PAMPURI – UNA VITA SECONDO LO SPIRITO – Angelo Nocent

UNA VITA SECONDO LO SPIRITO

Fino a sette anni Erminio è casa, chiesa e scuola, come tutti i coetanei. Ma il 10
Luglio 1904, data che viene solo riportata ma non sottolineata dai cronisti, è un
giorno decisivo per il ragazzo perché è chiamato a sottoscrivere il progetto di Dio che ne ipoteca in qualche modo il futuro di uomo e di cristiano: si tratta della Cresima.
Nei paesi, quando si celebrano le cresime, è un giorno di festa molto atteso perché non capita ogni anno. Viene il Vescovo e le chiese si adornano di fiori e drappi; nelle famiglie si cercano i padrini, si pensa al vestito nuovo ed i candidati sognano anche il regalo… ( Oltre al vestito bianco con i primi calzoni lunghi, il mio, cinquant’anni fa, è stato un orologio da quattro sodi, ma pur sempre un orologio).
Certo, la sostanza di questo esultare per la confermazione è assai più profonda.
Se la regola di vita del cristiano è anzitutto il dono dello Spirito, si comprende quanto sia importante questo sacramento, in cui il sigillo del Consolatore rende il credente capace di testimoniare in pienezza il dono di Dio nelle diverse situazioni della vita.
I cresimandi, ad un certo momento della Messa solenne, ad uno ad uno si sentono chiamare per nome dal Vescovo in abiti pontificali, con la mitria sul capo, il pastorale nella sinistra, l’anello nell’ anulare destro, mentre passa in rassegna il mini esercito di bambini e bambine vestiti di bianco, con una fascia distintiva sul braccio sinistro.
Erminio, ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”, si sente dire dal Vescovo mentre gli unge la fronte con il sacro crisma. Forse né lui né i suoi compagni hanno la prontezza di rispondere “Amen” alla formula sacramentale pronunciata solennemente in latino. Ma l’effetto c’è ed è immediato.
Segue il leggero schiaffo sulla guancia, da tutti atteso con emozione, con il “pax
tecum”, mentre l’ “et cum spiritu tuo” di risposta esce solo dalla bocca del parroco che sta di fianco al Vescovo.
Non sempre da tutti viene recepito, ma la cresima è un grande evento che dovrebbe sconvolgere l’esistenza del cristiano. La Bibbia paragona lo Spirito Santo al soffio di vita, al vento, che non si vede, ma trascina ogni cosa al suo passaggio, al fuoco, impalpabile, ma efficace, all’acqua, sfuggevole, preziosa e feconda.
Il dono dello Spirito Santo effuso in pienezza nel sacramento della Cresima rafforza i doni dello Spirito Santo già ricevuti nel Battesimo. Sant’Ambrogio aveva scritto: “Hai ricevuto il sigillo spirituale, lo spirito di sapienza e di intelletto, spirito di consiglio e di virtù, spirito di conoscenza e di pietà, spirito del santo timore: conserva quanto hai ricevuto. Ti ha segnato Dio Padre, ti ha confermato Cristo Signore e lo Spirito come pegno si è dato al cuore del tuo cuore” (Sui misteri, 7,42)
Resi docili alle ispirazioni divine, si diventa capaci di produrre con maggiore larghezza e profondità i frutti dello Spirito Santo, elencati da S. Paolo (Gal 5, 22-23), che sono: l’amore, la gioia, la pace, la pazienza, la longanimità, la bontà, la benevolenza, la mitezza, la continenza, la castità.
Attraverso questi passaggi si capisce al volo perché ad Erminio sono bastati trentatre anni per diventare santo. Sono miracoli della Grazia Santificante.
Che cos’è? La grazia di Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla.
Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo”. ( 2Cor 5,17-18 )
Il gesto dell’imposizione delle mani si collega alla benedizione con cui i patriarchi trasmettevano ai loro figli le promesse di Dio mediante le imposizioni delle mani, e al gesto con cui Gesù benediceva i bambini. Il significato profondo è la pienezza di grazia che viene data al cristiano posto sotto la protezione di Dio che prende possesso di lui. Naturalmente tutto ciò avviene dopo aver rinnovato le promesse battesimali perché la cresima è proprio il sacramento della confermazione del battesimo, due tappe inseparabili di una stessa santificazione. E’ inoltre il sacramento della comunione ecclesiale.
Cose troppo grosse per una testolina di sette anni? Non è detto. Anzi, a guardare dai risultati, si direbbe proprio di no .
Se nel linguaggio di allora il cresimato diventa soldato di Cristo, il giorno della
cresima è la data dell’arruolamento nel suo esercito. Anche se noi oggi usiamo una terminologia meno militare per esprimere il mistero del sacramento, segno che realizza ciò che promette, la sostanza dell’investitura è la stessa: “Effonderò il mio spirito sopra ogni uomo” (Gl 3,1).
Dunque il cresimato è un uomo i-spirato. Tanto per divagare, un suggestivo episodio accaduto ad un missionario francescano, padre Cormac: un giorno comincia la primissima istruzione di un indiano della tribù dei navajos, analfabeta, che chiede il battesimo. Non aveva ancor detto tre parole del “Padre nostro” che il vecchio indiano lo interrompe e recita d’un fiato tutta quella preghiera, nella sua lingua e senza errori. Il missionario rimane stupito e gli chiede: “Chi ti ha insegnato questa bella preghiera?“. E il vecchio: “Ascolto il vento che parla!“; Ogni domenica i navajos, radunati attorno a una radiolina nelle riserve dell’Arizona, ascoltavano, nel più grande silenzio, “il vento che parla”.
“Il vento che parla”: meravigliosa immagine dell’inafferrabile Spirito Santo. A
coloro che lo ascoltano egli insegna il “Padre nostro” perché li rende pienamente figli di Dio, dall’interno, come dice san Paolo: “Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio… E voi avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, papà! Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio” (Rm 8,14-16).

Lo Spirito è una persona senza volto. Gesù lo paragona al vento: “Il vento soffia
dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va” (Gv 3,8). Lo Spirito è il vento che parla. Come il vento, così gli altri simboli dello Spirito - l’acqua, il fuoco, l’aria, il respiro – non comportano figura: evocano soprattutto
l’irruzione di una presenza, una espansione profonda. Lo Spirito di Dio è uragano, tempesta, potenza irresistibile, amore inarginabile. È il vento impetuoso che aleggiava sulle acque nel primo giorno della creazione; è il soffio che scende sulla vergine Maria nel primo giorno della redenzione: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo” (Lc 1,35).
Su Gesù appena battezzato scende lo Spirito (Mt 3,16). È lo Spirito che lo conduce nel deserto per essere tentato dal diavolo, dove supera vittoriosamente ogni specie di tentazione (Mt 4,1). Gesù inizia la sua predicazione applicando a sé il passo di Isaia: “Lo Spirito del Signore è sopra di me” (Is 61,1; Lc 4,18).
Lo Spirito di Dio è forza e potenza d’amore perché Dio è amore. Leggiamo nel libro degli Atti degli apostoli: “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo” (At 10,38).
Gesù comunicherà questa potenza d’amore irresistibile a tutto il suo popolo: ”Avrete forza dallo Spirito Santo” (At 1,8). E lo Spirito produrrà in tutti uno straripamento di carismi profetici e creerà dei cuori fedeli a Dio e amorevoli verso il prossimo.
Leggiamo nei profeti: “Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave, in quei giorni, effonderò il mio spirito” (Gl 3,1-2);
Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi…; voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” (Ez 36,26-28).
Il fra Riccardo Pampuri santo è la fase finale di questo lento processo ascensionale, fatto di sogni e visioni, maturato e consumato nell’affettuoso rapporto con “l’Abbà” , ossia del bambino con il suo Papà, che vuol dire un andare a dismisura oltre l’esperienza dell’amore umano.
Giovanni Paolo II insiste nel dire che la vita cristiana e la vita consacrata in particolare, sono in intima relazione con l’opera dello Spirito Santo e scrive : “E’ Lui che, lungo i millenni, attrae sempre nuove persone a percepire il fascino di una scelta tanto impegnativa [...], è Lui che forma e plasma l’anima dei chiamati, configurandoli a Cristo “ (Vita consacrata, n.19). Detto da un papa che ha fatto la stessa amara esperienza di perdere i genitori in tenera età come il Pampuri, come non credergli che l’adozione a figli di Dio passa attraverso Colui al quale diamo svariati appellativi: il Paraclito, l’Avvocato, il Compagno di viaggio, il Consolatore “che ci consola in ogni nostra tribolazione”?
E’ utile prendere visione della lettera datata 24 marzo 1927. Festa dell’Annunciazione, Erminio scrive alla sorella missionaria in Egitto, Suor Longina, invitandola a fare una novena allo Spirito Santo “ perché abbia ad aprire anche a me la meta , come agli apostoli e illumini e infiammi di quel suo fuoco di carità divina che Gesù è venuto a portare sulla terra e che vorrebbe ardere in ogni cuore”.
Il risultato non si fa attendere: poiché lo Spirito Santo, chiamato, obbedisce sempre, richiesta prontamnente esaudita. Per un cuore che intende dilatarsi a dismisura, scogli inesistenti: a meno di un mese, il 27 Maggio, Don Riccardo Beretta propone e ottiene dal Superiore della Provincia Lombardo-Veneta, P. Zaccaria Castelletti, suo compagno di seminario ed amico, che il Dr. Erminio Pampuri, pur cagionevole di salute, venga ammesso nell’Ordine dei Fatebenefratelli. La risposta, indubbiamente ispirata, sa pure di profezia: “Dovesse rimanere anche un solo giorno membro effettivo dell’Ordine nostro, sia il benvenuto. Egli, dopo esserci stato in terra di edificazione, ci sarà poi in cielo angelo di protezione”.

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