SANT’AGOSTINO VESCOVO – Carlo Maria Martini

martini3martini2 - autografoSANT’AGOSTINO

 

Omelia del cardinale Carlo Maria Martini (30.8.1986)

 

Quando, poco fa, sono entrato a visitare il museo di S. Agostino, mi è stata mostrata una firma che io avevo scritto otto anni fa, quando venni pellegrino una giornata per venerare le memorie di S. Agostino. Mi trovavo a predicare gli esercizi nella casa di Triuggio.

Era la festa di S. Agostino, l’agosto del 1978 e sentii vivissimo il desiderio di un pellegrinaggio di preghiera e di silenzio per venerare questi ricordi. E quindi oggi ritorno a voi per la seconda volta e questa volta non più soltanto come pellegrino, ma con in mano un messaggio: è il messaggio che il Papa ha mandato mediante il telegramma, che è stato letto. E c’è un messaggio ancora un po’ più lungo, che è stato mandato alla Chiesa e soprattutto a voi devoti di S. Agostino: è la lettera che è stata appena pubblicata su questo grande Stato.


Ed è appunto da questa lettera che io voglio ora ricavare qualche pensiero per voi. Esporrò solo qualche pensiero perchè la lettera è molto lunga. Certamente la leggerete e la commenterete durante quest’anno. Ora io voglio sottolineare qualche pensiero che ci aiuti questa sera a rendere viva la memoria di S. Agostino.


Anzitutto il Papa dice una parola che è una lode per quello che voi fate per la conoscenza di S. Agostino. Ricorda infatti il papa: “… così la conoscenza esatta e affettuosa della vita di S. Agostino, suscita la sete di Dio, il fascino di Cristo, l’amore alla sapienza e alla verità, il bisogno della grazia, della preghiera, della virtù, della carità fraterna, l’anelito dell’eternità beata”… Tutte cose bellissime, la sete di Dio, il fascino di Cristo, l’amore alla sapienza, e tutte queste cose ci vengono attraverso la conoscenza esatta e affettuosa della vita di S. Agostino.

Ecco dunque una lode per tutti voi. Soprattutto per tutti coloro che si impegnano non soltanto per una memoria generica, ma per una conoscenza, dice il Papa, affettuosa. Fate quindi una lettura, una rilettura delle sue opere, in particolare delle Confessioni, una conoscenza approfondita della sua dottrina, un imparare da lui a meditare e a gustare la Parola di Dio; ecco già un programma per la vita della vostra parrocchia.


Un’altra cosa importante, una seconda cosa dice il Papa in questa lettera ed io lo sottolineo in particolare per voi. Il Papa ricorda che tra i grandi meriti di S. Agostino c’è soprattutto quello del coraggio e della perseveranza nel ricercare la verità.


Il Papa scrive: “… S. Agostino insegna a cercare con coraggio, con fatica, con perseveranza, la verità. Bisogna cercarla con umiltà, disinteresse, diligenza, superare le difficoltà, sciogliere i dubbi, andare a fondo, perchè la verità divina apre il cuore, apre la mente, illumina l’uomo”. “Ma cosa vuoi dire per noi questa ricerca della verità?” Vuol dire innanzitutto sapere che di questa ricerca della verità siamo ancora molto indietro, conosciamo poco la dottrina di Cristo, conosciamo poco la Sacra Scrittura, abbiamo bisogno di catechesi. La catechesi non è soltanto per i bambini, per i ragazzi, per i sacramenti, ma anche e soprattutto per i giovani, per gli adulti.


Essa è una conoscenza ragionata, approfondita di Dio e della dottrina cristiana che ci permette di saziare la nostra sete di verità. AI cristiano non basta quindi accontentarsi di qualche rapida nozione, di qualche memoria delle cose imparate da ragazzi. Oggi noi dobbiamo e voi dovete con coraggio e con coerenza sotto la giuda del vostro parroco e dei vostri sacerdoti progredire nella conoscenza ordinata e approfondita della verità di Dio.


Dice il papa che questa conoscenza ordinata di Dio è quella che ci fa conoscere profondamente la verità di noi stessi. L’uomo afferma il papa ripetendo la dottrina di S. Agostino, non si capisce, non intende se stesso, se non in ordine a Dio. L’uomo capisce Dio, lo intuisce, lo comprende impara a rientrare in se stesso nel silenzio, nei momenti di meditazione. Così l’uomo sempre più intuisce la luce di Dio che è dentro di lui, capisce Dio e comprende sè stesso.


Ecco dunque un altro mezzo per camminare nella conoscenza della verità. Dovete desiderare non soltanto l’ascolto della dottrina e la catechesi ordinata e sistematica nella comunità per tutti i battezzati, ma anche la meditazione.


S. Agostino è venuto qui in questi luoghi molto belli perchè voleva trovare la pace, il silenzio, il verde. Ma questo non è soltanto un ricordo del passato, è un insegnamento per ciascuno di noi, perchè ci domandiamo: ‘”E io, so cercare nella mia vita momenti di silenzio, di raccoglimento, di meditazione? Oppure mi accontento di sapere che Agostino ha fatto così?”. Se ha fatto così, e così facendo ha trovato la via della conversione, vuoi dire che anch’io ho bisogno di silenzio, di preghiera, di contemplazione. Così devo fare nei momenti che passiamo in chiesa durante le liturgie, così pure nei momenti in cui da solo veniamo in chiesa ad adorare il Signore. Oppure quando siamo nella nostra casa, nella nostra camera alla sera e leggiamo una pagina del Vangelo prima di addormentarci ed eleviamo a Dio una preghiera.
Ecco che cosa faceva qui S. Agostino, leggeva in silenzio la Parola di Dio e la meditava nel suo cuore. Ecco ciò che dovete fare per essere seguaci veri e quindi per commemorare la vostra vita, la vita e la conversione di questo grandissimo Santo.


Ricordatevi questa parola del Papa, che chiede per tutti la ricerca della verità. E ancora un’ultima paro- la vorrei dedicare insieme col Papa ai giovani. La lettera del Papa, termina con un appello ai giovani che è opportuno leggere.


Dice il Papa: “…infine vorrei dedicare una parola ai giovani che Agostino molto amò, come professore prima della conversione e come pastore dopo. Egli ricorda ad essi, il suo grande trinomio: VERITA-AMORE-LIBERTA’; tre beni supremi che stanno insieme e li invita ad amare la bellezza.


Non solo la bellezza dei corpi che potrebbe far dimenticare quello dello spirito, nè solo quella dell’arte, ma la bellezza interiore della virtù e soprattutto la bellezza eterna di DIO…” Ecco il richiamo di Agostino ai giovani: Verità, Amore, Libertà.


Noi queste tre cose le vogliamo: ci piace la libertà, siamo attratti dall’amore, vogliamo anche la verità. Però dobbiamo desiderare queste tre cose tutte insieme. Infatti non c’è libertà senza verità, non c’è verità senza amore e non c’è amore senza verità e libertà.
E tutto questo cosa significa?


Significa ascolto della parola evangelica, presenza di Dio nel nostro cuore che ci apre alla verità, ci fa scoprire l’amore vero e ci fa scoprire la vera libertà. Senza queste tre cose, l’amore può essere falso, la libertà può essere ingannevole, perchè non c’è la verità che le guida.
E la verità discende dall’ascolto della parola di Dio e dalla riflessione profonda nel silenzio del cuore. Ecco dunque un programma per i giovani: so che alcuni dei giovani hanno seguito la scuola della parola in Duomo.


Perchè non trasportate la scuola della parola nella Parrocchia?
È importante perchè verità, amore e libertà insieme possano essere coltivate soprattutto da parte degli adolescenti e dei giovani proprio come fece Agostino.


Lasciatevi dunque infiammare da questo esempio e cercate imitandolo di gustare la gioia che lui ha gustato.


In giornate come queste, quando lontano svettavano le montagne, quando splendevano i colori della natura e i canti degli uccelli; Agostino si sentiva nel cuore pieno di Dio, di verità, di amore e di libertà. Questa gioia è riservata anche a noi quando seguiamo il suo esempio. Ecco dunque un programma per queste celebrazioni, non soltanto un programma di festività, ma un programma di cammino pastorale per voi e per la vostra parrocchia soprattutto per i giovani. Ecco le grazie che io chiedo per voi in questa Eucarestia.

 

+ CARLO MARIA card. MARTINI
Arcivescovo di Milano

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