DON CALABRIA – Lettere collettive ai suoi religiosi
LETTERE COLLETTIVE DI DON CALABRIA AI SUOI RELIGIOSI
* 6481 Verona 24-12-1909
Fratelli dilettissimi,
Se non fossi stanco, verrei io stesso per farvi i più sinceri e più cordiali auguri per la festa del Santo Natale. Che gran festa è per il Cristiano, la festa di domani, ma per noi questa festa ha un carattere più grande, più significativo, segna un principio di una nuova vita spirituale tutta propria, diretta al bene delle anime, che la Divina Provvidenza si è degnata di affidare alle nostre cure. Fratelli carissimi, mio don Diodato, stringiamoci tutti attorno alla grotta di Betlem e diciamo al Divin Infante, che vogliamo proprio consacrarci a lui, tutto sacrificare per la sua gloria e per il bene delle anime. Questa, o cari fratelli, è la Divina Volontà, questo è il fine per cui Gesù Benedetto ci ha uniti insieme. Miei fratelli, noi siamo uniti con il dolce vincolo della carità, la carità adunque regni sempre nella Casa del Dio della Carità.
Questa carità la raccomando tanto a tutti.
La carità è l’unico mezzo, perché questa casa regni e si diffonda. In questi giorni ho pregato tanto Gesù, perché mi conceda la grazia di sapere cosa è che giova alla Casa, alle nostre creature e vel confesso, mi sono sentito al cuore questa voce: bontà.
Carità adunque fra voi, fra noi, compatiamoci a vicenda, usiamo sempre bella maniera, carità, carità coi nostri ragazzi, che vedano, che capiscano che siamo mossi unicamente per loro amore.
I castighi siano rari, prendiamoli dal cuore, perché questa è la Volontà di Dio e, quando sono puniti, vedano, capiscano i nostri ragazzi che siamo addolorati più noi, nel dare il castigo, che loro.
Vi raccomando poi le pratiche di pietà, una devozione speciale alla Divina Eucarestia. Oh sì! A Gesù che noi abbiamo nella nostra Casa diciamo tutto, proprio tutto. Anche l’osservanza delle regole vi raccomando o cari fratelli, e poi avanti, avanti con allegria, perché siamo nella Casa del Signore.
Don Diodato, miei fratelli, umiliato ai vostri piedi domando perdono di tutto e colla grazia di Gesù Bambino, prometto di cominciare una vita buona e santa.
Buon Natale, che Iddio vi faccia santi.
Imploro ogni benedizione
dev. in C. J. Sac. J. Calabria
* 6282 18-6-1911
Miei cari Fratelli
Una parola, tale e quale mi nasce spontanea, rivolgo a voi o miei cari Fratelli, e la parola è questa: Fortunati voi che siete nel numero di quelli che il Benedetto Gesù predilige in modo speciale, sì o cari fratelli me lo sento proprio, il Signore per mezzo vostro, con l’ascoltare questo povero prete, vuol fare cose grandi, e a gloria sua e a bene delle anime, e a santificazione dell’anima vostra. Per amor di Dio, per amor di Dio, cooperate. Vi raccomando le vostre Regole, guardate di osservarle; quando vi sentite annoiati, stanchi, su, su, in alto il vostro sguardo, mirate Gesù, pensate a Lui, e dite: ancora poco e poi Eterno godere.
Dio mio che rovina di anime, che società triste. E voi, nei disegni di Dio, la dovete salvare, e come? Studiando Gesù, studiando e praticando la vita degli Apostoli; cari fratelli,. pregate tanto per me, ascoltatemi, compatitemi e ci troveremo contenti, procuriamo di essere tanti cenci e in questo modo faremo cose grandi.
Implorando ogni bene mi dico in Corde Jesu vostro,
Sac. J. Calabria
* 8091 Verona – S. Mattia 18-12-1918
Ai miei carissimi e dilettissimi Fratelli nella prossima gran festività del Santo Natale.
Miei carissimi e dilettissimi Fratelli,
Come ringrazio e benedico la Divina Provvidenza che mi ha voluto, nel bisogno di ristorare un po’ la mia mal ferma salute e mi ha condotto fuori dalla casa, qui nel silenzio per concedermi la grande grazia di scrivere, qui ai piedi del Crocefisso, queste mie povere parole che dicono tutto il mio grande amore per voi, per le anime vostre, per la Casa, alla quale noi tutti, per puro tratto speciale di misericordia di Dio apparteniamo.
Quante cose, o miei cari Fratelli vi vorrei dire in questi santi giorni che precedono la gran festa del Santo Natale, quante raccomandazioni vi vorrei fare in nome del gran Padrone che regge e governa con Provvidenza tutta particolare questa sua Casa, che Lui e non altri ha fondato, ma io sono tanto povero di tutto, e voi lo sapete, questa povertà non vi impedisca di ascoltare queste povere parole, tali quali mi nascono spontanee dal cuore, perché o cari, al posto di Casante che per pura misericordia di Dio sono, il gran Padrone, Lui detta e dice quello che vuole e che torna per la sua maggior gloria, per la nostra santificazione e per bene dell’Opera alla quale noi tutti per puro tratto di bontà e gratuitamente apparteniamo.
Fratelli carissimi, per amore di Dio ascoltate e fate tesoro mettendo in pratica quanto sto per dirvi, ricordatevi che verrà un giorno, verrà un momento e questo sarà quando compariremo davanti al Divin Giudice, che dovremo tutti rendere strettissimo conto e guai a noi se avremo lasciata cadere questa semente, perché o cari, dall’osservanza o meno, teniamoci bene a mente che dipende la nostra felicità o infelicità eterna, ma io spero, anzi mi tengo sicuro, che con l’aiuto del benedetto Gesù e per intercessione della Vergine Immacolata le osserveremo fino alla fine e ci serviranno come di tessera per andare in paradiso, cominciando da adesso, subito, in questi santi giorni che precedono il Santo Natale a metterci all’impegno nell’esatta osservanza.
Miei cari fratelli, io ho la coscienza di averlo tante volte detto e ridetto, che questa è una gran Casa e sono beati coloro che l’abitano, perché se vivono bene, se corrispondono alla speciale vocazione hanno assicurata la loro beata eternità.
Fratelli, noi non abbiamo divise, non abbiamo insegne, perché per noi il gran Padrone non le vuole, ma teniamoci bene a mente che la nostra insegna, la nostra divisa deve essere la pratica del Santo Vangelo; la nostra vita deve essere un continuo libro aperto dove tutti possano leggere e imparare delle grandi e divine lezioni, non soltanto qui nella Casa, ma anche fuori nel mondo. A tutti, con la grazia di Dio, dobbiamo esser e luce e sole, noi ci chiamiamo e siamo tutti Fratelli. Oh, che bel nome non è mai questo! quante cose ci dice questa bella, dolce e cara parola, deh! o miei cari, per amor di Dio, questa parola non venga mai e poi mai smentita nel suo significato pratico, tutti uguali, nessuna differenza, nessuna particolarità, perché tutti ugualmente chiamati dal gran Padrone, tutti sotto il medesimo tetto, tutti al medesimo lavoro, tutti per il medesimo fine.
Se avete qualche dono particolare, ricordatevi che è dono di Dio, che Lui gratuitamente ve l’ ha concesso, che ve lo può togliere e che un giorno il Signore ve ne domanderà conto, ragione, secondo il detto divino: “Chi ha ricevuto molto, deve dar molto”. Vi raccomando l’amore reciproco, trattatevi con carità, con dolcezza, con bella maniera e con reciproco compatimento, siamo Fratelli, siamo tutti in mano della Divina Provvidenza. Provvidenza, oh quanto è bella questa parola per tutti i cristiani, ma in ispecial modo per noi che siamo suoi figli prediletti ed ha per noi delle particolarità tutte proprie, come proprie e particolari devono essere le virtù che ci distinguono.
Viviamo, o cari, come cenci, come creta in mano della Divina Provvidenza, le temporalità, i mezzi umani neanche pensarci, perché sono cose in aggiunta che ci dà la nostra buona Mamma, Divina Provvidenza, a patto che noi cerchiamo il Regno di Dio e la sua giustizia. Se noi staremo a questo programma faremo sbalordire il mondo tutto.
In questa Casa nessuno è necessario, la Provvidenza non ha bisogno di nessuno, ovvero ha bisogno che siamo umili, che siamo cenci, che siamo senza testa, disposti non a parole, ma a fatti, a tutto, come essere in un posto e passare ad un altro, avere quella carica e andare all’ultimo posto, quando lo dice l’ubbidienza di chi in nome di Dio regge la Casa. E giacché mi viene la parola obbedienza, lasciate o cari Fratelli, che ve la raccomandi tanto questa virtù sì necessaria per il nostro profitto spirituale, necessarissima per la vita delle Comunità. Ubbidite prontamente, ciecamente, allegramente, senza querele, senza commenti con il 3º o il 4º, senza mostrare all’esterno, nel volto, nel parlare ecc. ecc. che si è obbedito, ma a malincuore.
Molte volte chi nel nome di Dio regge la Casa, stima opportuno dare quel comando, fare quella cosa, e non lo dà, perché prevede che non si farà o che si farà mal volentieri, e per evitare questi inconvenienti è costretto a rimandare a tempi più opportuni quegli ordini, quelle disposizioni che sarebbero per la maggior gloria di Dio e bene della Casa. Fratelli cari, non impedite mai i disegni di Dio, ubbidite sempre, e ricordatevi che l’obbedienza è figlia dell’umiltà.
L’umiltà o cari, l’umiltà; deh, nelle nostre orazioni, noi Sacerdoti nella santa Messa, domandiamola con insistenza questa virtù fondamento di tutte le altre, perché o cari, senza questa virtù tutte le nostre opere, tutte le nostre azioni, tutti i nostri progetti si dileguano come neve in faccia al sole e come polvere in faccia al vento. Non perdiamo mai di vista il nostro Divin modello, Cristo Gesù. Se noi avremo l’umiltà, avremo anche l’altra importantissima virtù: la carità, che S. Paolo chiama vincolo della perfezione.
La carità o cari Fratelli, ecco la nostra livrea, ecco il nostro particolare distintivo, con la carità abbiamo tutte le altre virtù, pazienza, dolcezza, compatimento reciproco nei nostri difetti, mai dunque nessuna parola contro la carità; teniamoci a mente: comunità una volta fioritissime, andarono distrutte per mancanza di questa virtù.
Il Padrone di questa Casa è Dio, chiamato nei libri santi “Carità, Deus caritas est!” ed è impossibile che abiti dove non si conosce, non si pratica la carità.
Se per somma sventura, che il Signore tenga lontano, qualche piccolo screzio, qualche mancanza di carità col proprio fratello, ricordiamoci, o cari, di un punto della nostra santa Regola che dice di non andar a riposo senza esserci prima riconciliati, secondo il precetto del Santo Vangelo dal quale prendono il loro principio tutte le nostre sante Regole che, quanto so e posso vi raccomando l’esatta osservanza di tutte in generale e di ciascheduna in particolare.
L’assicurazione, la diffusione, la stabilità di questa santa Casa è affidata a noi, mediante l’osservanza delle sante Regole che, come voi sapete, sono norme dettate da chi in nome del gran Padrone regge quest’Opera, e guai, terribili guai se per la trascuratezza, la negligenza, quest’Opera si ferma. Fratelli, le Regole, l’osservanza delle Regole vi raccomando; nessuno ne sia dispensato se non con il permesso esplicito del Casante della Casa.
Purtroppo, o cari, nel corso del tempo passato, per un complesso di circostanze, molte delle nostre regole non furono del tutto osservate, ma con la grazia ci dobbiamo, non è vero, mettere tutti all’impegno e osservarle per non sentirsi dire al punto della nostra morte il: “Vae nobis”, e anche qui è opportuno ricordare quello che dissi parlando dell’obbedienza. Se sapeste, o cari, come è cosa dolorosa il dover richiamare all’ordine questo o quel Fratello, perché non osserva questa o quella Regola! Deh, o cari, risparmiatemi questa pena e per bene delle vostre anime, per il trionfo e la diffusione di questa grande Opera osservate, meglio osserviamo tutti, le nostre sante Regole.
Io qui vorrei venire al particolare delle Regole, ma se a Dio piacerà vi parlerò nei ritiri che farò ai Fratelli. Qui solo vi raccomando in modo tutto particolare quella regola che raccomanda le pratiche di pietà in comune, siamo puntuali, siamo esatti: la Santa Meditazione, la lettura spirituale, l’esame di coscienza, la visita al Santissimo Sacramento, dobbiamo continuamente dare, o cari, ma per dare bisogna prima ricevere e si riceve dal gran nutrimento spirituale, che sono le pratiche di pietà.
Mi raccomando la regola del rendiconto mensile e quella delle penitenze tanto preziose per la nostra anima, come pure vi raccomando che nessun cassetto sia chiuso, e caso mai fosse chiuso una chiave l’abbia il Casante di questa Casa.
Dilettissimi Fratelli, presto con la grazia di Dio ritorneranno dalla milizia i cari giovani nostri Fratelli; con la grazia di Dio, tutti ritornano pieni di santo entusiasmo, deh, noi siamo a questi cari nostri Fratelli luce di buon esempio e, tutti uniti in un sol corpo, compiamo fino alla fine i grandi disegni che Dio, Padrone assoluto ha sopra questa sua Casa, la quale è ricca, è assicurata se noi osserveremo con vero spirito e per amore di Dio le nostre sante Regole.
Carissimi e amati fratelli, mi tengo più che sicuro che tutti voi farete tesoro di queste mie povere parole; non guardate come sono dette, ma guardate il cuore dove partono e fin da questo momento vi dico: beati voi, questa Casa andrà avanti, nessun ostacolo la potrà fermare solo che manteniamo in noi quello spirito, quella forza, quella vita che Dio ha messo come base, anzi continuamente, a guisa di sole, comunicheremo questa vita, questo spirito ad altri ancora, e questi ancora ad altri e così via di seguito.
Fratelli, noi abbiamo una grande missione, Dio a noi concede, perché noi diamo. Sono tanti i poveri, sono tanti gli ammalati, sono tanti i morti spirituali, deh, noi con la grazia di Dio risaniamoli, consoliamoli, risuscitiamoli.
Fratelli cari, sempre prego, in modo particolare pregherò in questi santi giorni, e per voi, per la Casa, offro le mie sofferenze, ma anche voi ricordatevi di pregare per me, ho bisogno di gran misericordia. Stiamo uniti nella carità di Gesù Benedetto per questi pochi giorni; dividiamo assieme il pane del dolore e della tribolazione e poi tutti uniti per sempre lassù nella beata patria del Paradiso. Dal fondo del cuore vi saluto e vi faccio i miei più sinceri auguri per le sante feste Natalizie, che tutti nasciamo ad una vita tutta spirituale.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 14 18-4-1920
Ai miei carissimi ed amati Fratelli della figliale di S. Gaetano.
Miei cari vorrei, in questo momento, essere vicino anche col corpo, perché con lo spirito, con l’anima, con la preghiera vi sono sempre, per dirvi la parola del Padre che vi ama tanto e che tanto ardentemente desidera prima la vostra santificazione, per aver poi la santificazione delle anime che Gesù vi ha affidato, e il compimento dei grandi disegni che Gesù Benedetto ha sopra questa vostra casa. Compimento che è legato strettamente e solamente alla vostra cooperazione alla grazia grande che Gesù vi ha fatto, chiamandovi gratuitamente, a far parte di questa grandissima Opera, che ha per base, per principio, il Santo Vangelo.
Carissimi, per amor di Dio, per amor delle anime vostre, per il Sangue di Gesù Benedetto, fate di tutto per vivere all’altezza della vostra vocazione. Vocazione tutta propria e particolare dei tempi presenti, tempi calamitosi, tempi tristi, ma nel medesimo tempo, tempi ancora di gran misericordia da parte di Gesù Benedetto, che ha suscitato voi, o miei cari, e voi siete gli strumenti per sanare, consolare, richiamare sul retto sentiero tante anime.
Voi o cari, se vivrete bene, secondo la vostra santa vocazione, non avrete da invidiare nessuno, né di quelli che furono, che sono e che saranno grandi, al cospetto del mondo, dei re, dei personaggi di questa terra perché voi siete direttamente di Dio e in modo tutto speciale.
Cari i miei Fratelli, mano all’opera e continuate a corrispondere, vivete come cenci, con gran spirito di fede, con gran abbandono nella Divina Provvidenza, senza testa, umili, ascoltando chi nel nome del Signore regge questa vostra Casa.
Tutto dipende da voi, Dio mio, che grande responsabilità pesa sopra di voi, sopra noi, ma nello stesso tempo, che peso di gloria! prima di morire ve l’assicuro, vedrete, come S. Stefano, il Cielo aperto e gusterete anticipato il gaudio del cielo. Voi nei disegni di Dio, oltre ad essere di vantaggio spirituale e materiale alle creature a voi affidate, avete un altro compito, ricordatelo bene, ed è: essere luce, candelabro. Miei cari fratelli, tutti guardano a noi, e in noi vogliono vedere quello che Gesù ci ha dato; per amor di Dio siamo luce, luce, luce; in noi è cosa grave, sacrilegio, quello che per un secolare è cosa leggera; attenti dunque, per amor di Dio.
Teniamoci a mente che tutto passa, che la morte viene, guai a noi se in quell’ora noi ci avessimo a trovar poveri di virtù, mentre siamo stati tanto tempo nelle ricchezze spirituali. Ah, ma io spero che tutti comprenderete, non è vero? Date una grande importanza alle regole, amate Gesù e le creature in ordine, a Gesù. Regni sovrana la carità fra voi, ricordatevi che se manca la carità, l’Opera va in fumo, in rovina. Riguardo poi all’angelica virtù non ho parole che bastino per dirvi quanto sia necessaria, e che rovina, che maledizione sarebbe l’essere vittima, anche per poco, del vizio opposto. Cari i miei fratelli, ho scritto queste mie povere parole ai piedi del Crocefisso, e per bene delle vostre anime, e dell’Opera. Deh voi ascoltatele e mettetele in pratica, per amor di Dio. Pregate, pregate, pregate per me, affinché la gran misericordia di Dio mi perdoni tutti i miei peccati e che tutti un giorno ci possiamo trovare in Paradiso.
Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 32 17-11-1920
Ai miei carissimi e amati Fratelli della Casa Filiale di Costozza.
E’ tanto e tanto tempo che ho nel cuore di scrivere a voi o miei amati Fratelli e di dirvi nel Signore quello che mi sento, prima per il bene delle vostre anime, per la vostra santificazione e poi per lo stabilimento e la diffusione di quest’Opera di Dio, prodigio e misericordia dei tempi nostri.
Miei cari e amati fratelli, per amor di Dio, guardate di corrispondere alla grazia grandissima che il Signore vi ha fatto, chiamandovi Lui, gratuitamente a far parte di quest’Opera; speciale è l’Opera, speciale sarà il premio che il Signore vi darà, se a quest’Opera sarete fedeli. Ma se per somma disgrazia, che il Signore tenga lontano, qualcuno non avesse a corrispondere, meglio per lui non fosse entrato in quest’Opera, perché sarebbe la sua rovina e maledizione.
Cari e amati miei Fratelli, voi, noi, abbiamo ricevuto molto da Dio e, ricordiamoci bene, che molto dobbiamo dare.
Punto capitale e principale di quest’Opera è l’assoluto, l’intero abbandono nelle braccia amorose della Divina Provvidenza, dunque, miei cari Fratelli, il nostro occhio, la nostra mente, tutti noi stessi dobbiamo vedere, pensare, essere della Provvidenza, quindi intero abbandono, tutto quello che avviene, tutto quello che accade, contrattempi, prove, persecuzioni, ecc. tutto sia della Provvidenza, che ordina e permette per il nostro bene. Ricordiamoci di essere fedeli, e generosi nelle prove, perché queste sono le gran ricchezze di Dio per noi, e guai a chi non vedesse e non benedicesse la mano di Dio, che per tali vie ci purifica, ci prova, e ci rende più forti nella nostra gran vocazione.
Altro punto capitale che discende dal primo, ossia dall’abbandono nelle braccia della Provvidenza, si è l’esercizio pratico della carità fraterna, che in ginocchio raccomando, perché è la gran ruota delle Comunità Religiose in generale, e della nostra in particolare. Se volete che il gran Padrone sia sempre in mezzo a noi, e noi essere con Lui, amiamo, pratichiamo la carità. Deus Caritas est…
Lungi, lungi da noi la maledetta mormorazione, amatevi gli uni gli altri. Che nessuno si permetta mai di criticare il suo fratello, di mormorare sul suo operato, e se avvenisse per umana fragilità qualche mancanza in questa importante virtù, miei cari, prima che tramonti il sole, riconciliatevi con il vostro fratello, è una virtù tanto delicata la Santa carità e si può mancare in mille modi.
Attenti dunque o miei cari, siate un cuor solo, un’anima sola, rispettatevi scambievolmente, niente frizzi, niente insinuazioni, niente parole che possano offendere il vostro fratello. In modo speciale vi raccomando la carità, il buon esempio, presenti i ragazzi, che son qui raccolti per avere questo buon esempio.
Con l’abbandono in Dio, con la carità, vi raccomando la santa umiltà; base della santa Religione; molte volte si manca alla carità perché non siamo umili, teniamoci bene scolpito nella mente il nostro nulla, che se abbiamo qualche dote non è nostra, ma di Dio, che Dio, specie in quest’Opera, non ha bisogno proprio di nessuno, e solo gli umili adopera, e i superbi allontana e umilia; in questo non perdiamo mai di vista il nostro Modello: Cristo Gesù.
Non dimentichiamo mai le sue Divine Parole: Chi vuol venire dietro a Me, rinneghi se stesso… Se arriviamo a far morire il nostro io, siamo certi che avremo Dio. Abbandono, Carità umiltà e ubbidienza, questa sia pronta, allegra, cieca, non far niente senza domandare e dipendere da Chi fu messo dal Signore a reggere questa Casa, e Voi lo sapete è don Luigi.
Guai a quel fratello che volesse essere indipendente e fare per conto suo, questo tale si scaverebbe la fossa. Le virtù cristiane si chiamano a vicenda, e con l’umiltà, carità, ubbidienza, seguono la povertà, la purità. Fratelli cari, Gesù povero sia il vostro modello, Gesù puro, santo, immacolato il vostro esemplare. La virtù della santa purità, per quanto si dica non è mai abbastanza raccomandata. Mio Dio che grande rovina e per il Fratello e per quest’Opera, se si avesse a mancare contro la bella virtù della purezza.
Fratelli cari, vi raccomando vigilanza, vigilanza, vigilanza, Dio mi vede; siate cauti nelle relazioni, siate guardinghi in tutto. Sapete le nostre regole in modo speciale su questo punto: mai le mani addosso, nemmeno per ischerzo: non prendere mai ragazzi per mano. Peggio accarezzarli e dar loro baci, e far loro confidenze, che certo non piacciono al Signore; in questo punto ricordatevi che sono risoluto perché della massima importanza. La sorveglianza sia di tutti, e nessuno da questa sia dispensato.
Che i ragazzi restino sempre ai loro posti, che nessuno abbia incarichi speciali; né sia allontanato dal proprio posto, senza un permesso speciale da chi è messo a Custode di questa filiale.
Ogni Fratello sia fedele all’incarico affidato dalla Provvidenza e non si ingerisca negli uffici altrui. Per le mansioni della Casa, do piena e assoluta facoltà al caro mio don Luigi. Lui disponga come crede nel Signore e tutti ubbidiscano a Lui, non come costretti per forza, ma per amore di Dio e per merito di Santa ubbidienza.
Ogni lettera, ogni corrispondenza che i Fratelli spediranno, o riceveranno prima sia letta da don Luigi, rappresentante in tutto il vostro don Giovanni. Tante e tante cose io avrei ancora da dirvi, miei cari ed amati Fratelli, incarico il nostro don Luigi a farsi interprete del mio pensiero e a dire quanto a Lui ho già detto a voce. Pregate, pregate, pregate la misericordia di Dio per me, io dal fondo del cuore vi benedico e prego che tutti un giorno ci possiamo trovare in Paradiso.
in C. J. Sac. J. Calabria
P.S. Desidero che don Luigi ogni mese mi dia un esatto rendiconto della Casa e dei Fratelli, così ci potremo aiutare a vicenda ad andare avanti nella via di Dio.
* 4229 Verona, 12-11-1921
Carissimi i miei fratellini,
la grazia del Signore sia sempre con noi. Oh come siete stati prediletti da Gesù, voi non avete da invidiare nessuno degli Apostoli e primi cristiani, perché Gesù vi ha rivestiti di grazie e di misericordie, di questo ne sono certissimo; per amor di Dio guardate con il Divino aiuto di corrispondere e voi beati nel tempo e nell’eternità. Certo che il demonio non starà fermo e adopererà e tenterà ogni via; ma voi forti, ascoltate il vostro don Luigi, armatevi con le armi della preghiera, meditazione, sacramenti e sarete terribili ai demoni. Cogo, desidero vederti, vedere la Chiesa, Faccioli desidero vederti grasso e pieno di amore di Dio unito al pacifico Ceriani e all’intraprendente Trotti, allegri nel Signore anche se fa freddo, pregate tanto per me, il Iº novembre ho rinnovato le promesse del Santo Battesimo, e mentre scrivo, ho appena 12 giorni; come sono piccolo, che Gesù mi doni la perseveranza. Che il Signore sia con voi e che tutti ci possiamo trovare in Paradiso.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 5408 10-4-1925
Carissimi,
Gesù Risorto venga in tutti voi con grazie e aiuti speciali, vi conceda la grazia di amarlo tanto e per suo amore sacrificare tutto, con la certezza di avere un giorno, il grande premio e la eterna felicità.
Pregate sempre per il povero
in C. J. Sac. J. Calabria
* 4111 Verona, 22-9-1925
A tutti i miei più che cari Fratelli di Este.
Invoco dal fondo del cuore ogni più eletta benedizione augurando che con la Divina grazia aumentino sempre più lo spirito di questa grandissima Opera e si guadagnino tanti meriti per il Paradiso. Pregate sempre per il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8239 24-1-1926
Cari fratelli,
Vi raccomando in ginocchio di continuare a far bene sotto lo sguardo di Dio e l’osservanza delle vostre sante Regole. Beati voi se farete così. Le mie sofferenze continuano, pregate.
Sempre vicino a voi, vi benedico. Vostro aff.mo
In C. J. Sac. J. Calabria
* 277 Verona 21-3-1926
Carissimi Fratelli
Con le lagrime agli occhi vi raccomando di stare uniti nell’amore di Gesù, nella piena carità, Oh quante cose farete, che bel posto in Paradiso se vivrete nella carità, nell’amore a Dio e al prossimo.
Prove, dolori tribolazioni non mancheranno, ma benedette prove che cementeranno l’Opera di Dio. Sacerdoti cari, siate, uno, uno solo tutti voi, o Fratelli. Pregate per me e perdonate il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8156 Verona, 22-3-1926
I.M.I.
Cari Fratelli,
Ricordiamolo bene e guardiamo di stimare e apprezzare la grandissima grazia che Gesù ci ha fatto con chiamarci a far parte di questa grandissima Opera, alla quale è legata la vostra santificazione e poi il santo Paradiso, o la nostra rovina e poi l’inferno, a seconda che corrisponderemo, o no, a questa grande grazia, alla nostra speciale vocazione.
Io credo che per un membro di quest’Opera, così grande e così sublime non vi sia strada di mezzo: o si corrisponde, vivendo secondo lo spirito di questa casa, che è spirito di docilità, di carità, di umiltà vera, di pazienza, di mortificazione, di abbandono alle disposizioni della Provvidenza, ascoltando quel qualunque che il Signore ha messo e metterà, e allora quel Fratello, quel Sacerdote sarà strumento docile ed umile, eseguirà i divini disegni e si santificherà o non corrisponderà, vivendo con una vita tiepida, di adattamento, senza quello spirito di fede, senza quel corredo di virtù, che sono proprie di questa Casa, e allora, per conto mio, la rovina è certa. Grande è la grazia e guai a chi non corrisponde.
Una gran parte di Angeli non comprese la grazia del Signore, non corrispose ed ebbe il terribile, eterno castigo, l’inferno… dannati! Anche i nostri progenitori non corrisposero alla grazia di Dio e furono castigati con tutta la loro posterità, fino alla fine del mondo, e solo la vita e la morte del Figlio di Dio ha riconciliato l’eterno Divin Padre con l’umanità.
Miei cari Fratelli, io sono sull’orlo dell’eternità e sento orrore, sento spavento della grande responsabilità e dell’aver, purtroppo, non corrisposto come dovevo, mi sono umiliato e la speranza della divina misericordia mi sostiene e spero mi accompagnerà al divin tribunale ed intanto offro col divin Riparatore le mie continue sofferenze, che spero saranno accettate in espiazione delle ingratitudini e del rallentamento nel divino servizio.
Ma anche voi, o Cari Fratelli, ricordatelo bene, avete la vostra parte e anche su voi pesa una grande responsabilità. Non guardate ai difetti degli altri, non fate pronostici su che sarà di questa Casa, quando il Signore mi toglierà dal mondo e dalla Casa, non dite: per andare avanti ci vuole questa o quella riforma, bisogna fare quel cambiamento, ma esaminatevi bene su come corrispondete alla vostra vocazione. Sono io pieno di carità e cerco sempre nel mio agire la maggior gloria di Dio e il bene delle anime?
Quando parlano i Superiori, sono io docile nel mettere in pratica ciò che viene detto, o invece mormoro, critico…?
Con quale spirito adempio i miei uffici? Cerco i graditi, quelli che fanno per il mio amor proprio, per la mia superbia? E quando questi mi son tolti, mi gettano nella tristezza, nella malinconia? Oh, che triste scopo! Segno che non faccio per Gesù.
E la mia vita com’è? Cammino sempre volto lo sguardo a Dio? Le mie Sante Regole come le osservo? La santa purezza in quale conto la tengo? Attenti bene, perché da questa virtù e dall’umiltà dipende tutto il nostro andamento spirituale e della Casa.
Cari Fratelli, uno sguardo, un esame e mano all’opera e con la grazia di Dio rimediamo l’Opera; questa grande Opera, nata nel costato di Gesù è a noi affidata e noi la custodiremo e la diffonderemo, non con le nostre mire umane, con le nostre imprese, ma con l’essere cenci, con l’obbedire chi nel nome di Dio regge quest’Opera.
Adesso siamo in momenti speciali, momenti di Dio e momenti nostri. I momenti del Signore non ci debbono spaventare, ma anzi consolare; saranno croci, saranno patimenti, saranno… ma questi consolideranno l’Opera, perché sono il visto di Dio: si approva.
Quello che dobbiamo temere sono i momenti nostri ed uno di questi momenti mi pare che stia per passare adesso, sono momenti prodotti dal nostro orgoglio, dalla nostra stima, dall’agire con le nostre vedute; dal non essere uniti tutti nella carità e nell’amore di Dio, perché tutto sta in questo.
Cari Fratelli, io ho dei momenti che sento tutta la tristezza ed il dolore per quello che mi pare abbia a venire, ma dacché, per amor di Gesù, siamo ancora in tempo, promettiamo al Signore di cominciare tutti, io per primo, a vivere secondo il nostro spirito; ascoltate in tutto, e vivo e morto, questo povero prete, non mi costringete a tacere, a lasciar correre le cose, perché vedo che non posso lavorare e che è inutile la riprensione. Se farete come vi dissi, vi assicuro, vedremo miracoli: questa grande Opera andrà avanti e noi ci santificheremo e un giorno ci troveremo tutti uniti.
* 8241 Verona, 24-3-1926
Carissimi in Domino,
Sono lontano, ma sono a voi vicinissimo. Le mie continue prove, i miei dolori spero che, benedetti dal Signore, porteranno vantaggio alle vostre anime, e anche all’Opera di Este, che continuamente e in modi diversi mi addolora. Vi raccomando lo spirito dell’Opera: umiltà, carità, osservanza delle regole e disposti a tutto.
Pregate per me, ma ricordatevi e consolate con la vostra santa vita religiosa chi benedicendo si dice
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8242 Verona, 25-4-1926
Amati fratelli,
Il mio pensiero spesso, spesso, vola anche a Este, e nel mezzo delle mie continue prove, rivolgo anche per voi e per questa Casa la mia povera prece; dico a Gesù che vi guardi, che vi benedica, che vi faccia santi, perché un giorno ci possiamo trovare tutti lassù nel Santo Paradiso.
Vi raccomando la vostra santa vocazione, oh, ricordatevi che è grande e guardate di corrispondere, siate docili, siate umili, tutto sia per Gesù; siate luce di buon esempio ai cari figlioli e beati voi!
Si avvicina il santo mese della Madonna, fatelo bene, più bene degli altri anni, fatelo anche secondo la mia intenzione.
Pregate per me, ne ho tanto bisogno, io per voi, per l’Opera soffro e prego.
Caramente vi saluto e vi benedico
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
* 8243 9-5-1926
Carissimi fratelli in Cristo,
Che la grazia e la pace di Gesù Benedetto sia sempre con voi. Come altre volte vi dissi, io sempre vi porto nella mente e nel cuore e prego Gesù, Signor nostro perché sempre più abbiate a capire la grandissima grazia che vi ha fatto chiamandovi in questa grandissima Opera, nata e cresciuta nel Sacro suo Costato.
Deh, per amor di Dio corrispondete; tutto il secreto di questa gran Opera, sta in noi, se noi viviamo secondo il nostro spirito e le nostre sante regole, disposti a tutto, come cenci, oh, stiamo certi che nessuna forza umana, nessuna offensiva diabolica potrà nuocere a questa Casa, questa pianta divina crescerà a gloria di Dio e bene delle anime.
La mia nuova croce che ha cominciato a Roma continua dal più al meno. Che tutto sia in espiazione dei miei peccati, per bene e santificazione vostra, e bene di questa Casa. Mi è di sommo conforto sapervi buoni, disposti a tutto. Pregate per me, in alto lo sguardo, al Cielo, al Paradiso il nostro pensiero. Vi benedico tutti
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
* 4973 Verona, 4-10-1926
Amati fratelli,
Che lo spirito di Gesù Benedetto pervada tutte le vostre anime e che vi benedica. Sto sempre sotto il torchio, pregate tanto per me. Che in tutto si compia la S. Volontà di Dio.
Fr. Savietto può venire domani, ma il tempo non è ancora precisato, spero che sia il 6.
Benedicendo tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
In tutto ascoltate il vostro don Soga come fossi io stesso, e Dio vi benedirà.
* 140 Verona 16-10-1927
Cari Fratelli di Costozza.
Corrispondete alla vostra grande vocazione, siate umili, disposti a tutto, cercando solo il Santo Regno di Dio e la Sua giustizia, e, quanto so e posso, vi raccomando di ascoltare e ubbidire in tutto il vostro don Luigi, messo da Dio a Vostra Custodia e guida di santificazione.
Pregate tanto per il vostro povero
in C. J. Sac. J. Calabria
Vi benedico tutti.
P.S. E chi vi dice che voi non avete lo spirito della Casa è un mentitore; nessuno ha mai detto questo, e guardate che mai non lo dica.
* 10340 Verona, 20-10-1927
[Ai religiosi Poveri Servi - Costozza]
Il santo ritiro mensile in apparecchio alla buona morte, è una grazia tale che il benedetto Gesù ci fa, che solamente al punto della morte la potremo valutare.
Deh, per amor di Dio, facciamo bene questo santo ritiro. In queste poche ore, nessun pensiero di terra, di cose temporali, solo sia la nostra anima, esaminare bene che profitto facciamo, cosa mettiamo via per l’eternità, piangiamo, detestiamo bene i nostri peccati, e facciamo con la grazia di Dio dei seri proponimenti.
Felice quel giovane, quel cristiano che fa bene il bene per la vita eterna.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 141 26-10-1927
Amato mio don Luigi e carissimi i miei Fratelli.
Pensavo proprio ieri di scrivere a Lei, e a tutti voi miei amati Fratelli, per dirvi una parola dal cuore, in occasione della festa che noi tutti della Casa facciamo per ringraziare il Signore di questi anni che ci ha concessi, e per esaminare un po’, io per primo, come abbiamo corrisposto a tanta grazia e misericordia. Quando ricevo la sua lettera, e quella dei Fratelli, e questa mi fa subito scrivere la presente; sebbene come il solito tanto sofferente.
Caro don Luigi, cari Fratelli, il XX ci deve far tutti pensare alla grande bontà, alla grande misericordia di Dio con fondare questa Opera, che nei suoi disegni è grande, grandissima, a patto che noi siamo in quest’Opera, senza testa, cenci, umili, e pieni di fede e abbandono nella sua Provvidenza, base granitica di quest’Opera.
Purtroppo io mi devo confondere e umiliare, promettendo di dare al Signore questo scorcio di vita. Ciascuno di voi esamini, e in questa nuova svolta che il Signore ci concede di vedere, tutti sul serio fare i vostri proponimenti.
Certo che il Signore vuole ci santifichiamo. Pochi, ma di spirito, e i pochi formeranno i molti. Noi dobbiamo considerare l’Opera grande, non nella sua espansione, ma nello spirito e quanto più questo sarà secondo il Santo Vangelo tanto più l’Opera compirà i grandi disegni.
Caro don Luigi, faccia certi e sicuri i Fratelli di Costozza, che tutti sono miei cari Fratelli, come quelli di qui, che io li amo tanto, ma nello stesso tempo dica quello che dico qui:
Santifichiamoci con purificarci, che se non vengo con il corpo, è solo perché non posso per la salute, ma che sono sempre vicino a loro.
Lei amato mio don Luigi non abbia nessun pensiero, il suo spirito, il suo abbandono mi edifica.
Preghi per me, per l’Opera. Buoni e Santi Esercizi, con il proponimento, tutti, di cercare solo il Santo Regno di Dio. Benedico tutti,
aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
* 5439 15-11-1927
Alla casa B. Fanciulli di Costozza
Amati fratelli di Costozza,
Vi sono sempre vicino con il cuore, con la mente, con la preghiera. Dal fondo del cuore vi prego ogni bene e ogni consolazione celeste. Vi raccomando la vostra speciale vocazione. Vivete come vuole la Provvidenza.
L’unico vostro pensiero sia Dio, la sua gloria, le anime. Il temporale non vi preoccupi per niente, questo vi verrà, anche con un miracolo, se voi cercherete solo Dio. La nostra opera è grande, grandissima, nell’eternità la capiremo e beati noi, se avremo vissuto secondo la nostra vocazione.
Vi saluto ad uno ad uno, e vi benedico; pregate sempre per me. Dio solo sa quanto ne ho bisogno. Che Gesù mi usi misericordia e che tutti ci possiamo trovare in Paradiso.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 10374 Verona, 1927
Miei cari Fratelli,
O che ci emendiamo, con la divina grazia, vivendo come deve vivere il Religioso dei Poveri Servi, o meglio andarsene, prima che il Signore ci mandi via Lui.
L’Opera è speciale, speciale deve essere la nostra vita. Da parte del Signore non dubitiamo dei suoi aiuti e grazia, ma ci vuole la nostra cooperazione, vivendo il programma genuino che tutti sappiamo.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 10374/A 20-8-1928
Carissimi in Domino,
Come l’aria penetra i vostri polmoni e vi risana e vi dà forza, così il pensiero di Dio, della sua Provvidenza, della grandezza dell’opera, della vostra specialissima vocazione, penetri e pervada tutto il vostro essere di cristiani e di religiosi e vi fortifichi per combattere usque ad sanguinem per il santo Regno di Dio e per le anime.
Pregate per me, vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria.
* 10011 Verona, 2-2-1929
Cari, anzi, carissimi fratelli,
Vorrei in questo momento avere un linguaggio tutto speciale, per dirvi della grandezza di quest’Opera, della grande fortuna che noi abbiamo di farne parte e per esortarvi a corrispondere a tante grazie, con vivere come vuole il nostro Programma: grande fede in Dio, nella sua Provvidenza, pensando che è Lui a capo, che Lui dirige quest’Opera, con cura tutta particolare. Gli uomini si sentono sicuri quando hanno la protezione di un grande di questa terra, se grande si può dire, noi sì, noi sì! Dobbiamo star sicuri perché abbiamo la protezione speciale di Dio, noi siamo i suoi prediletti. Deh, per amor di Dio, procuriamo di non venir mai meno, come cenci, come creta, come fango, senza testa, ascoltando e mettendo in pratica anche i desideri di chi la misericordia del Signore ha messo a casante.
Cari Fratelli, nell’oscurità presente, la Casa deve far luce, e la farà, se noi manterremo l’alimento di questa grande lucerna, che è vivere come vuole Iddio, con nessun pensiero, solo il Quaerite primum…
Cari Fratelli, pregate tanto, pregate sempre la misericordia di Dio per me.
Che tutti poi ci possiamo trovare nella luce di Dio a godere il premio speciale riservato ai Fratelli di questa Casa. Vi benedico tutti.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6828 12-11-1929
J. M. J.
Ai miei cari Fratelli di Costozza,
Grazie, tante grazie dei Vostri auguri per le S. Feste e più di tutto per le vostre preghiere che quanto so e posso vi prego di continuare. Dal fondo del cuore vi invoco ogni vero bene. Che il Signore vi aumenti sempre più il suo amore e voi, ricchi della carità Divina, possiate continuare la vostra grande missione di Fratelli di questa grande Opera che ha scritto in fronte Opera di Dio.
Quanto siete fortunati e in terra e in Cielo se corrispondete alla vostra vocazione.
Vi benedico tutti, ad uno ad uno, fr. Luigi, fr. Francesco, fr. Spadoni, fr. Andrighetti, fr. Perin, fr. Giovanni, fr. Penasa, fr. Piantavigna e guardate che tutti ci dobbiamo trovare in Paradiso.
Aff.mo in C. J. Sac. J. Calabria
* 6828/B 1930
Carissimi,
se sapeste come prego e come desidero vedervi. Unisco le mie sofferenze alle vostre. Facciamone olocausto a Dio e speriamo in bene.
Pregate per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 5441 16-4-1931
Amati fratelli di Costozza,
Che il Signore vi benedica e vi conceda tutte le sue grazie, specie quella grande, di corrispondere alla speciale vocazione di Fratelli di quest’Opera tutta del Signore; perché da Lui fondata e diretta, con Provvidenza tutta particolare.
Quanto so e posso, vi raccomando di vivere tutti per Gesù, per Lui, per la sua gloria, per le vostre anime, per tutte le anime.
Siate umili e con l’umiltà avrete tutte le altre virtù del vostro stato.
Ricordatevi che il nostro patrimonio, il nostro fondo di cassa, siamo noi con lo spirito dell’Opera: Quaerite, quaerite, nessun pensiero per le cose temporali: fede, abbandono in Dio, specie nei momenti difficili: virtù, virtù, osservanza delle regole: cenci, creta, ecco, ecco quello che domanda da noi il Signore, per compiere i suoi grandi disegni.
Sempre vi sono vicino, sempre prego, ma anche [voi] siatemi vicini, anche voi pregate tanto per me, ne ho gran bisogno.
Dal fondo del cuore vi benedico tutti, cominciando da don Franchini e terminando con il buon don Mario.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6908 Pentecoste 1931 [24 maggio]
Ai Religiosi Poveri Servi
Ecco quello che alla luce del Signore io poveretto dico per la maggior gloria di Dio e per bene di questa sua Opera.
Iº Sento, e vedo che è volontà di Dio che San Zeno in Monte, terra santa e prediletta e da Dio benedetta sia adoperata assieme a Nazareth a formare Sacerdoti, Fratelli e giovani che sentono in cuore l’apostolato nel senso più ampio e vero della parola, e qui si prepari, per esprimermi in modo giusto, la merce genuina del Buon Dio, per essere domani in mezzo al mondo. A questo fine noi Sacerdoti e Fratelli dobbiamo cooperare; nessuna angustia, nessuna preoccupazione per il materiale, Dio segnerà la via. Don Adami sia del tutto esente dalla cura di economo, a questo, fino a nuovo ordine, penserà don Pedrollo, coadiuvato materialmente da fr. Savietto. Don Adami notare quello che esce.
Quello che vuole Gesù è il pieno abbandono in Lui anche nei momenti più difficili, caratteristica dell’Opera, osservanza delle sante regole.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 5442 19-6-1931
A tutti i miei, più che cari, Fratelli e ragazzi di Costozza il mio saluto, e dal fondo del cuore la mia benedizione, affinché tutti possiate amare e servire il Signore, come Lui vuole, cercando solo e sempre il Santo Regno di Dio.
Pregate, pregate per il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6177 1931
Ai miei diletti Sacerdoti quale ricordo degli Esercizi Spirituali del 1931
I) – Amiamo la vita interiore e di raccoglimento, pensiamo a GESU’ nella CASA DI NAZARETH; non per niente il SIGNORE ci ha riservata questa CASA che col suo nome ci traccia un programma.
II) – Non siamo troppo smaniosi di apostolato esterno; lasciamoci guidare dall’obbedienza, e non preveniamo l’ora della DIVINA PROVVIDENZA. Che ha fatto GESU’ per trent’anni a NAZARETH?
III) – Tra confratelli cerchiamo di amarci, compatirci, rispettarci, avere un buon concetto e parlar bene gli uni degli altri, specialmente davanti ai Fratelli e agli estranei.
IV) – Ricordiamoci che chi fa qui in questa OPERA è GESU’ BENEDETTO e se nella Sua bontà si serve di noi, pensiamo che non siamo che strumenti nelle sue mani e per questo non dobbiamo mai fare risaltare il nostro IO, ma l’OPERA del SIGNORE.
V) – Ricordiamo sempre e dovunque che noi siamo Sacerdoti Religiosi, e RELIGIOSI speciali, e dobbiamo perciò dare dovunque esempio di vita religiosa, in CASA e fuori; e dappertutto manifestare il nostro spirito di abbandono completo alla DIVINA PROVVIDENZA.
VI) – In tutti i SACERDOTI dell’OPERA ci sia uniformità di indirizzo e questo deve partire dall’ISTITUTO APOSTOLICO di NAZARETH, che è la CASA MADRE dei SACERDOTI dell’OPERA.
VII) – A questo scopo tutti osserveranno quel piccolo REGOLAMENTO annesso alle REGOLE dell’ISTITUTO APOSTOLICO, che riguarda CHIERICI e SACERDOTI e che porta già l’approvazione dell’AUTORITA’ ecclesiastica
VIII) – Tutti i SACERDOTI, anche quelli che hanno le loro mansioni nelle diverse CASE, si tengano uniti alla CASA di NAZARETH, e dipendano da qui specialmente per assumere impegni di ministero, p.e. predicazione, confessioni, etc., devono tenere presente che anche lontani sono membri dell’ISTITUTO Apostolico.
IX) – Quando si è in CASA, oltre all’UFFICIO DIVINO in comune, si faccia pure con la COMUNITA’ le altre pratiche di pietà specialmente la MEDITAZIONE e LETTURA spirituale e se impediti si supplisca da soli, cercando che il SUPERIORE ne sia consapevole.
X) – I FRATELLI devono essere molto stimati, adoperati, incoraggiati, ma non dobbiamo fare loro certe confidenze che riguardano direttamente noi SACERDOTI e il nostro ministero, e teniamo presente che i SACERDOTI nelle diverse CASE hanno il dovere e la responsabilità della DIREZIONE.
XI) Le visite alle proprie famiglie, come regola ordinaria, si faranno finché ci sono i genitori, una volta all’anno, e ci si fermerà ad nutum del superiore.
XII) Dovendo per ministero trovarsi fuori di casa per alcun tempo, si usi con tutti la massima riservatezza, e senza licenza del superiore non intervengano mai a pranzi o riunioni.
Pregate sempre la misericordia di Dio per il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 9451 1931
Ai miei cari Fratelli Luigi Zanini, Francesco e Silvio, i cari portinai della Casa di Dio, perché mi ricordino al Signore, e perché nella portineria santifichino le loro anime e quelle che la Provvidenza fa loro avvicinare.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 383 Verona, 4-5-1932
Carissimo don Stanislao e figli
La grazia, la pace di Gesù Benedetto sia sempre con voi, e con tutte le anime che la Provvidenza vi fa avvicinare.
Sono ormai due mesi, e mi pare ieri, che avete lasciato il vostro caro nido di Verona e di Nazaret per venire a Roma, dove la divina Provvidenza vi ha voluto per essere luce, e sale in favore di tante povere anime e per compiere dei divini disegni. Dal momento che siete partiti non vi fu, si può dire, istante senza che io pensi a voi, e vi raccomandi al Signore.
Caro don Stanislao, caro don Isaia e caro don Bellarini, per amor di Dio, guardate di essere sempre all’altezza della vostra grande e speciale vocazione: tenetevi bene a mente che in quel giorno, in quel momento che voi, che noi, avessimo per somma sventura venir meno alla nostra speciale vocazione livellandoci alle opere anche più sante, ma non secondo lo spirito tutto particolare, che la Provvidenza ha voluto dare a noi poveri suoi servi, per noi, per voi la è finita.
Sempre ricordiamo le parole chiare e precise che il Signore ci ha detto per mezzo dell’Ecc. nostro Vescovo, le ricordate? Oh! come le ricordo: se voi cambiate lo spirito non vivrete, ma morirete. Ma io mi tengo certo e sicuro che con la divina grazia cercherete di vivere secondo lo spirito della nostra Congregazione che è, che deve essere lo spirito stesso degli Apostoli, e del S. Vangelo. Solamente così, compirete i grandi disegni di Dio, e anche a Roma sarete luce per bene di tante anime. Se voi non porrete ostacoli, io credo che la Provvidenza Divina farà qualche grande opera a gloria di Dio, e a salute delle anime.
Tenetevi a mente, miei cari, che il mondo di adesso è come un mare in alta e tremenda burrasca e che per arginare le onde furiose non vi è altro rimedio che ritornare al Santo Vangelo, creduto, vissuto e praticato dai cattolici e in modo speciale dai sacerdoti. Sacerdoti santi, sacerdoti Apostolici, ecco il grande e unico mezzo per salvare la povera società che sta per naufragare. Godo e ringrazio tanto il Signore per il bene che fate; con la divina grazia continuate, guardate di essere prima luce a voi stessi, con la pratica della vita interiore e con la piena ed esatta osservanza delle nostre sante Costituzioni.
Io vi sono, come vi dissi, sempre vicinissimo, vorrei essere un uccellino per volare spesso da voi, e dirvi la parola del Padre, del fratello che tanto vi ama nel Signore; anzi sto pregando e spero che anche voi pregherete, per vedere se la Provvidenza non guardando ai miei peccati, mi concedesse la grazia di venire a Roma. Oh come sarei contento; come vi vedrei volentieri, ma questo, come vi dissi, qui a Verona, sarebbe una grazia segnalatissima, atteso i miei disturbi, e le mie continue prove e sofferenze.
Spero che tutti starete bene, vi raccomando di avere cura anche della vostra salute fisica, perché anche con la salute si può fare del gran bene. State uniti alla vostra casa, come il tralcio alla vite, scrivete spesso, dipendete in tutto, e ricordatevi che le opere del Signore devono essere provate. Le prove le avrete anche ora, Satana freme, ma Dio sarà con voi, se voi starete con Lui, e non dimenticate mai la promessa divina, ai buoni servi fedeli, nell’ultimo giorno.
Vi lascio nel Cuore Sacratissimo di Gesù, ai piedi della Vergine Benedetta, per amor di Dio continuate a pregare per il vostro don Giovanni, ne ho tanto bisogno, che il Signore mi usi la sua grande misericordia.
Don Stanislao, ti ringrazio tanto delle monete, mi hanno fatto tanto piacere, ma mi mancano le monete d’oro, guarda che le aspetto; abbiamo tanto bisogno della Provvidenza, ma questa verrà di certo, a patto che tutti abbiamo a cercare il Santo regno di Dio e la sua giustizia.
Vorrei dirti tante, ma tante cose ma tu, voi mi capite. Le compendio in queste parole: buseta e taneta, aver paura delle protezioni umane, fede in Dio, amore senza eccezioni per tutte le anime e aspettare la ricompensa di Gesù.
Termino, sono stanco, ti saluto, don Stanislao, don Isaia, don Bellarini, ciao Merlin ti scriverò prega per me, ciao Tovazzi.
Vi benedico tutti.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 386 Verona, 6-7-1932
Carissimi nel Signore
La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con voi e con tutte le anime che la Divina Provvidenza vi fa avvicinare. Sento proprio forte, fortissimo il bisogno di scrivervi, mi pare proprio che questa volta sia Gesù che voglia parlarvi per mezzo di questo povero e vecchio canale. Per amor di Dio, deh ascoltatemi e fate tesoro di quello che sto per dirvi. Ricordatevi, ricordiamolo tutti che la grandezza, la stabilità, la diffusione, il compiere i grandi e divini disegni della Provvidenza è legato al solo nostro spirito tutto speciale e particolare di noi; buseta e taneta, piccoli per essere grandi; stare a Nazareth, come ci stette Gesù per 30 anni ; e nelle preghiere, nella continua unione con Dio, nello studio del nostro quotidiano avanzamento spirituale, lavorare il solo campo che la Divina Provvidenza ci ha affidato senza nessun pensiero, senza nessun desiderio, che quello che fate sia conosciuto altro che da Gesù, padrone assoluto dell’Opera.
Se noi, se voi starete nascosti, Dio vi cercherà e vi adopererà, e a tempo opportuno vi manifesterà a gloria sua e a bene delle anime; ma se noi anzitempo ci manifestiamo, Dio ci abbandonerà.
Dunque vi raccomando, nei vostri bisogni, nei vostri dubbi, nelle vostre prove, sapete dove andare, a Gesù veramente e realmente presente al santo Tabernacolo.
Satana freme, vi avverto, cercherà, quale astuto serpente, di nascondersi fra l’erba e con speciosi vestiti, ingannarvi: non temete, riuscirete vittoriosi, se sarete umili, se vivrete dello spirito della nostra Congregazione che dovete amare più di vostro padre e di vostra madre. Anzi, a questo proposito, io desidererei un po’ di rendiconto: come passate le vostre giornate spirituali? Vi raccomando di amare e di prediligere i poveri, i reietti, i più abbandonati, questi sono i più cari a Gesù.
Ve lo ripeto ancora: state lontani e non mendicate protezioni e approvazioni umane, Dio è sommamente geloso.
Spero starete tutti bene, e che camminerete sempre alla luce del S. Vangelo, in Gesù, con Gesù, e per Gesù perché solamente così si compiranno i divini disegni.
Io sono sempre sul Calvario, e in questo, vi penso e prego per voi e vi benedico; pregate per me, ne ho grande bisogno, specie ho bisogno di misericordia.
Desidero vedervi, sta a voi di pregare, avrei tante cose ancora da dirvi, ma ve le dirà Gesù quando vi portate davanti a Lui nel santo Tabernacolo.
Un saluto e una benedizione ai cari fratelli tanto prediletti da Gesù, se faranno quello che Lui vuole, il solo importante è conoscere e fare la Divina Volontà. Benedico tutti. In C. J. Sac. J. Calabria
* 7036/D 27-5-1933
Porto nella mente e nel cuore tutti i miei cari fratelli, sacerdoti, studenti, aspiranti; continuino a pregare per me poverello, che questo viaggio sia di sola gloria di Dio e bene delle anime.
Un saluto speciale al caro fr. Francesco, una benedizione a tutti, ragazzi, fratelli, sorelle, tutti, proprio tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8986 Verona, 22-10-1933
Miei cari Fratelli,
la pace di Gesù benedetto sia sempre con voi.
Vi ricordo sempre e vi benedico di gran cuore e in modo particolare vi raccomando di camminare a passi di gigante la via della vostra santificazione religiosa, nella umiltà, nella carità, nella ubbidienza alle vostre sante Costituzioni, che quelle solo sono l’ espressione della divina volontà.
Scrivetemi spesso, e in tutto ascoltate questo povero prete, che a nome di Dio vi segna tutto quello che dovete fare per santificare e santificarvi.
Pregate per me.
Benedicendo Villa S. Sebastiano
in C. J. Sac. J. Calabria
* 5240 27-11-1933
Carissimi i miei cari confratelli,
Desidero che appena, appena arrivati nella S. Città degli Apostoli, dei martiri e dei Santi, abbiate a leggere questa mia che vi dice tutto il mio affetto, il mio continuo pensiero per voi e l’augurio che abbiate a ritrarre grande vantaggio spirituale del Santo giubileo, fine primo per il quale la Divina Provvidenza vi mandò a Roma.
Sento che questo vostro viaggio porterà certo un gran contributo anche a questa grandissima Opera del Signore e con il suo contrasto, vi farà toccare la grazia grande che il Signore ci ha fatto, vi ha fatto chiamandoci in questa Santa Casa di Dio, dove Lui, il Signore farà grandi cose, a patto che noi siamo come Lui ci vuole, ossia: cenci, senza testa.
Miei carissimi, pregate tanto, più del solito, per il vostro don Giovanni che tanto vi ama.
Oh, quanto bisogno ho di misericordia dal Signore, per la mia povera anima, e di grazia, per far fino alla fine, la Divina Volontà, in mezzo alle indicibili prove che sono inerenti alle opere del Signore.
Caro don Augusto, don Rosa, don Toaiari, don Pomini, don Giacomini, che il Signore vi benedica, vi inondi della sua pace e grazia e vi faccia ritornare tutto fuoco di amore di Dio e di bene per le anime.
Salutatemi tutti di Roma e Villa[S. Sebastiano] che ricordo e benedico.
In C. J. Sac J. Calabria
* 2674/A 4-4-1934
[Postilla alle Norme scritte da don Luigi Pedrollo per la Comunità di San Filippo - Roma]
Leggo, confermo e in visceribus Christi, ne raccomando l’esatta esecuzione che sarà fonte di grandi grazie e per voi e per l’intera nostra Benedetta Congregazione.
Pregate tanto per me, poveretto. Vi benedico di cuore,
in C. J. Sac. J. Calabria
* 2674 Verona, 15-12-1934
Rev. Chierici
Don Gerardo e Sandri
Miei cari figlioli,
La grazia, la pace di Gesù Benedetto, siano sempre con Voi e con tutti i vostri cari. Nel Grande Sacrificio della S. Messa, fonte perenne di grazie e di misericordie, vi ricordo tanto e dico a Gesù: che vi faccia tutti Suoi, nel pieno senso della parola.
Vi raccomando di corrispondere alle grazie grandissime, che il Signore vi ha fatto.
Siate umili, convinti praticamente del vostro niente, disposti a tutto; come cenci, come creta; se farete così il Signore vi adopererà, per la Sua gloria e per bene delle anime. Continuate a pregare per me, è una grandissima carità che mi fate. Io sempre vi ricordo e vi raccomando anche di stare bene: domandatela al Signore la grazia della salute.
Di cuore vi benedico, benedico i vostri cari e tutti.
In C. J. Sac. J. Calabria
[Sul retro della busta]: Ricevo in questo momento S. Lucia. Grazie.
* 5240/A 1934
Da leggere ai cari sacerdoti e fratelli della ven. famiglia religiosa.
Carissimi nel Signore,
La pace di Gesù Benedetto sia sempre con voi. La Divina Provvidenza che con cura tutta particolare regge quest’Opera che è sua, a Dio piacendo, alla fine di quest’anno manderà alcuni fratelli in India, sotto la responsabilità di S. E. Mons. Vismara Vescovo; andranno a lavorare fra la classe più misera, i Paria; è un disegno che data da 12 anni, e che adesso viene a nascere. Se qualche fratello o sacerdote si sentisse questa vocazione tutta particolare esponga a me questo desiderio, lasciando poi alla Provvidenza l’andare o no.
Che opera divina è quella delle missioni, specie fra i più poveri e abbandonati. Certo che i primi che andranno bisogna che siano disposti a tutto: si tratta di fondamento, con il nostro spirito.
A tutti poi i miei cari religiosi faccio viva esortazione di vedere se nelle loro stanze e negli oggetti di loro uso, avessero qualche cosa che contrasta con la povertà. Per amor di Dio mi mandino questi oggetti; sarà una cosa che tanto piace a Gesù.
Vi benedico il vostro
Sac. J. Calabria
che tanto e poi tanto si raccomanda alla carità delle vostre orazioni.
[A tergo della lettera dattiloscritta c'è questa aggiunta autografa]:
E’ urgente.
Fa la carità di leggere in chiesa questa mia. Che la Provvidenza ci sia sempre vicina quale madre amorosa. Prega per la mia anima. Benedico tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
Il buon Munaretto quando verrà, bisogna parlar chiaro, che è come una eccezione.
* 5240/B 1934(?)
La pace del Signore sia con te e con tutti voi.
Dio solo sa come ti ricordo, come ricordo tutti della ven. Comunità Romana; ed è per questo che sono qui davanti al mio Crocifisso per scriverti questa povera lettera, ma che sgorga dal cuore, per dirti quelle parole, per farti quelle raccomandazioni che il Signore in questo momento mi suggerisce, e che spero farlo in bene, a bene delle nostre anime, e a bene delle anime che nella sua Provvidenza divina, il Signore ha affidate alle vostre cure e che solamente queste cure saranno da Dio benedette e rese efficaci, se con il divino aiuto metteremo in pratica quello che tante volte ho detto e che qui ancora vi ripeto, anche per tranquillità della mia anima, che presto dovrà presentarsi al divin rendiconto, come Casante e custode di questa grandissima Opera.
Caro don Stanislao, l’Opera è grande, l’Opera è del Signore, e lo sai, tutte le opere del Signore hanno una impronta tutta speciale, particolare, ma noi religiosi non dobbiamo aver altro che questo pensiero: cercare il santo regno di Dio , nel modo e nella forma che Lui manifesterà a mezzo del Casante, del Custode di quest’Opera.
Ecco la nostra necessità: aver bene, bene scolpito nella mente e nel cuore le parole che fin dal principio di quest’Opera ho detto e sempre ripeto: senza testa, cenci, creta, disposti a tutto, convinti del nostro zero, della nostra miseria e, che quello che il Signore ci ha dato, è per dono suo, che noi dobbiamo trafficare per gloria di Dio e salute delle anime.
E’ necessario ribadire questo principio e pensare perciò, che noi, come noi, non faremo altro che rovinare, guastare i disegni del Signore. Questi si compiono con il vero spirito genuino, con tanta preghiera, fede grande in Lui, unione intima con Gesù, tralcio e vite, e di qui viene l’importanza della vita interiore.
Si lasci tutto, ma non si lasci la santa meditazione, il santo Ufficio e le pratiche di pietà. Al debito posto l’esame di coscienza, l’Ora a Gesù sacramentato, il rendiconto, esatta osservanza delle regole…
Caro don Stanislao, ti raccomando, vigila su questo perché responsabile: le pratiche di pietà e poi che si osservino quelle norme che io dico… . Ciascun religioso deve essere un vangelo vivente, che tutti conoscano in noi l’umiltà di Cristo, la preghiera di Cristo, la carità di Cristo, la mortificazione di Cristo, la povertà di Cristo. Solamente così il Signore misurerà la nostra vita di religiosi, sarà lucerna che illumina, sale che guarisce. E caro don Stanislao, quanto ti raccomando di meditare questa mia e di farla osservare. La vita nostra, di questa opera grande di Dio, dipende non dalle approvazioni umane, non dalle ricchezze terrene, la vita di quest’opera [è] il compimento dei divini disegni.
Stiamo uniti e legati al nostro programma. Guarda che siano osservate le nostre Regole, che dipendano da te in tutto, che sia fatto il santo ritiro mensile, e da te. Raccomanda con umiltà e tatto, quelle norme che nel Signore darai. Che amino e che restino al posto che la Provvidenza li ha messi… Siate contenti sempre, Dominus est. Nessun rimpianto, dove il Signore manda, là si farà del bene. Tutto il mondo è di Dio.
Caro don Stanislao, guarda di inculcare questo, “disposti a tutto”, che abbiano di mira sempre, non i rami, ma l’albero, la pianta, ossia l’Opera.
Povero quel religioso che si muove per la sua nicchia, senza aver di mira…
Sento come ancora vi ho detto che Lui stesso il Signore ha dei disegni nuovi. La Provvidenza fa l’arbusto(?), ma ricordati bene, ricorda bene a tutti, che questi disegni sono legati allo spirito di umiltà, obbedienza a che nel nome di Dio regge quest’Opera, qualunque sia. Che nessuno si voglia arrogare il mandato del Signore, questo verrà dato nel tempo…
* 6963 7-1-1935
Amatissimi Fratelli,
In ginocchio vi prego, vi scongiuro di stimare la grazia grandissima che Gesù vi ha fatto. Per amor di Dio corrispondete, vivendo come sono vissuti gli Apostoli. Beati voi, in eterno loderete poi il Signore per tanta grazia.
Pregate e fate pregare tanto, ma tanto per me.
Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 5911 Mantova, 7-2-1935
Ai miei cari fratelli economi,
La pace del buon Dio sia sempre con voi. Amati Fratelli che la Provvidenza del Signore vi ha fatto la grazia grandissima di farvi economi amministratori della sua Casa, non dubitate di niente, siate sempre fedeli economi del buon Dio, abbiate grande fede e non temete di niente.
Pregate tanto per me. Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6968 18-2-1935
Miei amatissimi Fratelli,
La pace di Dio sia sempre con voi. Oh! con la pace, con la grazia, con l’amore del Signore, come sarà ricco e benedetto il vostro lavoro, quanti meriti metterete via per le vostre anime, come diffonderete il santo Regno di Dio, quante anime andranno a Gesù!
Siate sempre Religiosi novelli, pieni di fede, uniti in tutto a Gesù e beati voi; nelle difficoltà, nelle prove, nelle sofferenze, lo sguardo vostro sia fisso in Gesù Maestro nostro.
Guardate che per dare dovete avere, voi. Ogni giorno domandate a Gesù, per mezzo della Madonna, tutto quello che vi è necessario per le vostre anime e le anime. Oh, come vi ricordo, come vi sono vicino, come vi benedico, voi siete genus electum, voi siete le pietre di fondamento di grandi Opere, siate pietre ben impiantate nella umiltà, nella carità, nell’abbandono in Dio.
Pregate tanto per me, per la mia anima, ossequiate tutti i Padri, chiedete una benedizione a Mons. Vescovo che lo tengo dell’Opera. Tanti saluti a Don Diodato che aspetto una sua.
Scrivete anche a Costozza. Ciao fr. Edoardo, Farina, Guido, Cornale.
Uniti in Domino
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6960 Verona, 26-3-1935
Miei cari ed amati Fratelli,
La pace e la grazia del Benedetto Gesù Signor Nostro sia sempre con voi e con tutte, proprio con tutte le anime che la Divina Provvidenza vi fa avvicinare.
Ormai sono quasi passati sei mesi, dacché per amor di Dio, per la sua gloria, per diffondere il suo santo regno, avete lasciato tutto per portarvi lontani, lontani e là lavorare, faticare, pregare, patire perché le anime si salvino, perché il Regno di Dio si diffonda, perché il Cielo si riempia di santi, di anime che lodino in eterno il Signore.
Oh, quale grazia, quale dono il Signore, vi ha fatto dandovi la vocazione missionaria, è una grazia questa, è un dono che solo nell’eternità, sul letto della vostra morte potrete un po’ capire.
Oh, miei cari e amati Fratelli, guardate di stimare e amare tanto la vostra vocazione, vivendo da veri, da santi missionari, degni figli, degni seguaci del primo e divino Missionario, Cristo Gesù: la Sua vita, la sua Divina legge deve essere il codice della vostra vita Religiosa, e nei momenti di prova, nei momenti di oscurità, che certo non mancheranno, il vostro pensiero sia a Gesù, fede, gran fede in Lui, nelle sue parole, nei suoi comandi.
Oh, se voi sarete Religiosi di fede, di sacrificio, di continua unione con Dio, per mezzo della vita interiore, con lo spirito della congregazione, sento che farete miracoli, che il Signore vi adopererà per cose grandi, certo che Pisaci [Satana] non starà fermo, cercherà ogni via, farà di tutto, userà ogni mezzo, anche i più speciosi per farvi deviare: Fratelli attenti: sono di Dio, guai chi mi tocca.
Quanto so e posso vi raccomando la vita interiore, la virtù, il buon esempio in tutto, il cercare le anime, le anime, le anime.
Con quanto piacere ricevo le vostre lettere, scrivetemi spesso e guardate di pregare e far pregare per me; siamo così lontani e mentre scrivo mi pare di esservi vicino, di vedervi… Io sempre vi ricordo; per voi, per il vostro lavoro, per le vostre anime prego e offro le continue mie prove e sofferenze.
Cari Fratelli, primizie di grandi frutti, state sereni, amate il Signore e per Lui lavorate, guardando al grande premio che vi tiene il Signore preparato.
Ciao fr. Edoardo, Aldo, Guido, Cornale, siate un cuor solo, un’anima sola.
Sono stanco, portate pazienza con la scrittura vi benedico.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6976 Pasqua 1935 [21-4]
Amati Fratelli,
Grandi divini Disegni con la grazia divina si compiranno nella vostra Missione, se sarete docili, umili, pieni di fede, di santità, e poi che premio in Paradiso. Benedico tutti e tutti pregate la misericordia del Signore per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6962 18-5-1935
Amati Fratelli,
La pace di Dio sia sempre con voi, e le sue grazie e benedizioni vi sostengano, vi aiutino e vi diano la santa consolazione di vedere diffuso il suo Santo Regno.
Pensate cosa è costato a Gesù redimere il mondo; avanti con fede, con grande amore; Dio feconderà il vostro lavoro, lo benedirà.
Pregate la divina misericordia per la mia povera anima. Vi benedico di cuore.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6964 3-6-1935
Amatissimi Fratelli,
La pace di Dio sia sempre con voi e con tutte le care anime che il Signore vi fa avvicinare.
Dio solo sa quante cose vi vorrei dire, di cuore Lo prego di dirvele Lui nel secreto della vostra anima religiosa. Vi posso assicurare che vi sono sempre vicino con la preghiera e con la mia sofferenza. Che il Signore vi conceda la grazia di camminare sempre la sua via, con Gesù, per Gesù e in Gesù.
Oh, che premio, che grande premio vi aspetta dal Divin Creatore, terminata la vostra giornata di lavoro!
State attenti al nemico, Dio sarà sempre con Voi se voi sarete sempre con Lui, nella umiltà, nella carità, nella santa obbedienza e nel pieno esercizio delle virtù cristiane e religiose. Pregate tanto, fate pregare per il vostro don Giovanni, Dio solo sa quanto ne ho bisogno.
Ciao Fr. Edoardo, esto fortis, ama tanto Gesù e fallo amare, ti saluto Fr. Aldo continua la tua via assieme a Fr. Guido e Cornale.
Il cielo vi guarda e vi assiste.
Benedico tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6964/A 6-6-1935
Carissimi,
Il rev. P. Visitatore mi comunica quanto segue:
” Abbia la bontà di convocare a Verona, nella Casa di S. Zeno in Monte, per i giorni 12, 13, 14 giugno:
a) tutti i sacerdoti residenti a Verona,
b) Don Cogo e don Giacomini di Costozza,
c) Don Pellizzer, don Dalla Riva di Roma,
d) Don Bellarini di Villa S. Sebastiano ecc.
Gli interessati dispongano per trovarsi a Verona entro il giorno 11.
Pregate tanto per il vostro povero
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6964/B 12-6-1935
Alla Ven. Comunità S. Filippo,
Pregate tanto per me poverello. Vi ricordo, vi benedico e vi auguro santità
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6958 22-7-1935
Carissimi Fratelli,
In ossequio agli ordini ricevuti dal Rev.mo Padre Visitatore, vi comunico le disposizioni prese dalla S. Congregazione dei Religiosi, disposizioni che, come vedrete, saranno seguite da altre, e la cui gravità non deve a nessuno sfuggire.
Ed anzitutto vi trascrivo la lettera a me indirizzata:
Rev.mo Padre, – Nel foglio accluso troverà alcune disposizioni prese dalla Sacra Congregazione dei Religiosi per l’Istituto dei Poveri Servi della Divina Provvidenza. A queste disposizioni altre ne seguiranno. Siccome non mi è possibile venire subito a Verona, prego la P. V. Rev.ma di dar comunicazione delle suddette disposizioni, prima agli interessati e poi a tutta la Congregazione, di curarne l’esatta ed immediata esecuzione e di riferirmi in proposito. Per ciò che riguarda il N. III, mi permetto pregarla che se i Chierici vanno in campagna dove sono i ragazzi, si procuri che non manchi un sacerdote che sia a capo della Casa. – Augurando ogni bene mi professo ecc.
Le disposizioni prese sono le seguenti:
1. – Quanto è sancito delle Costituzioni, N.. 139, che “per offrire una maggior libertà di scelta, gli alunni dopo la terza liceale potranno essere rimandati per qualche tempo alle loro famiglie” eccezionalmente sia applicato quest’anno A TUTTI GLI STUDENTI DI GINNASIO E DI LICEO.
E cioè tutti, indistintamente siano mandati a casa. Quelli che domanderanno di ritornare, dovranno essere diligentemente esaminati e verranno accettati, caso per caso, secondo le norme che saranno comunicate.
II. – Si mantiene per i Chierici il divieto di ordinazioni.
III. – Durante il tempo delle vacanze i Chierici siano adibiti alle opere dell’Istituto, anche le più umili, come per esempio, alla sorveglianza ai laboratori e ai ragazzi ecc.
IV. – Il Rev. don Mario Pomini è destinato alla Casa della Madonna di Campagna.
V. – Il Rev. don Mario Tessari è destinato alla Casa di Nazareth.
Don Emanuele Caronti, O.S.B.
Roma, 19 Luglio 1935.
In questo momento così importante e delicato, vi raccomando tanto e poi tanto di pregare per tutta la Congregazione, e in modo speciale per me. Preghiamo gli uni per gli altri perché il Signore ci dia la grazia di compiere la sua volontà manifestata attraverso i legittimi Superiori.
Vi benedico di gran cuore,
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6959 30-7-1935
Amati Fratelli [missionari in India],
Voi avete la prima parte nel mio cuore, voi siete i prediletti di Gesù, che vi guarda in modo tutto particolare perché siete il fondamento, beati voi, se sarete sempre di Gesù.
Pregate, pregate per me. Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6967 Verona, 19-8-1935
Miei carissimi Fratelli,
La grazia e la pace di Gesù Benedetto siano sempre con voi.
Col cuore traboccante di gioia vi do uno lieta notizia. Come vedrete dall’unita lettera del Rev.mo Padre Visitatore, è tolta la sospensione dei santi voti, e sono indetti due corsi di Spirituali Esercizi, per prepararci a rinnovare per un anno la nostra professione religiosa.
Questo, o cari, è un nuovo tratto della bontà e misericordia del Signore verso di noi, poiché Egli non ha guardato alle nostre miserie e ingratitudini, ma solo alla sua Opera e ai grandi disegni che per mezzo di essa vuole attuare. Beati noi se corrisponderemo a tanta grazia, a tanta misericordia. Ma guai invece se non conoscessimo il giorno della visita del Signore e non approfittassimo delle grazie e favori che Egli ancora ci riserva in questo nuovo anno di salute. Temerei che avvenisse di noi quello che si legge nel santo Vangelo della ficaia sterile.
Il padrone si era accostato ad essa per cogliere dei frutti, dopo molti anni di inutile attesa, e, non avendone trovati, diede ordine al colono di sradicarla, dicendogli: “ad quid terram occupat?” Ma il colono chiese ed ottenne di aspettare ancora un anno, durante il quale promise che avrebbe prodigate tutte le cure: avrebbe smosso tutt’intorno il terreno, l’avrebbe concimata, potata, disposto di tagliarla alla fine della stagione, se tutte le cure fossero rimaste infruttuose.
Miei cari, facciamo un serio esame di coscienza. Il celeste Coltivatore di questa bella pianta, che è la nostra diletta Congregazione, essendo venuto a vederla, a visitarla, forse non ha trovato qui frutti che Egli si riprometteva. Poiché da noi Egli non s’accontenta di avere dei frutti ordinari: come speciale è l’Opera così speciale dev’essere la nostra corrispondenza.
Ecco pertanto che il Signore ci usa ancora misericordia; Egli ci accorda ancora un anno perché possiamo rimediare al passato, metterci con tutto l’impegno ad attendere alla nostra santificazione, dalla quale dipende la santificazione di tutta l’Opera. Resterà deluso il Signore nelle sue speranze? Guai a noi, o cari.
Ma come vi santificherete?
Lasciando di indicarvi i mezzi generali, io vi voglio raccomandare solo questo; che ascoltiate quello, qualunque, che la Divina Provvidenza mette a Casante della sua Opera; e fino a quando la Divina Misericordia mi tiene qui, guardate di ascoltarmi; ho bisogno di essere aiutato, ascoltato con docilità, con umiltà, con spirito di fede, vedendo non l’uomo con i suoi difetti, ma il Signore che rappresenta.
Vi raccomando ancora di accogliere col medesimo spirito di fede e di far tesoro di tutte le disposizioni che il Rev.mo Padre Visitatore ha dato e darà; dobbiamo riconoscere in Lui l’Angelo inviatoci da Dio, per il bene nostro e della nostra cara Congregazione.
Non mi allungo di più: vi porto tutti nel mio cuore di Padre, ma anche voi pregate tanto per me: che possa fare fino alla fine la santa Volontà del Signore.
Vi benedico: Vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6965 12-10-1935
Miei amati Fratelli,
La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con voi e con tutte, proprio tutte, le anime che la Divina Provvidenza vi fa avvicinare.
Oh, come tutti vi porto nella mente e nel cuore, e come prego e soffro perché Gesù Benedetto, il primo e Divin Missionario vi sia sempre vicino con le sue grazie e benedizioni, confortandovi e aiutandovi nella [più] divina delle opere che è cooperare con Lui a salvare le anime. Anime, che grande parola è questa, costano le anime; ma che grande ed eterno premio il Signore vi darà.
Continuate dunque nella via che Dio vi ha tracciata lavorate, faticate per Lui nella santa umiltà, nella obbedienza, nella carità, nello spirito di fede, vedendo sempre nel prossimo, negli abbandonati, nei reietti, nei poveri, nei sofferenti lo stesso Gesù. Beati Voi, se avete questo spirito, il S. Regno di Dio si diffonderà, le anime si salveranno.
Cari Fratelli, pregate per me, per la mia povera anima, vivete uniti nell’amore santo di Dio con lo sguardo al Paradiso.
Amato fr. Edoardo, domani è il santo del tuo nome, tanti auguri, ti sono vicino, ricordo i tuoi; la tua venerata Mamma che ho visitato, santa donna; benedizione per le missioni.
Ossequia tutti i Rev. Superiori, raccomandami alle loro orazioni, benedico tutti i cari nostri Indiani.
Ciao fr. Edoardo, Farina Aldo, Tovazzi, Cornale.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6966 16-11-1935
Miei cari Fratelli Missionari,
La grazia, la pace di Dio siano sempre con voi e con tutte le anime che la Divina Provvidenza vi fa avvicinare.
Anime, Dio mio che grande parola è questa per noi Religiosi che siamo ministri, coadiutori d’un Dio che ha preso carne umana, che s’è fatto come noi per salvare le anime e per darci i mezzi, le grazie e segnarci la via, per dare a Lui e salvare tante anime.
Voi due, beati, miei cari fratelli Missionari che siete in prima fila, nella zona avanzata, sotto la guida del divin Missionario Cristo Gesù; deh, seguitelo sempre, imitatelo in tutto, certissimi che da Lui sorretti, aiutati e benedetti riporterete vittoria.
Lo so e misuro le vostre prove, i vostri dolori e patimenti, le pene, le disillusioni che patirete, ma niente paura, Dio è e sarà sempre con voi, con la sua grazia, con le sue benedizioni e aiuti particolari secondo i vostri bisogni.
Quello che in ginocchio vi raccomando è di mantenere in voi lo spirito dell’Opera: grande fede, specie nei momenti difficili che sono i momenti di Dio; pieno abbandono in Lui; amore grande ai più poveri, disprezzati, reietti. Ricordatevi che questi sono i cari, i prediletti di Gesù, tenetevi bene a mente che sotto la ruvida scorza, sotto i cenci, nei corpi deboli e malati, v’è sempre la perla inestimabile, per cercare la quale avete tutto abbandonato e vi siete fatti missionari dei Poveri Servi, voglio dire l’anima e per questa non vi sia nessuna cosa che vi trattenga.
Che premio poi, che bel posto in Paradiso!
Spero che starete bene, perché la salute è necessaria. Prego la Provvidenza e pregatela anche voi, perché presto, mi pare sia giunto il momento di mandare uno dei nostri Sacerdoti, così l’Opera sarà completa.
Qui si va avanti, ringraziando il Signore per le prove sostenute e per quelle che ci manderà ancora; in mano di Dio sono veri doni e grandi ricchezze per la sua Opera. Vi raccomando tanto di pregare e far pregare per me vecchio, pieno di acciacchi e tanto povero in tutto. Io vi ricordo in modo specialissimo e vi sono vicinissimo. Saluta, e di’ che preghino, i miei cari indiani, di cuore li benedico, ossequia i Rev. Superiori.
Ciao fr. Edoardo, Cornale, Farina, Tovazzi fatevi santi, da voi dipende l’Opera delle Missioni. Benedicendo
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6971 20-12-1935
[Ai fratelli missionari]
Grazie, benedizioni, grande amore di Dio, ecco l’augurio che faccio ai miei cari Fratelli che sempre porto nella mente e nel cuore.
Pregate per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6975 25-12-1935
Miei cari fratelli Missionari,
La grazia, la pace del Benedetto Gesù sia sempre con voi, miei cari e amati fratelli.
Oh, come vi porto nella mente e come prego in modo tutto particolare nella Santa Messa, perché il Signore vi faccia capire sempre più la grazia grandissima che vi ha fatto, scegliendovi fra mille e mille e farvi suoi cooperatori diretti nell’Opera divina fra le divine che è quella di salvare le anime.
Anime, oh, che grande parola è questa per noi sacerdoti e per voi Fratelli Missionari! In ginocchio vi prego, vi scongiuro di cooperare a tanta grazia vivendo lo spirito genuino della nostra Opera, che è spirito di grande fede, di umiltà di carità e di abbandono nelle braccia amorose della Divina Provvidenza.
Cari Fratelli, mi pare di vedere tutto il Cielo che vi guarda e che da voi aspetta grandi cose, ma ricordatevi che queste grandi cose costano croci, tribolazioni, dolori, ma niente paura, il Signore sarà con voi in modo tutto particolare e quando si ha il Signore, si ha tutto.
Vi raccomando la vita interiore, prima di tutto la vostra personale santificazione e questa vi porterà alla santificazione delle anime; amate, cercate le anime e guardate di prediligere le più povere, le più abbandonate, le più disprezzate, perché queste sono le più care a Gesù.
Ho grande, grandissimo bisogno di preghiere per la mia povera anima ormai vicina… e poi per l’Opera, fate pregare anche altre anime.
Ciao fr. Edoardo, Aldo, Tovazzi, Cornale. Che Dio vi benedica e vi conceda la grazia di essere le pietre di fondamento.
Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
Ossequi Mons. Vescovo che ricordo.
* 6974 20-2-1936
Carissimi,[Fratelli missionari]
La pace del Signore sia sempre con voi, e lo sarà se tutti vivrete con lo spirito dell’Opera, senza testa, creta, abbandono nella Provvidenza e in tutto vedere il Signore. Le anime si salvano e si santificano, prima con la nostra personale santificazione e che in fondo, ricordatelo bene che [è] l’obbedienza.
Dio vi benedica.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 5912 2-4-1936
Lettera ai Consiglieri.
Nel nome del Signore, Padrone assoluto di quest’Opera, apro la presente seduta, prima, dopo la prova dolorosa che la bontà Divina ci ha mandato, per purificare le nostre anime e per mettere sulla via giusta quest’Opera che ricordiamolo bene è tutta di Dio, nel vero e pieno senso della parola. Dio solo sa come vi vorrei partecipare, ma non posso; prego perché lo Spirito Santo in questa seduta e sempre, illumini le vostre menti nelle decisioni che io dopo approverò a bene di quest’Opera.
Teniamoci bene a mente, cari fratelli, che quest’Opera è una creatura Divina propria dei tempi presenti, dove il Signore come tante e tante volte vi ho detto, vuole compiere delle grandi cose e queste cose grandi le compirà per mezzo nostro, se noi saremo strumenti docili, umili, pieni di fede e di amore per Lui, per la sua gloria, per le anime e adempiere così la economia stessa che ha compiuto il più grande e divino disegno che è la Redenzione umana, nel nascondimento, nell’obbedienza, nella prova, nella Croce.
Quale grazia, quale atto di predilezione ha usato con noi il Signore chiamandoci a farne parte, e direi quasi ad aiutarlo, ma quale grande responsabilità se noi non avessimo a corrispondere, sarebbe la massima delle nostre disgrazie.
Corrispondiamo, cercando di santificare sempre più le nostre anime, di vedere in tutto, specie in quel qualunque che metterà a Casante di quest’Opera, Lui, il Signore. Nelle discussioni spogliamoci del nostro io, tutto vedere e considerare nella luce divina, come fossimo nel letto della morte. Non si tratta di noi, si tratta dell’Opera, sempre l’Opera, il bene dell’Opera, ecco il nostro unico pensiero.
Beati noi se saremo così, la nostra santificazione sarà sicura, l’Opera andrà avanti, spanderà la sua luce in tutta la terra come il Santo Vangelo che quest’Opera deve esser la figlia primogenita.
Son certo e sicuro che pregate per me, continuatemi tanta carità. Dio solo sa quanto ne ho bisogno, io prego per voi, che tutti un giorno ci possiamo trovare in Cielo.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6972 2-4-1936
Cari Fr.lli Edoardo, Aldo, Cornale e Tovazzi,
Il vostro don Giovanni nel dolore, nella continua sofferenza e preghiera vi ama, vi benedice e vi esorta a vedere in tutto la volontà di Dio, dopo la via Crucis, la via lucis; pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6969 5-4-1936
Amatissimi Fratelli,
la grazia di Dio sia sempre con noi e con tutte le anime che il Signore vi fa avvicinare. Vi sono sempre vicinissimo con la preghiera e con la sofferenza, doni grandi che il Signore ci fa per bene delle nostre anime e per compiere i Divini disegni.
Ho presentito le vostre prove e le vostre croci, Gesù vi ama e vi predilige, per amore di Dio vi prego di tenervi ben stretti alla croce che Gesù vi dà, dono più bello non vi può essere, certo bisogna guardarlo con fede e nella luce di Dio, e in quello che ci circonda e fa patire, gli strumenti del Signore.
Mantenetevi nella santa umiltà, nella virtù, nell’amore grande di Dio e di Gesù, primo missionario, e non temete, sarete fondamento di grandi Opere.
Pregate per me e per l’Opera.
Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6970 1-5-1936
Caro fr.llo Edoardo,
La pace di Dio sia sempre con te e con tutti i miei cari, anzi carissimi, Fratelli Missionari.
Sento le vostre prove, le prove che il buon Dio vi manda per vedere la vostra generosità e compiere i suoi divini disegni.
Quanto più grande è l’Opera, tanto più grandi i patimenti e sofferenze. Oh come è grandissima l’Opera delle Missioni dei Poveri Servi e per questo deve essere compiuta nella croce e solo così darà frutti; fatti animo, tutto vedi, vedete nella luce del Signore.
Prega per me, per tutti. Ti benedico, ricordo tutti e tutti state nell’amore di Dio, nella carità.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6973 21-6-1936
Amati Fratelli,
In tutto e sempre vediamo la mano del Signore per il nostro bene, io nella mia povertà vi porto nella mente e nel cuore e prego perché corrispondendo alle grazie grandi che il Signore vi ha fatto, siate degni sempre di seguire il Divino Missionario. Pregate per me, benedico le vostre anime e desidero tanto, se al Signore piace, di rivedervi.
Ciao fr.lli Edoardo, Guido, Aldo, Cornale.
Il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 10657 Verona, 4-3-1938
Alla Casa del Sacro Cuore di Negrar perché Gesù Redentore nostro sia sempre in prima linea in tutto e l’Opera sarà divinamente animata.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8766 S. Pasqua 1938 [17 aprile]
Ai Religiosi Poveri Servi,
A tutti i miei carissimi Fratelli, a tutti della Casa di S. Zeno in Monte, a tutti i componenti di questa grandissima Opera del Signore in questo momento sgorga spontaneo dal mio cuore l’augurio di Buona Pasqua.
Sì, sì, buona Pasqua, miei carissimi, che questo santo giorno segni per tutti noi l’inizio d’una vita più santa, secondo che vuole il Signore da noi che abbiamo la grande fortuna di vivere, di abitare questo divino bastimento, che vive nel mare, ma che mai il mare entrerà nel bastimento nostro se noi lo vogliamo.
Buona e santa Pasqua, io vi porto tutti nella mente e nel cuore e spero che le mie prove e sofferenze oltre che alla mia povera anima, porteranno un ricco patrimonio di santità a tutti e ciascheduno di Voi.
Di nuovo buona Pasqua.
Vi benedico tutti, più con il cuore che con la mano.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8766/A 3-6-1938
Sono sempre in mezzo a Voi. Prego, soffro e benedico tutti. Vi raccomando la mia povera anima e le anime, che si salvano solo con la Croce. Bello il paramento. Grande l’Opera di Maguzzano.
Dio rimeriti,
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8744 8-9-1938
Miei amati fratelli,
poche parole che vi dicano tutto il mio grande affetto nel Signore per voi, per le vostre anime, in questo santo giorno irradiate della luce divina dei santi voti.
Siete di Dio, siamo di Dio, che cosa possiamo desiderare di più, amati fratelli! Manteniamoci nei santi proponimenti che per grazia di Dio avete fatto nei santi Spirituali Esercizi, e quando lo spirito del mondo, del nostro amor proprio ci vorrebbe far venir meno, diciamo: sono di Dio, tutto di Dio, guai chi mi tocca.
Dio solo sa quanto ho bisogno di preghiere per poter star bene, per poter fare la santa volontà di Dio, perché solo allora si può dire di star bene.
Che la Madonna ci aiuti ad essere sempre di Dio e suoi.
Di cuore benedico povero inter pauperes
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8943 26-11-1938
Caro don Bettini e Ven.le Comunità,
la pace e la grazia di Gesù benedetto sia sempre con tutta la cara Comunità di Costozza, che in questo momento sento più vivo e forte il desiderio che sia un centro di amore per Iddio e per le anime, compiendo così i disegni del buon Dio. Cari fratelli, quello che ieri vi ho detto sempre, ve lo ripeto ancora adesso, e prima che per voi lo ripeto per me. Sì, mi sembra che il Signore ci dia l’ultimatum per deciderci una buona volta e metterci sul serio a vivere come esige la nostra santa vocazione, cioè abbandonati con cuor grande alla Divina Provvidenza in tutto, non aver nessun pensiero, solo che quello della gloria di Dio a bene e salute del prossimo, convinti, certi che il temporale lo avremo in aggiunta, come ci assicura il Divin Redentore nel santo Vangelo.
Cari Fratelli per amor di Dio mettiamoci tutti all’impegno. Santifichiamoci per santificare, e ci santifichiamo con la piena osservanza delle nostre sante Regole, che in ginocchio vi raccomando.
L’ora attuale è ora di terribile burrasca, la nostra Opera è l’Arca di Dio, dove tante e tante anime troveranno la salute e la vita. Che responsabilità per chi, chiamato a lavorare e servire il Signore in quest’Opera non corrisponde. Che il Signore per intercessione della Madonna ci conceda a tutti la grazia di corrispondere davvero. Noi beati.
Pregate per me, vi benedico tutti,
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8942 28-11-1938
Fratelli carissimi,
la pace e la grazia di Gesù benedetto sia sempre con voi. L’altro giorno fui a Costozza e mi sono sentito di dire a quei cari nostri fratelli un pensiero, che mi pare sia proprio venuto dallo Spirito Santo. Per questo ho pregato di farlo trascrivere anche per voi. Vi prego di farne tesoro e sia oggetto di attenta considerazione e di serio esame. Il Signore passa vicino a noi molte volte e passa ora per mezzo di questa mia povera parola. A noi di non lasciarla passare invano.
Vi benedico,
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8902 30-11-1938
Caro don Antonio, Caro don Sandri: sono certissimo che le mie povere parole penetreranno nei vostri cuori di Religiosi e di Sacerdoti di Gesù Benedetto, beati voi. Il vostro santo ministero sarà da Dio benedetto. L’Opera di Dio sarà fecondata di sempre nuove grazie, e le vostre anime ascenderanno al monte della santità.
Vi vedo, vi segno, vi benedico e pregate per il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
La mia vita, il mio cuore siete voi, o amati fratelli, unito sempre in caritate Christi.
* 8902/A 25-2-1939
(Alla comunità di Costozza)
Ricordo tutti con grande riconoscenza, se a Dio piace, spero venire presto. Vado a Roncà con fr. Antonio, ho tanto bisogno di preghiere.
Benedico tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8902/B 15-3-1939
(Alla comunità di Costozza)
La Santa Benedizione del Signore scenda ricca di grazie prima spirituali e in aggiunta di temporali su tutti della Casa di Costozza, religiosi e figlioli, con l’augurio e la preghiera perché tutti viviamo nell’amore di Dio santificando e preparando le loro anime per il Santo Paradiso. Ricordo tutti, tutti benedico e mi raccomando alla carità delle orazioni.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 469 Verona, 1-4-1939
(Ai Religiosi della parr. S. Filippo)
Ai cari religiosi dei Poveri Servi, questi santi giorni che ricordano la passione e morte del divino Redentore, siano per le nostre anime religiose giorni di grande amore per Iddio e per le anime e di forti proponimenti per la vita che Gesù ci dona.
Pregate per me poverello,
in C. J. Sac. J. Calabria
* 469/A 19-4-1939
[In calce ad una lettera di don Pedrollo]
Preghi per me, per l’opera di Dio. Benedico tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
* 469/B 18-5-1940
Penso a tutti, tutti porto nel cuore e benedico. Pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 171 Costozza, 28-5-1940
Alla ven. comunità Poveri Servi. [S. Zeno in Monte]
A tutti i miei cari confratelli, il mio povero pensiero, la mia preghiera, perché il Signore per mezzo dello spirito puro e genuino dell’Opera, compia i suoi divini disegni, senza guardare alla mia povertà e miseria.
Mi raccomando alle preghiere.
Benedico tutti. Povero
in C. J. Sac. J. Calabria
* 2219 Verona, 24-5-1941
Amati Fratelli,
Il vostro don Giovanni più che mai vi ricorda, prega e vi benedice, augurando santità per le vostre anime prima e poi perché abbiate a santificare sempre più la vostra cara Casa di Costozza.
Pregate tanto per me. Dio solo sa quanto ne ho bisogno.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 4283 Maguzzano, 30-5-1941
Miei cari fratelli,
Lontano, ma vicino a tutti voi con il cuore, quanto so e posso vi raccomando la vostra personale santificazione, è la vera ricchezza dell’opera. Ho gran bisogno di preghiere.
Benedico tutti cominciando dal caro don Zanetti e don Sandri.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 4294 3-11-1941
Amatissimi Fratelli in Cristo
La pace e la grazia del Signore siano sempre con noi.
Il mio cuore è sempre in mezzo a voi e di continuo prego perché lo spirito di Gesù animi tutto il nostro lavoro a pro delle anime a voi affidate. Lavorate e fate tutto per amor di Dio, grande sarà il premio; pregate per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 4294/A 2-12-1941
Di gran cuore prego e benedico tutti i miei cari, carissimi fratelli che porto nella mente e nel cuore e per i quali ogni giorno prego e offro le mie sofferenze, perché siano il patrimonio di questa grande opera: patrimonio di fede, di umiltà, di generosità, tutti per il Signore e per le anime e per l’opera.
L’opera vive, vivrà si diffonderà se noi saremo tutti come cenci, pieni di amore per la virtù, per il Signore.
Speciali saluti al caro don Adami, Zanetti, don Grigolato, don Sandri, don Pio, ministri del Signore.
Pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 184 25-12-1942
Carissimi,
Fortunati, tutti vi guardano, tutti da voi, da noi aspettano. Voi non avete divisa vostra. Dio non la vuole, ma invece vuole che abbiate la divisa della virtù, della fede, della carità.
Amati Fratelli, vi raccomando di pregare sempre per me, ne ho grande bisogno e guardate di essere il mio respiro, la mia vita. Io sempre vi sono a tutti vicino e più con il cuore, che con la mano vi benedico, augurandovi un buon termine e principio d’anno nel Signore.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 184/A 15-10-1943
Miei carissimi,
La grazia del Signore sia sempre con tutti voi.
Mi sento commosso nel leggere le vostre belle e fervorose letterine, e i santi propositi formulati nei giorni di esercizi spirituali; é la più grande consolazione che possa desiderare il mio cuore di padre su questa terra, e di casante di questa grande Opera del Signore destinata a portare luce di bontà e di virtù a questo povero mondo.
Siate fedeli alla vocazione, ricordate le dolci impressioni di questi giorni di pace e di luce divina; siate fedeli alle vostre pratiche di pietà, uniti a Dio con la vita interiore, con la dipendenza da chi vi dirige nel nome del Signore, e col vedere tutto nella luce della fede santa.
La Divina Provvidenza ci predilige, e voi lo vedete, lo toccate con mano; cerchiamo dunque di corrispondere con generosità, per meritare sempre nuove grazie, e di attuare i disegni del Signore a vantaggio delle anime.
Vorrei scrivere uno ad uno una parola particolare; ma non lo posso. Voi peraltro leggete nel mio cuore del grande affetto che vi porto e quello che vi vorrei scrivere.
Siate mio respiro, miei polmoni col far bene e col vivere lo spirito della vocazione.
Vi benedico tutti, insieme ai cari giovani che la divina Provvidenza affida alle vostre cure; vedete in essi il Signore, e pensate al bel premio che vi tiene in serbo se sarete fedeli e santi.
Pregate sempre per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
Dite al caro mio e vostro don Tibaldo che ascolterete come fossi io stesso, che lo ricordo tanto, che lo benedico e che preghi per me
Sac. J. Calabria
* 9693 Verona, 7-11-1943
Ven.le Comunità della Casa del Sacro Cuore,
Con il cuore, con la mente, con la preghiera, con la sofferenza, sono sempre vicino, perché il Signore non trovi in nessuno di noi ostacolo e compia i suoi divini disegni a gloria del Padre e a bene e salute delle anime.
Disegni propri dell’ora presente, ora nella quale tutti siamo chiamati ad una totale revisione, specie noi sacerdoti e religiosi.
Mi raccomando tanto, ma tanto alla carità delle orazioni, Dio solo sa quanto ne ho bisogno. Benedico tutti.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 286 9-11-1943
Miei carissimi Fratelli,
La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con noi. Scrivo questa mia povera lettera a Voi tutti miei amati fratelli perché sento che a gran passi si avvicina il grande momento della mia chiamata davanti al mio Gesù, ma pure giudice e per questo dopo di aver domandato perdono di tutti i miei peccati a Lui, Divino Redentore, e affidandomi in tutto alla sua Divina bontà e misericordia, pregandolo di immergermi prima di avvicinarmi a Lui come giudice, di immergermi nel Suo Prezioso Sangue, pegno di salute e di vita eterna.
Domando pure a tutti perdono dei disgusti, mali esempi che vi avessi dato nel corso della mia lunga missione che la Divina Provvidenza mi ha affidato, come povero suo casante in questa sua Divina Opera che il Benedetto Gesù ha voluto fondare qui nella nostra e cara Verona, a luce, e a salute delle povere anime e a sollievo e aiuto dei poveri, dei sofferenti, specie in questi tempi.
Miei cari Fratelli e Sacerdoti, per amor di Dio vi raccomando di vivere lo spirito puro e genuino di quest’Opera nata nel Sacro Costato di Gesù e propria dei tempi attuali, dove il Signore ha dei grandi e nuovi disegni da compiere, a patto che siate come Lui vi vuole nella piena osservanza delle vostre sante regole.
Ascoltate sempre con spirito di fede il casante che la Divina Provvidenza vi assegnerà; questi avrà sempre lumi e grazie particolari, per amor di Dio che nessuno abbia a tradire la sua apostolica vocazione. Quale premio speciale per chi sarà fedele fino alla morte, ma quale castigo per chi venisse meno! I pochi formeranno i molti. Vi raccomando: siate conche e canali; che tutta la povera umanità possa venire liberamente a bere le acque pure e genuine del Santo Vangelo, siate Voi Vangeli viventi. Non dubitate mai dell’aiuto speciale di Gesù che dovete avere sempre davanti per modello, ricordate che quello che vale è il buon esempio.
Siate luce, siate sale. Vi lascio, ma che un giorno ci possiamo trovare tutti uniti nella Famiglia di Dio. Pregate, suffragate sempre per la mia povera anima. Il vostro don Giovanni vi benedice, e vi dice arrivederci in Dio.
in C. J. Sac. J. Calabria
Quanto vi ho amato tutti nel Signore, o miei cari Fratelli: Addio, addio:
Fr. Antonio, Prospero, mio amato don Luigi, don Adami, don Rossi, tutti, tutti, proprio tutti.
Pregate ve lo dico ancora, pregate per la mia povera anima.
Benedico tutta la mia Verona che meriti la grazia di avere sempre in seno quest’Opera, che deve andare usque ad finem terrae.
Per grazia del Signore oggi ho riletto questo mio povero scritto che confermo nel Signore. Pregate, pregate per la mia povera anima. Che ci possiamo trovare tutti uniti in Paradiso. Vi aspetto.
In C. J. Sac. J. Calabria
24-1-1946
Sulla busta
Ai miei cari Fratelli
subito dopo la mia morte.
* 6066 Verona, 18-12-1943
Spett.le e benedetta Casa del Sacro Cuore,
Dal fondo del cuore, su tutti i componenti, la cara Casa del Sacro Cuore di Negrar, invoco dal Signore una fitta, fittissima pioggia di grazie, su tutti i suoi fortunati abitatori, cominciando dal caro Superiore, il Dott. Fr. Antonio e giù giù, fino all’ultimo venuto nella cara Casa.
Gesù Bambino porti a tutti i suoi doni celesti ed in aggiunta grazie temporali.
Mi raccomando tanto alla carità delle preghiere di tutti. Benedicendo
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6066/A 20-12-1943
(Alla comunità di Costozza)
Sono in mezzo a voi tutti, benedico tutti, pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 523 Verona, 26-4-1944
Miei carissimi,
La grazia e la pace di Gesù Benedetto inondi il vostro cuore, e vi infonda coraggio per sostenere le prove tremende di questi giorni di dolore, con spirito di fede e di ardente carità.
Arrischio questa lettera, sperando che arrivi a voi per dirvi quanto vi tengo vicini, dentro proprio nel mio cure; il mio pensiero vola spesso a Roma, e cerca uno ad uno voi, miei cari figli, che condividete le ansie del Santo Padre per le sorti di tanti suoi figli. Ho ricevuto con speciale gradimento i vostri auguri per la Pasqua: avrei voluto rispondere ad uno ad uno, come voi stessi avete scritto singolarmente, ma, un po’ il tempo che mi manca, un po’ il timore di non potere inviare le risposte, mi sono deciso di mandare una parola collettiva di ringraziamento per i vostri auguri e le preghiere che fate per me.
Il Signore vi riempia della sua grazia e della sua pace; vi protegga con la sua Provvidenza contro ogni pericolo, prima spirituale, e poi anche temporale. E possiate tutti presto intonare l’inno di ringraziamento a Dio per tante grazie ricevute, nonostante i pericoli minacciati.
State fermi e saldi nello spirito genuino della nostra Opera; amate il Signore, e cercate la sua gloria, e il suo beneplacito.
Lontani dagli appoggi umani, fidenti nel suo aiuto solamente; e fare cose grandi.
In quest’ora di disorientamento e di sconvolgimento, siamo all’altezza della vocazione e delle grazie ricevute, corrispondente ai disegni amorosi della Provvidenza. Anime, anime; il resto non conta.
Quante cose vorrei dirvi, nella piena del mio paterno affetto per voi. Oggi, ben lo immaginate, voi occupate un posto speciale nel mio cuore: le vostre ansie sono mie, le vostre pene sono mie. Io vi raccomando spesso, spesso al Signore nella mia preghiera e nelle sofferenze con le quali il Signore mi visita. Vi invoco da Lui grazie e doni opportuni per passare sani e incolumi questo periodo di bufera; rafforzatevi nello spirito della vostra vocazione, nella volontà di cercare il Regno di Dio. Ciascuno al proprio posto, approfitti per migliorarsi per santificarsi, e rendersi degno strumento della Divina Provvidenza nel compiere i disegni di misericordia che ha sulla nostra Opera.
Benedico tutti, ad uno ad uno: Sacerdoti, fratelli, sorelle, giovani, tutti insomma della cara famiglia Romana; che siate tutti un cuor solo e un’anima sola nella carità di Cristo.
Benedico i benefattori, specialmente i più benemeriti e affezionati: il Signore li ricolmi delle Sue grazie e dei Suoi favori, adesso, e della Sua gioia nel Santo Paradiso.
Beati quelli che la Provvidenza trova degni di farsi ministri di bene per quest’Opera del Signore.
Una benedizione particolare a te, mio caro don Stanislao, che ti farai interprete dei miei sentimenti presso tutti.
Ossequi al Rev.mo Padre Abate, al quale credo superfluo dire che lo ricordo sempre e per lui prego.
Una benedizione particolare al caro fr. Morelli, dal Signore tanto prediletto per la sua opera. Lui beato.
Il fr. Riccardi dal Paradiso ci ha mandato un altro giovane medico per Negrar. Opera grande per la quale il fr. Morelli Dio lo adopera.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6066/B 4-6-1944
Cari figlioli ed amati Fratelli,
Da diverso tempo desideravo parlarvi, ma le mie numerose e continue sofferenze non me lo permisero. Ora, però, sento ch’è proprio il Signore che vuole che io vi rivolga la mia parola.
Mi raccomando: siate buoni, siamo buoni. Solo così potremo attivare su noi e sulla povera umanità, così tormentata, la misericordia e le benedizioni di Dio. La nostra buona vita, le nostre preghiere possono avere un grande peso sulla bilancia della Divina Misericordia. Noi siamo nell’arca santa di Dio; e vi posso dire di non aver mai mancato di fiducia nella Divina Provvidenza. Nessuno ci potrà fare del male, ne sono certo; ma quello che mi fa paura è solamente il peccato. All’infuori del peccato, non c’è niente che ci possa nuocere. Vi invito fin d’ora ad un ciclo di preghiere. Domani, martedì, mercoledì, giovedì, saranno giorni di intensa orazione. Gesù solennemente esposto riceverà in questi giorni l’omaggio della nostra fede. Siate buoni e pregate per me che ho tanto bisogno dell’aiuto del Buon Dio. Di gran cuore vi benedico.
* 6066/C 28-7-1944
Riassunto di tutte le mie lettere scritte a voi durante questo periodo di guerra, se guerra si può dire, che invece per me, come fin da principio è una continua e insistente chiamata di Dio per tutta l’umanità che tanto ha deviato dalla divina legge.
E in modo particolare per noi sacerdoti, religiosi e cristiani perché su di noi incombe l’obbligo di essere luce e sole del mondo.
Vi ho detto che bisogna ritornare al S. Vangelo pratico, alla vita cristiana nel pieno senso della parola. Che ciascuna casa religiosa sia un Carmelo, un faro per il mondo, bisogna praticare.
Voglio sperare che la misericordia del Signore ci venga presto incontro per intercessione della Madonna e ci conceda la tanto sospirata pace. Si pensa a costruire: beni artistici, a riparare, ma non è con assoluta necessità che noi ripariamo i mali morali e, prima i nostri. Guai a noi, se dopo terminato per misericordia di Dio, questo flagello, sia come prima.
Mi pare di vedere piangere la Madonna e non so cosa intenda. Fratelli carissimi dell’Opera, prima per noi. Che la nostra Casa sia come la vuole Gesù, suo fondatore: spirito puro e genuino, e poi pensare agli… adoperandosi perché… l’aver delle divine leggi. Che non vi sia male di sistema, sempre ve ne saranno, e a questo ha provveduto Gesù con i sacramenti, ma i mali di sistema no, no, guai.
Vivere in grazia di Dio… ciascuno è responsabile delle famiglie cristiane. In una parola, la vita presente, coordinata alla vita futura. Occorrono sacerdoti che corrispondano alla divina chiamata e tutti della Chiesa, del Papa… Pregate per me che tutti ci possiamo trovare in Paradiso.
* 2685 Verona, 22-12-1944
Miei Cari.
La parola che mi nasce, che mi sgorga dal cuore in questo momento è questa: Per amore di Dio corrispondete, corrispondiamo tutti alla nostra speciale, specialissima vocazione. Questo S. Natale 1944 segni per tutti un integrale rinnovamento dello spirito puro e genuino dell’opera, condizione di assoluta necessità per compiere i divini disegni di rinnovamento del mondo per mezzo di Sacerdoti, e Cristiani come quelli dei primi tempi apostolici.
Cari F.lli Chierici, a Voi, in questo momento, la mia accorata preghiera. Per amor di Dio, voi così vicini al Sacerdozio, guardate di essere totalitari con Gesù Redentore Nostro, luce, sale, prima per voi per poi essere luce e sale per il mondo. Vi raccomando la vita interiore: Sacerdos alter Christus, e ricordate, ricordiamo tutti che siamo Poveri Servi. Quale onore, e quale tessera per entrare in Paradiso!
Buon Natale. Pregate, pregate per me povero che vi benedico tutti.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 3343 Ospedale S. Cuore, 15-2-1945
Miei cari e amati Fratelli.
La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con noi. Il nostro e vostro caro don Carlo che con lo spirito puro e genuino dell’Opera prodiga le sue cure spirituali, morali e materiali a voi, mi ha portato tanta consolazione e conforto in mezzo alle mie prove, dicendomi come tutti siete animati da una gran buona volontà nel corrispondere alla vostra vocazione religiosa di Poveri Servi, prima per la vostra santificazione personale, e poi per aiutare il Signore nel formare buoni e bravi figlioli che la Provvidenza vi affida.
Che Dio vi benedica e vi dia la grazia di continuare: beati voi! La gioia, la pace, Dio, in una parola, inonda i vostri cuori e vi acquisterete molti meriti per la vita eterna.
Vi raccomando l’osservanza delle Regole, la vita interiore, sempre uniti a Gesù e farete miracoli di bene. Ascoltate come il Signore, il caro don Carlo, perché il Signore rappresenta.
Vi ringrazio tanto delle preghiere che fate per me, continuate. Vorrei rispondere ai cari Fratelli che mi hanno scritto lettere di grande conforto, ma ora mi sento stanco e don Carlo deve partire. Dio vi benedica tutti.
In C. J. Sac. J. Calabria
Sulla busta: Ai cari fratelli della Colonia di Gesù in Camposilvano.
* 9025 Palme 1945 [25-3]
… A te e tutti i cari fr.lli una benedizione particolare, mentre domando preghiere particolari ne ho gran bisogno.
In C. J. Sac. J. Calabria
(A fr. Morè e fratelli di Roncà)
* 6069 8-4-1945
Ai miei cari fratelli e a tutti della cara e benedetta Casa del Sacro Cuore di Negrar, giardino di Gesù, cittadella della Divina Provvidenza dove il Signore, secondo la nostra fede e nostra fedeltà nel suo divino servizio, secondo la nostra speciale vocazione propria dei nostri tempi, compirà grandi disegni di ricchezze spirituali, morali, fisici, materiali a pro di tanti che soffrono, il mio costante pensiero, la mia continua preghiera perché nessun obice possa fermare quello che Gesù vuole fare, e questa casa, questo giardino, questa Cittadella della Divina Provvidenza sia per me, per tutti via sicura per la santificazione delle nostre anime e pegno e tessera per potere, Deo adiuvante, terminata la nostra terrena giornata passare e trovarci tutti uniti, per tutta l’eternità, nella celeste Gerusalemme.
Mi raccomando tanto alla carità delle orazioni; benedicendo
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7083 26-4-1945
Principio e fine.
Ma per noi Poveri Servi, deve essere principio di una vita tutta conforme allo spirito puro e genuino dell’Opera per compiere grandi disegni di bene per la povera umanità.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 7010 28-4-1945
Miei cari fratelli,
La grazia, la pace del Signore siano sempre con noi, specie in quest’ora di riconciliazione, di perdono da parte di nostro Signore, per certa intercessione della Santissima Madre, la cara Madonna, che ancora una volta si è mostrata Madre di misericordia e di bontà.
Sta ora a noi o miei cari ed amati fratelli, far tesoro di tanto dono, e tutti “cor unum et anima una”, metterci in un fronte unico di carità verso Dio e verso i fratelli, affinché l’opera dei poveri Servi riesca quale il Signore la vuole, una fonte alimentata continuamente dalla vena nascosta della vita interiore di ciascuno di noi, perché le anime e le altre opere della Chiesa di Dio vi attingano continuamente la carità e lo spirito genuino del Santo Vangelo, unico mezzo per ritornare tutti a Dio, in questa valle di pianto e di esilio, ma che è pure, con la fede e l’amore di Dio, bella vigilia della Patria celeste, il santo paradiso.
Questo deve essere il proposito ed il programma di tutta la nostra vita per l’avvenire, ma un altro dovere è necessario che ci affrettiamo a compiere, quello di ringraziare il Signore del gran dono che ci ha fatto, e per questo vi invito ad una giornata di adorazione eucaristica, fatta con la massima solennità possibile che si chiuderà con il discorso d’occasione ed il solenne TE DEUM.
Non dimenticarvi mai di pregare per questo vostro Padre che tanto vi ama nel Signore, che prega e soffre per voi, perché siate come veramente dovete essere, cioè poveri servi, e che un giorno si compia il voto, la preghiera che, come sapete, faccio ogni mattina dopo la Santa Messa “ut cum fratribus meis et pueris tuis laudem Te in saecula saeculorum”. Così sia e Dio vi benedica.
Vostro in C. J. Sac. J. Calabria
* 7084 8-5-1945
Per grazia e per sola misericordia di Dio e per intercessione della cara Madonna, sono cessate le ostilità.
La Germania si è resa senza condizioni, ma la chiamata di Dio, specie per noi Sacerdoti, Religiosi e Cristiani continua.
Per amor di Dio, ascoltiamola e tutti ritorniamo a vivere come gli apostoli e i primi cristiani.
Poveri noi se ci mettiamo all’opera a mani vuote.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 7080 11-5-1945
Ricordiamolo bene amati Fratelli: L’Opera dei Poveri Servi è creatura di Dio, ciascuno di noi deve scomparire per far vedere solamente l’Opera, che si alimenterà “usque ad finem terrae”, se avrà sempre lo spirito puro e genuino che Dio le ha dato.
Pregate per me tanto povero.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8261 21-5-1945
Ai miei cari fratelli Alfonso, Savietto, Gnesotto, Biondani, Danese e a tutti i miei cari figli di Maguzzano, ogni grazia e ogni benedizione, con la preghiera in ginocchio di ringraziare il Signore per tante grazie e misericordie e con la ferma promessa di essere proprio come vi vuole Gesù, veri Poveri Servi, per aver doni e grazie in questa vita e poi premio eterno in Cielo.
Pregate, pregate per il vostro don Giovanni che di cuore vi benedice.
In C. J. Sac. Calabria
* 2607 Verona, 3-6-1945
Miei amati Fratelli,
La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con noi.
Come dobbiamo ringraziare il Signore per il dono grandissimo che ci ha fatto col farci Poveri Servi; per amor di Dio, che questo non sia solo un nome, perché allora sarebbe la nostra condanna, la nostra rovina.
Amati Fratelli, l’ora della chiamata e della revisione del Signore per tutta l’umanità non è cessata, fu solo fatto, dalla divina bontà e misericordia, e per intercessione della Madonna, un armistizio, una tregua, e purtroppo, non si fa questa revisione, che è per tutti, e in modo particolare per noi Sacerdoti e Religiosi, che purtroppo, dobbiamo dirlo, ci siamo non poco allontanati dallo spirito degli Apostoli e dei primi cristiani.
Amati Fratelli, siamo ancora in tempo, e prima che questa revisione la faccia il Signore, con un’altra prova, forse più grave e dolorosa di quella da poco passata, facciamola noi.
L’esperienza di questi anni di guerra ce l’ha insegnato: Dio ha dei grandi disegni da compiere in questa sua ora, per tutto il mondo che vuole per sé; e l’umanità tutta si rivolgerà a cercare la vita, la luce, la vera pace, e questa non la troverà che in noi, perché alla sua Chiesa Gesù ha affidato questa missione, ma dobbiamo essere all’altezza della nostra vocazione; ed ecco la necessità di una riforma che si impone e presto, per evitare quella di Dio che certo non tarderà se noi non ci mettiamo in efficienza: Vangeli viventi.
Amati Fratelli, ho detto che, guai per noi, Poveri Servi, se questo, se questo appellativo fosse solo un nome, sarebbe la nostra rovina. Tra i fini della nostra Opera uno è questo: che nell’ora attuale noi siamo veramente Poveri Servi nel vero senso della parola. La nostra vita, il nostro modo di vivere, sia quello che il Signore ci ha dato per mezzo dello spirito puro e genuino dell’Opera, che in una parola deve essere quello degli Apostoli. E fu questo spirito che ha convertito il mondo: “Guardate come sono, come vivono i cristiani”, dicevano i pagani e si convertivano. Che se tutti hanno gli occhi verso di noi e domandano e vogliono vedere la nostra vita, e se ci trovano in pratica come quello che insegniamo, certo allora modelleranno su noi la loro vita.
Si fanno molte discussioni, si è scritto e si scrive molto, ma si pratica poco. E’ l’esempio che trascina, grandi e piccoli, dotti e ignoranti. Durante questo flagello si sono imparate molte cose, si sono studiati e si studiano nuovi mezzi per dare vita più tranquilla e normale ai popoli, sono cadute tante barriere.
Cari Fratelli, questo ci deve fare riflettere, come anche noi dobbiamo esercitare la nostra missione, e cioè richiamare in pratica il santo Vangelo, modellandoci noi Sacerdoti e Religiosi sul Divino Modello, sul primo Sacerdote, Gesù Cristo.
Ricordiamoci che noi saremo Religiosi, Sacerdoti in quanto saremo altrettanti Cristi. Gesù ci ha dato l’esempio e ci dice queste parole: “Come ho fatto io, fate anche voi”; e S. Paolo dice; (e questo lo dice a tutti i Cristiani, quanto più a noi) che “per essere ammessi al regno del Cielo, bisogna diventare conformi all’immagine del Figlio di Dio”. Che questo sia il vostro studio!
La società, l’umanità è in cerca di tutti i mezzi per dare pace, vita, benessere, e questo va bene, ma questa pace, vita, benessere, ricordatevi che non si può averla se non con Cristo e il suo Vangelo, altrimenti sarebbe un corpo senza anima.
Sono al termine, sono vicino alla sera della mia povera vita e vorrei che questa fosse come il mio testamento per voi, amati Fratelli. Per amor di Dio, vivete lo spirito puro e genuino dell’opera, e se alcuno non si sentisse, lo prego, lo scongiuro, per il bene della sua anima e dell’Opera stessa, se ne vada pure.
Gesù ha bisogno che nelle nostre vene scorra praticamente il sangue con il quale ha redento la povera umanità. Non si può dare quello che non si ha; perché il mondo è pieno di male, di odii, di vendette, perché gli ausiliari di Satana, sono fedeli esecutori e danno quello che da Satana ricevono.
L’Opera dei Poveri Servi deve essere di modello. Dio mio, quale responsabilità! Il mondo sarà conquistato con la follia della croce; l’umanità troverà il suo posto accanto a Gesù, in Cristo, con Cristo e per Cristo. Dobbiamo essere conche e canali, pieni di Gesù per dare Gesù. Noi deploriamo i mali degli altri: una mano sul petto: di chi è anche la colpa? Facciamo dunque una seria revisione per noi e subito, prima che la faccia il Signore; e questa revisione facciamola con promettere di vivere come cenci, come creta, umili, convinti della nostra miseria, ma abbandonati in Dio e nelle mani amorose della Divina Provvidenza, con cuore grande e generoso, cercando solo anime, anime, anime, nella forma e nel modo che hanno avuto Gesù e gli Apostoli, vivendo distaccati dalla terra e dalle creature, uniti a Cristo con la vita interiore, che in ginocchio vi raccomando, con amore grande e generoso, vedendo in tutto il prossimo, qualunque esso sia, l’immagine di Dio, e con un solo desiderio che tutti, un cuor solo e un’anima sola, facciamo un solo ovile sotto un solo Pastore.
La vita presente guardiamo di coordinarla con la futura; siamo circondati dalle meraviglie di Dio, tutto ci parla di Lui, tutto è dono suo; ma non fermiamoci qui: non abbiamo quaggiù città e dimora permanente, ma camminiamo verso la futura e celeste Gerusalemme; guai se perdiamo di vista il Cielo per il quale siamo fatti, il premio che lassù ci attende! Le anime seguiranno il nostro esempio, ascolteranno con più fede la nostra parola, e fra tante prove e dolori, specie in quest’ora, troveranno e gusteranno il cristiano conforto della nostra parola di fede e si orienteranno a Dio che ci ha creati, ci ha redenti per la vera vita.
Vi raccomando, amati fratelli, la carità, che deve essere il distintivo dei Poveri Servi. Via ogni grettezza indegna di un’anima religiosa e sacerdotale; senza la carità, anche se facessimo miracoli, non saremmo creduti; invece tutti disarmano dinanzi alla vera carità di Cristo. La predica che più si ricorda e che mai si dimenticherà è quella di un atto di carità compiuto nel silenzio e nel nascondimento a favore di chi soffre. La vera religione consiste nella carità: “Spezza all’affamato il tuo pane, accogli nella tua casa i poveri e i pellegrini, e se vedi un ignudo rivestilo, e non disprezzare la tua carne”.
Cari ed amati fratelli, come è bello richiamare questi grandi pensieri dei Libri Santi! Meditiamoli e soprattutto mettiamoli in pratica, secondo lo spirito puro e genuino dell’Opera. Guardate e ricordatelo sempre, che l’Opera dei Poveri Servi muore di certo se non sarà così, e che nessuna forza e nessun nemico esterno la può far deviare e rovinare; solo noi, se non viviamo e pratichiamo lo spirito puro e genuino. Guardate di far tesoro di queste mie povere parole.
Io sono sempre in mezzo a voi con il pensiero, con la mia benedizione e con la sofferenza; tutti benedico e con voi benedico la nuova pianta dei cari Fratelli Esterni, pianta che Dio ha messo vicina e assieme ai Poveri Servi e che farà un immenso bene nella famiglia, nella società e nel mondo.
Quanto desidero vedervi! Pregate tanto per me, che possa fare fino alla fine la santa volontà di Dio. Vostro aff.mo
in C. J. Sac. J. Calabria
* 524 Verona, 13-7-1945
Amatissimi Fratelli.
Il mio e vostro caro don Luigi viene in mezzo a voi, che tanta parte avete nel mio cuore e vi porta la mia benedizione, che è quella del Signore, perché tutti si conformino a vivere, sempre nello spirito puro e genuino dell’Opera dei Poveri Servi specie in quest’ora dove la Provvidenza se tutti ci troverà in piedi pieni di amore di Dio e di santi desideri di compiere la Sua divina volontà, cercando tutti i mezzi, tutte le vie, costino pure i più grandi sacrifici perché le anime, tutte le anime (grande parola per noi Sacerdoti e Religiosi è questa, anime), ritornino a Dio vivendo secondo la Sua divina legge, praticando il Santo Vangelo, dietro il nostro esempio pratico, non di parole ma di fatti.
Amati Fratelli, il vostro Padre è sempre con voi, con la preghiera, con la sofferenza perché, con la grazia di Dio, voi abbiate a compiere tutti quei disegni di bene, di luce e pace per mezzo di questo ramo della Pineta della Divina Provvidenza, che ha messo in Roma affidandola a voi nel nome e nella Divina volontà.
Fratelli si può meditare senza libro, considerando l’ora attuale con i suoi mali e con quello che domanda il Signore a noi.
Per amor di Dio corrispondiamo perché tutto passa, tutto è meno di un pugno di mosche, se noi coordiniamo la nostra vita presente a quella futura, salvando l’anima.
Pregate per il vostro don Giovanni, che ha tanto bisogno della Divina misericordia.
In C. J. Sac. J. Calabria
Raccomando il permesso, la facoltà per Negrar delle indulgenze Porziuncola.
* 2607/A 18-12-1945
(Ai fratelli di Costozza)
La Vergine Immacolata, nostra buona Mamma celeste, benedica e renda fruttuosi i vostri santi propositi, e vi ottenga di fare un ottimo Natale nell’amor di Dio e nello sforzo di comportarvi secondo la vocazione. Vi ricordo e benedico, uno ad uno, con effusione paterna.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6980 11-1-1946
Lettera ai miei cari Fratelli Religiosi della nostra Casa e dell’Opera dei Poveri Servi.
Cari e venerati Fratelli, per grazia di Dio abbiamo veduto l’alba di questo nuovo anno 1946.
Alla Messa dei Fratelli splendeva un raggio del sole che io ho augurato ai Fratelli di Verona, che come splendeva il sole, così splendesse per tutti il sole della grazia di Dio, per chiamare su noi i doni, gli aiuti dello Spirito Santo in questo anno pieno di pace, dopo una tragedia di dolori, di sangue e di morte.
Ma che nella mente e nei disegni della Divina Provvidenza questi dolori, questo sangue e questi morti sono un lievito, una forza, una chiamata per noi, per una generale purificazione e un insistente invito perché lo spirito puro e genuino dell’Opera dei Poveri Servi, che lo stesso Divin Fondatore ha messo, sia sempre in efficienza per compiere tutti quei disegni che sono propri dell’ora attuale e che l’Opera è chiamata, sempre con questo spirito, ad attuare.
Amati Fratelli, in quest’anno, a me pare, mi sento che il Signore voglia, in modo particolare, beneficare tutta la povera umanità con grazie e lumi tutti particolari, per far sì che tutti, nessuno escluso dei nostri fratelli del mondo, possano orientarsi e modellare la vita sull’insegnamento di nostro Signor Gesù Cristo, venuto al mondo umanamente per affratellare tutti in uno solo, fondando a questo scopo e fine la sua Chiesa, promettendo solo a questa di essere con Lei fino alla fine del mondo, assistendola con il suo Spirito.
Ma perché ciò avvenga è necessario che il Signore trovi lo stesso Spirito, lo stesso insegnamento, la stessa vita degli Apostoli e dei primi cristiani.
Cari Fratelli, è indiscutibile che non si può edificare se non con Cristo e il suo Vangelo, il quale è uno solo, unico, che con l’andar dei tempi si è diviso, portando a poco a poco l’umanità lontano da Dio.
Senza luce non si può vedere, non si può camminare. La luce siamo noi, e non solo per noi, ma per tutto il mondo, che in quest’ora di tenebre e di sconvolgimento sente il bisogno di ritornare a Dio e al suo Vangelo.
Fratelli, pensiamo che tutte le ricchezze che abbiamo, non sono per noi soli, le dobbiamo dare a chi ne è privo, a chi ha ricevuto [... non leggibile] che portano fuori di strada.
Fratelli, pensiamo: a questi nostri fratelli manca la luce: diamola noi con lo spirito che il Signore ha messo. Dio mio, che grande grazia, ma che grande responsabilità! Che quest’anno sia un anno di preghiere, perché tante anime ritornino alla Madre, alla vera Chiesa.
Oh, il ritorno dei fratelli è sempre stato per me il mio ardente desiderio. Credo che sia il palpito continuo di Gesù.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 10709 Verona, 7-2-1946
Il Sacro Cuore di Gesù, benedica, protegga e compia i suoi divini disegni sulla sua Casa del Sacro Cuore di Negrar a bene dei fratelli che soffrono.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 6077 Mercoledì Santo 1946 [17-4]
[Ai fratelli di Negrar]
Una fittissima pioggia di grazie e doni, prima spirituali e poi in aggiunta anche materiali, su tutta la cara e benedetta Casa del Sacro Cuore di Negrar, perché la divina Provvidenza compia senza ostacoli diretti i suoi divini disegni a gloria del Padre, a santificazione dei Fratelli, di questa benedetta Casa e a bene spirituale e corporale di chi viene raccolto.
Mi raccomando alle orazioni.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 1363 14-11-1946
Ai miei cari Fratelli nel Sacerdozio.
La grazia, la pace di Gesù, siano sempre con le vostre anime, specie in questo urgente, urgentissimo momento, dove il nostro Signore, ancora una volta, ci chiama ad una seria e pratica revisione di noi stessi, per essere cristiani, e in specie poi ministri dello spirito puro degli Apostoli e dei primi cristiani, ad arginare il male che, capitanato da Satana, si muove contro la Santa Chiesa di Dio, per fare il possibile per distruggerla, e che noi come Sacerdoti dobbiamo, verbo et opere, resistere anche fino al martirio, perché Cristo Redentore e Salvatore della povera umanità, con la sua Chiesa possa venire nel suo posto, per la vita presente e poi per la futura; perché questa è la verità: “non siamo fatti per la vita terrena, ma per l’eternità”.
La vita presente dono grande di Dio, deve essere per il cristiano e per tutti coordinata in relazione alla vera vita. Venerati Confratelli, chiedo perdono, ho fatto per ubbidienza, scrivo prima a me, e poi a voi. Quanto è necessario che noi Sacerdoti e Religiosi, ci mettiamo sul serio a rivedere le nostre partite, ritornare al Santo Vangelo pratico. E’ benedicendo un libro, che nato, come scrisse un’Eminenza nel cuore dell’umile Congregazione dei Poveri Servi, e stampato nella tipografia, e quel libro che tutti conoscono per grazia del Signore benedetto, si diffuse oltre i mari, fu tradotto in varie lingue, ed ha portato un grande bene alle anime nostre ed alle anime dei fedeli. Ora, per grazia di Dio, si è arrivati alla quarta edizione.
Quanto dobbiamo ringraziare il Signore di questa luce, di questo faro che Lui ha voluto, perché io credo che proprio lo Spirito Santo, mentre si legge e rilegge quel libro, una nuova luce faccia scendere nelle nostre anime, a fare dei seri propositi. Ma io da un po’ di tempo mi sento che questo libro, più che sia testo o quasi testo nei seminari e case religiose, specie nei Noviziati, che lo si faccia leggere, meditare da giovani Leviti, e perché no? Scegliere dai Rettori e Padri spirituali, un giorno, come di esame pratico. Bisogna ritornare indietro, bisogna andare alle radici, bisogna che i nostri giovani Sacerdoti, vengano fuori tutti pieni dello spirito apostolico, modellando la loro vita con quella di nostro Signore Gesù Cristo.
Solamente così potremo avere con noi lo stesso Gesù e andare incontro, e vincere Satana, e costruire con Cristo il nuovo mondo, che, senza di Lui, va alla rovina. Avrei rimorso al punto della mia non lontana chiamata, se non avessi esposto prima a me e poi a voi, venerati miei Confratelli nel Sacerdozio, questi pensieri che mi pare mi siano suggeriti dal Signore, a bene della mia povera anima e a gloria di Dio, ed a nostra personale santificazione.
* 8878/A 26-2-1947
A tutti i miei cari Fratelli di Costozza
Grandi celesti benedizioni e fervidi auguri a tutti i miei confratelli che tutti porto nel cuore e prego e soffro perché tutti si santifichino, per poi santificare. Mentre mi raccomando alla carità delle preghiere. Dio vi benedica tutti il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8878 1-7-1947
Fonogramma: Augurando, benedicendo faustissimo giorno Preziosissimo Sangue, Venerato Padre unito sacerdoti, fratelli e figlioli della Casa Madre partecipa intimo gaudio diletta famiglia Costozza attorno Novello Sacerdote invocando propizie grazie celesti, spirito riparazione, preghiere, conforme programma genuino Opera Poveri Servi
Don Giovanni
* 8876 8-7-1947
Miei cari ed amati fratelli [Costozza],
la grazia e la pace del Signore Gesù sia sempre con voi.
Ricevuti con grande piacere i vostri santi auguri, eccomi a ringraziarvi sentitamente, in modo speciale quelli tra voi che hanno scritto tanti bei sentimenti di filiale affetto.
E’ sempre caro al cuore di un padre leggere negli occhi e nel contegno dei figli, la bontà di cuore, il desiderio di far sempre meglio nella via del Signore. Quindi siate certi che mi avete procurato un grande conforto con le vostre parole, anche se non posso rispondere a ciascuno in particolare. Voi conoscete quanto vi voglio bene, e come vivo per voi, e come prego perché vi manteniate fedeli allo spirito puro e genuino dell’Opera grande, e siate degni Servi della Provvidenza di Dio nel compimento dei suoi disegni. Vi porto nella mente e nel cuore; penso spesso alla Casa di Costozza, augurandomi che sempre siate all’altezza della vostra nobile missione e vocazione. Pregate per me; io prego per voi, mentre di gran cuore vi benedico tutti e ciascuno e ricordatevi che vi porto tutti nel cuore.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 290 22-7-1947
Ai miei cari Confratelli, in modo particolare ai Fratelli Consiglieri.
Io credo di non aver mai detto quello che mi sento di dover dire ora, a bene delle nostre anime religiose, e a conferma che l’Opera alla quale per somma grazia e misericordia del Signore noi apparteniamo, è opera tutta sua, perché fu Lui che la ispirò e fondata per mezzo di me povero e misero strumento, zero e miseria, per maggiormente far risplendere la sua bontà e misericordia; di più quest’opera ha relazione con l’ora attuale con fini tutti particolari, fini che ha maturato con segni particolarissimi.
Come tante volte avete sentito, quest’Opera è nata, e cresciuta sempre come conseguenza di segni che in modo particolare fino all’inizio il M. R. P. Spirituale, P. Natale, al quale per grazia di Dio io ho obbedito fino al momento della sua morte che fu il 21 ottobre 1941, e questi segni si sono sempre avverati; condizione questa perché l’Opera andasse avanti.
Ora per grazia di Dio siamo al quarantesimo di questa piccola e grande Opera, e tutti siamo stati testimoni del bene che ha fatto e fa per mezzo dello spirito puro e genuino che lo stesso Iddio ha messo e che, guai, sarebbe la morte certa se non fosse sempre mantenuto, e che vissuto e mantenuto farà opere da far strabiliare il mondo, specie in quest’ora. Ed è questo che fa fremere Satana e che tenterà ogni cosa e sotto diverse forme, anche di zelo, di santità, di grandezza di bene per farla deviare; cari, basta un tantino, un millimetro e l’Opera non è più quella.
Cari confratelli, questa mattina celebrando la S. Messa e subito dopo mi sono sentito una forza, da dire a voce e di raccomandare come mio testamento di difendere usque ad sanguinem questo spirito che per grazia grande di Dio conoscete, e che tutti dobbiamo viverlo nella sua integrità. Ormai sono vicino alla grande chiamata, anche noi presto o tardi saremo, voglio sperarlo, tutti uniti in Paradiso e di là vedremo quanta gloria di Dio e bene delle anime si fa per mezzo di quest’Opera, ma quale responsabilità, se per colpa nostra questo spirito venisse a mancare permettendo che sia trasformato. Sarebbe la rovina di questi per tutta l’eternità, ed è questo spirito che il demonio vuole, e che farà di tutto non con i nemici esterni ma con noi, gens tua et… grandi parole da meditare. Nessuna forza esterna, solo noi, amati Consiglieri.
Ed ora in ginocchio vi prego e vi scongiuro, se volete, se vogliamo, un giorno trovarci tutti uniti in Cielo con Gesù e Maria, vivete, vivete fino alla morte, lo spirito puro e genuino che Gesù stesso ci ha messo, e così crescendo in bontà, ritenetevi cenci, stracci, disposti a tutto, tutto è grande nella Casa di Dio.
In C. J. Sac. J. Calabria.
Atto della mia ultima volontà. In C. J. Sac J. Calabria.
* 7079/A 6-8-1947
Carissimi confratelli (Borgata Gordiani)
Dio sia sempre con voi. Voi beati. Pregate per me, per l’Opera del Signore
in C. J. Sac. J. Calabria
* 6978/A 7-8-1947
In occasione del IV centenario dalla morte di S. Gaetano Thiene e XL della fondazione della Casa
Miei amati figlioli
Questa mattina, appena celebrata la S. Messa, ho sentito nel mio cuore e mi è venuta spontanea sulle labbra una parola che mi ha fatto grande impressione, e la dico subito anche a voi, che avete la grazia di abitare questo palazzo di Dio, di essere sotto le ali della divina provvidenza.
E la parola è questa:” Segna la mia strada”.
L’ora attuale è tanto oscura; non sappiamo quello che può avvenire da un momento all’altro. In questa oscurità quanti hanno smarrita la via!
Ma la Divina Provvidenza che a grandi mali prepara grandi rimedi, chiama anche noi a segnare, a tanti nostri fratelli, la strada, perché non vadano alla rovina, al precipizio. Si è smarrita la via, perché ci siamo allontanati da Dio, dal Vangelo, dalla vita degli apostoli e dei primi cristiani. Bisogna mettersi sulla via che sola ci conduce all’eterna salvezza ed ha le promesse della pace, del benessere e della prosperità anche terrena.
Bisogna ritornare a Dio e alla sua santa legge; bisogna ritornare a Cristo e al suo Vangelo, non solo in teoria, ma in pratica; non solo dagli altri, ma anche da noi, e specialmente da noi sacerdoti e religiosi. Bisogna vivere come i primi cristiani. Amati figlioli, io per il primo mi metto una mano sul cuore e mi domando: conosco e pratico questa via, che poi devo segnare agli altri? Bisogna che la conosca bene, in pratica, che vada innanzi ai fratelli, vicini e lontani con la lanterna della fede, con la fiamma della carità e delle buone opere.
Così fate anche voi. Quale grazia ci fa il Signore con questo invito! ma anche quale responsabilità!
Ve lo dico con certezza: l’Opera dei Poveri Servi ha stretta relazione con l’ora attuale; occorre dunque che siamo in piena efficienza per compiere i nuovi, grandi disegni, propri della grave ora che attraversiamo.
In questi giorni consacrati al ringraziamento per i doni e le grazie senza numero che la Provvidenza ha elargito alla sua Casa, in 40 anni di vita, sotto la protezione di S. Gaetano Thiene, nel IV Centenario della sua morte, facciamo dei fermi propositi di rinnovarci, vivendo lo spirito puro e genuino dell’opera, per corrispondere così alla nostra speciale vocazione, e poter andare innanzi agli altri con la fiaccola ardente della fede e della carità, e in questo modo segnare la strada che conduce sicuramente alla vita eterna.
Pregate tanto per me, ormai vicino alla grande chiamata. Vi sono sempre vicino con la preghiera e la sofferenza, ed anche ora paternamente vi benedico. Vostro aff.mo
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7079/B 10-8-1947
Il Padre ai figli diletti nel 50º della vestizione clericale
Il Povero Servo è sempre contento del posto che Iddio gli ha dato, qualunque esso sia; e non soffre di quelle agitazioni interiori per cui certe anime ripensano continuamente alla propria vocazione, e cambiano strada con facilità in cerca di una risoluzione più soddisfacente. La vera risoluzione non può essere che interiore, e consiste nel rendersi conto che non tanto importa quale sia il posto occupato nella Chiesa di Dio, quanto il modo con il quale tale posto viene occupato.
Anche il compito più umile può illuminarsi con la luce della santità; ed è questo che conta, solamente questo.
Colui che si affanna per organizzare, dirigere, oppure servire un gran numero di opere apostoliche, per quanto con retta intenzione, corre pericolo di sbagliare.
Chi invece si accontenta della propria missione, e si sforza di approfondirla, più che di superarla per rivolgersi ad altro, così che in essa tutto sia appropriato e ben fatto, a servizio di Dio e degli uomini, possiede una formula di felicità, di perfezione, e di successo. Non multa, sed multum.
Don Giovanni
* 10712 Verona, 7-10-1947
[Ad novello Povero Servo, don Manzetti o fr. Pistella]
Carissimo,
La grazia, la benedizione e la pace del Signore siano sempre nei nostri cuori.
Il ricordo della tua prima professione ti sia stimolo continuo di santificazione.
Ricorda l’avviso di San Paolo: Sic currite ut comprehendatis – Correte in guisa da far vostro il premio.
Ti benedico, prega per me.
Tuo in C. J. Sac. J. Calabria
* 8877 28-10-1947
Telegramma per la consacrazione della Chiesa della Casa di Costozza:
Assente corpo presente spirito solenne consacrazione chiesa raccomando consacrazione vostro spirito puro genuino Opera. Celebrata santa Messa invoco copiose celesti grazie ringrazio eccellentissimo Vescovo chiedo benedizioni a tutti preghiere.
Sac. Calabria
* 6978/B Natale 1947
Miei carissimi,
La grazia del Signore Gesù sia sempre con voi.
Vi mando i miei fervidi auguri per le feste del Natale e per il nuovo anno 1948 che avremo, speriamo, la grazia di cominciare presto.
E il mio augurio è che possiate sempre stare fedeli al nostro spirito puro e genuino, quale conoscete per tanti anni ormai di esperienza. Fedeli ad esso, coopererete allo sviluppo della grande Opera a cui per grazia del Signore apparteniamo.
Vi sono sempre vicino con la mente e col cuore; vicino anche con la sofferenza, che in certi giorni è più grande; speriamo serva anche questa a propiziare la benedizione del Signore per me e per voi tutti affinché il vostro ministero sia più efficace a gloria di Dio, a bene delle anime di codesta Borgata.
Pregate per me, che tanto ne ho bisogno. Io vi ricambio con la paterna benedizione, data più col cuore che con la mano. Una grande benedizione a tutti i cari fratelli
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7079 1947 [?]
Ai miei cari Confratelli, in modo particolare ai miei Fratelli Consiglieri.
Io credo di non aver mai detto quello che mi sento dover dire ora a bene delle nostre anime religiose e a conferma che l’Opera alla quale, per somma grazia e misericordia del Signore, abbiamo la grazia di appartenere, è Opera tutta sua e tutta propria dell’ora attuale, con fini tutti particolari che in questi ultimi anni il Signore ha maturato con segni tutti speciali come avete veduto tante volte.
L’Opera è nata e cresciuta sempre con condizione di segni che in modo particolare, fin dall’inizio il V. P. Spirituale ha messo e sempre si sono avverati: condizione perché l’Opera andasse avanti.
Ora, secondo i programmi di Dio, al 40º di questa piccola e grande Opera, e per grazia di Dio, siamo testimoni del bene che ha fatto per mezzo dello spirito puro e genuino che lo stesso Signore ha messo, e che sicuramente sarebbe la morte certa, se non fosse sempre mantenuto e, se mantenuto, compirà disegni da far strabiliare il mondo, specie in quest’ora. Ed è questo che fa fremere Satana e che tenterà ogni via, e sotto diverse forme anche di santità e di prodigi, di far deviare. Amati consiglieri, quanto…
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8766 28-3-1948
Ai Religiosi Poveri Servi,
A tutti i miei carissimi Fratelli, a tutti della Casa di S. Zeno in Monte, a tutti i componenti di questa grandissima Opera del Signore in questo momento, sgorga spontaneo dal mio cuore, l’augurio di Buona Pasqua.
Sì, sì, buona Pasqua miei carissimi, che questo santo giorno segni per tutti noi l’inizio d’una vita più santa, secondo che vuole il Signore da noi che abbiamo la grande fortuna di vivere, di abitare questo divino bastimento, che vive sul mare, ma che mai il mare entrerà nel bastimento nostro se noi lo vogliamo.
Buona e santa Pasqua, io vi porto tutti nella mente e nel cuore e spero che le mie prove e sofferenze, oltre che alla mia povera anima, porteranno un ricco patrimonio di santità a tutti e ciascuno di Voi.
Di nuovo buona Pasqua.
Vi benedico tutti più con il cuore che con la mano.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8032 21-5-1948
Ai Religiosi “Poveri Servi” Pineta Sacchetti – Roma
Miei amatissimi Fratelli,
La grazia, la pace di Gesù Benedetto siano sempre con noi.
Sono qui davanti al mio Crocifisso che deve essere anche il vostro, ed ecco la parola che mi sgorga spontanea dal cuore in questo momento che il caro don Ottorino ritorna in mezzo a voi, per cooperare assieme a voi con grande spirito di fede in Dio e di abbandono nella Divina Provvidenza, al vostro apostolico quotidiano lavoro, tutto intento, specie in quest’ora di grazie, direi quasi di miracolo per la nostra cara Patria e per Roma centro del grande amore, dello Spirito Santo che vive continuamente nel Vicario di Cristo, il Sommo Pontefice, il regnante e glorioso Pio XII.
Amati fratelli, in ginocchio vi prego vi scongiuro, che per amore di Dio non passi invano quest’ora senza attendere prima di tutto alla vostra personale santificazione, con lo spirito puro e genuino della nostra Opera.
Santificando noi stessi, santificheremo tutti i membri dell’Opera; con la nostra santificazione compiremo tutti quei grandi e nuovi disegni, propri dell’ora attuale e che Gesù vuole compiere per mezzo dell’Opera. Quale grazia, ma quale responsabilità! Mi pare di vedere in noi un primo anello al quale il Signore ne vuole unire tanti altri e l’ultimo è un grande premio che gusteremo in dono in mezzo alle prove e sofferenze, la gioia e la pace dell’anima, preludio dell’eterno premio che avrete, terminata la vostra terrena giornata.
Amati fratelli, tutti assieme, uno con tutti, sotto la guida di chi nel nome di Dio è messo a capo e responsabile della Comunità Romana. Comunità che Gesù guarda e aiuta e aiuterà anche con miracoli, se saranno necessari, sempre se sarà, se vivrà con lo spirito puro e genuino dell’Opera, Patrimonio di Dio.
Amati fratelli, pregate tanto per me e ottenetemi grande misericordia dal Signore, io tutti vi porto nel cuore e ad uno ad uno vi benedico.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 9011 Verona, 2-7-1948
Miei cari ed amati Fratelli,
la grazia di Gesù benedetto vi accompagni sempre nel cammino della vostra vita, affinché possiate fare tanto del bene ai cari giovani che la divina Provvidenza vi affida da aiutare nella via del bene.
Mi giungono graditissimi i vostri filiali auguri per l’Onomastico; un po’ in ritardo vi posso rispondere; e vi dico il mio ringraziamento per le espressioni di riconoscenza, e per le preghiere che fate per me, che tanto ne ho bisogno.
Vi penso su codesti monti, a contemplare le magnificenze della natura, che cantano la gloria di Dio e invitano a pensieri di cielo. E sono certo che voi approfittate di questo tempo di riposo corporale, per irrobustire lo spirito e renderlo più alacre nel servizio di Dio. Vi invoco la grazia di andare innanzi nella virtù, secondo lo spirito puro e genuino dell’Opera, affinché possiamo allargare il campo di lavoro, e abbracciare tante e tante anime, irradiando su esse la grazia, la luce, la carità di Cristo.
Dite ai giovanetti, che anche di lontano li seguo con affetto più che paterno; la Provvidenza li ha condotti sotto le sue ali, non tanto per il sollievo del corpo quanto per infondere nel loro spirito la forza e la volontà di amare Gesù e di camminare sui suoi santi esempi nella via della bontà, dell’obbedienza, della preghiera, della santità insomma. Siano grati al Signore per tante grazie; e vedano di immagazzinare virtù durante questi giorni, per tornare rifatti nel corpo e nello spirito alle loro case, a essere la consolazione dei genitori, l’esempio ai loro compagni.
Dite loro che li ringrazio degli auguri e delle preghiere che fanno per me. E tutti li benedico, assieme alle loro famiglie.
A voi, cari Fratelli, una benedizione speciale dal fondo del mio cuore, e l’augurio che siate luce che illumina, calore che riscalda di amore a Dio.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 9901 Verona, 2-7-1948
[Al Fr. Signorini Domenico e Fratelli- S. Pancrazio]
Miei carissimi,
La grazia di Gesù benedetto sia con voi, sempre.
Solo oggi posso rispondere ai vostri graditissimi auguri, che mi avete mandato per l’Onomastico. Il Signore vi rimeriti della vostra bontà per me, e delle preghiere che avete fatto in quel giorno. Oh, è questa una carità fiorita, della quale il Signore certamente vi ricompenserà.
Io prego per voi tutti, che possiate corrispondere alla grazia che vi ha fatto la divina Provvidenza, accogliendovi nella sua Casa. Ricordatelo bene: non è una casa qualunque di riposo, come le altre; è una Casa speciale, in cui la Provvidenza vi ha messo perché vi vuol bene, vi vuol santi.
Cercate di approfittare di questa grazia; e, mentre riposa il vostro corpo dalle fatiche dei vostri anni di lavoro arricchite il vostro spirito della grazia di Dio, attendendo alla preghiera, all’esercizio della carità fraterna, alla custodia di voi stessi.
Vogliatevi bene gli uni gli altri, nel nome del Signore. State fedeli alle Regole della Casa, che sono date unicamente per il vostro bene e per il buon ordine della Casa. E sarete contenti: i vostri anni scorreranno lieti e felici sotto lo sguardo del Signore, fino a quel giorno beato in cui vi addormenterete placidamente nel Signore.
Siamo tutti di passaggio quaggiù; siamo incamminati verso la Patria celeste. Beati noi se cammineremo, ilari e contenti, fedeli e generosi, sotto la guida del Signore in questa sua Casa: il Paradiso è nostro.
Grazie dei vostri auguri, grazie delle preghiere; continuatemi questa carità. Io prego per voi, e di gran cuore vi benedico.
Giovanni Calabria
* 8983 Verona, 22-7-1948
A tutti i miei cari e amati fratelli, piccoli e grandi che hanno la fortuna di abitare o per sempre, per la loro dedizione al Signore, o solo in parte, per ricevere doni e grazie che il Signore per mezzo dell’Opera che è sua, l’Opera dei Poveri Servi, per essere un giorno fuori della Casa veri uomini cristiani, tutti d’un pezzo, per bene e santificazione loro e della società alla quale appartengono, il mio saluto e la S. Benedizione del Signore che sia per tutti apportatrice di grazie prima per le anime e poi per il corpo.
Il vostro don Giovanni vi è sempre vicino, prega, e anche soffre perché voi abbiate ad essere sempre buoni. Pregate tanto per me e con i vostri Superiori vi dico e vi insegno che il solo importante è arrivare a Dio per le strade che il Signore vi indica.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7042 Agosto 1948
Ai Religiosi Poveri Servi.
Carissimi in Domino,
Come l’aria penetra i vostri polmoni e vi risana e vi dà forza, così il pensiero di Dio, della sua Provvidenza, della grandezza di quest’Opera, della vostra specialissima vocazione, penetri e pervada tutto il vostro essere di cristiani e Religiosi e vi fortifichi per combattere “usque ad sanguinem” per il santo Regno di Dio e per le anime.
Pregate per me. Vi benedico
In C. J. Sac. J. Calabria
* 213 11-2-1949
Amati fratelli
Fatevi santi, vivete lo spirito puro e genuino della Opera, alla quale appartenete e pregate per il vostro Padre, che mai come ora, sente il bisogno dell’aiuto di Dio. Voi potete, se volete, far molto.
Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8465 27-2-1949
Carissimo Confratello,
La grazia di Gesù benedetto sia sempre con noi. In questa santa domenica, I di Quaresima, sento una forte spinta a rivolgerti una mia parola che sgorga spontanea dal cuore di padre che sente tutte le ansie e i desideri dei cari figli.
La Provvidenza ti ha dato una porzione del mistico gregge da pascere, anime da condurre alla salvezza eterna, educandole alla vita veramente e praticamente cristiana. E tu sei un Povero Servo: come tale, devi irradiare attorno a te lo spirito puro e genuino dell’Opera, devi svolgere il tuo nobile ministero secondo questo spirito che il Signore Gesù stesso ha immesso nella sua Casa.
Ed oh, quanto è urgente nei nostri tempi, far rivivere lo spirito cristiano del santo Vangelo! E’ di pochi giorni fa l’accorato appello del Santo Padre, Vicario di Cristo, per un rinnovamento spirituale dei cristiani nell’ora presente così gravida di minacce, ma così importante per l’avvenire della Chiesa e del mondo.
Se tutti devono corrispondere all’appello ed aspettazione del Papa, Vicario di Gesù Cristo, quanto più il Povero Servo messo dal Signore a reggere una Parrocchia. Animo, dunque; se mi è lecito, aggiungo la mia calda esortazione a quella del Santo Padre; e dico a te: Abbi cura del tuo gregge; spendi generosamente le tue sollecitudini per il bene delle anime. Tutte, tutte le anime siano oggetto delle tue premure, e del tuo amore.
Mi par di doverti ripetere con San Paolo: Non lasciar passare invano la grazia del Signore, poiché nel tempo accettevole, ti esaudirò. Ed eccoci proprio nel tempo accettevole la Quaresima di preparazione alla Pasqua, preparazione alla risurrezione nostra insieme con Cristo. “In ogni cosa mostriamoci degni ministri di Dio, con la pazienza, la sofferenza, le fatiche” lo zelo per le anime.
In particolare poi mi sento di raccomandarti quelle pecorelle del gregge che, sviate da teorie erronee, combattono contro il Signore e contro la sua Santa Chiesa. Poveretti! sono degli sbandati, dei fuorviati, dei malati. Per essi occorrono cure più sollecite, perché anche essi sono pecorelle di Dio, redente dal Sangue di Gesù Cristo, chiamate alla santità come tutti gli uomini.
Certo, non dobbiamo transigere con l’errore; ma dobbiamo ben scindere l’errore dall’errante: l’errore è una cosa, l’errante un’altra. Non sia mai che il Povero Servo trascuri queste anime, che il Signore vuol salvare, sono nostri fratelli. La nostra Opera ha di mira particolarmente i più poveri; e non è una povertà grandissima quella dello spirito, più ancora di quella del corpo e della vita materiale? Abbi dunque una cura speciale per costoro; cerca di accostarli con la carità di Cristo, con l’affetto e la tenerezza di padre, sull’esempio di Gesù, che andava in cerca dei peccatori anche più traviati; volentieri li accoglieva, li confortava, li convertiva.
A tal fine, ricorda che siamo tutti un sol corpo, il Corpo Mistico di Cristo; quindi, ogni buona azione fatta da un membro, rifluisce beneficamente sulle altre membra; e, come nel corpo fisico, il lavoro della vita si intensifica proprio là dove più grande è il bisogno per una malattia o una infezione, così tu, Povero Servo, nello spirito dell’Opera, procurerai di portare giovamento a quanti sono lontani. Una preghiera, una buona azione, una sofferenza, un sospiro d’amore a Gesù… son tutti mezzi efficaci della grazia per far del bene alle anime.
Io stesso, tenendomi unito a te, offrirò una intera giornata per il bene delle anime a te affidate: preghiere, sofferenze; e ogni altra cosa saranno una invocazione a Gesù perché salvi tutti, specialmente chi ne ha più bisogno.
Dillo pure ai tuoi fedeli, che io sono a loro vicino, vicinissimo col cuore, perché tutti li desidero quali li vuole il Signore. Che se tutti davvero ci metteremo a vivere cristianamente, oh allora sì il mondo cambierà faccia e i tempi si faranno migliori. Con la grazia di Dio si metteranno a posto anche le cose materiali della terra, si avrà la pace; ma in disgrazia di Dio, nel peccato, ogni cosa andrà a male, e in scompiglio.
Ti ho aperto il mio animo, per infervorarti al lavoro spirituale in bene dei fedeli. Ti porto nella mente e nel cuore, facendo mie le tue cure e le tue sollecitudini per il regno di Dio nelle anime. Prega tanto per me, fa pregare per me: ne ho tanto ma tanto bisogno.
Che tutti ci possiamo trovare uniti un giorno lassù in Paradiso, a cantare le divine misericordie, e godere il frutto della nostra povera vita spesa per i cari fratelli.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8465/A 3-6-1949
Iº venerdì del mese di giugno 1949
Il cuore del Padre al mio caro don Sandri e a tutta la cara Casa di Nazareth, perché compia tutti i disegni che Gesù vuol compiere, specie in quest’ora che domanda in modo tutto particolare, sacerdoti e religiosi santi, per santificare tutto il mondo.
Mi raccomando alla carità delle orazioni
in C. J. Sac. J. Calabria
* 9030 7-6-1949
Il cuore del Padre è sempre in modo tutto particolare per i miei cari fratelli e tutta la benedetta Casa del Sacro Cuore di Negrar, da Gesù tanto amata e prediletta, perché tutta sua in coloro che hanno la grazia di appartenervi. Gesù benedite, santificate tutti i membri di questa vostra Casa.
Pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 2286 19-6-1949
Ai miei cari Fratelli e Sacerdoti.
La grazia, la pace di Gesù siano sempre nei nostri cuori.
Con quanta gioia ho ricevuto la notizia che il Rev. Padre Venturini ha avuto l’ispirazione di fare la giornata Sacerdotale, benedetta dal S. Padre.
Quanto più mi avvicino alla grande chiamata, mi persuado della gravità dell’ora attuale.
Follia della croce. La giornata Sacerdotale fu come una luce per dire quello che dobbiamo fare noi sacerdoti. Siamo anche ottimisti. Tornare al S. Vangelo in pratica. Il S. Padre… Come cominciare noi? Come fu salvato il mondo?
Pazzia della croce. Realizzare il Vangelo, come gli apostoli. Essere uomini di fede, distaccati dalle cose terrene, non essere ristretti.
Carità per i più poveri. Sembra difficile, ma abbiamo l’Eterna parola, finito il tempo di tanto parlare. Noi abbiamo bisogno di fratelli. Grande impostazione della vita interiore, grandi pratiche di pietà, obbedienza e orizzonti vasti, raccomando tanto.
Il mondo guarda a noi, noi siamo dei privilegiati. Con la carità molto amarli, non teniamoci lontani, cerchiamo di convertirli. Esempi di Cristo, teoria dei vasi comunicanti. Carità, compatimento. La chiesa è fondata sugli Apostoli e su noi.
* 2550 Verona, 23-6-1949
Ai Chierici Poveri Servi Ordinandi, don Dellai, don Vicentini e don Favarin.
Carissimi,
La grazia, la benedizione e la pace del Signore siano sempre nei nostri cuori. Sono qui nella Casa del S. Cuore di Negrar, penso a voi in modo tutto particolare e prego per voi.
Siete partiti da S. Zeno in Monte con la benedizione e le parole che vi ho dette, parole che vi ho dette col cuore e benedizione sgorgata dal cuore.
Avete un segno di particolare benedizione: fare gli Esercizi in preparazione alla Ordinazione del Noviziato, il Cenacolo santo della Congregazione, luogo santo e santificato dalla preghiera e dalla vita passata nello studio e nell’esercizio della santità.
Siatene grati al Signore e ricordate che i presenti giorni sono per voi di una importanza decisiva nella vostra vita. Gesù vi parla, Gesù vi vuol fare suoi ministri per continuare la sua missione, la salvezza delle anime per le quali si è immolato e immolerà anche per le vostre anime.
Come vi sarete accorti quando vi parlavo, sono trepidante, e quest’anno più di ogni altro passato. Sarete sacerdoti… quale onore e quale dignità e quale responsabilità… e sacerdoti dei Poveri Servi in quest’anno, anno della nostra Pentecoste.
L’ora presente per la Chiesa e per il mondo: e si può dire che il mondo è imperniato sui Poveri Servi, il Signore ha dei disegni particolari da eseguire e vuole eseguirli per nostro mezzo e con la nostra cooperazione. Sono trepidante, ma mi sento sicuro se vorrete vivere e vivrete lo spirito puro e genuino dell’Opera, beati voi nel tempo e più beati nell’eternità; la vostra vita sarà spesa per il Signore e per le anime e Gesù non si lascerà vincere in generosità statene certi. Tutto passa, il bene resta ed è premio che il Signore vi darà.
Pregate per me, per il vostro Padre che vi porta nel cuore, pregate per il Casante dell’Opera, che non sia come le insegne stradali che indicano la direzione per i viandanti e restano sempre ferme e si consumano e sono rose dalla ruggine e dalle intemperie, ma sia una insegna invitante e semovente per arrivare insieme; che si compia la preghiera che faccio tutte le mattine dopo la santa messa: Ut cum fratribus meis et pueris tuis laudem Te in saecula saeculorum.
Confido vedervi presto e darvi la S. Benedizione per poi poter riceverla da voi.
Il Cuore di Gesù vi inondi del suo amore per Iddio e per le anime e vi faccia tutti suoi per il tempo e per l’eternità; e ricordate che nessuna forza umana può rovinare, distruggere quest’Opera di Dio, solo noi se non viviamo lo spirito puro e genuino che Gesù ha messo. Di gran cuore vi benedico. In C. J. Sac. J. Calabria
* 7024 Negrar, 18-7-1949
Ai Religiosi Poveri Servi in occasione del Decreto di Lode.
In questo momento sento nel mio cuore di Padre di questa piccola ma grande Opera dei Poveri Servi, tutto il mio ringraziamento e la più viva riconoscenza per il dono che il Signore mi ha fatto, ci ha fatto, dando il sigillo, il suo via di approvazione dell’Opera stessa, per mezzo del Decretum Laudis. E questo dono e questa approvazione lo sapete quando è avvenuto? Proprio nel giorno del Sacro Cuore, quasi a conferma delle mie povere parole che tante e tante volte avete sentito.
Quindi vi raccomando di stimare, di amare questa Opera che non è mia, ma di Gesù, opera nata nel suo Sacro Cuore.
Amati e venerabili Fratelli, in questo momento unitevi anche voi a me, in un cuor solo, in un’anima sola per ringraziare dal fondo del cuore il Signore per tanto dono che ci ha dato per mezzo della sua sposa, la Santa Chiesa, e subito dopo averlo ringraziato, io per il primo mi metto in ginocchio e voi a me unitevi nel domandare perdono di tanti mancamenti, di tante defezioni e dei peccati che abbiamo commesso qui nella sua Casa, sotto i continui e grandi benefici; prima per la nostra anima, ostacolando chissà quali disegni di bene che la Provvidenza avrebbe compiuto, e facciamo una grande, una solenne promessa di cominciare sul serio a vivere lo spirito puro e genuino dell’Opera, che il Signore ha messo e che oggi è confermato dalla S. Chiesa per mezzo delle sante Costituzioni, segnatamente come ha detto l’ inviato del Vescovo, modificate secondo i bisogni e la finalità dell’Opera che Dio ha voluto.
Amati Fratelli, la grazia, il dono che ci ha fatto, è dono grande, ma se grande è il dono, grandissima è la responsabilità che pesa su tutti noi, e per amor di Dio, vi raccomando di corrispondere a tante grazie.
Ricordiamolo che a questa grazia corrisponde, grande parola! la mia, la vostra salute eterna, ed è per questo che ancora una volta ripeto, dico quello che ho letto nella lettera che ci annuncia l’approvazione: se alcuno non si sentisse di vivere questo spirito, per amor di Dio, per il bene della sua anima e dell’Opera, si ritiri.
L’Opera per compiere i divini e speciali disegni non ha bisogno di nessuno, ossia ha bisogno, come tante e tante volte avete sentito, ha bisogno di cenci, di creta, di senza testa, disposti a tutto perché tutto è grande nella Chiesa, e Dio è nella sua Opera, e solamente così compirà miracoli di bene propri dell’ora attuale.
Fratelli il nostro fondamento è rovescio, non in terra, ma in cielo, ma io non dubito di nessuno anche perché la maggior parte di coloro che hanno la grazia di appartenere a quest’Opera prima ancora furono ricevuti in seno a quest’Opera fino dai primi anni e li ha educati, nutriti, seguiti per essere via.
Il fatto poi di essere stati chiamati a far parte, per me è segno di speciale predilezione da parte del Signore.
Amati Fratelli, sono vicino alla grande chiamata, solo Dio sa quanto vi amo nel Signore.
Tenete questa mia parola come mio testamento:
L’Opera è grande, l’Opera l’ha fatta il Signore, nessuna forza la può distruggere.
Solo i membri, noi se non viviamo come Gesù vuole: per amor di Dio che a nessuno succeda tanta sventura, viviamo secondo lo spirito puro e genuino.
Beati voi… che tutti un giorno ci possiamo trovare uniti in Paradiso.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 7024/A Negrar, 18-7-1949
[Ai Religiosi Poveri Servi in occasione del Decreto di Lode].[Bozza]
In questo momento sento nel mio cuore di Padre di questa piccola ma Grande Opera che è la Congregazione dei Poveri Servi, tutto il mio ringraziamento per il dono che il Signore ci ha fatto, dando il suo sigillo, il suo visto di approvazione anche con il Decretum Laudis, venuto proprio nel giorno del Sacro Cuore dove l’Opera dei Poveri Servi ha avuto (inizio) come tante volte io vi avevo detto, se ben ricordo. L’opera è nata nel Sacro Cuore di Gesù.
Amati e venerabili miei fratelli, in questo momento uniamoci come in un cuor solo, in un’anima sola, rivolgiamo al Signore per questi doni l’inno della gratitudine, della riconoscenza che ci ha fatto per mezzo della sua sposa la Santa Chiesa.
Amati fratelli, ma dopo di aver ringraziato il Signore, in ginocchio davanti a Lui domandiamo perdono di tutti i mancamenti, i peccati, commessi qui nella Sua Casa; mancamenti e peccati che hanno di certo ostacolato i nuovi, grandi disegni che la Provvidenza aveva sopra quest’Opera che è sua, disegni propri dell’ora attuale e facciamo una solenne promessa, cercando da adesso di essere come il Signore ci vuole, per mezzo delle S. Costituzioni che ci ha date. Vivere per tutta la vita lo spirito puro e genuino dell’Opera, per conseguire tutto quel bene che il Signore vuole compiere nell’ora attuale.
Cari fratelli è sì grande grazia l’approvazione, ma è una grande responsabilità per tutti noi, perché, ricordiamolo bene, se noi non corrispondiamo, va di mezzo la nostra saluta eterna. Ed è per questo che, come ho detto, tutti dobbiamo … e vivere le sue sante Regole e se alcuno non si sente di viverle, lo prego, lo scongiuro per il bene della sua anima e per l’Opera di ritirarsi.
L’Opera dei Poveri Servi non ha bisogno di nessuno, anzi ha bisogno di cenci di creta,, senza testa, disposti a tutto, solamente con il Signore può lavorare, compiere miracoli di bene in quest’ora che, come ho detto tante volte, Gesù quest’opera la mantiene proprio per questo.
Ma io non dubito che nessuno rinunciasse alle grazie grandi che ha ricevuto e desidererei che il primo fra tutti sia l’ultimo … e per avervi chiamato a farne parte, grande grazia, ma grande responsabilità.
Fratelli, io sono vicino alla grande chiamata, ecco il mio testamento ecco le mie … che si compendiano in quello che tante, tante volte vi ho detto.
L’Opera è grande, l’Opera è di Dio, l’ha fatta Lui. Beati noi, beati voi se vivrete come Gesù vuole, se santificherete le vostre anime …
* 7068 3-8-1949
Cari e amati Fratelli e diletti figli,
La venuta fra voi del nostro caro e amato don Luigi vi porti la mia benedizione accompagnata dalla preghiera, perché il buon Dio vi doni tutte quelle grazie di cui avete bisogno, prima di tutto per le vostre anime.
Siete in montagna, in alto, dove il Signore nel silenzio fa sentire la sua voce. Per amor di Dio ascoltatela questa voce, vivete da buoni figli della Provvidenza.
Quante grazie, quanti miracoli di grazie Gesù vi fa.
Cari figli, per amore di Dio corrispondete, che con il corpo non ne vada l’anima, sarebbe la più grande sventura per voi figli amati, nutriti, tanto prediletti dalla Divina Provvidenza.
Cari figliuoli, fate bene, fate bene, siate tutti del Signore. Voi beati, voi felici, e l’Opera nella quale vivete, farà grandi cose, se voi farete bene.
Pregate per me, tutti vi benedico.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 9694 Verona, 1-2-1950
[Alla casa di Milano]
Carissimi don Gino e fratel Giovanni,
la grazia, la benedizione e la pace del Signore siano sempre nei nostri cuori.
Vi sono vicinissimo con la mente e col cuore, ed in questi giorni anche con la sofferenza più accentuata; e confido che voi pregherete sempre per me: state sempre uniti al vostro Padre Casante di quest’Opera del Signore: aiutatemi sempre, non per me, ma perché Casante, ed aiutate l’Opera.
Voi siete i primi della Casa di Milano, siate fedeli al programma puro e genuino della Casa; ricordiamo che l’Opera siano noi.
Siete come la semente sotto terra, siate generosi, nel principio sono maggiori sacrifici, ma maggiore è anche il merito.
Ricordate che dal vostro modo di parlare, di comportarvi, di agire, le persone si fanno un concetto della Casa e di tutti.
Pregate e fate pregare per me: è una carità che sarà retribuita con generosità da Gesù.
Ricordate il “buseta e taneta”, Betlemme e Nazaret… che grandi misteri e che grande attività nell’apparente inazione!
Che fa, è il Signore e noi Lo aiutiamo quando Gli stiamo intimamente uniti come il tralcio alla vite.
Domani è la Festa dell’Immacolata di Lourdes, la nostra Mamma celeste, nostra Padrona, ci ottenga la grazia di ottemperare sempre i desideri di Gesù e poi scomparire perché sia più pieno il trionfo di Gesù nelle anime.
Vi benedico, vi porto nella mente e nel cuore, vi sono vicinissimo e come vorrei esservi vicino anche col corpo, ma questo quando il Signore vorrà.
Tanti ossequi a don Giuseppe, a don Carlo ed una particolare benedizione a voi, ed a tutti i futuri felici abitatori della casa di Milano.
Cari fratelli, le anime e le opere di Dio costano tanto e alle volte grondano sangue.
Sono a Negrar, ho estremo bisogno di preghiere.
Come è grande l’Opera nella mente di Dio!
In C. J. Sac. J. Calabria
* 7039/A Natale 1950
Comunità S. Mattia
Gesù vi guarda e vuole tante belle cose. Che grazia, ma che responsabilità. Pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7039 1950
Lettera ai Religiosi Poveri Servi
Miei cari Fratelli,
La grazia, la pace di Gesù sia sempre con noi.
Qui davanti al mio crocefisso vi scrivo questa lettera, e la scrivo a nome di Dio, per dirvi quelle cose che Gesù, padrone assoluto di quest’Opera, che Lui ha fatto, ha dato il suo divino benestare per mezzo della Sua Santa Chiesa.
Fratelli ringraziamo il Signore che, con questo sigillo divino, noi possiamo andare avanti sicuramente e compiere tutti quei divini disegni che la Divina Provvidenza vorrà, sempre vivendo lo spirito puro e genuino di quest’Opera che è di Dio, e che nessuna forza la può distruggere: solo io, solo noi, se non viviamo lo spirito puro e genuino.
Fratelli ciascuno pensi e veda se si sente di continuare a vivere lo spirito che oggi è dichiarato dalla S. Chiesa, e se non si sente pronto di fare la sua promessa, si ritiri, per amore della sua anima e dell’Opera che non ha bisogno di nessuno, anzi ha bisogno di chi, con fede, con amore, si abbandona a Dio e alla sua divina Provvidenza.
Fratelli, noi passiamo, l’Opera deve vivere, camminare, andare fino alla fine del mondo, ma questo sta a noi.
Fratelli, santifichiamoci!
Fratelli l’anno santo segni per noi il principio della personale santità.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 9012 Verona, 10-7-1951
Carissimi,
La grazia del Signore Gesù sia sempre con noi tutti, e ci aiuti a corrispondere fedelmente alla grande vocazione.
Ricevo i vostri saluti ed auguri; immaginate con quanta consolazione leggo i bei sentimenti di filiale affetto, e soprattutto il vostro attaccamento all’Opera del Signore.
Sarebbe mio desiderio rispondere singolarmente, uno ad uno; ma non mi reggono le forze. D’altronde son certo che voi sentite la ripercussione del mio paterno affetto in ciascuno di voi. Quindi vi ringrazio, così collettivamente della consolazione che mi avete procurato con i vostri bei scritti. E prego il Signore a infervorarvi sempre più nel suo divino servizio, voi specialmente che nella Capitale del mondo cristiano siete chiamati a irradiare luce di fede, fiamma di amore, zelo per le anime, per le creature più povere.
Mi pare che il Signore voglia una cosa speciale da noi in Roma, un’Opera di bene per la Chiesa, per il mondo. Pregate che il Signore mi illumini meglio; e, se è sua volontà, aiuti a mettere in pratica il progetto, a sua gloria.
Riceverete fra giorni una mia lettera circolare: è scritta ai piedi del Crocifisso, quasi mio testamento, patrimonio che deve fruttare per il bene dell’Opera, per mantenerci nello spirito puro e genuino, garanzia di sviluppo e di efficacia nel nostro lavoro spirituale.
Leggetela con attenzione, meditatela, come fate sempre per la parola che sapete venire dal cuore, dopo intensa preghiera al Signore, Padrone dell’Opera. Voglio sperare che Iddio benedica la parola del suo povero Casante e conceda a tutti di cooperare alla sua esecuzione fedele e generosa.
Pregate sempre per me, che vi porto nella mente e nel cuore.
Amato don Ottorino fa’ tu con i fratelli la mia parte.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 5825 30-9-1951
Amati Fratelli,
Cuore, mente, tutto me stesso sono per voi.
Prego che Gesù sia su tutti e in ciascuno dandovi quei lumi e grazie tutte particolari per la vostra, nostra speciale vocazione. Come vi ho detto, la giornata di domani è tutta per voi. Voi pregate tanto per me, per la mia povera anima. Che tutti ci possiamo trovare uniti in Paradiso.
Vi do questa immagine della Madonna, desidero che recitiate la preghiera annessa. Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 10341 Verona, 6-10-1951
Sii sempre disposto a tutto; portiamo ogni giorno una pietra all’edificio spirituale dell’Opera.
Prega per me che ti benedico.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 9373 Negrar, 30-12-1951
Alla cara Comunità religiosa di S. Zeno in Monte perché nella santa lettura di questo libro, ogni Fratello e Religioso ne tragga profitto per sé e per l’Opera.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 9373/B 1951(?)
Dilettissimi fratelli in Cristo,
Sia sempre con noi la grazia, la pace di Gesù Benedetto e ci conceda il Signore di vivere sempre lo spirito puro e genuino dell’opera che Egli ha messo, base e fondamento per compiere grandissimi, nuovi disegni, propri dell’ora attuale che io mi sento di dire, come fossi sul letto di morte, ora decisiva per il trionfo della nostra santa, unica e vera religione, la chiesa cattolica.
A noi, Poveri Servi, incombe la missione di attuare questi nuovi disegni, ed a questa attuazione sta legata la nostra eternità beata, ricordiamolo bene.
Col cuore in mano, vi ringrazio delle preghiere che avete fatto nel tempo della dolorosa prova che il Signore ha permesso per la mia santificazione personale.
Voi mi avete aiutato e la Divina Provvidenza per le vostre preghiere mi dà la grazia di mandarvi questa lettera prima di presentarmi al divino tribunale.
E che sia ora decisiva, ora del trionfo di Gesù ce lo dicono i segni, (chiari e patenti dello Spirito Santo), grandi di grazie che lo Spirito Santo dà a tante anime che piene dello spirito evangelico, ci parlano di questo trionfo e fra queste il Padre Lombardi, che io chiamo il messo di Dio.
Amati fratelli, cosa vi dirò? in ginocchio vi prego, vi scongiuro di vivere lo spirito, viviamo perché, ve lo ripeto, a questo è segnata la nostra beata eternità (o dannazione eterna, se per somma disgrazia non lo avessimo ad osservare) e questo spirito è nelle nostre costituzioni che io vi raccomando di leggere, di meditarle e di praticarle, e che ogni religioso deve avere con sé.
Spirito che ha la sua base fondamentale in quelle parole che non solo devono essere scritte, ma scolpite nei nostri cuori: Quaerite primum regnum Dei et iustitiam eius.
Ora, una mano sul petto, io per primo. se ho messo in pratica queste parole, e ciascheduno dirà lo stesso.
Se per somma sventura, non le avessimo osservate, questo è il momento di cominciare sul serio a viverlo sul serio, a viverlo e praticarlo, perché, ancora vi ripeto, da questo dipende la nostra felicità eterna.
Non so se il Signore mi concederà la grazia di arrivare al 50º della S. Messa, ormai prossimo. Fin d’ora ringrazio il Signore e domando perdono di tutte le mie colpe e miserie e mi raccomando tanto alla carità delle vostre preghiere, perché il Signore mi perdoni il male fatto e che possa trovare pietà e misericordia al tribunale di Dio, e sia una nuova tappa per la mia personale santificazione e per tutta l’opera del Signore.
Voi sapete la mia preghiera dopo d’aver celebrato la S. Messa: ut cum fratribus tuis et pueris meis, laudem Te in saecula saeculorum. Amen.
Ricordiamoci che non si pensa abbastanza al “porro unum est necessarium…”, il resto è niente, è fumo, è vanità. Pregate per me. L’Opera deve estendersi “usque ad finem terrae”, ma a una condizione: che siamo fedeli alla nostra vocazione. Strumenti docili, umili, come cenci, come creta, certi della parola infallibile di Dio: ” chi crede in me farà le opere che ho fatto io e ne farà anche di maggiori”.
Pregate per me, perché grandissima è la mia responsabilità, come Casante e corrispondete alla grandissima vocazione di essere Poveri Servi della Divina Provvidenza. Continuate e crescete nella generosità, certi che il Signore stesso sarà la vostra ricompensa. State certi che il Signore non si lascerà mai vincere in generosità.
Corrispondete, e il Signore mi allungherà la vita, voi siete la mia vita. i miei polmoni. Siate santamente orgogliosi della vostra vocazione. Noi non abbiamo da invidiare niente a nessuno, cari fratelli, ma dobbiamo chiedere la santa perseveranza della santa vocazione, nell’amare e nel servire i più poveri, i più abbandonati, a non confidare nelle protezioni umane e nei mezzi umani. Accettiamo sì le protezioni che il Signore ci manda, ma non attacchiamo il cuore a protezioni, disposti anche ad essere combattuti ed a fare il maggior bene che ci è possibile e poi anche a chiedere perdono del bene fatto. “Divitiae si affluant, nolite cor apponere”, manus sì.
Ricordiamo che i poveri, i sofferenti, gli abbandonati sono i prediletti del Signore. I poveri vi sono per salvare i ricchi, ed i poveri ci saranno sempre, ed in essi serviamo ed amiamo Gesù. I poveri hanno tante strade per arrivare al cielo, i ricchi ne hanno una sola: la giustizia e la carità. Molti [hanno] le ricchezze per punizione.
Fare la carità è una grazia e si deve essere degni di aver questa grazia,… e noi amiamola questa povertà, e la parola di Gesù: “Quando vi ho mandati…”. Mi diceva una vecchietta: “La carità mantien la ca’”. Vi ripeto ancora non dovete, nessuno deve fumare, non è peccato, ma per noi è una grave sconvenienza, e chi non si sentisse di fare questo, chiamiamolo sacrificio, se ne vada fuori, farà del bene anche fuori, ma la Casa non è per Lui. Sull’esempio di S. Giovanni Bosco, quanti sacrifici per un nonnulla.
Ricordiamo che se uno non corrisponde oggi, domani, posdomani il Signore stesso lo allontanerà dall’opera… e quale disgrazia essere separato dalla Casa. Siate convinti che grandissima è la nostra fortuna di essere nell’opera, ma grandissima è anche la nostra responsabilità davanti a Dio e agli uomini. Se noi viviamo lo spirito puro e genuino, abbiamo bello e firmato il passaporto per il Paradiso.
Ricordiamoci che abbiamo una natura decaduta, perciò dobbiamo fuggire le occasioni; dobbiamo nel nostro apostolato, fare come i medici, curare gli ammalati, noi, come essi, dobbiamo premunirci contro il male. Non dobbiamo scoraggiarci delle nostre debolezze, bensì umiliarci, stare bassi e umili, e dobbiamo combatterle e non fare pace con esse.
Ricordatevi di essere come acqua cristallina, [di] avere la massima confidenza con il vostro Padre ed i superiori, stiamo intimamente uniti nella carità, e le nostre miserie curiamole con grande carità in casa e non mettiamole mai in piazza, parlandone con gli estranei e con chi non può mettervi rimedio.
Stiamo uniti nel santo vincolo della carità “cor unum et anima una” ed il Signore sarà sempre con noi. Ricordiamoci che Satana è il grande nemico, non sa il futuro, ma lo arguisce e nella sua lotta di base, sempre sulle nostre debolezze, [e] si studia di distaccarci dal Signore, di attaccarci al nostro io, al nostro giudizio, alle creature, a questa terra e a questa vita, al nostro comodo e ci distoglie dal santificarci nel momento e nell’azione attuale con le mire di una santità futura, in altro tempo, in altro luogo, con altre occupazioni ed altre persone e con le mire di un bene maggiore. Ricordiamo il grande monito dei santi: “quid nunc Jesus, quid nunc Maria”.
La santità non sta in cose grandi e appariscenti, ma nel grado di amore con il quale facciamo l’azione attuale. Imitiamo Gesù e Maria nella vita di Nazaret.
Non fondiamo il nostro apostolato sui mezzi umani e sulle protezioni umane. Viviamo il “quaerite primum”; se avremo fede viva, il Signore susciterà i mezzi anche dalle pietre.
Quando la Provvidenza ci fa mancare i mezzi, esaminiamoci, se è una prova od un castigo, se l’ostacolo lo abbiamo messo noi col peccato e la poca fede.
Ricordiamo che la parola di Dio non può essere smentita, se, tolto l’ostacolo, la prova persiste, ravviviamo la nostra fede e facciamo tesoro delle prove che il Signore permette per la nostra santificazione.
Dobbiamo essere disposti anche ad andare di porta in porta, ma questo non deve essere per punizione, ma per prova permessa dal Signore.
Pensiamo quanto ci si fidi della parola degli uomini, noi dobbiamo fidarci della parola di Dio.
Ricordatevi che nessuna forza esterna, umana e diabolica, può distruggere l’Opera, solo noi la possiamo distruggere col venir meno al nostro programma.
Non temiamo gli avversari, ma temiamo di noi, ciascuno tema di sé, e perciò stiamo sempre uniti al Signore e stiamo uniti tra noi. ” Dove sono due o tre uniti nel mio nome, io sono in mezzo ad essi”, ha detto Gesù.
La carità regni sovrana, amiamo e serviamo Gesù in tutti ed in ognuno, è Gesù che ha detto : ” Ciò che farete ad uno di questi miei fratelli, lo terrò fatto a me”.
Ricordiamo che l’amore è il segno distintivo dei discepoli di Gesù ” Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete scambievolmente” ed è anche la forza del nostro apostolato “ut credat mundus”.
Ricordatevi che non abbiamo nemici da combattere, ma fratelli da amare, da illuminare, da aiutare, “Interficere errores, amare errantes”.
Ricordiamo bene le parole di Gesù: “senza di me, non potete fare nulla”.
Ricordiamo il principio dei vasi comunicanti : vita interiore sentita, vissuta, vi raccomando tanto le vostre pratiche di pietà, e, quanto più abbiamo da fare, da lavorare, tanto più stare uniti al Signore. Non siamo noi che facciamo, è il Signore che fa il bene e si serve di strumenti docili, umili a Lui intimamente uniti.
Altri potranno fare, noi non riusciremo a fare nulla, distaccati dal Signore. E sempre disposti a lavorare in qualunque luogo ove l’obbedienza ci mette, pronti ad abbandonare un campo di lavoro e portarsi in un altro, senza rimpianti e lamenti, certi di fare la volontà del Signore e di avere la Sua grazia e la sua benedizione nel nuovo posto di lavoro.
Ogni luogo, ogni occupazione, ogni carica deve essere accettato con gioia e amore; per il Povero Servo non ci devono essere luoghi e mansioni che non gli garbino: il Signore ama l’ilare datore. Il Povero Servo non deve cercare il proprio gusto, il proprio tornaconto, la propria soddisfazione, ma unicamente la gloria di Dio e il bene delle anime e contento poi di scomparire perché trionfi Gesù. Deve essere come cristallo terso che lascia passare il sole. Valorizziamo e insegniamo a valorizzare la vita presente in funzione della futura, perché questo è il fine nostro.
E ricordiamo che l’unico vero male è il peccato, la vera miseria è essere fuori dalla grazia di Dio; ed il vizio e il peccato è la causa di tanto male, di tutto il male e per noi, ostacolo al nostro apostolato e causa della nostra e altrui rovina. Ed attenti a non criticare, la critica è cenere, l’azione è fuoco. Quando si ha noi la responsabilità di un posto, la direzione ci va bene, se messo un altro, come si vedono e si giudicano diversamente le cose e le persone.
Studiamoci di vedere e giudicare le cose, sempre dall’alto e con la luce di Dio, mai dal nostro posto e con la luce umana, ed allora vedremo il bene, quando ci entriamo noi e quando non ci entriamo, vedremo il bene fatto da altri e ben volentieri daremo il nostro contributo.
Il merito non sta nel predicare, ma nel praticare, non nel dire, ma nel fare. “Opus fac evangelistae”.
Stiamo ben attenti al sentimento, perché dopo di aver cominciato con lo spirito non cadiamo nella carne e nel senso. Il demonio lavora sul naturale, sul fisico, sul senso; è legato sì, ma ha le corde lunghe e guai a coloro che si avvicinano. E stiamo attenti a non attaccare il cuore alle ricchezze, neanche per lo scopo di fare un maggior bene. “Si divitiae affluant nolite cor apponere”; manus sì, per usarle come si usa il treno e l’auto. Meditiamo la grande sentenza di Gesù: “Guai a voi o ricchi, cioè a coloro che hanno il cuore attaccato alle ricchezze, [e] si può essere poveri di spirito, possedendo dei miliardi ed essere ricchi di spirito nella più squallida miseria.
Amiamo la povertà, l’ha amata e l’ha praticata anche Gesù e l’ha imposta anche agli apostoli.
Ricordiamo il nostro programma: non v’angustiate del vostro vivere… e pratichiamo la carità. Diamo volentieri quello che abbiamo: la forza, la mente, il cuore, la voce, la vita, certi che Gesù sarà poi il nostro premio. Ricordatevi che fare la carità è una grazia di Dio, e si deve essere degni di farla.
Non invidiamo nessuno perché ha della terra: denari, comodità, piaceri, onori, spesso costoro sono piuttosto da compiangere perché hanno i doni della terra come un castigo, hanno pieno il portafoglio e vuoto il cuore e si preparano alla grande sentenza: andate o maledetti al fuoco eterno, perché ebbi fame e non mi avete dato da mangiare. E vi raccomando di non parlare e di non interessarvi di politica, noi dobbiamo parlare di anime , di interessi di Dio, di Evangelo, di vita futura.
Carissimi, i tempi sono tanto tristi, ma ciò che rende tristi i tempi sono gli uomini tristi, sforziamoci di divenire migliori concorreremo positivamente a migliorare e santificare i tempi. Non perdiamo il tempo nelle querimonie, ma impieghiamolo in santificarci e nel fare un po’ di bene nel miglior modo possibile.
L’Opera è come un campo nel quale il Signore mette tanti semi e tante piante, a noi l’obbligo di coltivare. Ed ogni casa è un campo; quanta cura dobbiamo mettere nel lavorare, coltivare e curare il proprio campo, cioè le anime che il Signore ci ha consegnate. Richiamate spesso i santi esempi di coloro che ci hanno preceduto, e, tra questi, cercate di modellarvi nel nostro fratello, Francesco Perez. Che modello esemplare ci ha dato il Signore. Vi raccomando di leggerne la vita e di ricopiarla. Poteva dire: “non veni, ministrari sed ministrare” con tutta verità. Beato lui e beati noi, se imiteremo tanti santi esempi. Saremo sicuri che non ci sarà tolto il campo e dato ad altri che daranno il frutto.
Abbandoniamoci con tutta fiducia in Dio Padre e lasciamo a Lui la gioia di provvedere a noi, sue povere creature. Ricordiamoci, o carissimi, che siamo in un’ora decisiva per i destini dell’umanità; il Signore non vuole mezze misure: non si può servire Dio e noi stessi e il mondo e il demonio. ” Chi non è con me. è contro di me, e chi non raccoglie con me dissipa”. ” Non chi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei Cieli”. Fratelli una mano sul petto, esaminiamo la nostra posizione e le nostre disposizioni.
Gesù ci invita, la Mamma Celeste ci conforta, i santi ci animano “dum tempus habemus, operemur bonum”.
Vi ho mandato una circolare nella quale vi dicevo [di rivolgervi a don Pedrollo], era per volontà di Dio.
E’ volontà espressa di Dio che riprenda in pieno la mansione di Casante che avevo ceduto, per volontà di Dio durante la malattia, all’amatissimo mio Vicario, don Luigi Pedrollo, al quale devo esternare la mia grande riconoscenza per quanto ha fatto e continua a fare.
* 7029/C 1951
Mio caro ed amato fratello
Mi sento di scriverti una parola speciale per te.
Noi Poveri Servi passiamo: uno alla volta dobbiamo lasciare questa povera terra d’esilio, ma l’Opera deve restare e svilupparsi.
Ora, da che cosa dipende che essa rimanga perenne? Dall’esserci chi prende il posto lasciato vuoto da chi è partito per il Cielo. La vocazione dipende primieramente da Dio, e Iddio non manca di suscitare abbondanza, secondo i disegni della sua Provvidenza. Ma sappiamo che Iddio si vuol servire anche degli uomini come strumenti e suoi ausiliari. “Chi ti ha creato senza di te, non ti salverà senza di te”, è parola che può applicarsi anche alla vocazione.
Ora per attirare anime preparate dalla Provvidenza, giova assai la vita, l’esempio, la parola di chi è già consacrato a Dio. Con la sua serenità, col suo spirito di sacrificio, la contentezza d’animo, la dedizione completa per gli altri, ecc., egli mostra quanto è bella la vocazione all’apostolato, e quanto lieto è il servizio del Signore anche in questa vita.
Tu, mio caro fratello, sta attento ad ogni occasione che la Provvidenza ti offre di far conoscere l’Opera: lo spirito, le attività, i sacrifici, le soddisfazioni e il merito di chi si consacra. Ne avrai doppia ricompensa in Cielo: prima, perché tu stesso hai servito bene il Signore, poi perché avrai invogliato altri a prendere il tuo posto avendo assicurato da parte tua la perennità dell’Opera.
Così getterai un seme che Iddio certamente benedirà. Abbi a cuore l’Opera e le anime che avvicini; e non ti mancherà occasione di attirare qualcuno. Ecco quello che mi sono sentito di dire proprio a te in particolare, in questo mio Giubileo Sacerdotale. Sono certo che ne farai tesoro. Se vedi qualcuno che dà segni di vocazione, coltivalo nel nostro spirito; e prega il Signore che benedica il tuo lavoro. Io intanto pregherò lo Spirito Santo che ti illumini, e guidi i tuoi passi, così che tu riesca a fare qualche cosa al riguardo.
Prega tanto per me che di gran cuore ti benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 9691 Negrar, 26-3-1952, Casetta della Madonna della Pace
Ai miei cari Fratelli dei Poveri Servi che per grazia di Dio fanno parte del Consiglio dell’Opera dei Poveri Servi,
La grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi.
O amati Fratelli, sento di scrivere questa mia povera lettera, ai piedi del mio Crocifisso per pregarvi prima di tutto a ringraziare con me la divina bontà e misericordia, che dopo una dolorosa prova di salute fisica e spirituale, mi ha dato e quasi richiamato al mio posto di Casante di quest’Opera che è tutta, ma tutta di Gesù. Voi sapete, o miei cari Fratelli, e conoscete tutta la mia storia dolorosa di sofferenze, che in modo tutto particolare si è acuita dal dicembre 1949 fino al maggio 1951, dove, per grazia tutta particolare, ho avuto nuova salute e nuovi lumi per l’Opera dei Poveri Servi.
Fu appunto dopo il 1949 che io non sentendomi più atto ad essere Casante, diedi con lettera al mio Don Luigi la consegna e la responsabilità dell’Opera.
Fu in quel tempo che furono legittimamente con il Consiglio prese delle decisioni, che riacquistata la salute e il posto di Casante, ho avuto la grazia di correggere a bene della Congregazione, come rivedere le Costituzioni delle Sorelle e fare delle correzioni che vennero ratificate dalla Congregazione dei Religiosi ed ora sono secondo la divina volontà.
Di questi giorni ho saputo di una decisione fatta durante la malattia, che riguarda l’Opera delle vocazioni tardive, decisione che portò in me un grande dolore, ma che bisogna lasciare alla Provvidenza rimediare, perché umanamente impossibile, ma Dio penserà, l’Opera è sua.
E adesso a me, mi sento stanco, sono vecchio e sofferente, dovrei rinunciare al posto di Casante, ma questo per ora non mi pare la volontà di Dio, e, “ego non recuso laborem”, ma aspetto che io abbia la cooperazione fedele dei miei cari Fratelli Poveri Servi.
Che sotto l’ispirazione dello Spirito Santo si compiranno quei grandi disegni che la Provvidenza vorrà, fino a tanto che la Divina provvidenza non penserà a mettere ad eterno riposo questo vostro Padre che tanto e poi tanto vi ha amato con tutti, e altro Casante verrà a continuare la sua opera. Dio vi benedica, pregate la divina misericordia per me tanto povero e perdonatemi
in C. J. Sac. J. Calabria
P. S. L’opera delle vocazioni tardive è inserita nelle nostre sante Costituzioni e solo così potrà compiere i divini disegni, che ora non si possono compiere, ma Gesù penserà.
L’Opera dei Poveri Servi è opera tutta di Gesù. Con Dio non si scherza.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8833 25-4-1952
Carissimi nel Signore,
la grazia di Gesù Benedetto, Sacerdote Eterno, abbondi in voi, sempre.
Voi celebrate con intima gioia il XXV del vostro Sacerdozio: con voi esulta tutta la Congregazione dei Poveri Servi, e in modo tutto speciale questo vostro Padre.
Sia ringraziato il Signore per tutte le grazie che in questi 25 anni di apostolato vi ha elargito con abbondanza; sia ringraziato per avervi chiamato a lavorare come Poveri Servi della sua divina Provvidenza, al servizio delle anime più bisognose, a gloria e incremento del suo santo Regno.
Rivedo gli anni del vostro lavoro: tu, o don Stanislao laggiù a Roma, dove sei andato sine sacco, sine pera, ad iniziare quella che oggi è la fiorente Parrocchia di San Filippo; tu, o don Franchini, dapprima a Costozza, poi nel Noviziato, a Nazareth e a Roncà.
Tutto è scritto nel gran libro della vita eterna: e di tutto avrete la mercede eterna da Colui che rimunera anche il semplice bicchier d’acqua dato in suo nome: quanto più la grazia dispensata alle anime!
Mi consolo con voi, e con voi ringrazio il Signore per tutto il bene che si è compiaciuto di operare per vostro mezzo. Che gran dono è il lavorare nella mistica vigna! e che gran dono è il lavorare in quest’Opera grande, che è tutta del Signore, destinata a fare tanto del bene in questi tempi difficili e decisivi!
Voi beati, che avete speso le vostre energie tutte e sempre per il Signore; e ora vi spendete nel silenzio, nel raccoglimento del ritiro, avendo lasciato il posto ad altri che seguono le vostre orme. Anche adesso voi potete fare molto, quantunque sembri nulla; e voi lo fate: con la preghiera, con l’umiltà, col nascondimento.
Il Signore renda fecondo il vostro silenzioso apostolato, a gloria sua, a incremento dell’Opera.
Conservatevi nello spirito puro e genuino: col vostro esempio trasmettetelo integro a quanti avvicinate dei nostri Confratelli. Beati voi: ne avrete un nuovo merito davanti al Signore per il bene che fate all’Opera sua.
E pregate sempre per me. Io di gran cuore vi invoco da Gesù le più belle grazie, e le divine consolazioni in questo giorno solenne. E siano consolazioni grandi, intime, celesti: pegno del premio eterno a voi preparato quali servi buoni e fedeli, in Paradiso.
In C. J. Sac. J. Calabria
A mano: sempre ti porto nel cuore, prega più del solito per me.
* 8833/A Festa del Sacro Cuore (20-6-1952)
Amati Fratelli,
La grazia e la pace di Gesù siano sempre con noi. In questo giorno, festa grande per la Casa del Sacro Cuore, sa il Signore come vorrei essere tra voi anche a mangiare il pane benedetto della Provvidenza in questo giorno santo, come sono stato tra voi tanti anni, non posso; voi sapete ciò che me lo impedisce è la salute cagionevole; non voglio però lasciar passare questo santo giorno senza dirvi una parola come spontanea mi nasce dal cuore.
Vi sono sempre presente con il pensiero e con il cuore, e vi accompagno sempre con la preghiera e la sofferenza; sempre voi avete un posto privilegiato nel santo Calice che innalzo nella santa Messa: questa mattina avete avuto il posto tutto vostro, e con voi ho unito tutti i collaboratori, e gli ammalati ed i cari miei coetanei, tutti, tutti.
Amati Fratelli state sicuri che Gesù è sempre in mezzo a voi; e quando vi è Gesù si vincono tutte le difficoltà e tutto è possibile e tutto è sopportabile e leggero.
Amati fratelli, vi prego e vi scongiuro vivete lo spirito puro e genuino dell’opera alla quale avete, abbiamo la grazia di appartenere. Ieri vi ho dato un piccolo biglietto, tenetelo, meditatelo e praticate quanto nel nome del Signore vi ho detto.
Se sapeste quanto prego perché corrispondiate e vi facciate santi! Solo così compirete i divini disegni che sono disegni di santificazione vostra e di salvezza di tante anime.
Ricordatevi sempre che l’appartenere a quest’opera è caparra di vita eterna.
Quanto bisogno di luce in quest’ora tanto oscura! E voi dovete illuminare tutte le anime che il Signore vi fa avvicinare, e ciascuno di voi deve essere una fiamma e tutte le fiamme unite devono essere un gran faro: Il Faro del Sacro Cuore.
Più col cuore che con la mano benedico voi, i collaboratori, gli ammalati, i miei coetanei, tutti e ciascuno, e che dopo questi brevi giorni di vita ci possiamo tutti riunire lassù in Cielo e benedire e ringraziare il Signore per tutta la beata eternità.
Metto nel Calice santo i vostri santi desideri e mi raccomando tanto alla carità delle orazioni. Vi benedico
Sac. Giovanni Calabria
A mano: Sento di dover dare una particolare benedizione a te, caro fr. Antonio e al fratello Clementi e a tutti i cari medici [che] collaborano nella grande… Sacro Cuore di Gesù.
Benedico i cari medici del vostro ospedale
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8661 Verona, 29-6-1952
Agli Ordinandi Poveri Servi
Miei carissimi,
La grazia di Gesù benedetto, Sommo ed eterno Sacerdote, sia sempre con voi.
Siete raccolti nel cenacolo dei santi spirituali esercizi, per prepararvi al grande dono della vostra ordinazione. Ed io mi sento tanto vicino a voi, anzi in mezzo a voi. E’ forse la prima volta che devo accontentarmi di rivolgervi la parola in scritto, ma voi l’accogliete lo stesso come detta a viva voce, di presenza.
Gesù vi parla in questi giorni per mezzo del suo ministro, il caro don Venanzio; ascoltate con somma attenzione quello che Gesù vi dirà.
Fatene tesoro per le vostre anime e per l’Opera tutta. Ricordatevi, o miei cari, che siete i Poveri Servi della Divina Provvidenza; dovete imbevervi dello spirito puro e genuino, per essere poi luce agli altri, e lavorare per la gloria di Dio, per la diffusione del suo regno.
Sarete sacerdoti: lo sarete in un’ora speciale della storia, un’ora critica, decisiva. Tanti mali affliggono la terra, l’umanità; ma il rimedio, o miei cari, siamo noi, specialmente sacerdoti, se siamo all’altezza della nostra vocazione.
Quante grazie avete ricevuto finora! Pensate alle vie provvidenziali per cui vi ha condotto il Signore finora, per prepararvi alla grazia grandissima del sacerdozio. Corrispondete dunque più che potete. Siate sacerdoti sempre; i giorni della vostra ordinazione vi mettono le ali ai piedi e volate con tanta letizia. E’ uno stato di euforia spirituale: un grande dono anche questo del Signore; ma passerà questa euforia, verranno i giorni normali, i giorni del sacrificio, della rinuncia. Ma se c’è in voi la sostanza, la volontà decisa per il bene, non vi lascerete abbattere mai; sarete sempre in efficienza per compiere i divini disegni.
Ricordate che l’ordinazione non cambia la natura; vi lascia quella che avete, quella che vi formate, “gratia perficit natura”. La grazia del Signore vi aiuta a corrispondere, vi dà poteri sublimi; ma sempre sul fondamento naturale che siete voi. Coraggio, dunque, lavorate questa natura, per renderla degna della grazia grande.
Non dimenticate mai che siete strumenti e ministri del Signore; chi fa tutto è lui, Gesù, sempre che trovi in voi docilità, obbedienza, umiltà, carità ardente.
Questi santi giorni vi fanno somigliare agli apostoli. Dovete, come essi, uscire dal cenacolo tutti pieni di fervore, di zelo, di amore a Cristo e alle anime. Disposti sempre a tutto quello che vorrà da voi Gesù nelle varie mansioni della casa. Pregate per me, più del solito. Vi sono vicino, vicinissimo in ispirito, con la preghiera e la sofferenza. Spero molto da voi.
Vi benedico con tanto affetto. Benedico te, o Becherini, benedico te, o Momi, te Piovan: uno ad uno, insieme con quanto avete di caro su questa terra. Anticipo col desiderio il momento di baciarvi la mano consacrata e di ricevere la benedizione.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 9279 Verona, 4-7-1952
Miei cari ed amati Fratelli, incaricati delle Colonie
la grazia, la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi.
Questa mia povera lettera, scritta, come sempre ai piedi del mio Crocifisso, avrebbe dovuto portarla il caro don Luigi, ma siccome subito egli non può venire, così ve la mando per espresso, affinché vi giunga prima che partiate per le Colonie.
Le Colonie sono ora diventate una necessità. Pensate che, per mezzo dei vostri Superiori, è Gesù che vi manda, come angeli visibili, per tanti poveri giovanetti. Voi dovete fare di tutto affinché, mentre la cura giova al corpo, non abbia a recare nessun pregiudizio all’anima. Il diavolo cercherà di penetrare, d’insinuarsi, giovandosi dei suoi ausiliari: abbiate gli occhi aperti, state vigilanti, occupate i giovanetti in tutti i modi perché non stiano in ozio, padre sempre di tutti i vizi, ma specialmente in certe circostanze come questa.
Soprattutto precedete con il buon esempio: anche in Colonia siate veri Poveri Servi: fedeli, anzi fedelissimi, alle vostre pratiche di pietà, assolutamente necessarie per fomentare in voi la vita interiore, la vita di unione con Gesù. Seminate la buona parola, che darà frutto a suo tempo; parlate di Gesù, il grande Amico dei giovani. Se l’amore di Gesù entra nel loro cuore difficilmente si perderanno. Fate in modo che la vostra Colonia sia un’oasi di riposo e di pace, scuola e palestra di virtù.
Pensate anche alla responsabilità che v’incombe di preservare i giovanetti da ogni disgrazia: non esponeteli quindi a pericoli di sorta, e ogni giorno raccomandatevi all’Angelo Custode vostro e dei giovanetti per ottenere il suo aiuto e la sua protezione.
E vi accompagni ovunque la paterna benedizione del vostro Padre che vi ama, vi segue dovunque, prega e soffre per voi.
Pregate e fate pregare sempre per me: voi sapete quanto ne ho bisogno per fare, sino alla fine, la santa volontà di Dio.
Più con il cuore che con la mano vi benedico tutti e ciascuno, con i vostri giovanetti e con tutti i loro cari.
Vostro in C. J. Sac. J. Calabria
* 10569 Verona, 15-8-1952
Sono presente sempre al caro Maguzzano, se non con il corpo, con lo spirito.
Bisogna fare in tutto la divina volontà.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8901 9-9-1952
[Ai fratelli della Casa di Costozza]
Tenetevi uniti sempre più a S. Zeno in Monte, terra santa e benedetta che deve darvi il tono e lo stimolo ad una vita conforme alla vocazione. I fratelli qui venuti vi diranno quello che ho raccomandato nel nome del Signore.
Pregate per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8986/A 9-10-1952
Carissimi,
la grazia di Gesù benedetto sia sempre con i miei cari fratelli Parroci e collaboratori tutti Poveri Servi che coltivano l’aiole della Provvidenza in Roma.
Come ho detto a te, mio caro don Foffano, desidero caldamente che vi troviate, possibilmente tutti, in una giornata che vi farà più comodo all’altare del Beato Pio X in San Pietro, a pregare e a celebrare una santa Messa perché il Signore Gesù si degni concedervi di fare tanto e tanto del bene nella missione che vi ha affidato; e precisamente di attuare quel programma ispirato che si era prefisso Pio X: Instaurare omnia in Christo.
Non spendo parole per dirvi quanto urgente e necessario sia lavorare in questo senso, specialmente voi, in codesto centro della santa Chiesa di Cristo; è proprio il nostro spirito puro e genuino che si trova in quel motto e programma. Impresa grande, nobile, sublime; il Beato Pio X, da voi pregato fervidamente, vi ottenga lumi opportuni, e forza per lavorare secondo questo spirito.
Mi farete piacere, comunicandomi la data del vostro giorno prescelto, così potrò unirmi in spirito a voi, quantunque voi ben sapete che lo sono sempre, e vi seguo giorno per giorno, ora per ora.
Il Signore vi mantenga nel fervore dei santi Esercizi, e nei generosi propositi che vi ha ispirato in quei giorni benedetti, per la vostra santificazione, e per il compimento dei divini disegni della Provvidenza in questa Opera.
Pregate, pregate tanto! se sapeste quanto ne ho bisogno! Io vi porto nella mente e nel cuore come non mai, perché sento che avete una missione speciale da compiere in questi nostri tempi. Siate sempre in piena efficienza.
Tutti benedico, tutti pregate per me.
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8986/B Festa di S. Girolamo 20-7-1953.
[Fonogramma]:
Miei cari ed amati fratelli,
sono in mezzo a voi e vi vedo e vi sento tutti animati dallo spirito puro e genuino dell’opera dei Poveri Servi.
Che la festa di oggi, [il] S. Girolamo, segni una nuova tappa nella via della nostra personale santificazione, segreto infallibile per ottenere l’adempimento dei grandi disegni che Dio ha sull’opera.
Pregate per me che tutti vi benedico.
Una particolare benedizione ai novelli sacerdoti e particolarissima a vostro e nostro don Pedrollo.
Il vostro Padre
In C. J. Sac. J. Calabria
* 10676 Verona, agosto 1953
“Cercate in primo luogo il Regno di Dio”
Miei cari ed amati Fratelli,
La grazia e la pace di Gesù benedetto siano sempre con noi.
La mia frequenza nell’indirizzarvi lettere e suggerimenti vi dica, cari Fratelli, quanto io mi senta con lo spirito in mezzo a voi, anche se le circostanze non mi permettano di usare della fisica presenza.
L’imminenza dei Santi Spirituali Esercizi, dai quali dipende tanto l’orientamento della nostra vita, mi suggerisce di farvi presente una considerazione che deve trovare un posto principe nella nostra coscienza di Poveri Servi della Divina Provvidenza.
Ha disposto il Signore che l’Opera nostra, benché aliena nello spirito suo di mettersi in vista, dovesse ora affrontare, per mezzo della stampa, alcuni problemi di interesse religioso e di attualità.
Dobbiamo essere ben grati a Dio che la nostra povera fatica abbia raccolto l’approvazione anche della Suprema Autorità Religiosa; ma ciò impegna categoricamente tutti i Poveri Servi a conformare il pensiero e la vita pratica a quegli indirizzi evangelici che sono stati rivendicati a mezzo dello scritto.
Per questo, nell’imminenza dei Santi Spirituali Esercizi, richiamo l’attenzione, cari Fratelli, su questo impegno di coscienza, onde sia oggetto di vostre considerazioni e propositi nei santi giorni di raccoglimento.
E’ dalla penna di S. Ecc. Mons. Montini, Segretario di Stato di Sua Santità, che raccolgo, nella lettera a me indirizzata, il ben grave monito: “La riforma, incipiat a domo Dei”. Noi ci siamo fatti eco della tremenda affermazione del Santo Padre: “C’è tutto un mondo da rifare dalle fondamenta e da trasformare da selvatico in umano e da umano in divino, cioè secondo il Cuore di Dio”; ed ecco che dalla stessa fonte arriva il monito che la riforma deve cominciare dalla Casa del Signore, cioè dal Clero e dai Religiosi, per arrivare poi alla massa dei Fedeli.
E chi ora, più di noi Poveri Servi, resta impegnato a corrispondere a così autorevoli indicazioni?
Se abbiamo invocato la rivendicazione dello spirito contro la spaventosa invadenza della carne, nel ripudio di ogni compromesso con il mondo, la nostra fedeltà all’impegno deve essere esemplare, costi quel che costi.
Se si è detto che la preoccupazione dell’azione non deve soppiantare la forza principe della preghiera e del soprannaturale, l’Opera nostra che è nata per richiamare nel mondo la fede nella Divina Provvidenza, dovrà sempre ripudiare il calcolo su quegli umani interessi che menomano la fede nella Paternità di Dio. La ragione di essere della nostra Opera, reclama una assoluta fedeltà al suo spirito genuino.
Se si è fatto richiamo al sovrano precetto evangelico “amare”, importa che esso abbia il massimo sviluppo nei rapporti fra noi Religiosi, nonché con quelle anime che la Provvidenza ci ha affidato, fino a vedere in esse la Persona divina di Gesù bisognoso e sofferente. La nostra pedagogia dev’essere la Paternità. La rivoluzione che salverà il mondo, sarà solo quella ispirata dall’amore evangelico.
Se non abbiamo sottaciuto che si impone assolutamente, in tanto disorientamento intellettuale e morale, un richiamo urgente alle cognizioni della Fede, che sole ci danno garanzia di quelle supreme realtà che sono il fondamento della vita, converrà impegnarci più che mai a creare nelle anime a noi affidate, delle convinzioni profonde e tali, che l’ideale religioso rappresenti veramente lo scopo e la gioia della vita. Una coscienza eucaristica che ci faccia convivere con Gesù, non lontano, ma così vicino, anzi in noi, darà alla vita una intonazione divina.
La nostra Opera, cari Fratelli, deve rappresentare lo sforzo continuato di aggiornamento a quel Vangelo nel quale soltanto è la garanzia della verità e della vita. Credere di poter sopravvivere in base ad equilibri che sacrificano il Vangelo genuino, è un errore che si paga con la decadenza. “Tutto è possibile a chi crede”. Le prove della lotta potranno essere penose, ma la vittoria non mancherà.
Non voglio tacervi quanto senta dentro di me la situazione di quelli di voi, cari Fratelli, che oberati dagli impegni e dal lavoro, devono compiere un grande sforzo per essere fedeli alle pratiche di pietà, Vi esorto, con cuore commosso, a dare sempre alle vostre fatiche una finalità soprannaturale, onde assicurare la vita interiore anche nell’arida occupazione.
Ma poi impegnamoci tutti ad invocare dal “Padrone della messe” l’abbondanza di vocazioni per la nostra Opera, che ci impegniamo del pari a porre al servizio del Vangelo genuino, ripudiando una volta ancora, tutto ciò che può intaccare nel pensiero, nella vita e nell’esteriore la nostra fedeltà a Gesù, povero, sacrificato, al servizio del Padre e dei Fratelli nella gioia della divina carità.
Si comprende, dal fin qui detto, come si supponga che ognuno di voi abbia preso cognizione di quelle pubblicazioni della nostra Casa, che ne rappresentano il pensiero.
Pregate dunque sempre per l’Opera e per me che non cesso di portarvi nel cuore e all’altare del Signore.
Con tutto l’animo vi benedico nel nome di Dio, augurandovi di essere veri Poveri Servi degni della mercede che il Signore vi tiene preparata lassù.
In C. J. Sac. J. Calabria.
* 1357/A [Senza data]
Sono qui davanti al mio Crocefisso, mentre sto scrivendo queste mie povere parole, quali mi nascono spontanee nel cuore, e mi pare che dal sanguinante ed aperto Costato del Redentore Divino esca più vivo e penetrante che mai, perché voce del sangue, un grido, una suprema implorazione: “Ut omnes unum sint”!
Nella sua orazione eminentemente sacerdotale dopo l’ultima Cena, Gesù aveva rivolto questa preghiera al Padre suo, ed era senza dubbio uno dei più cocenti palpiti del suo cuore, divenuto accesissima fornace di carità; ma ora sembra si rivolga di preferenza a noi, e a ragione; poiché, se il ritorno dei Fratelli separati sarà dono del Celeste Padre alla mistica Sposa del suo divin Figliuolo, la Chiesa, sta proprio a noi di meritare che questo dono sia fatto, e sia fatto presto.
Ed ecco allora il momento opportuno di agitare questo grande problema, prossimi come siamo a quella Ottava di preghiera ormai a tutti nota. Dal 18 al 25 gennaio. Cioè dalla festa della Cattedra di S. Pietro, fino alla festa della Conversione dell’apostolo S. Paolo.
Riconosco per una grazia tutta particolare del Signore se io, povero come sono, ho sentito sempre, fino dai primi anni del mio Sacerdozio, l’importanza e quasi l’anelito per il ritorno dei Fratelli separati.
Per questa ragione circa una trentina d’anni fa, avendo visto per caso su “L’Osservatore Romano”, una piccola nota di cronaca, dove per la prima volta si parlava di questa Ottava di preghiere, ne scrissi a S. Ecc. Mons. Caron, di s.m., pregandolo di adoperarsi presso il Santo Padre, affinché quella pratica così provvidenziale, per l’impulso della Sede Apostolica, si estendesse a tutta la Chiesa.
Egli con umile premessa rispose che poco gli pareva di poter fare, ma che tuttavia ne avrebbe fatto parola al Santo Padre in una delle visite di confidenza. Che cosa poi sia avvenuto non lo saprei dire, è tuttavia sommamente confortante quello che ora tutti possiamo felicemente constatare.
Si può dire che oggi non vi è Seminario o Istituto Religioso dove non si pratichi, ed anzi in molte Città si vanno sempre meglio organizzando solenni celebrazioni di questa Ottava, che deve vivamente interessare tutto il popolo cristiano. E affinché questo santo contagio si intensifichi sempre più e si estenda fino alle più umili chiese di campagna e a quelle sperdute fra i monti, vorrei potesse servire e giovare questo mio povero, ma pressante appello.
Invitiamo i fedeli a pregare per il ritorno dei fratelli separati; la preghiera è il mezzo per ottenere tutte le grazie di cui la chiesa ha bisogno, e che il Signore stesso vuol dare, solo che noi lo preghiamo con quell’ardore di carità e con quella fede e confidenza che sono ispirate dall’insegnamento di Gesù: “Cercate in primo luogo il Regno di Dio e la sua giustizia”.
La preghiera è infatti quell’incenso soave che sale fino al trono di Dio e ne ridiscende in tante benedizioni; ma anche in se stessa è un aiuto e un mezzo atto a educare e formare il sentimento dei fedeli, a comprendere il problema dell’unità, che è insieme problema di giustizia e di carità. Di giustizia, perché se noi ci sentiamo dei privilegiati, in quanto possediamo genuino ed intero il patrimonio della verità, non dobbiamo fare gli egoisti; il bene è diffusivo di sé; dobbiamo far parte agli altri di questo patrimonio soprannaturale, memori che il Signore [dice]: “Unicuique mandavit de proximo suo”.
E’ anche dovere di carità: questi Fratelli separati devono essere da noi riguardati con un amore e una tenerezza tutta particolare, così come una madre pensa con accorata premura e con più insistente nostalgia ai figli che si sono allontanati dal tetto paterno, e che ogni giorno sono assenti dal desco familiare. E come in una famiglia disgraziata i figli migliori cercano di consolare la mamma non solo con la loro condotta esemplare, ma adoperandosi pure con tutte le loro forze per far sentire ai fratelli traviati la nostalgia del focolare paterno e ricondurli a goderne il sano tepore, così noi dobbiamo con tutta la nostra buona volontà, con tutti i mezzi a nostra disposizione avvicinare questi nostri fratelli e facilitare il loro ritorno.
Sono nostri fratelli sempre, anche se dissidenti e separati da noi; sono massi d’oro, secondo una bella immagine di Pio XIº, di s. m., staccati dal grande edificio della Chiesa di Pietro, ma non cessano per questo di essere d’oro. Bisogna dunque ricuperarli e portarli all’Unità perfetta della Chiesa, a far parte formalmente del Corpo mistico di Cristo, a godere dell’abbondanza dei carismi che Cristo spande a piene mani fra noi.
Il Divino Maestro ci ha ripetuto tante volte, per mezzo del suo Vicario, l’invito a lavorare per il ritorno dei fratelli separati, e risuonano ancora al nostro orecchio le parole accorate pronunziate da Pio XIIº nell’ultimo messaggio natalizio. Raccogliamo con tutto l’impegno della nostra buona volontà l’invito solenne del Signore. Specialmente in questa Ottava di Preghiere, la nostra voce si elevi più insistente, più amorosa, più fiduciosa al trono di Dio, e chieda anche un intenso e duraturo ardore, per continuare oltre l’Ottava, in tutto l’anno e sempre, in questo anelito, in questa santa passione per l’unione dei Fratelli cristiani.
Mi pare che Gesù riservi speciali benedizioni a tutte quelle diocesi, parrocchie e case religiose, dove questa Ottava di preghiere si farà con più solennità e fervore. E la prima benedizione sarà una maggiore santità di vita: perché non si può desiderare ardentemente il ritorno dei Fratelli separati senza capire e sentire che il mezzo migliore per propiziare la misericordia di Dio e per convincere al ritorno dei dissidenti è il sacrificio e l’esempio di una santa vita. Lo spirito di povertà, la semplicità, la modestia della vita, la perfetta carità nelle nostre relazioni, la proprietà e lo splendore delle funzioni liturgiche, sono tutti mezzi efficacissimi per convincere attraverso i fatti, meglio che attraverso le parole. E la santità s’irradia sempre lontano anche se non c’è rumore, anche senza il prestigio di opere grandi e clamorose.
Siamo alla vigilia dell’Anno Santo, che la bontà paterna del Santo Padre ha annunciato e che speriamo per grazia del Signore di poter celebrare. Se noi ci disporremo a questa celebrazione col santo proposito di vivere la vita cristiana secondo il Vangelo, sull’esempio degli Apostoli e dei primi cristiani, potremo anche affrettare l’ora del ritorno dei Fratelli separati. Sembra proprio che sia questa la loro ora; i tempi sembrano maturi; anch’io nella mia piccola esperienza ho segni manifesti che il Signore fa volgere verso Roma lo sguardo di molte anime materialmente lontane, ma che di fatto sono assai più vicine che non pensiamo. Per questo possa la mia povera voce valicare i confini della nostra terra ed essere udita e raccolta oltre i monti e oltre i mari dagli stessi nostri Fratelli separati, perché sappiano che una sola cosa noi desideriamo, che s’adempia il palpito del Cuore di Gesù: “Ut omnes unum sint”.
Ed oh quanta gloria ne verrebbe a Dio, quale prestigio alla Chiesa, quanto vantaggio alle anime che si sentirebbero rinfrancate nella fede e nel proposito di una vita veramente cristiana! E come sarebbe facilitata la stessa conversione degli infedeli, per i quali queste infinite divisioni fra i cristiani costituiscono un gravissimo ostacolo alla loro conversione in massa. Oh come morirei contento, con quale gioia canterei il mio “Nunc dimittis”, se mi fosse dato di vedere il compimento di questi santi ideali, effettuato questo grande ritorno!
Satana freme mette in moto tutti i mezzi a sua disposizione e tutte le arti per avere il sopravvento; ma questi, io credo, sono gli ultimi sforzi suoi, dopo i quali vedremo il pieno trionfo di Cristo e della Chiesa e un’era nuova di prosperità e di pace. Questa grazia ci conceda finalmente il Signore, per intercessione di colei in cui lode canta la liturgia: “Cunctas haereses sola interemisti in universo mundo”.
* 1357/B Natale (?)
A tutti i miei cari fratelli religiosi della Casa della Divina Provvidenza.
La pace di Gesù Benedetto, quella pace che gli Angeli santi hanno annunciato sulla stalla di Betlemme, sia con tutti voi, o miei amati e cari fratelli e sia frutto della vostra della nostra buona volontà. Corrispondete perché questa pace inondi i nostri cuori e santifichi le nostre anime.
Siamo prossimi alla grande settimana del Santo Natale, solennità che tutti quanti pregustiamo, prima ancora che spunti questa festa che tanta pace, tanta delizia pare portare alle nostre anime di Religiosi dei Poveri Servi Divina Provvidenza.
Io, cari fratelli, che tanto e poi tanto amo nel Signore e che desidero che tutti possiamo correre nella via della santificazione che la Provvidenza ci ha segnato per noi, in questa santa giornata, devo ancora una volta far udire a tutti voi la mia parola, ma di cuore, perché sia in tutti guida, luce, via per compiere tutti quei divini disegni che la Provvidenza vuole compiere per mezzo di noi, poveri, umili strumenti e subito vi dico e vi ripeto quello che altre volte vi ho detto e ridetto cioè che questa è un’Opera tutta particolare.
Il Signore ha impresso una forma, una fisionomia tutta propria e guai a noi se questa fisionomia venisse a cambiarsi, sarebbe la nostra rovina irrimediabile, e la rovina dell’Opera stessa. Cari fratelli, teniamoci bene a mente che condizione indispensabile perché quest’opera abbia ad arrivare “usque ad finem terrae” a chiamare e salvare tante anime assieme alle nostre, è l’essere convinti del nostro niente, delle nostre miserie e che il Signore, per tratto speciale della sua bontà e misericordia ci ha qui chiamati, dunque guerra allora al nostro io, al nostro amor proprio, che ci fa credere qualche cosa, no zero, no zero, noi roviniamo come noi l’Opera di Dio.
Stiamo dunque bassi, umili, coltiviamo con la grazia di Dio questa nostra coscienza del nostro nulla; e la coltiviamo mediante la vita interiore, che in ginocchio vi raccomando.
Fratelli, prima di andare alle anime, prima di andare all’apostolato, prima di esercitare il santo ministero guardiamo di essere ripieni noi dell’amore di Dio, di quello che dobbiamo dire e fare; è una pura illusione credere di essere noi, è il Signore che fa tutto. Ricordiamoci che siamo nel tempo del…, al Signore dobbiamo…, quello che lui ci ha dato, ricco delle sue grazie e dei suoi aiuti, dunque ricordatevi che prima di tutto siete, siamo religiosi per noi, e perciò… santifichiamoci con la santa meditazione, con la visita al Santissimo e con la lettura spirituale, con le pratiche di pietà, l’unica via privilegiata(?) nel fare il bene, nello zelare la gloria di Dio. Noi e per noi, siamo conche e saremo canali… .
* 1357/C [Senza data]
Amati Fratelli,
a grandi mali, grandi rimedi. Il male che il demonio nemico giurato del Signore e delle nostre anime continua ad assalire la povera umanità per renderla suo strumento contro Dio che l’ha redenta, che la salverà, che le ha dato e le continua a dare mezzi e grazie divine.
Fratelli, penso: questa vita che è vita di un giorno in rispetto all’eternità, possa essere valorizzata ciascuno nel proprio stato; se guardiamo la nostra vita arriveremo al Cielo, nostra Patria. E dove si andrà a finire, cosa accadrà se non si pone subito un rimedio ai tanti mali? Abbiamo pregato, fu pure fatta l’esposizione solenne perché…, sull’egoismo, sulla superbia, sull’odio. Satana ha fatto nascere questa guerra. E Dio mio, quanti disastri quante sciagure, quante rovine, e l’umanità si è pentita, sono cessati i peccati? Dio mio. Cessato questo flagello il male si può dire raddoppiato. E qui… subito fu offeso. E come vivono i cristiani? Fratelli dove si andrà a finire? Il Signore ha la sua ora. Noi Poveri Servi l’ho detto abbiamo una missione per l’ora attuale, dobbiamo ancora una volta, prima noi, piangere le nostre colpe, espiare per noi, per poi riparare e poi espiare e riparare per tutti i nostri fratelli, per il mondo e in modo particolare per la nostra cara patria, in questi momenti, che per avere grande pietà… ha bisogno di Dio, della sua grazia, dei suoi aiuti. E noi qui faremo e celebreremo un triduo santo al Sacro Cuore di Gesù, triduo che io vorrei si unissero tutte le anime e promettere sul serio di amare Gesù, di adoperarci perché il peccato, causa unica di tante miserie e di tutti i mali sopra tutto di tante rovine.
* 1357/D [Senza data]
Amati figlioli, diletti fratelli,
ringraziamo insieme il Signore che ci ha concesso di vedere quella grande giornata consacrata dalla Chiesa a onorare S. Giovanni Bosco, il nostro santo che fino dagli inizi dell’opera fu messo a nostro protettore e che oggi nella piena esultanza, nel gaudio completo, invochiamo come santo, come speciale nostro protettore. Ah sì che S. Giovanni Bosco dal Signore ci ottenga … il suo spirito che fu spirito di grande fede, di grande amore di Dio e di grande interesse per le anime. Anche noi, o cari, amiamo tanto il Signore, fu Lui che ci [ha] creati, che ci conserva e che ci riempie dei suoi doni, delle sue grazie. A questo amore, a queste grazie è necessario cooperare e riconoscere , vivendo da veri cristiani.
* 6539 [Senza data]
Amati fratelli di Maguzzano,
Vi porto tutti nella mente e nel mezzo del mio povero cuore, per amor di Dio vivete, viviamo tutti lo spirito puro e genuino dell’Opera. Salvando le nostre anime, santificheremo il mondo in quest’ora. Dio mio quale terribile responsabilità se per somma disgrazia non corrispondessimo. Pregate, pregate per me che di cuore vi benedico.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 7029 [Senza data]
Per un gruppo di nuovi Religiosi
Dal fondo del cuore ringrazio, e con voi tutti, lo Onnipotente, che in questi giorni ha fatto per le vostre anime grazie e doni così grandi e palesi che solo potrete valutare non in terra, ma nell’eternità.
Quanto so e posso vi raccomando di vivere lo spirito puro e genuino dell’Opera dei Poveri Servi, alla quale avete la somma grazia di appartenere.
Sono giorni di grazie e di benedizioni per voi e per i vostri nella terra e poi l’eternità.
* 7029/A [Senza data]
Ai miei cari fratelli chierici,
Che Dio vi benedica, vi infiammi sempre più del suo amore, per voi e per le anime che un giorno vi affiderà. Pregate per me. Vi benedico
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7029/B [Senza data]
Caro ed amato Fratello.
Per la tua personale santificazione conforme alla vocazione di Povero servo, ti raccomando tanto di vivere sempre lo spirito puro e genuino dell’Opera. Sii, sempre e dappertutto, Povero Servo: in Chiesa e in casa, in scuola e in refettorio, in camera e in strada, nel ministero e negli affari, nel lavoro e in viaggio…
Così, e soltanto così, compirai i disegni di bene propri di questa Casa nell’ora che volge e così irradierai lo spirito dell’Opera.
Prega per me.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 9828 [Senza data]
Ven.le Comunità della Casa del Sacro Cuore
Con il cuore, con la mente, con la preghiera, con la sofferenza sono sempre vicino, perché il Signore non trovi in nessuno di noi ostacolo e compia i suoi divini disegni a gloria del Padre e a bene e salute delle anime; disegni propri dell’ora presente. Ora nella quale tutti siamo chiamati ad una totale revisione, specie noi sacerdoti e religiosi.
Mi raccomando tanto, ma tanto alla carità delle orazioni, Dio solo sa quanto ne ho bisogno.
Benedico tutti
in C. J. Sac. J. Calabria
* 7077 [Senza data]
L’ora incalza, non sappiamo cosa possa accadere da un momento all’altro; il nemico non ci sorprenda impreparati; è necessario ed urgente passare all’azione, con povertà e abnegazione, nella preghiera e vita interiore, nella imitazione pratica di Cristo, degli Apostoli e dei primi cristiani; nella dimenticanza totale dei nostri materiali interessi; tutti ardenti di fede, di carità, uniti fra noi come rami di un unico albero, come membra del medesimo corpo.
L’ora è quanto mai terribile e oscura; è l’ora di Satana; ma insieme l’ora di Dio. Se Cristo vivrà in noi, non solo non avremo da temere, ma affretteremo l’ora del suo trionfo.
Il mondo ha sete di carità, di pace, di verità, di fede e di amore. E’ stanco ed è sfiduciato; guarda a noi, attende da noi la parola, l’indirizzo, l’esempio. Quale responsabilità se non siamo in piena efficienza. “Se il sale diventa scipito, con che si salerà?”
In C. J. Sac. J. Calabria
Io sono un povero prete, vicino alla grande chiamata e vorrei che quanto ho detto fosse prima di tutto impresso nel mio cuore sacerdotale per parlarne con fiducia al Divino Padrone e poi come testamento specie per i miei Confratelli…[illeggibile].
* 2278 [Senza data]
Amati fratelli,
la grazia, la pace.
Eccomi qui davanti al mio Crocefisso, dal (quale) mi pare parta l’ispirazione a scrivere ancora questa nuova lettera che il mio cuore desidera, a bene delle vostre anime, a santificazione della nostra cara Congregazione, che come altre volte vi ho detto: l’Opera nostra ha relazione, non so come, ma certo, con l’ora attuale, a bene non solo nostro, ma anche della nostra città, della nostra Verona, della Patria nostra, di tutta l’umanità, la quale, per un tratto tutto particolare della divina Misericordia, e solo per intercessione della cara Madonna, questo felice…
Non è cessata ancora la divina chiamata, che con insistenza ci chiama tutti, noi specialmente noi cristiani, a ritornare e presto alle sorgenti della vita dei primi cristiani e degli Apostoli: prima per noi e per salvare poi la cara patria, l’Italia, nazione e popolo da Dio eletto che possa essere in mano della Divina Provvidenza: luce e sole per tutta la povera umanità.
Salus mundi: Pontifex. Credo sia grande la grazia di avere il vicario di Cristo: il Papa!
Quale grazia miei cari fratelli, ma nello stesso tempo quale responsabilità se dopo tante grazie, tanta misericordia, tanto perdono da parte di Dio, facessimo come prima, o peggio di prima!
E quindi, subito una mano sul cuore, prima io stesso e poi voi: quale profitto abbiamo tratto da questo flagello? siamo usciti più buoni, più virtuosi? Ci siamo rimediati dai nostri peccati? Li abbiamo pianti, li abbiamo detestati, abbiamo promesso di essere tutti del Signore, veri suoi servi, fedeli alle nostre Sante Regole, tutti intenti a santificare le nostre anime, perché questo è il fine di tutti noi: salvare l’anima?
E tutto il lavoro che si fa per le cose terrene, del mondo, non vale proprio niente se non è coordinato con la vita futura, con salvare l’anima, memori delle parole di Gesù Cristo: “Quid prodest homini?”.
Ed è questo o cari fratelli il nostro compito: pregare, soffrire, vivere secondo lo spirito puro e genuino dell’Opera per impetrare dal Signore, oltre la grazia per noi, grazie e benedizioni per la nostra città, per la nostra cara patria, che specie in questo momento, ha bisogno particolare di grazie e di aiuti perché possa diventare all’altezza della sua missione, e poi una Patria riedificata in Cristo, sul santo Vangelo, unico codice per avere la vera giustizia, la vera pace e tranquillità, e lavorare anche in questa povera terra di esilio.
Ma come giustamente dice la Sacra Scrittura: “Nisi Deus aedificaverit…”
Bisogna che si edifichi in Cristo.
Oh lo sentissero tutti gli stati questo bisogno. Questo povero mondo ritornerebbe un Paradiso terrestre, ma per questo è necessario pregare, pregare.
Durante il flagello passato non si poteva parlare di preghiera, non si voleva. Tutto era fondato sulle forze umane, sulle vie terrene, sulla superbia, ed ecco la rovina, ed ecco il mondo ridotto…
Cari fratelli, preghiamo, preghiamo: la cristiana unità con una vita santa fa miracoli.
Ci vuole un miracolo perché tutto ritorni all’ordine.
Fratelli, noi abbiamo la nostra parte, grande parte, nobile parte, divina.
Pregate e fate pregare. A quanti avvicinate, siano grandi o piccoli, dite della necessità della preghiera, specie in quest’ora, e guardate, Provvidenza divina, proprio mi viene nelle mani, uno scritto di una persona che io vedo ispirata, che parla proprio della preghiera per la nostra cara Patria, specie in quest’ora e che io avrei rimorso se non ne facessi molto uso.
Anche questa è una grazia che ci fa il Signore, siamone grati e riconoscenti, e per amor di Dio, che il Signore non passi invano, sopra di noi, e qui dove disponiamo di preghiere, specie per noi…
Fratelli, vi raccomando di vivere secondo le vostra vocazione. Preghiamo che tutti diano l’esempio nella vita di quaggiù. Questa vita vissuta secondo la santa legge di Dio, è una vita come vi ho detto, di Paradiso, questa sia il premio della vera vita con Dio in cielo.
* 5441 [Senza data]
Amati fratelli di Costozza,
Che il Signore vi benedica e vi conceda tutte le grazie, specie quella grande, di corrispondere alla speciale vocazione dei Fratelli, di quest’Opera tutta del Signore; perché da Lui fondata e diretta, con Provvidenza tutta particolare.
Quanto so e posso, vi raccomando di vivere tutti per Gesù, per Lei, per la sua gloria, per le vostre anime, per tutte le anime.
Siate umili e con l’umiltà avrete tutte le altre virtù del vostro stato.
Ricordatevi che il nostro patrimonio, il nostro fondo di cassa, siamo noi con lo spirito dell’Opera: Quaerite… nessun pensiero per le cose temporali: fede, abbandono in Dio, specie nei momenti difficili: virtù, virtù, osservanza delle regole: cenci, creta ecco quello che domanda da noi il Signore, per compiere i suoi grandi disegni.
Sempre vi sono vicino, sempre prego, ma anche voi siatemi vicini, anche voi pregate tanto per me, ne ho gran bisogno.
Dal fondo del cuore vi benedico tutti, cominciando da don Franchini e terminando con il buon Ettore.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 5439 [Senza data]
Alla casa B. Fanciulli di Costozza
Amati fratelli di Costozza,
Vi sono sempre vicino con il cuore, con la mente, con la preghiera. Dal fondo del cuore vi prego ogni bene e ogni consolazione celeste. Vi raccomando la vostra speciale vocazione. Vivete come vuole la Provvidenza.
L’unico vostro pensiero sia Dio, la sua gloria, le anime. Il temporale non vi preoccupi per niente, questo scomparirà, anche con un miracolo, se voi cercherete solo Dio. La nostra opera è grande, grandissima, nell’eternità la capiremo e beati noi, se avremo vissuto secondo la nostra vocazione. Vi saluto ad uno ad uno, e vi benedico; pregate per me.
Dio solo sa quanto ne ho bisogno. Che Gesù mi usi misericordia e che tutti ci possiamo trovare in Paradiso.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 4687 [Senza data]
Nelle mie povere preghiere e sofferenze come ricordo perché Gesù ci faccia tutti suoi, specie noi Sacerdoti, Religiosi.
Mi raccomando alla carità delle orazioni.
In C. J. Sac. J. Calabria
Le anime si salvano con la nostra santità, che Gesù ci faccia santi.
* 4687/A Festa di S. Pietro [anno?]
A tutti i fortunati che hanno nome Pietro l’augurio che tutti diventino tanti santi, virtuosi. Prego, auguro, benedico e mi raccomando alle preghiere
in C. J. Sac. J. Calabria
A don Pietro [Murari], fr. Nogarè, Dalla Costa.
* 5451/A [Senza data]
L’ora attuale mai stata…, ma nei disegni di Dio, la tempesta, la burrasca è destinata, volente o nolente il nemico della S. Chiesa, nelle mani della Provvidenza, è destinata a purificare e santificare e portare le anime [alla] Chiesa di Cristo, in alto, come luce, come faro, continuo richiamo a ritornare a Dio, alla sua legge, alle fonti genuine del S. Vangelo e alla vita degli apostoli e dei primi cristiani.
Soltanto così l’umanità può trovare la vera pace e la soluzione dei grandi problemi, sia spirituali che sociali, e questo è compito di noi fratelli in Cristo. Tutto ciò che fu fatto e si fa per ridare la pace ed evitare la guerra, dai grandi di questa terra, se grandi si possono chiamare, è crollato, e tutto sarà inutile se, nella costruzione, con noi non sarà il Signore.
Invano si edifica se non è il Signore che edifica. Dunque: vita veramente cristiana: individuale, nelle famiglie, nella società, nello stato. Valorizzare la vita dello spirito, pensando che si viene da Dio e si va a Dio: Legge di Dio. Santificare la festa. I pochi faranno i molti. La patria, la famiglia veramente cristiana. Solo così Gesù è in noi, con noi. Diagnosi dell’ora presente, del male che vi è: i nemici sono nostri fratelli. Cercare di avvicinarli, far loro conoscere che noi li amiamo. L’errore combattuto, ma loro no, amarli, e questo per comando di Cristo, di quelle anime. E anche noi religiosi che abbiamo la grazia di appartenere…, dobbiamo questo privilegio darlo agli altri e proprio ai nemici, a coloro che combattono, che perseguitano la Chiesa di Gesù. E far conoscere quanto i crociati comandavano ai nemici. Ma tutto è appello alla grazia e con l’aspetto delle prove per i nemici. Sono nostri fratelli che sono schiavi di Satana, in pericolo continuo di eterna dannazione. E se noi sentiamo dolore per i mali fisici, come non sentiremo dolore nel vedere questi nostri fratelli in peccato? Fratelli miei amati, come sacerdote, come cristiano andrò a Gesù e per loro preghiamo con generosità in comune per tutti. Come combattendo il male, noi possiamo santificarli. Sento che il Signore ama tutti.
* 5161/B [Senza data]
Comunità Romana
Amate il Signore, fatelo amare da quanti più potete e pregate la misericordia del Signore per il vostro
in C. J. Sac. J. Calabria
* 2295 [Senza data]
Sento forte, potente il bisogno di scrivervi, mi pare proprio che sia Gesù che questa volta, l’ultima, lo voglia e che Lui parli a voi direttamente, per mezzo di questo povero e vecchio casante.
Carissimi nel Signore, tenete bene a mente che la grandezza dell’Opera sta nella sua piccolezza, nello stare nascosta con Dio a Nazareth… come Gesù vi stette per 30 anni: e nel pregare in silenzio, nella intima unione con Dio, esercitando il santo ministero sul campo che la Provvidenza ci ha assegnato, senza nessun pensiero, senza alcun desiderio di onori, cari fratelli, ma solo sotto lo sguardo di Gesù, senza mai mendicare apprezzamenti.
Se noi stiamo nascosti, Dio ci cercherà e con Dio faremo grandi cose; se noi ci manifesteremo, Dio fuggirà e allora poveri noi! State in guardia con Satana che certo vi farà delle offensive, ma vincerete sempre se sarete umili, se agirete in tutto con lo spirito della nostra Congregazione che dovete amare come vostro padre e madre, e ancora, di più.
Se avete delle preferenze queste siano per i poveri i più abbandonati, perché questi sono i più cari a Gesù. Spero che starete tutti bene e che non vi farete abbagliare da false luci. Gesù, il suo santo Vangelo, le nostre Regole, il nostro spirito: ecco il segreto per compiere i divini disegni.
Io sono sempre sul Calvario, e sul Calvario vi penso. Prego e vi benedico. Anche voi pregate per me. Dio solo sa quanto ne ho bisogno. Desidero tutti vedere, sta a voi il venire, avrei tante cose da dirvi, ma io credo che alcune ve le dica Gesù. Uniti in Domino.
Saluto tutti i cari Fratelli e dite loro che il solo importante è fare la divina volontà, questa solo ci apre le porte del Paradiso.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8884 [Senza data]
Dio ti benedica, benedico tutti, prega per me, ne ho gran bisogno.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8884/A [Senza data]
Con la preghiera, con la sofferenza, doppia con il cuore e la preghiera sono in mezzo a voi tutti e di cuore vi benedico.
L’ora presente domanda santi operai per il nuovo lavoro.
Pregate per me
in C. J. Sac. J. Calabria
* 8884/C [Senza data]
Che Gesù ci conceda la grazia di conoscerlo sempre più per sempre più amarlo e servirlo nei suoi poveri. Prega e fa pregare per me tanto povero, io ti ricordo, ricordo tutti e prego perché Roma rischiari tutto il mondo.
In C. J. Sac. J. Calabria
* 8884/D [Senza data]
[a don Stanislao]
Ho appena celebrata la Santa Messa e in questo momento, più del solito vicino e ho ricordato tutti i miei cari fratelli Romani, che la divina Provvidenza, con cura tutta particolare, vi ha portato a Roma, centro della cristianità, perché abbiate ad essere luce e sale; e la vostra vita sia, con la grazia di Dio, uguale alla vita degli apostoli.
Caro don Stanislao, il Signore Gesù da parte sua, oh quante grazie vi ha dato, quanti doni, direi, quali segni particolari; la nostra vita di sacerdoti, di religiosi sia tutta per Iddio, tutta per le anime.
Caro don Stanislao, debbo dirlo agli amati (?), ai cari confratelli miei, che, per amor di Dio corrispondano, domani moriremo, perché la vita è un giorno breve, beati quei figli della Ven…[non leggibile] che siano messi in pratica il loro nome, il loro distintivo: Poveri Servi della Provvidenza Divina, ma che non sia un semplice nome, perché sarebbe la nostra condanna. Ah, come è sacro il vostro campo; Dio mio, quanta messe matura vi è, ma è necessario l’operaio, il povero servo che pieno dell’amor di Dio, vada a raccogliere questa messe, per poi metterla nei granai, ma per condurla al Paradiso, tu mi capisci, ma oltre della messe matura, ah quale v’è più che…[non leggibile] e sta [a] noi, o cari, sta [a] noi vivere la vita apostolica con la vita Evangelica.
Dio ha messo le sementi, Dio ci ha dato i mezzi per farla crescere, sta a noi il farlo.
Don Stanislao, mio caro, Dio solo sa cosa vorrei dirti, cosa (?) dire a tutti i miei cari fratelli che tanto e tanto amo nel Signore, e vi dico quello che tante e tante volte vi ho detto: l’Opera è grande, l’Opera è per i tempi speciali… sta [a] noi, sta a noi con il nostro spirito genuino (?) che come sappiamo è spirito di fede grande, grande, convinti, certi (?) del nostro zero e miseria, ma fiducia in Dio che ci ha… per salvare le anime, le anime, le anime e specie quelle più abbandonate, più derelitte, più disperate perché queste sono le predilette di Dio, devono essere le nostre gemme, le vere nostre (?) gioie.
… ama le anime e vuole che noi le amiamo. Gesù diede la vita per esse e vuole che anche noi diamo le nostre (?) per salvarle, facendoci tutti a tutti per tutti.
Guardiamo a Gesù.
Ti raccomando in modo particolare i fanciulli (?), i piccoli, tu sai le parole di Gesù: “lasciate che i piccoli vengano a me”. Questa deve essere la prima vostra opera di zelo e so [che] lo fai, lo fanno tutti i cari confratelli.
Ti raccomando i piccoli e so che ne avete tanti di questi prediletti di Gesù.
Ricorda che i poveri, i diseredati, i più abbandonati sono pure i prediletti di Gesù:”lo spirito del Signore è sopra di me, perché Egli mi unse per mandarmi ad evangelizzare i poveri”, cari ha tutto detto (?) in Isaia.
Caro don Stanislao, le anime, le anime, molte di queste sono lontane, non vengono a noi; non sediamoci mai a piangere e lamentarci, ma andiamo per monti e per valli, tra spine e sterpi alla ricerca di queste pecorelle, impiegando tutti i mezzi, cercando tutte le occasioni, portando pazienza con loro. Sono un terreno arido, ma chi mette la semente e concima il terreno [e] quanto messo, ricorda che nelle tue fatiche, nella vita faticosa, due sono le condizioni del successo, diffidenza (?) di sé e fede in Dio, nel suo aiuto.
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