ALLA CITTA’ DI MILANO – 7 Dic.2008 – Card. Dionigi Tettamanzi

 Fra Sergio Schiavon oh - Dionigi Tettamanzi

160° video – Solennità di SantAmbrogio anno 2008 – La città rinnovata dal dialogo

 

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 Solennità di SantAmbrogio anno 2…

 

L’UOMO SAPIENTE E GIUSTO

È LUOMO DEL DIALOGO


Il dialogo non è uno tra i tanti atteggiamenti che luomo può assumere e vivere, ma è un fatto fondamentale, costitutivo, oso dire ontologico, della sua umanità. Il dialogo deve essere assunto come atteggiamento stabile nelluomo: non sempreè dote innata, bensì più spesso – è virtù che luomo sapiente sa ricercare e coltivare, anche a prezzo di fatica. Così santAmbrogio scrive delluomo sapiente, commentando il versetto biblico
«Lo stolto muta come la luna» :

«Il sapiente non è abbattuto dal timore, non è mutato dal potere, non è esaltato dalla prosperità, non è sommerso dalla sventura. Dove cè la sapienza, cè la virtù dellanimo, ci sono la costanza e la fermezza. Il sapiente, dunque, è immutabile nellanimo, non è diminuito né accresciuto dal mutar delle cose né vacilla come un bimbo così da essere sballottato da ogni vento di dottrina, ma rimane perfetto in Cristo, fondato nella carità, radicato nella fede. Il sapiente dunque ignora i cedimenti delle cose e non sa essere mutevole danimo, ma risplenderà come il sole di giustizia, che rifulge nel regno di suo Padre» .

Di nuovo, anche questanno, ci guida nelle nostre riflessioni il paradigma delluomo sapiente secondo Cristo, un uomo che in momenti a volte oscuri e critici resta immutabile nellanimo, non viene sballottato da ogni mutevole pensiero o dottrina, ma permane radicato nella sua fede e nella sua carità, segue sempre la bussola della giustizia.

È certamente un ideale forte, questo, in un tempo di ideali deboli e sfocati, ma luomo che vediamo dedito al dialogo non può che essere così, libero e ben saldo nella  sapienza.

Questa non è patrimonio esclusivo dei colti o degli studiosi, ma è per tutti, anche per i poveri, i semplici, gli umili, perché o riconoscono i credenti scaturisce dalla sapienza di Cristo.
Essa ci aiuta a distinguere, a capire in profondità il tempo,a discernere ciò che è bene da ciò che è male, a dare il vero peso alle realtà e alle vicende della vita, a muoversi secondo le ispirazioni che Dio suscita nella coscienza, a confrontarsi con gli altri. Una sapienza che è profondamente alleata con la giustizia, come ci ricorda santAmbrogio nel suo libro sui Doveri:

«Risulta dalla Scrittura divina, più antica dei filosofi,
che la sapienza non può esistere senza la giustizia, perché
dove si trova una si trova anche laltra. Con questa sapienza
Daniele smascherò le menzogne di una falsa accusa per mezzo
di un interrogatorio approfondito, sicché le risposte
dei calunniatori si contraddissero tra loro.

Fu compito della prudenza smascherare i colpevoli con la testimonianza della loro stessa voce, ma fu anche compito della giustizia mandare al supplizio i colpevoli e salvare linnocente» .

E, dunque, la sapienza costruisce percorsi di giustizia, regola la vita sociale, difende linnocente, tutela il più debole. Non è oggi questo uno dei compiti primari della civiltà e delle istituzioni? E di ciascuno di noi, che non si esercita in un amore generico bensì si fa operatore di giustizia e, per ciò stesso, diventa costruttore di pace e di speranza?

Luomo sapiente e giusto sta saldo nel suo cuore, come ancora scrive il nostro patrono:

«State dunque saldi nel vostro cuore, affinché nessuno
vi faccia vacillare, affinché nessuno possa farvi cadere.
In voi non ci sia pigrizia, non ci sia bocca maligna, lingua
piena damarezza.

Non vogliate sedere in unassemblea
di uomini vani.

Non vogliate ascoltare i detrattori del
prossimo, perché, mentre ascoltate gli altri, non siate indotti
a criticare anche voi il prossimo .

Sta ritta invece la vedetta
previdente, la sentinella vigilante, che monta di guardia
allaccampamento. Chi sta ritto, sta attento a non cadere;
chi sta ritto, non sa criticare; infatti le dicerie sono proprie
degli sfaccendati, per opera dei quali si seminano le critiche,
si diffonde la malignità» .

Come non riconoscere in quest’uomo saldo nel suo cuore luomo del dialogo: l’uomo che non accetta le insinuazioni maligne; luomo vigilante, che sta di sentinella perché la sua sapienza non cada, per non divenire iniquo, per amare il suo prossimo?

Cristo stesso si offre a noi come mirabile esempio di uomo in dialogo: con il Padre anzitutto, con le persone del suo tempo, con chi gli era discepolo, con chi lo minacciava, con chi aveva visioni della vita e della storia differenti dalla sua. Un dialogo che in Gesù, pienezza di verità e sapienza incarnata, è appassionato e rispettoso appello alla libertà dellaltro, perché decida sempre per il vero e per il bene.

Canti: Primi Vespri della solennità di SantAmbrogio 

 

 Luomo sapiente e giusto sta saldo nel suo


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