05.1 “SCHIENE A DISPOSIZIONE DI DIO”
DOMENICA DELLE PALME
FESTA DELLE SCHIENE A DISPOSIZIONE DI DIO…
Gesù e al centro ed è seduto su un asino, mentre è seguito dai discepoli: sta entrando o Gerusalemme, la città santa. Con la mano destra benedice chi lo accoglie: con questo gesto esprime la bontà che Dio desidera per tutti i suoi figli. Il suo incedere è tranquillo e regale: lentamente si avvicina alla porta nelle mura. La folla che lo sta aspettando è invece attraversata da una frenesia confusa: non sono pronti. Così c’è chi si sta cavando il mantello dalla testa, chi si sfila l’abito da un braccio e chi corre sugli alberi per staccarne i rami e agitarli per fare festa. Chi sta sugli alberi prende il posto degli angeli in cielo e guarda dall’alto quanto accade: è un evento che non si può dimenticare. La porta nelle mura di Gerusalemme è aperta, segno di accoglienza dell’intera città che permette alla benedizione di Gesù scendere su tutti. L’abito di Gesù è rosso come la carne viva avvolto da un mantello blu (in parte rovinato dal tempo): è il segno dell’umanità che è avvolta dal cielo, il mistero dell’incarnazione si esprime anche attraverso i colori delle vesti,
CHI SIAMO ?
Con i carismi comuni della tenerezza :
- servitium, charitas,hospitalitas
ed i carismi particolari di ognuno,
- donne e uomini,
- laici e consacrati
- sani e malati,
- giovani e adulti…
SCHIENE A DISPOSIZIONE DI DIO
nel cuore del Vangelo a farGli strada:
“Andate…guarite…annunciate…”
(Mt 10,5ss) .
Le “terre di nessuno” sono sconfinate. Ogni talento è prezioso. “Fate bene a voi stessi, fratelli, per amore di Dio!”
”L’indefesso camminatore di Granada, colui che faceva appello alla a carità dei fratelli, era GIOVANNI DI DIO, UNA SCHIENA A SUA DISPOSIZIONE 24 ORE AL GIORNO. Facendosi carico di ogni bisogno, ha fatto ri-palpitare nella Chiesa il cuore del vangelo, ossia la “Charitas-Hospitalitas”, la cura paupeum senza frontiere: ”Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” (Gv. 20,21).
Pane è ogni bisogno umano. Epperò: ”Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.“ (Deut 8,3)
Questa è un’oasi per prendere fiato, parlarsi, con-dividere:
- MALATI A DOMICILIO CON LA COMUNITA’ TERAPEUTICA,
- OPERATORI SANITARI TRA LORO E CON I PAZIENTI,
- LA CHIESA LOCALE CON LA CHIESA SANANTE.
Un farsi del bene… per amore di Dio, alla scuola del sofferente.
http://digilander.libero.it/carromano/osanna.mid
Indigeni Masai con una mandria di asini domestici,assai probabilmente discendenti da quelli selvatici della Nubia.
UNA CERTA SOMIGLIANZA…
Biologicamente, l’asino è un animale che vive in regioni quasi ‘impossibili’: quelli selvatici, di cui restano pochissime razze in Asia e forse solo una o due nell’Africa Orientale, sopravvivono nelle caldissime e inospitali regioni della Duncalia, dell’ Abissinia e della Somalia.
Dagli asini africani deriverebbero le razze domestiche, i ciuchi armati di pazienza destinati a trasportare merci e individui, in mancanza del più ‘nobile’ cavallo, in tempi antichi e, oggi, quando manca un mezzo a motore (in vari paesi è ancora sfruttato parecchio).
Gioie e dolori per l’asino: è stato considerato con poca dignità, utile quando c’è da lavorare; ignorante, testardo, umile queste le sue caratteristiche ‘popolari’.
Eppure non tutti i popoli lo hanno considerato tale,ad esempio per gli Ebrei ha rappresentato per lungo tempo l’unica cavalcatura; rimane ancora oggi una cavalcatura economica e sicura per i paesi del Medio Oriente, mentre i piccoli asinelli sardi sono in grado tutt’oggi di inerpicarsi per gli erti monti dell’Isola.
Si accontenta di un magro pasto e rimane accanto all’uomo, incurante del fatto che quest’ultimo ne ha fatto il simbolo del non sapere.
Nonostante l’era dei voli planetari, sembra che Gesu’, per i suoi spostamenti nei luoghi piu’ impensati, prediliga ancora questa cavalcatura…
LA FUGA IN EGITTO CON IL PREZIOSO ASINO