato… quanti lavori non fa un ferro arroventato! Quando si ha l’amore  di Dio, l’amore di Dio, allora si va avanti. Domandiamolo sempre, questo, al  Signore: Datemi il vostro santo amore! Mettiamo di mezzo l’intercessione della  Vergine Santa.
Fratelli, perdonate le parole, che mi sono nate così dal  cuore.
Fate tesoro e che, terminata la nostra vita, tutti quanti possiamo  dire: ut cum fratribus meis et pueris tuis laudem te in saecula saeculorum.  Amen. [Che con i miei fratelli e i tuoi ragazzi possa lodarti per tutti i secoli  dei secoli. Amen].
Teniamoci bene a mente la grande responsabilità perché,  dal corrispondere o non corrispondere alla nostra vocazione , potrebbe dipendere  la salute o la rovina della patria e anche del mondo.
Che grande  responsabilità!
Sia lodato Gesù Cristo.
* 1951
AI POVERI SERVI IN  ESERCIZI NEL 50° DEL SUO SACERDOZIO
Sia lodato Gesù Cristo…
Prego lo  Spirito Santo che in questo grande e in questo solenne momento mi dica quella  parola che fa bene alla mia povera anima e che fa bene alle vostre anime.
Voi  fortunati che siete raccolti in questo santo cenacolo.
Questa parola [parole  incomprensibili]
Quante volte avete fatto, abbiamo fatto i santi spirituali  esercizi, ma io mi sento che gli esercizi di quest’anno santo, di quest’anno che  ricorda le mie giornate del giubileo sacerdotale, di quest’anno che è ricco di  tante chiamate, di continue chiamate da parte del Signore a ritornare tutti alla  vita del Vangelo, non soltanto a parole, ma in pratica.
Quest’anno, insomma,  ha preparato il terreno delle nostre anime, delle vostre anime, per ricevere la  semente divina che vi è passata in questi santi esercizi. Quante grazie avete  ricevuto.
Fratelli cari, dilettissimi: vi è bisogno di santità. L’ora attuale  è un’ora terribile, ma è l’ora di Gesù. E chi è che deve portare Gesù, chi è che  deve far conoscere Gesù? Noi religiosi, noi sacerdoti, sempre, ma specialmente  in quest’ora. E’ l’ora della santità, questa. Non è l’ora delle discussioni,  delle teorie; è l’ora della pratica, o miei cari. E questo voi l’avete sentito  in questi santi spirituali esercizi. Fatene tesoro, o miei cari, facciamone  tesoro, specialmente noi Poveri Servi.
Mi scriveva uno dei miei fratelli:  “Oh, l’Opera dei Poveri Servi deve essere un [alto]parlante, un telefono,  telegrafo, un apparecchio per il quale viene Gesù a parlare e a far conoscere  quello che vuole”.
Miei cari fratelli, per amor di Dio, facciamoci santi, con  lo spirito puro e genuino dell’Opera dei Poveri Servi.
Il demonio freme e  basta un’onda piccola per cambiare [la trasmissione della] radio. Basta una  piccola cosa, perché quest’Opera non sia come la vuole Gesù.
Quello che Gesù  vuol fare sono cose grandi in mezzo a noi, ma se noi saremo Poveri Servi nel  vero senso della parola.
Disposti a tutto. Tutto è grande nella Casa di Dio.  Non tutti i sacerdoti sono santi, ma tutti i santi sono sacerdoti. Miei cari  fratelli! Guardate che, usciti da questi santi esercizi, voi uscite come gli  Apostoli dal cenacolo. Tanti fari; tanti fari, per le vostre anime, per le  nostre anime. Santifichiamoci noi nel vero senso della parola, e allora  santificheremo quest’Opera dei Poveri Servi, che nessuna forza umana la può  distruggere. Solamente io, solamente voi, noi, se non viviamo con lo spirito che  il Signore stesso, Divin fondatore ha messo.
Santificando quest’Opera,  santificheremo la nostra città, santificheremo il mondo, o miei cari fratelli, o  dilettissimi figlioli. Santifichiamoci nel vero senso della parola.
Quanto so  e posso diamo importanza alla vita interiore. “Sine me nihil potestis facere  [Senza di me non potete far niente" (Gv 11, 5)]. Noi siamo niente ma con Cristo  siamo tutto. E Cristo sarà con noi se noi saremo con Lui con la vita pratica del  S. Vangelo, la vita interiore. Lasciate tutto, ma non lasciate le pratiche di  pietà, non lasciamo le pratiche di pietà.
Vi raccomando lo spirito di  abbandono: Quello che è buono per Gesù è buono anche per me. Ma se non siamo noi  che amiamo il Signore, chi sarà che lo ama il Signore?
Il mondo ha bisogno di  conoscere il Vangelo, di conoscere Cristo, di conoscere i doni che Cristo, il  Signore, ha versato in noi sacerdoti, in noi religiosi, nel popolo cristiano. Ma  il mondo vede che siamo come gli altri, che non c’è nessuna differenza. Non  conosce i doni di Dio, le grazie del Signore, i carismi che abbiamo noi e in  conseguenza il mondo verrà scusato, ma noi miei cari fratelli, noi, miei cari  fratelli!…
Oh, ringraziate e ringraziamo il Signore di questi santi giorni  nei quali il Signore ha parlato per mezzo dell’apostolo, per mezzo del sacerdote  che nel nome di Cristo è venuto ed è in mezzo a noi per portarvi, per segnarvi  la strada sicura della nostra santificazione.
Mi diceva sempre il mio povero  Padre Spirituale, P. Natale: Guardi di santificare lei, santifichi lei,  santifichi i membri, e se santificherà i membri, sarà salvata l’Opera e farà  cose di tanta gloria del Signore.
Le cose grandi, son fatte di piccole cose,  o miei cari fratelli.
Ecco le parole che mi sono nate nel cuore.
La  giornata di domani sarà tutta quanta per voi: la santa messa, le sofferenze,  quello che il Signore mi manderà, perché abbiate ad essere costanti e fermi nei  proponimenti fatti in questi santi spirituali esercizi.
Siate tanti fari. Che  tutti quanti,… tanta oscurità, venga illuminata dalla vostra vita.
Gesù è  in mezzo a noi. Guarda la sua Chiesa! “La mia Chiesa! La mia Chiesa!”. Ecco  quello che domanda il Signore: Santifichiamoci.
Santa messa, sofferenze…  tutto quanto per voi, e voi, tanto pregate per me, perché le anime e le opere di  Dio, costano.
Pregate la misericordia del Signore che mi perdoni tutte quante  le deficienze, i miei peccati. E che si possa avverare quella preghiera che  faccio da tanti anni: Ut cum fratribus meis et pueris tuis laudem te in saecula  saeculorum. Amen. [Che con i miei fratelli e i tuoi ragazzi possa lodarti per  tutti i secoli dei secoli. Amen].
Facciamo conoscere al mondo che la vita  presente è niente. E’ tutto in relazione con la vita futura. Si fanno tanti  progetti, tante cose, ma… l’altro giorno anzi, in modo speciale, avevo queste  parole in mente: “pietas utilis ad omnia! [La pietà è utile a tutto!" (1 Tm 4,  8)]. Io vorrei che specialmente coloro che [si] sentono, sviscerassero bene  queste parole: “Pietas utilis est ad omnia! [La pietà è utile a tutto!" (1 Tm 4,  8)]. Per la nostra santificazione e anche per concorrere a dare la vita a tutti  quanti gli argomenti, i lavori dell’ora attuale, materiali, politici eccetera,  perché il Signore li abbia a benedire. “Pietas utilis ad omnia [La pietà è utile  a tutto" (1 Tm 4, 8)].
Cari fratelli, pregate tanto per me, perché tutti  possiamo sentire quella parola di nostro Signore al termine della nostra vita:  “Euge serve bone et fidelis! Intra in gaudium Domini tui! [Bene, servo buono e  fedele. Prendi parte alla gioia del tuo Signore." (Mt 25, 21)] Che tutti quanti  ci troviamo nel santo Paradiso.
E adesso, in questo momento, vi do la mia  povera e santa benedizione.
Ave, Maria…
Maria, auxilium  Christianorum…
Nos cum prole pia…
Benedictio Dei  omnipotentis…
Sia lodato Gesù Cristo…
* 1951
A UN GRUPPO DI  RAGAZZI DI SAN ZENO IN MONTE
IN ESERCIZI NEL SUO 50° DI  SACERDOZIO
Preghiamo lo Spirito Santo che in questo momento ispiri a me  poverello, custode di questa grande Opera del Signore, quella parola che più  deve giovare per le vostre anime.
In questo grande, in questo momento solenne  voi, quasi come gli Apostoli, siete radunati in questo cenacolo per sentire la  parola del Signore: non soltanto sentirla, ascoltarla, ma metterla in  pratica.
Miei cari figlioli e diletti fratelli: l’ora attuale è un’ora  terribile, è un’ora tanto oscura, è un’ora di tante incognite, ma è l’ora dove  Gesù continuamente, continuamente, continuamente chiama la povera umanità in  generale, e in modo speciale noi sacerdoti, noi religiosi, popolo cristiano, ad  essere veramente tale.
Cari i miei figlioli e diletti fratelli, fate tesoro  di questi santi giorni. Ascoltate la parola del ministro di Gesù, che in questo  momento è proprio una parola specialissima, efficacissima, per le grazie e per i  doni speciali che lo Spirito Santo da a chi parla nel suo nome.
Facciamoci  santi, facciamoci santi. L’ora attuale è un’ora di tanto lavoro, di tanti  interessi, di tante questioni, per arrivare a dare la pace al mondo.
Miei  cari fratelli, figlioli dilettissimi, preghiamo anche per coloro che sono  interessati in questo lavoro temporale e materiale; che vi è tanto e tanto di  bisogno, per coloro che reggono le sorti della nostra cara patria e del mondo  tutto.
Ed è alcuni giorni che io penso e medito queste parole, che io prego  di meditare anche voi, o fratelli, anche voi figlioli, nella vostra  età.
Pietas utilis est ad omnia! La pietà giova per tutto. prima per la  nostra santificazione personale, poi per le nostre opere, per la Chiesa e anche  per il mondo, che senza la pietà non può arrivare ad avere quella direzione che  il Signore vuole dare nell’ora attuale alla povera umanità.
Miei cari  figlioli, ecco la parola che io vi dico in questo momento. Sempre mi raccomando  tanto e tanto alle orazioni, perché le anime e le Opere di Dio costano tanto e  tanto e io ho bisogno di essere aiutato, di essere assistito per fare la volontà  di Dio fino al vicino e grande e divino rapporto che è per me, ma che è per voi,  ma che è per tutti, perché siamo al mondo unicamente per questo: per conoscere,  servire e amare Dio in questa vita e poi arrivare al santo Paradiso.
I nostri  nemici, i nostri avversari hanno bisogno di conoscere chi siamo noi sacerdoti,  chi siamo noi religiosi, hanno bisogno di conoscere i doni e le grazie  particolari che il Signore ci ha dato e non li conoscono, perché alle volte  dicono: “Ah, i preti, i religiosi, sono come noi, e qualche volta anche peggio  di noi”.
Figlioli, fratelli carissimi, siamo santi, domandiamo al Signore la  santità. Dobbiamo combattere le nostre passioni perché la vita presente è vita  di prova. Dobbiamo combattere le nostre passioni. Umiliamoci delle nostre  miserie, ma combattere il male di sistema, perché questo male di sistema è  quello che rovina l’umanità, i mali di sistema sono la porta  dell’inferno.
Miei cari figlioli, vi lascio in questo momento. Vi do una  grande benedizione, perché siamo sempre uniti in cielo e qui in  terra.
Pregate tanto per me e per l’Opera del Signore e che Iddio dia valore  a quella preghiera che io faccio da tanti e tanti anni dopo la santa messa: “Ut  cum fratribus meis et pueris tuis laudem te in saecula saeculorum. Amen [Che con  i miei fratelli e i tuoi ragazzi possa lodarti per tutti i secoli dei secoli.  Amen].”
Nos cum Prole pia…
Benedictio Dei Omnipotentis, Patris, et Filii  et Spiritus Sancti descendat super vos et super nos et maneat semper.  Amen.
* 11 agosto 1951
ALLA FINE DELLA FUNZIONE DI  RINGRAZIAMENTO
DEL 50° DEL SUO SACERDOZIO
A SAN ZENO IN MONTE
Insieme  ringraziamo il Signore per le grazie grandi e misericordie che ha fatto per me  poveretto e preghiamolo il Signore, che mi dia la grazia di fare fino alla fine  la sua santa volontà, in questa sua Opera che è proprio sua, nel vero senso  pieno della parola.
Noi siamo figli di Dio, fratelli, noi siamo gli angeli di  Dio in terra, in questa Casa per compiere i sui dini disegni. Per amor di Dio,  guardiamo di corrispondere, di corrispondere, di corrispondere, vivendo noi, o  fratelli, lo spirito puro e genuino dell’Opera che il Signore ha fondato,  vivendo voi, o miei cari figlioli, come deve essere un figlio di questo grande  Padre.
Tante e tante volte ho detto e lo ripeto: Io non ho paura di nessuno.  Nessuna forza può distruggere, può fermare quest’Opera, solamente io, solamente  noi se per somma disgrazia non dovessimo corrispondere, non vivendo come vuole  il Signore.
E voi fratelli cari, riuniti insieme, di nuovo ringraziate il  Signore, e pregate per me, perché quando il Signore mi chiama possa trovare  misericordia in quel grande momento, e che possa essere avverata la preghiera:  Signore, ut cum fratribus meis et pueris tuis laudem te in saecula saeculorum.  Amen. [che con i miei fratelli e i tuoi ragazzi possa lodarti per tutti i secoli  dei secoli. Amen]. Figlioli cari, noi non siamo fatti per la terra, ma siamo  fatti per il cielo, e queste grandi e semplici parole dobbiamo ricordarle noi,  ricordarle a tutti. E fosse vero che tutto il mondo pensasse a questa grande  verità: non siamo fatti per la terra, ma siamo fatti per il cielo, per Iddio,  per il Paradiso.
* 25 luglio 1954, ore 12,20
DALLA LOGGETTA CHE GUARDA  LA TERRAZZA
AGLI EX ALLIEVI DI SAN ZENO
Ringrazio e benedico il Signore  che mi ha concesso questa grande grazia di vedervi e di invocarvi dal fondo del  cuore una fitta pioggia di grazie, prima spirituali per le vostre anime, e poi,  per i vostri bisogni temporali e materiali.
E’ stata una grazia grande che il  Signore vi ha fatto, di raccogliervi qui in questa sua Casa che è Casa di Dio  nel vero senso della parola. E voi siatene sempre riconoscenti, e anche fuori in  mezzo al mondo, che corre molte volte tante strade opposte alla vera strada,  guardate di essere guida, via, pace e benedizione.
In questo momento io prego  per voi, vi benedico, e con voi i vostri cari, i vostri figlioli, i vostri  parenti. Questa benedizione sia pegno e caparra dell’eterna benedizione che un  giorno, tutti quanti, dobbiamo ricevere là, dal Signore nel santo Paradiso.  Iddio vi benedica.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in  mulieribus et benedictus fructus ventris tui Jesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora  pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.
Amen.
Maria,  auxilium christianorum, ora pro nobis.
E poi fatemi questa grande carità: di  pregare per me, perché possa intendere e perché possa capire la grazia di poter  soffrire in espiazione prima delle mie miserie, e poi per compiere i grandi  disegni del Signore, disegni che Cristo ha compito sempre con la sua  croce.
Nos, cum prole pia, benedicat Virgo Maria.
Benedictio Dei  omnipotentis, Patris, et Filii et Spiritus Sancti descendat super vos et super  nos et maneat semper. Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
Sempre sia  lodato.
* 1952
AI POVERI SERVI IN ESERCIZI SPIRITUALI
Che grandi  sofferenze, miei cari fratelli.
La sofferenza, specialmente nell’ora attuale,  entra nel piano di Dio, perché le sofferenze, unite alle sofferenze di Cristo  che non può più soffrire, ma soffre immensamente nel suo corpo mistico, possono  salvare la povera umanità.
Pregate tanto per il vostro padre, che in questo  momento… non so io quello che vi dirò.
Sento… ho fatto uno sforzo  particolare per venirvi a dire qualche parola, ma proprio perché è volontà di  Gesù. Ma questa parola detta a voi Poveri Servi, è anche per me, prima di tutto,  perché anch’io sono Povero Servo. E questa parola di “Povero Servo della Divina  Provvidenza” è scritta in cielo e quando Dio ci chiamerà ci farà vedere se  questo scritto è conforme a quello che abbiamo praticato in terra.
Cosa vi  dirò? Diciamo insieme un Gloria Patri allo Spirito Santo perché mi illumini e mi  dica quello che è per la mia povera anima e per voi, miei cari fratelli Poveri  Servi.
Potrebbe essere l’ultima volta che io vi parlo: sia come il mio  testamento!
Gloria Patri, et Filii et Spiritui Sancto
Emitte Spiritum tuum  et creabuntur…
Cosa dirò?
Ho davanti la scena di Balsassare: “Mane,  thecel, phares!” Da ieri questa scena l’ho davanti.
Si gozzoviglia, si  profana! “Mane, thecel, phares!” Voi siete sacerdoti e fratelli e conoscete la  spiegazione di queste parole ["Questa ne è l'interpretazione. Mane: Dio ha  computato il tuo regno e vi ha posto fine. Thecel: Tu sei stato pesato sulle  bilance e sei stato trovato mancante. Phares: Il tuo regno è diviso e dato ai  Medi e ai Persiani" (Dn 5, 25-28)].
L’ora attuale è un’ora terribilissima per  la S. Chiesa, per la povera umanità, per il mondo. Dopo 20 secoli di  cristianesimo, come siamo? Mane, thecel, phares!
Quante grazie, quante  misericordie il Signore ci ha fatto. Ma io, in questo momento prescindo  dall’umanità in generale. Sento quello che sempre vado più sentendo di noi  sacerdoti, di noi religiosi, del popolo cristiano. Mane, thecel,  phares!
Quante grazie, specialmente in questi ultimi anni. Santi Pontefici  che parlano nel nome del Signore. La Madonna pellegrina che viene in mezzo a  noi. Santuari illegittimi riprovati dalla santa Chiesa. False devozioni. Satana  che vuol scimmiottare le opere di Cristo e della Chiesa.
Come è ridotto il  popolo cristiano! Divertimenti! Godere la vita, la vita dei sensi! Dio è spirito  e fugge dalla carne, specialmente dopo l’incarnazione e la redenzione. La festa  non è santificata per niente.
Un’ora terribile, o miei cari fratelli! Io la  sento nel cuore come povero ed ultimo Casante di quest’Opera grande di Dio che è  l’Opera dei Poveri Servi.
Mi pare in questo momento di vedere un angelo con  la bilancia in mano. Sta a noi di far sì che il piatto della bilancia posi sulla  misericordia e non sulla giustizia, perché… sarebbe sempre anche misericordia.  Ma però guai chi provoca la giustizia di Dio in quest’ora. E questo piatto che  deve far traboccare la misericordia è affidato a me, a noi, a voi Poveri Servi.  E come? col vivere lo spirito puro e genuino di quest’Opera che il demonio,  Satana, “il nemico”, cerca tutti i mezzi possibili e immaginabili per far sì che  non sia come Gesù la vuole, sotto falsi pretesti, sotto apparenze anche di  bene.
Miei cari fratelli, per amor di Dio, viviamo lo spirito puro e genuino  di quest’Opera.
Voglio io vedere se io sarò salvo, se andrò in Paradiso? La  tessera è bella firmata! Se io vivrò lo spirito puro e genuino dell’Opera ho la  tessera firmata per essere in Paradiso. Se non vivo lo spirito puro e genuino  dell’Opera, è meglio andarsene. Non è firmata certo la tessera per arrivare alla  vita eterna.
Queste parole mi nascono dal cuore in questo momento e prima di  tutto le dico a me stesso.
Spirito puro e genuino nel vero senso della  parola.
Poveri Servi! Avrete ricevuto l’ultima mia povera lettera che ho  scritto ai piedi del Crocifisso, come mio testamento, dove esortavo tutti, in  modo speciale, di fare anche una giornata di espiazione, di propiziazione per la  povera umanità.
E tra le tante lettere che ho ricevuto dai miei sacerdoti ex  allievi, ne ho ricevuta una che mi è giunta l’altro giorno – posso dirvi anche  il nome – il nostro caro ex allievo Don Marini che mi scriveva: “Ho letto la sua  lettera, e col pensiero sono andato indietro 30 e più anni e mi pareva di  sentire le stesse parole che aveva scritto in quella lettera”. Di fatto è  così.
Buseta e taneta! Nascosti. Allora il Signore ci adopererà. Cenci, e  creta, disposti a tutto! Tutto è grande nella Casa di Dio, specialmente dei  Poveri Servi. Poveri Servi nel vero senso della parola! Che grande dignità è  questa. Non tutti i sacerdoti sono santi, ma tutti i santi sono sacerdoti. E  questo vale in modo speciale per noi, Poveri Servi. Per voi, o Fratelli, che se  il sacerdote è sacerdote per l’Ordine Sacro, voi siete sacerdoti se sarete  santi, per il battesimo, per la cresima, per la vocazione religiosa, per i voti  che avete fatto: santità. Il demonio ha solo paura della santità.
Viviamo,  vivete, vivo io lo spirito puro dei Poveri Servi? Se in questo momento Dio mi  chiamasse, cosa direi al Signore? Si sta per rinnovare i santi voti. Con Dio non  si scherza. Mi par di averlo scritto in una lettera. Si fa sul serio,  specialmente in quest’ora. Pensateci bene, pensiamoci bene! Dio non ha bisogno  di nessuno e in quest’Opera qui, l’ho sempre veduto per tanti e tanti anni, sia  nei fratelli sia anche nei ragazzi: quando un ragazzo, uno, due, tre, non  corrispondono, si ribellano, ecc., così… Dio stesso lo manda via. E così anche  nel campo nostro. Se non si corrisponde, pensa Iddio, perché l’Opera è sua.  Quest’Opera è di Gesù. Guai chi la tocca.
Fratelli, per amor di Dio, viviamo  lo spirito puro e genuino dell’Opera dei Poveri Servi.
Quest’Opera – capite –  dei Poveri Servi, ha maturato disegni nuovi da 10 anni in qua, che mai più avrei  pensato, e specialmente per l’ora attuale.
Vedete, o miei cari, il  telefono!… Il telefono, che è il progresso della scienza! Si parla, si  comunica in un momento. Ma quando? Quando l’apparecchio è perfetto. La più  piccola cosa lo guasta e lo interrompe. Sia scienziato, dotto, sapiente chi vuol  telefonare, non telefona, perché l’apparecchio non funziona. L’apparecchio dei  Poveri Servi è lo spirito puro e genuino. Se noi lo teniamo in efficienza, Dio  stesso, Gesù verrà a telefonare, a parlare, a manifestare la sua volontà,  specialmente in quest’ora terribile per la povera umanità, ma in modo speciale  per il popolo cristiano.
Tutto il mondo guarda a noi, sapete. Tutto il mondo  guarda a noi ed è stanco di chiacchiere, di discussioni, di “se” e di “ma”…  Vuol vedere i fatti. E i fatti, purtroppo, non li vedono. Gesù piange sopra me,  sopra noi sacerdoti e religiosi che non siamo come Gesù ci vuole.
L’ora  attuale è un’ora terribile. Sta a noi, miei cari fratelli, tenere l’apparecchio  in efficienza, perché Gesù possa parlare.
Io mai avrei pensato, per esempio,  che 7 dei nostri sacerdoti fossero eletti parroci: 4 a Roma e 3 qua nella nostra  diocesi. Non a caso questo. Questi parroci hanno una paternità e una missione  particolare. Devono vivere con le loro anime lo spirito puro e genuino  dell’Opera. Devono essere differenti anche dalle altre Parrocchie? Sicuro!  perché questa è la volontà di Gesù: Il nostro spirito è questo… è questo… Se  ci vogliono, ci terranno , se non ci vogliono, tutto il mondo grande è di Dio!  Il Signore ha bisogno dello spirito puro e genuino, miei cari  fratelli!
Grande responsabilità. Può dipendere da noi Poveri Servi la salute  dell’umanità. Facciamo tutti un esame di coscienza, io per il primo. Ciascuno  faccia i suoi programmi e i suoi proponimenti. E’ Gesù che parla a me. E’ lo  Spirito Santo che parla a me e parlerà anche a voi. Siamo cor unum et anima una  [un cuor solo e un'anima sola], nello spirito puro e genuino dell’Opera.
Vi  sono più di 50 ex allievi sacerdoti che sono fuori nel mondo e anche questi  hanno il loro redde rationem [rendiconto], perché sono grandi i benefici che  hanno ricevuto nella casa del Signore e devono nel loro stato, nella loro  professione, far conoscere lo spirito che hanno avuto.
Ma noi Poveri Servi,  dobbiamo essere rigorosissimi di questo spirito puro e genuino, perché in questo  sta il segreto di Dio, specialmente in quest’ora.
Le anime si salvano non con  le Istituzioni, con le cose grandi, con le cose esterne, con le chiacchiere, con  i réclam. No, no!… Le anime si salvano vivendo lo spirito nostro puro e  genuino, perché è Gesù con noi.
Vi dico quello che mi sento, con confidenza,  sapete. Otto giorni, quindici giorni fa, venti giorni fa… mi fu presentato un  sacerdote di una diocesi, Vicario generale mi ha detto che è anche, di questa  diocesi… e… mi ha fatto una grande, una bella impressione. E poi, quello che  me lo presenta, mi dice: Eh – dice – questo è eletto Vescovo! – Ah,  Eccellenza!… – E allora questo sacerdote si è aperto un pochetin… Si parlava  dell’ora attuale, del mondo… “Eh!… – dico – E’ proprio così, sa; è proprio  così! E Gesù piange sopra di noi. Ma lei ha un segreto, sa, per far bene la sua  missione di apostolo. – E quale? – Non rimanga mai solo, sia sempre insieme con  Gesù e vedrà che trionferà, e passerà ogni ostacolo e Gesù sarà con lei e con la  sua diocesi e col suo clero”. E mi ringraziava!
Le cose grandi sono fatte di  piccole cose. Miei cari fratelli: come vivo io? Che conto faccio della vita  interiore?
Quaerite primum Regnum Dei [Cercate prima il Regno di Dio (Mt 6,  33)]. Tutte le parole del S. Vangelo sono consacratorie, e anche questa:  Quaerite primum Regnum Dei! [Cercate prima il Regno di Dio (Mt 6, 33)]. Si cerca  la scienza, il tal sapiente, il tal dotto, il tal scienziato fa delle opere  speciali. Fratelli, gli Apostoli sono i laureati nel Vangelo da Cristo. E che  cosa hanno fatto gli Apostoli? Vediamo di avere la laurea e la patente di N. S.  Gesù Cristo. Vangeli viventi! Ecco il segreto.
Vita interiore. Non cercate le  protezioni umane. Sono necessarie! Ma sicuro che sono necessarie! E io, quando  viene qualche persona autorevole, per es. il Prefetto, qualche volta gli dico  così: Eccellenza, io ho paura delle protezioni umane. Non le cerco; ma lei viene  a trovarmi. E l’Opera è del Signore; io sono zero e miseria. Ma lei viene.  Dunque, lei viene mandato dal Signore. E lei è dal Signore benedetto,  prediletto… [parole incomprensibili].
Le nostre massime sono opposte alle  massime del mondo.
Fratelli, mano all’opera! Usciamo da questi santi esercizi  rinnovellati come i santi Apostoli.
Pregate per la santificazione della santa  Chiesa, per il popolo cristiano e per il mondo.
Cari fratelli: Ruit hora!  Ultima latet! [Il tempo scorre veloce! L'ultima ora ci è  nascosta!].
Continuamente il Signore ci chiama. Anche ieri sera, questa  notte, sapete, non è vero, anche l’anno scorso… [allude alla morte improvvisa  di alcuni confratelli]. Sono segni anche questi. Voce di Dio. Ultima latet!  [L'ultima ora ci è nascosta!]. Per me sarà l’ultima volta che vi parlo, l’ultimo  mio ricordo. Ma anche per voi, o presto o tardi, verrà la grande chiamata. Ruit  hora! E tutti quanti saremo lì al grande rendiconto.
Io son convinto – tante  volte l’ho detto – che noi Poveri Servi, prima ancora di morire, se avremo  vissuto lo spirito puro e genuino dell’Opera, sul letto dei nostri dolori e  ambasce, vedremo gli angeli e il cielo aperto che ci aspetta.
Miei cari  fratelli! queste parole sono sconnesse, dette così… ma dette a nome di Gesù,  perché io sono il più povero di tutti, il più miserabile dei tutti. Ea quae non  sunt… Misterium amoris!… [Ciò che non è... Mistero di amore! (cfr. 1 Cor 1,  27-29)]. Ma finché sono qui rappresento il Signore. Mi dovete ascoltare, perché  vi parlo a nome di Dio. non ho nessun interesse. L’anima mia è vicina alla  grande chiamata, al grande rendiconto. Le anime vostre e le anime dei vostri  parrocchiani… Quando scrivo, per esempio, a Borgata Gordiani, a Primavalle,  agli altri di Roma, io dico sempre: “le tue anime”, ma sono anche mie, perché le  anime sono affidate alla Congregazione, e la Congregazione è Opera di  Gesù.
Fratelli che tutti quanti possiamo trovarci, terminata la nostra  giornata, alla sera della nostra vita, in grazia di Dio. Che possiamo vedere  Gesù che ci viene incontro e che dice quelle belle parole: “Euge, serve bone et  fidelis. Intra in gaudium Domini tui. [Bene, servo buono e fedele. Prendi parte  alla gioia del tuo Signore." (Mt 25, 21)]. Ma un povero, o va in Paradiso con  tanti, o potrebbe andare anche all’inferno con tanti, se non ha corrisposto se  non corrispondiamo.
Fratelli, offro le mie sofferenze. Pregate per me che  faccia tesoro, in penitenza dei miei peccati per implorare misericordia per  questa povera anima mia, per vincere il nemico che è furibondo. E’ furibondo, lo  ripeto. Non vuole che quest’Opera sia come Gesù l’ha fatta. Sotto l’apparenza  anche di altre buone opere, cerca di rovinarla, perché non venga Gesù a  telefonare, a parlare, a compiere i suoi disegni. Sento che il Signore Gesù ha  dei grandi disegni, sopra alcuni, in modo speciale, dei Poveri Servi. Questi  disegni, per amor di Dio, siano compiuti a gloria di Dio, a bene della sua  anima, a bene delle anime, a bene della S. Chiesa, a bene del mondo.
Fratelli  termino. Pregate tanto per me, che possiamo un giorno tutti quanti trovarci  uniti nell’eterna famiglia di Dio. Costi qualunque sacrificio, costi qualunque  patimento. E non perdiamo mai, mai la vista di nostro Signor Gesù Cristo. Cosa  ha fatto Gesù? Com’è vissuto Gesù? Così devo fare io! Vivere con Gesù, in Gesù e  per Gesù. Vangeli viventi! Poveri Servi! Vi saranno i giorni tristi, delle  prove! Quello che è buono per Gesù, è buono anche per me. Ma il Signore sarà con  noi in modo particolare, con voi, in terra, e poi, un giorno, per sempre, nel  santo Paradiso.
Pregate la [divina] misericordia per la mia povera anima. E  termino con le ultime parole che tante volte ho detto: E’ meglio – e questo vale  non soltanto per il Casante presente, ma anche futuro – E’ meglio far niente col  Padre, che miracoli di bene senza il Padre. Perché il Casante presente e futuro  di quest’Opera avrà lumi e grazie speciali, per le quali il Signore dirige la  sua Opera secondo lo spirito che Gesù stesso ha messo in questa sua Opera, Opera  tutta quanta di Gesù.
A Dio piacendo… – Ecco, mi viene in mente anche  questo – domani mattina la S. Messa sarà per la mia povera anima, sarà per le  vostre povere anime, sarà per voi Poveri Servi, sarà Perché il Signore abbia a  dare quelle grazie necessarie di bontà, di misericordia, di aiuti, per compiere  la sua divina volontà in terra, e poi per trovarci tutti quanti in cielo nel  santo Paradiso.
Pregate per me, e adesso vi do la santa benedizione.
Ave  Maria, grata plena…
Maria, Auxilium christianorum… Regina  sacerdotum…
Nos, cum Prole pia…
Benedictio Dei…
*  1952
AI POVERI SERVI IN ESERCIZI SPIRITUALI
“S. ZENO IN MONTE, TERRA SANTA  E BENEDETTA!”
Non era in programma di dire una parola, ma facendo la visita  al S.mo Sacramento, mi son sentito dire: “Prima che termini questi santi  esercizi, di’ ancora a mio nome, per te e per l’Opera dei Poveri Servi, una  parola”. In conseguenza, io, da Povero Servo, devo obbedire.
E la parola è  questa: Quante volte il Signore ci ha chiamati ai santi spirituali esercizi. E  sempre: grazie, misericordie, i santi spirituali esercizi. Ma… in quest’anno  1952, sento che hanno avuto una specialità, una forma speciale di grazie da  parte del Signore. Il Signore ha raddoppiato, direi quasi, i suoi sforzi, le sue  grazie, per far sì che io, Povero Servo, che tutti quanti i Poveri Servi, siano  veramente tali per compiere i grandi disegni che lui ha sul mondo e che vuole  proprio in quest’ora.
E la parola è questa: di ringraziare tanto il Signore.  La parola è questa: Io li ho fatti tutti santi i miei cari figlioli!… Tutti  siete santi. Guardate di essere sempre santi. Guardate di non peccare mai più,  perché non vi succeda qualcosa di peggio.
Fratelli, corrispondiamo a tanta  grazia, a tanti doni che ci ha fatto il Signore. Voi pregate per il vostro Padre  che tanto e tanto ne ha bisogno, specialmente in questi ultimi giorni della mia  povera vita. Ed io quanto penso e prego per voi, come sempre a voi sono  vicino.
E poi un’altra parola che forse non ho mai detto in tanti e tanti  anni. E la parola è questa: Io una volta mi trovavo al capezzale di un sacerdote  quasi moribondo, ammalato molto grave, ed era il mio venerando e caro Padre,  parroco dei SS. Apostoli, mons. Giacomelli, in principio dell’Opera.
E… ero  lì, vicino al suo fianco, e mi guardava, e poi mi ha detto queste parole: Ah,  Don Giovanni! Lei è a S. Zeno in Monte, terra santa e benedetta! e quelle parole  mi son sempre rimaste nella mente.
Sempre le ho ricordate. E in questo  momento mi pareva che il Signore mi dicesse: Dillo anche ai tuoi confratelli che  S. Zeno in Monte è terra santa e benedetta!
Ricordatevi, o miei cari  fratelli, di pregare sempre per S. Zeno in Monte. Guai a quei fratelli che  fossero… che dimenticassero San Zeno in Monte. Sarebbe dimenticare il proprio  padre, la propria madre, sarebbe dimenticare il Signore, perché il Signore a San  Zeno in Monte, in questo monte santo, ha fondato la sua Casa, in alto, perché  non pensiamo alla terra ma pensiamo sopratutto al cielo, al santo  Paradiso.
San Zeno in Monte, terra santa e benedetta, o mio caro fratello!  Terra santa e benedetta! Tutti quanti siete passati attraverso S. Zeno in Monte,  tutti quanti a S. Zeno in Monte avete ricevuto e tutti quanti adesso: chi a  Roma, chi a Maguzzano, chi a Ferrara, chi a Milano, dove siete, non dimenticate  mai San Zeno in Monte.
Pensate a San Zeno in Monte, aiutate San Zeno in  Monte, pregate per San Zeno in Monte, terra santa e benedetta!
Qualche volta  – io – rare volte però – da qualche Borgata ho ricevuto qualche piccolo segno,  una piccola anche offertina di niente: “Per Lei, Padre, per S. Zeno in Monte”. E  dentro di me mi riempivo di gaudio. Sono segni di grande affetto e di grande  amore.
Fratelli, siete a San Zeno in Monte, pensate a San Zeno in Monte,  pregate per San Zeno in Monte, terra santa e benedetta. E state sempre uniti a  S. Zeno in Monte, come figli al proprio Padre.
Aiutate San Zeno in Monte con  la preghiera. Aiutate San Zeno in Monte con la preghiera. Aiutate San Zeno in  Monte facendo tesoro di quelle grazie spirituali che il Signore vi ha fatto.  State sempre a San Zeno in Monte. Pregate per San Zeno in Monte, terra santa e  benedetta, e v’assicuro che tante altre grazie voi avrete, pensando, pregando,  aiutando San Zeno in Monte.
Oh, miei cari fratelli! Sono terminati questi  santi giorni. Oh, ringraziate, ringraziamo in Signore. guardate di uscire,  usciamo tutti quanti come sono usciti gli Apostoli dal cenacolo, pieni di Dio,  pieni di Spirito Santo, per le nostre anime, per salvare le anime e per compiere  i grandi disegni che il Signore ha verso l’Opera dei Poveri Servi. Guai a noi,  se non siamo in efficienza.
Fratelli, il pensiero di questa sera: Pregate,  state uniti a San Zeno in Monte, perché da San Zeno in Monte siete partiti, a  San Zeno in Monte avete ricevuto tanto, a San Zeno in Monte riceverete grazie e  aiuti speciali. San Zeno in Monte è terra santa e benedetta!
*  8-9-1953
AGLI ALLIEVI DEL PATRONATO
Sia lodato Gesù Cristo!
Ringrazio e  benedico il Signore, perché è stato Lui che vi ha portato qui a San Zeno in  Monte. E’ stato Lui che vuole che in questo momento io povero e ultimo prete vi  dica una parola.
E la parola che mi nasce dal cuore e che Gesù vi dice è  questa: Per amor di Dio, o miei cari figlioli, guardate di corrispondere a  questa grazia di partecipare a quest’Opera, di vivere nel Patronato.
Vivete  bene, e Dio spanderà grazie, prima di tutto spirituali, e poi anche materiali. E  un giorno sarete all’altezza della vostra vocazione secondo il Signore vi vuole,  nello stato di figlioli, di sposi… quello che il Signore vorrà.
Siate  buoni, corrispondete, ma corrispondete con i mezzi: vi raccomando tanto la  preghiera. Pregate, perché nella nell’orazione vi è la forza e l’aiuto. Se gli  uomini pregassero, il mondo sarebbe cambiato.
Vi raccomando tanto di non aver  rispetto umano. Guardate di mostrarvi cristiani nel vero senso della parola. Vi  raccomando tanto di amare la virtù, perché guardate che Dio è spirito e coloro  che vivono e amano nello spirito, ricevono grazie abbondanti e doni particolari  e capiscono certe cose, che il materiale e il carnale non è degno di poter  capire.
Miei cari figlioli, pregate per me, ché io sono vicino alla grande  chiamata. Vi voglio tutti intorno lassù, nel santo Paradiso, perché la vita è un  dono di Dio. La vita, che l’ha data Dio, dobbiamo un giorno renderla, la vita,  al Signore, secondo le grazie e i doni che vi ha fatto.
Benedico il  Patronato.
Benedico i venerandi maestri, i cooperatori che Gesù ha trovato  degni di essere aiutato in quest’Opera.
Benedico i vostri  genitori.
Benedico i vostri parenti e invoco quelle grazie per il tempo che  passa e per l’eternità che resta. Dio vi benedica. E in questo momento ricevete  la benedizione del Signore.
Ave Maria…
Maria, auxilium  christianorum…
Benedictio Dei…
Sia lodato Gesù Cristo…
Dio vi  benedica. Pregate sempre per me, ne ho tanto bisogno.
* Ottobre  1951
ALLE “SORELLE” IN ESERCIZI, A S. TOSCANA
Vengo a nome di Gesù  Benedetto a portarvi la sua santa e divina benedizione.
Sono sicuro, sorelle,  che in questo momento e in questi giorni non avete dimenticato certo le grazie e  i doni che il Signore ha fatto quando gli Apostoli si radunarono nel cenacolo  per ricevere lo Spirito Santo.
Anche voi Gesù in questi giorni vi ha messo  nel suo cenacolo e qui vi ha parlato, vi ha fatto tanti doni, tante grazie per  le vostre anime.
E voi dovete uscire da questo cenacolo di questi santi  giorni, come sono usciti gli Apostoli dal cenacolo apostolico: piene di amore di  Dio, piene del desiderio e della volontà di essere tutte quante le spose di  Gesù. Ma non a parole, ma a fatti! Veramente Povere Serve.
Il Signore quanti  doni, quante grazie! Come vi ha parlato ai vostri cuori!
Per amor di Dio,  sorelle, fate tesoro di questi doni, di queste grazie, e guardate di essere  veramente sorelle povere, nel vero senso della parola. Beate voi, allora, perché  le vostre anime cammineranno a passi giganti nella via della vostra  santificazione.
Beate voi, o sorelle, perché allora la vostra Casa si  ingrandirà e compirà i grandi disegni che il Signore vorrà.
Beate voi, perché  anche l’Opera stessa andrà avanti, perché anche voi siete imperniate in  quest’Opera grande che è l’Opera dei Poveri Servi.
Beate voi, anche, perché  anche il mondo stesso, che va tanto male, si sentirà aiutato, ritornando al  Signore per mezzo delle vostre preghiere, della vostra vita santa.
Ecco la  parola che mi nasce in questo momento nel cuore per le vostre anime.
Che Dio  vi benedica.
Guardate che sempre, ma specialmente ora, vi è bisogno di santi  sacerdoti, di santi religiosi, di sante religiose, di popolo veramente  cristiano. E solamente così, potrà il mondo trovare la vera pace.
Sorelle,  pregate tanto per me, poverello, che né ho tanto e tanto bisogno, per fare la  santa volontà di Dio qui in terra, e poi trovarci un giorno, tutti quanti, lassù  nel santo Paradiso. Perché, ricordiamolo bene: siamo al mondo per questo: per  conoscere, servire, amare Dio in questa vita, e poi goderlo per sempre nel santo  Paradiso.
Domani, a Dio piacendo, nel calice santo, metterò nel calice santo,  metterò i vostri proponimenti, perché il Signore li abbia ad accettare, a  benedire, per le vostre anime, per l’Opera, per tutto quanto il mondo.
Nos  cum prole pia…
Benedictio Dei…
Mi pare che in questo momento sorella  Maddalena mi dica: Dica alle sue sorelle che facciano tesoro di questa grazia  grande in quest’Opera, perché le aspetto con me in Paradiso, se saranno fedeli,  per il grande premio riservato alle Povere Serve della Divina  Provvidenza.
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