I COLORI DELL’ANIMA – LUGLIO-AGOSTO-SETTEMBRE 2009
1 LUGLIO
I MIEI RAGAZZI
Siamo in estate ed il mio timore più grande è che ci si lasci troppo trasportare dall’euforia che è propria di questa stagione, finendo per trascurare quelle che sono le cose più importantPensando a voi, sempre, ed avendo a cura la vostra formazione, ho deciso di non andare in vacanza e di continuare la mia missione di catechista, inserendo qui proprio per voi (e so che mi leggete!!!) dei pratici consigli di comportamento in famiglia per non perdere mai di vista il fine della vostra vita, quello di essere felici…
Vi auguro un’estate serena, con la speranza che sia piena di esperienze che possano arricchirvi.i per la nostra vita umana e spirituale…
08 Luglio
LA CAPANNA DEL SORRISO RITROVATO
“Sono qua!”
“Son giunta!”
La stella cometa era finalmente giunta alla capanna sacra.
“Eccomi!!!” Disse accendendosi come non mai.
“Ma nessuno mi VEDE???”
Ai suoi gridolini di gioia nessuno prestò attenzione, gli occhi di chi l’aveva seguita nel corso del suo lungo volo nell’oscurità del cielo, ora erano tutti fissi all’interno della povera capanna.
E la stella incuriosita decise di sporgersi un pochino per vedere cosa attirasse a quel modo la loro attenzione.
Fece per affacciarsi incuriosita con il suo musetto buffo e colse gli occhi di una minuscola creaturina e, quando per un istante furono occhi negli occhi, il paffuto frugoletto sembrò illuminarsi di una luce grandiosa.
Fu in quell’istante che la stella cometa comprese il perché di quel suo lungo viaggio in quel cielo nero come la pece. Il perché era ora dinnanzi ai suoi occhi, in quella modesta mangiatoia, era quel meraviglioso bambino.
La stella cometa sentì il fuoco del suo cuore divorarla alla vista del piccolo e desiderò ardentemente unirsi al popolo della notte per adorarlo.
Si vestì allora dei suoi abiti umani divenendo una bambina e, come la più piccola delle creature, si avvicinò alla capanna in punta di piedi. Improvvisamente il brusio delle persone in rispettosa adorazione cessò e il silenzio fu rotto da una piccola voce che disse:
“Vieni avanti!”
La stella bambina si guardò attorno, era convinta che quelle parole non fossero per lei, ma alle sue spalle non c’era più nessuno e nella capanna era rimasto solo il piccolo nella sua mangiatoia piena di paglia. Fece un timido passo in avanti e guardandosi intorno con circospetta abnegazione, disse:
“Posso?”
E la voce piccina ripetè di nuovo:
“Vieni avanti!”
La bambina lentamente si accostò alla culla e vide il bambino sorriderle, tanto era bello da non riuscire a trattenere le lacrime di gioia.
“Eri tu piccino che mi parlavi?”
“Si stella ero io, sei la benvenuta ti aspettavo.”
“Ma sei sicuro di non sbagliare, aspettavi proprio me?”
“Non sbaglio aspettavo proprio te, ho un messaggio per il tuo cuore.”
La stella non riusciva a fermare le lacrime e prese ad asciugare il pianto con la paglia della piccola culla e il bambino, ridendo, disse:
“La smetti di bagnarmi il giaciglio di lacrime? è giunta l’ora di sorridere, ma ancora non te ne sei accorta che è sorto il sole?”
La bambina fece per girarsi e vide il sole più grande che i suoi occhi ricordassero e, nel tornare a guardare il piccolo, disse:
“Ma come è potuto accadere, se sino a qualche istante fa era notte?”
“La notte precede sempre il giorno e ci sono giorni che durano per sempre…ora chiama alla vita il tuo sogno, allunga le tue mani e raccoglilo!”
La bimba uscì saltellando felice dalla capanna e gridò al sole il suo sogno:
“Voglio il Sorrisooooooo!”
Poi allungò le mani tra le quali aveva conservato tutte le sue lacrime, così come le aveva detto il bambino e un raggio di sole scese asciugandole tutte.
Tornò piena di gioia verso il giaciglio e stavolta fu il bambino a guardarla commosso per quanto era bello quel suo sorriso ritrovato, e una lacrima lucente prese a scendergli dagli occhi.
La piccola non voleva che il bambino piangesse per lei, raccolse con premura la sua lacrima e, di nuovo, corse fuori dalla capanna e, sollevandola alla luce del sole, disse:
“Voglio il Sorrisooooooo!”
Ma stavolta quella lacrima non fu asciugata dal sole e, delusa, tornò dal bambino conservando la preziosa lacrima tra le mani.
“Stavolta non ci sono riuscita, perdonami!”
Disse colta da profonda delusione, ma il bambino era pacifico e colmo d’amore, con voce serena e giuliva disse:
“Ci sono lacrime che il sole non asciugherà mai, sono le lacrime sciolte nel cuore della gioia, sono quelle che stringi tra le mani ma hanno dimora nel cuore della gente, quelle lacrime non le cancella niente, perché della vita sono la sorgente. Di questa lacrima inebrierai i sentieri del tuo cuore, vivi con amore!”
La bambina raccolse altra paglia per rendere il giaciglio del piccolo più comodo, sapeva che doveva andare via, gli coprì un piedino che era inavvertitamente uscito fuori dalla copertina e gli depositò un bacio sulla fronte.
“Vado?”
Disse poi guardandolo con nostalgia…sperando ardentemente d’esser fermata.
“Io non vorrei andare!”
Poi confessò e il piccolo, guardandola con amore, disse:
“Lo sai che devi andare, è giunto il tempo di dire alle stelle del cielo di non aver paura del buio, tu sai dove sono attese, avvisale, ti crederanno!”
La Bambina piangeva non sarebbe andata via per niente al mondo da lì, ma ormai il sole era alto le lacrime asciugate e nel suo cuore la sorgente viva scorreva fluida.
Era giunto il tempo di raccontare cosa l’oscurità della vita nascondeva. Nascondeva il suo cuore semplice e puro, nascondeva l’umile sentiero della gioia, nascondeva la luce di un sorriso che riempie il cuore e sana le profonde ferite dell’esistere.
La capanna era ancora lì, e lì sarebbe rimasta per sempre, sino a quando la più piccola delle stelle non fosse giunta a casa e per ognuna di loro ci sarebbe stata una lacrima d’amore, per ognuna un sole pronto ad asciugare il dolore.
Il bambino le avrebbe aspettate tutte e sarebbe rimasto in quella umile mangiatoia in attesa di un altro prezioso sorriso ritrovato.
(Grazie Paola, per questa meravigliosa storia!!!
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