L’AMORE VINCE TUTTO – Claudia Koll

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Claudia Koll: un modello di altruismo

 

2004-05-24_bg_a.jpg (18073 byte)L’AMORE VINCE TUTTO!

di Mauro Harsch


(tratto dalla rivista “Germogli” del 4/11/2004)

 

 

 

 

Una delle persone più straordinarie che ho conosciuto in questi ultimi anni è sicuramente Claudia Koll. Attrice di successo, affianca attualmente l’attività artistica ad un’intensa opera di volontariato a favore dell’infanzia e dei sofferenti.

Claudia Koll
Ho avuto modo di incontrarla in più occasioni, scoprendo in lei una sensibilità, una bontà d’animo e un amore per Dio e il prossimo decisamente fuori dal comune. Nell’intervista, con coinvolgente spontaneità, parla delle sue convinzioni morali e spirituali, di particolari esperienze di vita, svelando pure qualche segreto custodito nel suo cuore.

Recentemente si è molto parlato della tua conversione e del tuo impegno a favore dell’infanzia bisognosa. Cosa vuoi dirci in proposito?

 

Ho incontrato il Signore in un momento drammatico della mia vita, in cui nessun uomo avrebbe potuto aiutarmi; solo il Signore, che scruta negli abissi del cuore, poteva farlo. Ho gridato, e Lui mi ha risposto entrando nel mio cuore con una grande carezza d’amore; ha sanato alcune ferite e ha perdonato alcuni miei peccati; mi ha rinnovata e mi ha messa al servizio della Sua vigna. Mi sono sentita come il figlio della parabola del Figliol prodigo: accolto dal padre, senza essere giudicato.

Ho scoperto un Dio che è Amore e grande Misericordia. In un primo tempo ho cercato Gesù nei sofferenti, nel volontariato, negli ospedali, nei malati di AIDS e successivamente, in seguito ad un invito del VIS (organizzazione internazionale non governativa che rappresenta i missionari salesiani nel mondo), mi sono confrontata con grandi ingiustizie come la fame e la povertà. In Africa ho visto il volto di Gesù Bambino che ha scelto di essere povero fra i poveri: vedevo correre tanti bambini sorridenti, vestiti di stracci, e abbracciandoli e baciandoli pensavo a Gesù Bambino, vedevo in loro tanti Gesù Bambini.

Ricordi qualche esperienza di fede vissuta durante la tua prima giovinezza?


Nella prima infanzia sono cresciuta con una nonna non vedente, che però vedeva con gli occhi della fede. Era molto devota alla Madonna di Pompei e al Sacro Cuore di Gesù; grazie a lei ho respirato una particolare “presenza” di fede. In seguito il Signore ha permesso che mi smarrissi… Oggi però comprendo che Dio permette lo smarrimento, e il male, perché da esso può nascere un grande bene. Ogni “figliol prodigo” diventa testimone dell’Amore e della grande Misericordia di Dio.

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Dopo la conversione cos’è cambiato concretamente nelle tue scelte di vita, nel quotidiano?


La conversione è qualcosa di profondo e continuo: è aprire il cuore e cambiare, è vivere concretamente il Vangelo, è opera di rigenerazione basata su tante piccole morti e rinascite quotidiane. Nella mia vita cerco di ringraziare Dio con tanti piccoli gesti d’amore: occupandomi dei bambini, dei poveri, superando i miei egoismi… È vero che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. A volte, dimenticando noi stessi, si aprono nuovi orizzonti.

L’estate scorsa sei stata a Medjugorje. Che impressioni ne hai riportato?


È stata un’esperienza forte che mi sta trasformando e donando nuovi incentivi, tuttora in fase evolutiva. La Madonna ha svolto un ruolo importante nella mia conversione; è stata davvero una mamma, e io mi sento Sua figlia. In ogni appuntamento importante La sento vicina, e quando ho bisogno di riappacificarmi è sempre il Rosario la preghiera che riporta la pace nel mio cuore.

Tu sei testimone della fede cattolica vissuta nella pienezza e nella gioia. Che cosa vorresti dire ai giovani lontani dalla fede e a coloro che hanno abbandonato il cristianesimo e la Chiesa per abbracciare magari altre religioni o altre filosofie di vita?

Vorrei dire loro che l’uomo ha bisogno del Trascendente, della presenza di Gesù Risorto che è la nostra speranza. Rispetto ad altre religioni noi abbiamo un Dio che ha anche un volto; un Dio che ha sacrificato la vita per noi e che ci insegna a vivere in pienezza e a conoscerci. Fare esperienza di Dio significa anche entrare nel profondo del nostro cuore, conoscerci, e crescere quindi in umanità: questo è il grande mistero di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Oggi, amando Gesù non posso non amare l’uomo, ho bisogno dell’uomo. Essere cristiani significa amare il fratello e ricevere il suo amore, significa sentire la presenza del Signore attraverso i nostri fratelli. L’amore per Gesù ci fa vedere il prossimo con occhi diversi.

 Qual è secondo te il motivo per cui molti giovani abbandonano la Chiesa?


La nostra società non ci sostiene in un cammino spirituale, è una società molto materialista. L’anelito dell’anima tende verso l’alto, ma poi in realtà il mondo ci parla di tutt’altro e non ci sostiene in una ricerca autentica di Dio. Anche la Chiesa ha le sue difficoltà. Non dobbiamo in ogni caso dimenticare che Essa è il Corpo mistico di Cristo e va quindi appoggiata, dobbiamo rimanere nella Chiesa. Non bisogna identificare la persona con Dio: a volte le colpe di una persona diventano motivo per cui non si crede o si smette di credere… Questo è sbagliato e ingiusto.

Cos’è per te la felicità?


La gioia! La gioia di sapere che Gesù esiste. E la gioia nasce dal sentirsi amati da Dio e dagli uomini, e nel contraccambiare questo amore.

I valori più importanti nella tua vita?

L’amore, l’amore, l’amore…

Cosa ti ha spinta a voler diventare attrice?


Subito dopo la mia nascita, mia mamma ed io abbiamo rischiato di morire e, come accennato prima, sono stata affidata a mia nonna, non vedente. Più tardi, quando lei stava dinnanzi al televisore e ascoltava gli sceneggiati, io le raccontavo cosa vedevo. L’esperienza di raccontarle quello che accadeva, e vedere il suo volto illuminato, ha generato in me la voglia di comunicare con le persone e di regalare emozioni. Penso che sia da ricercare in questo vissuto il seme della mia vocazione artistica.

Un’esperienza particolarmente viva fra i tuoi ricordi…

Sicuramente l’esperienza più grande è stata quella d’avvertire nel mio cuore il grande amore di Dio, che ha cancellato tante mie ferite. Nel volontariato, ricordo l’incontro con un malato di AIDS che aveva perduto la facoltà della parola e non riusciva più a camminare. Ho trascorso un pomeriggio intero con lui; aveva la febbre alta e tremava dalla paura. Gli ho tenuto la mano per tutto il pomeriggio; ho condiviso con lui le sue sofferenze; vedevo in lui il volto di Cristo… Non scorderò mai quei momenti.

Progetti futuri? Nel volontariato e nella vita artistica?


Ho in programma un viaggio in Angola, per il VIS. Continuo inoltre la collaborazione con un’associazione che si occupa di donne immigrate in Italia in condizioni di difficoltà. Mi sento chiamata ad aiutare chi è più debole: il povero, il sofferente, lo straniero. In questi anni di volontariato con gli immigrati, ho vissuto molte storie di grande poesia. Vedendo situazioni di povertà anche dentro le nostre città, ho scoperto persone con grandi ferite morali, culturalmente non pronte a trovarsi in difficoltà; persone che hanno bisogno di ritrovare la propria dignità, il senso più profondo della propria esistenza. Attraverso il cinema mi piacerebbe raccontare alcune di queste realtà molto toccanti. In dicembre, in Tunisia, inizieranno anche le riprese di un nuovo film per la RAI, sulla vita di San Pietro.

Come vedi oggi il mondo della televisione e del cinema?

Ci sono degli elementi positivi e ho molta speranza nel futuro. Credo che siano tempi maturi perché nasca qualcosa di diverso. Sogno un’arte che porti luce, speranza e gioia.

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Qual è, secondo te, la missione di un artista?


Sicuramente quella di essere un po’ profeta, di illuminare il cuore degli uomini. Oggi, il male enfatizzato dai mass-media ferisce la nostra anima e la nostra speranza. L’uomo ha bisogno di conoscersi anche nelle proprie miserie, ma deve confidare nella Misericordia di Dio, che apre alla speranza. Bisogna guardare al bene che nasce anche laddove c’è il male: il male non può essere negato, ma va trasfigurato.

Nella sua Lettera agli Artisti, il Papa invita gli artisti a “cercare nuove epifanie della bellezza per farne dono al mondo”. Il nostro nuovo movimento “Ars Dei” è nato anche con l’obiettivo di riscoprire nell’arte un canale privilegiato di trasmissione di messaggi e valori che contribuiscano a richiamare alla mente e al cuore dell’uomo la sacralità della vita, il Trascendente, l’universalità di Cristo. Un movimento quindi in netta controtendenza con l’arte contemporanea. Un tuo commento in proposito.

Penso che la bellezza sia importante. Un bel tramonto ci parla di Dio e ci apre il cuore; un bel brano musicale ci fa sentire migliori. Nella bellezza incontriamo Dio. Dio è bellezza, è amore, è armonia, è pace. Mai come in questo periodo l’uomo ha bisogno di questi valori. Secondo me l’arte contemporanea è un po’ in ritardo rispetto a quello che l’anima dell’uomo cerca, ma penso che il nuovo millennio aprirà nuovi orizzonti. Credo che l’Ars Dei sia davvero un movimento nuovo e spero che possa fiorire come dice il Papa.

Per concludere, un messaggio, una citazione per i nostri lettori.


“Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Figlio suo Unigenito, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna”. (Gv 3-16) L’Amore vince tutto!

Grazie Claudia e arrivederci in Svizzera!

Roma, 4 novembre 2004

La rivista Germigli è edita dalla fondazione “Medjugorje per l’Infanzia”: www.medjugorje.ch 

CLAUDIA KOLL MAMMA A DISTANZA

L’attrice romana sostiene la campagna di adozione a distanza dei bambini Saharawi celiaci promossa dall’Aic (Associazione Italiana Celiachia).

Mercoledì 28 agosto la Koll è a Empoli per incontrare alcuni dei ragazzi, ospiti in questi giorni in Toscana, e sottoscrivere un’adozione. L’iniziativa si propone di aiutare le famiglie Saharawi a garantire ai figli celiaci una dieta senza glutine “Sono celiaca anch’io e so bene cosa significa convivere con un’intolleranza che non ti permette di avvicinarti agli alimenti più comuni, come il pane e la pasta. Per questo mi impegno in prima persona per i piccoli Saharawi celiaci, che già vivono in condizioni di grande disagio nel deserto, e anche io sottoscrivo un’adozione”.
Così Claudia Koll spiega la sua decisione di fare da madrina alla campagna nazionale di adozione a distanza dei bambini Saharawi celiaci promossa dall’Aic, di cui la Koll è presidente onoraria. L’attrice partecipa oggi ad Empoli all’incontro, organizzato dall’Aic, dall’amministrazione comunale e da associazioni di volontariato, con i bambini celiaci ospiti in questi giorni in Toscana. L’appuntamento è alle 11.30, presso il Chiostro degli Agostiniani, in via de’ Neri.

 

L’incidenza della celiachia nel popolo Saharawi è altissima: tra i bambini la percentuale è del 5,6% e i casi già diagnosticati sono oltre 300. Il dato emerge da uno screening effettuato nell’ambito di un intervento di cooperazione con la consulenza scientifica del dottor Carlo Catassi dell’Aic. Le analisi proseguiranno e si stima che su una popolazione infantile di 43 mila soggetti si possa arrivare a 2400 diagnosi di celiachia.

Obiettivo della campagna è far sottoscrivere l’adozione a distanza di tutti i 300 bambini Saharawi celiaci diagnosticati, in modo da permettere loro di alimentarsi in modo corretto, con frutta e verdura e altri alimenti che non contengono glutine.
L’adozione a distanza comporta un impegno economico di soli 186 euro all’anno e può essere sottoscritta anche da più persone: amici, colleghi di lavoro, una classe scolastica. Chi aderirà potrà mettersi direttamente in contatto con il bambino adottato, del quale saranno fornite foto ed indirizzo.


Ulteriori notizie sulla campagna di adozione si trovano sul sito dell’Aic www.celiachia.it, dove sono disponibili i moduli per l’adesione al progetto.
L’iniziativa è riportata anche nel sito di Claudia Koll: www.claudiakoll.it.

Referenti: Roberta Castellani, Aic Empoli, tel. 0571 591091


Associazione Livornese di solidarietà con il popolo Saharawi, tel.fax 0586 579202, saharawi@interfree.it

 

 

 

 

 

 

 

2004-05-24_bg_a.jpg (18073 byte)Claudia Koll e il VIS premiati al Mayfest dell’Opera salesiana di Caserta

Martedì 25 maggio al Teatro Don Bosco di Caserta nell’ambito della Settima Edizione del Mayfest si terrà “Abito il mondo”, una manifestazione culturale rivolta alle scuole medie inferiori e superiori promossa dalla Casa Salesiana di Caserta che si svolgerà dal 22 al 30 maggio, Claudia Koll, testimone del VIS, riceverà il “Premio della Pace”.

Nella stessa serata al VIS verrà consegnato un Premio Speciale per l’impegno che da quasi vent’anni l’ONG attua in oltre 30 Paesi del Sud del mondo, realizzando, secondo il carisma di Don Bosco, progetti di sviluppo educativi e formativi. In particolare si sottolinea la realizzazione dei Centri professionali organizzati a Tirana e Scutari in Albania e a Pristina in Kosovo, missioni che fanno parte dell’Ispettoria Salesiana Meridionale.

Con questa edizione del Mayfest abbiamo voluto offrire ai ragazzi una visione approfondita e consapevole delle minoranze, storiche e recenti, insediatesi in Terra di Lavoro. – Spiega il direttore dell’Opera don Emilio Laterza – Far comprendere che l’obiettivo della pacifica convivenza può essere raggiunto con un’educazione aperta alla diversità ossia di carattere interculturale, capace comunque di porre in primo piano i diritti umani”.

In un momento come questo, in cui molti popoli soffrono a causa dei conflitti, della fame, della sete e per gravi malattie, tutti gli strumenti educativi possono incidere positivamente sulla sensibilità delle persone, soprattutto dei giovani e trasmettere quei valori indispensabili per costruire la Pace per tutti gli uomini della Terra. – Ha dichiarato Claudia Koll – È importante che si organizzino eventi come il Mayfest perché diffondono un messaggio di apertura ed integrazione con un mondo diverso dal nostro ricordando le parole di Papa Paolo VI – La pace non si gode, si crea. La pace non è un livello ormai raggiunto è un livello superiore, a cui sempre tutti e ciascuno dobbiamo aspirare.” 

  Un libro e un’attrice

 

Una folla incontenibile ha assiepato l’11 maggio l’Auditorium Giovanni Paolo II del Seminario Arcivescovile per la presentazione del mio ultimo libro “Il cammino della speranza: itinerario ecclesiale tra testimonianza e profezia” e la testimonianza della notissima attrice Claudia Koll. La recente pubblicazione, con la prefazione del cardinale Renato Raffaele Martino, raccoglie gli atti che hanno condotto la Chiesa beneventana attraverso un intenso itinerario culturale-spirituale-pastorale sulle orme dei grandi testimoni della speranza in terra sannita: il protovescovo San Gennaro, l’evangelizzatore della Polonia San Benedetto da Benevento ed il frate delle stimmate San Pio da Pietrelcina.

La storia dimostra che la Chiesa di Benevento può essere giustamente definita la città della testimonianza per il martirio cruento di alcuni suoi figli (Gennaro a 1700 anni dal martirio e Benedetto a 1000 anni dal martirio) e quello incruento di Francesco Forgiane che ha versato goccia a goccia tutto il suo sangue immolandosi sull’altare della volontà di Dio realizzata in ogni situazione. Il volume raccoglie gli interventi di relatori illustri che oltre ad essere grandi maestri sono insieme formidabili testimoni: Oreste Benzi, Pierino Galeone, Zenon Grocholewski, Sabino Palumbieri, la comunità di Nomadelfia, Luigi Renzo, Lorenzo Saraceno, Mario Pedicini, Angelo Montonati, i grandi cantori della devozione alla Madonna in terra sannita, gli esperti della storia-tradizione-culto-arte riguardanti San Gennaro, i testimoni dell’amore (Giovanni Paolo II) e della verità (Benedetto XVI), Annibale Pizzi, Angelo Comastri, Renato Martino e Claudia Koll. Una ricchezza di contenuti e messaggi da non disperdere dopo tanto lavoro.

Nella prefazione il card. Martino afferma: “Sono convinto che l’Occidente soffra di una grave crisi culturale e che questa crisi rischi di  toccare, se non la dottrina, la predicazione della Chiesa cattolica. E poiché, né per laici né per credenti, c’è Occidente senza cristianesimo, ritengo che il cristianesimo contribuisca in maniera decisiva a curare la sofferenza dell’Occidente. La Chiesa non deve temere scelte forti e decisive. Il timore delle scelte può indurre i cristiani a pensare che, se il cristianesimo comporta oneri gravosi, allora è meglio affievolire la fede, indulgere al dialogo a qualunque costo o abbassare la voce piuttosto che rischiare un conflitto. Ma il cristiano debole, come il pensatore debole, alla fine, diventa un cristiano arrendevole”.

Dopo la presentazione del libro la testimonianza dell’attrice Claudia Koll ha letteralmente catturato l’attenzione dei presenti e soprattutto dei tantissimi giovani intervenuti. La Koll con linguaggio pacato, umile, semplice e convincente ha raccontato la sua storia personale e l’intensa attività artistica nel mondo del teatro, del cinema e della televisione.

Una storia travagliata e confusa fatta di fragilità, vizi e insoddisfazioni, fino alla ricerca di un Dio smarrito lungo i sentieri della superficialità. Il desiderio di un serio cammino di conversione e l’approdo felice alla Bibbia, al Rosario, alla Divina Misericordia, all’Eucaristia quotidiana ed il bisogno urgente di servire Cristo presente nei poveri e nei sofferenti, soprattutto in Africa. Un intenso itinerario di preghiera e carità che diviene ora testimonianza al servizio dell’evangelizzazione.

Tra i tanti avvenimenti, il più toccante, il ricordo della nonna non vedente che con la sua fede semplice e convinta diviene testimone di luce e di speranza per la piccola Claudia che anche nel buio della notte rimane legata alla nonna attraverso un tenue filo di lana che unisce i due polsi. La delicatezza di una presenza che ama senza imporsi.

(“Benevento — La libera voce del Sannio” n.10/ del 26/5/2006)  

Nella prefazione il card. Martino afferma: “Sono convinto che l’Occidente soffra di una grave crisi culturale e che questa crisi rischi di  toccare, se non la dottrina, la predicazione della Chiesa cattolica. E poiché, né per laici né per credenti, c’è Occidente senza cristianesimo, ritengo che il cristianesimo contribuisca in maniera decisiva a curare la sofferenza dell’Occidente. La Chiesa non deve temere scelte forti e decisive. Il timore delle scelte può indurre i cristiani a pensare che, se il cristianesimo comporta oneri gravosi, allora è meglio affievolire la fede, indulgere al dialogo a qualunque costo o abbassare la voce piuttosto che rischiare un conflitto. Ma il cristiano debole, come il pensatore debole, alla fine, diventa un cristiano arrendevole”.

Dopo la presentazione del libro la testimonianza dell’attrice Claudia Koll ha letteralmente catturato l’attenzione dei presenti e soprattutto dei tantissimi giovani intervenuti. La Koll con linguaggio pacato, umile, semplice e convincente ha raccontato la sua storia personale e l’intensa attività artistica nel mondo del teatro, del cinema e della televisione.

Una storia travagliata e confusa fatta di fragilità, vizi e insoddisfazioni, fino alla ricerca di un Dio smarrito lungo i sentieri della superficialità. Il desiderio di un serio cammino di conversione e l’approdo felice alla Bibbia, al Rosario, alla Divina Misericordia, all’Eucaristia quotidiana ed il bisogno urgente di servire Cristo presente nei poveri e nei sofferenti, soprattutto in Africa. Un intenso itinerario di preghiera e carità che diviene ora testimonianza al servizio dell’evangelizzazione.

Tra i tanti avvenimenti, il più toccante, il ricordo della nonna non vedente che con la sua fede semplice e convinta diviene testimone di luce e di speranza per la piccola Claudia che anche nel buio della notte rimane legata alla nonna attraverso un tenue filo di lana che unisce i due polsi. La delicatezza di una presenza che ama senza imporsi.

(“Benevento — La libera voce del Sannio” n.10/ del 26/5/2006) 

 

Claudia Koll

L’attrice, da tempo coinvolta in iniziative di volontariato e solidarietà, è da qualche mese testimonial del VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), un Organismo Non Governativo, senza scopo di lucro, che affianca i Salesiani di Don Bosco e che opera nei paesi poveri del Sud del mondo.

Attualmente è impegnata nella campagna “Cibo per l’Etiopia”. Oggi l’Etiopia sta morendo di fame a causa della più grave e devastante carestia, che ha colpito il Paese.

Il 26 novembre Claudia Koll è andata in Etiopia, con il presidente del Vis Antonio Raimondi, per portare i primi aiuti. Un viaggio coraggioso di 7 giorni che ha toccato Addis Abeba, Dilla e Zway. Il toccante diario del viaggio sta uscendo a puntate sul settimanale Gente.
E’ importante considerare che anche un piccolo aiuto è vitale perché, per esempio, un quintale di biscotti multivitaminici costa solo 57 euro e un biscotto equivale a un pasto di un bambino.

www.claudiakoll.it

www.volint.it

 

“Cibo per l’Etiopia” call center 199445588

Claudia Colacione (Koll) nasce a Roma nel 1964. Ha il suo primo ruolo importante nel film erotico di Tinto Brass “Così fan tutte” del 1992. Da anni alterna le esperienze teatrali (“Uomini sull’orlo di una crisi di nervi”, “Alle volte basta un niente”, “La professione della Signora Warren”, “Ninotchka”). a quelle televisive (“Cuore di Ultrà” ,”Il Giovane Mussolini”, “Linda e il Brigadiere”, “Valeria Medico Legale”). Appassionata di tango, è anche interprete dello spettacolo teatrale Teatro Fantastico di Buenos Aires.

 

Foto Claudia Koll: 7 settembre 2006 a Maria Ausiliatrice S. Cataldo

seguito foto:

http://www.maxso.135.it/ 

 COME MAI ?

 

Ho incontrato il Signore in un momento drammatico della mia vita, in cui nessun uomo avrebbe potuto aiutarmi; solo il Signore, che scruta negli abissi del cuore, poteva farlo.

Ho gridato, e Lui mi ha risposto entrando nel mio cuore con una grande carezza d’amore; ha sanato alcune ferite e ha perdonato alcuni miei peccati; mi ha rinnovata e mi ha messa al servizio della Sua vigna.

 

 

 

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