05.2 PERCHE’ Shalôm!
Shalôm!
Il saluto della COMPAGNIA
Il termine biblico descrive una dimensione originaria della vita umana caratterizzata dall’abbondanza e dalla pienezza di senso.
- Il significato letterale sembra comprendere l’idea di PACE-BENEVOLENZA in opposizione a guerra e inimicizia, e quella di BENESSERE-COMPLETEZZA, con forte accento sui beni materiali, ma anche sull’armonia e la forza del corpo e dell’animo umano.
- Nella sua forma verbale può assumere il significato di PAGARE-RIPAGARE, come nell’espressione lebab shalem , che significa “cuore che paga”, nel senso di cuore riconoscente (al Signore);
- oppure il significato di ESSERE COMPLETO, come in 1Re 9,25: “Egli (Salomone) completò (Shalam) il tempio”.
Volendo ulteriormente esemplificare:
- Shalôm è benedizione: presenza di Dio;
- Shalôm è frutto di giustizia sociale, di rispetto del diritto; di educazione sapiente dell’uomo;
- Con la sua fecondità e abbondanza, anche la natura è manifestazione di Shalôm ;
- Shalôm è un termine che esprime anche una promessa:
- Shalôm ha un forte senso religioso; è’ il dono di Dio perché gli ideali che sembrano impossibili possano concretizzarsi;
- Shalôm è la pienezza che ricolma ogni carenza, che risana ogni ferita.
- Come sostantivo è usato per descrivere la situazione di CHI HA A SUFFICIENZA, CON MISURA TRABOCCANTE, SENZA AVERE NULLA DI MENO DEL MASSIMO.
- L’espressione “fare shalom” è talvolta sinonimo di “stipulare un accordo, un patto”.
- Nel Salmo 85,11 Shalôm fa coppia con giustizia, per descrivere la pienezza dei beni messianici: “Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno…”.
- Il Salmo 22 ne illustra bene il significato, anche se non compare il termine specifico Shalôm: ” Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla…il mio calice trabocca…“.
- Sono molti i nomi propri che portano la radice Shalôm: Gerusalemme (città della pace), Salomone (la sua ricompensa), Assalonne (mio padre è pace) e molti altri.
Abbondanza e pienezza di senso rientrano nel progetto di Dio. Le patologie delle persone, della famiglia, dei gruppi si possono curare se ci si apre alla condivisione delle problematiche. Segregarsi con le proprie incognite equivale a chiudersi nel cucinino senza sfiatatoio: la pentola bolle, l’acqua fuoriesce, la fiamma si spegne e il gas si disperde incontrollato…
Il saluto Shalôm di fronte a tante persone, famiglie, gruppi delusi e scoraggiati, è una di quelle iniziative pratiche che si possono mettere in atto schioccando le dita e sentirne gli immediati benefici, perché è parola miracolosa, coniata e testata dai nostri fratelli maggiori, gli Ebrei.
Propongo, pertanto, che la COMPAGNIA… si faccia carico di immettere nel suo linguaggio ed anche in circolazione questo termine e che si abitui a scambiarsi scambiarsi questa benedizione che è anche promessa e speranza.
Ciao di qua…, ciao di là…E perché no Shalôm ? Così, se verremo interrogati sul significato del saluto, si aprirà uno spiraglio che permetterà l’aggancio per parlare delle “Mirabilia Dei”. “Ricordare” è “riportare al cuore” nella memoria e nell’affetto le gesta di Dio, ma è anche celebrare una Presenza: ” “Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti” (2 Tm 2,8).