SOS – SILENZIOSI ORANTI SOLIDALI

Posted on Maggio 12th, 2009 di Angelo |

SOS – SILENZIOSI ORANTI SOLIDALI

Levate oculos vestros et videte!


Cara Silvia,

al tuo grido straziante, uno si sente ancora più impotente di te. La pace di cui parla il servo di Dio Giorgo La Pira ha un significato preciso: la non belligeranza.

Ma dalle sue parole si ricava un attegiamento di grande fede. Egli sa invocare anche quella la pace interiore sulle disperazioni del vivere.

La sua è una mano tesa anche verso di  te. Stringila.  Il sindaco di Firenze  comprende la tua richiesta e si fa intercesore con noi, smarriti, senza  parole  adeguate e incapaci perfino di chiedere a un Dio Crocifisso.

Ma Lui è il Risorto, il Vivente, che ha promesso di restare con noi sino alla fine. Io sono certo che è in casa tua. Un Dio ridotto a uno straccio perché caricato di tanti dolori, compreso il tuo, ma sempre il Misericordioso.

.

Nella tua Auschwitz c’è il Crocifisso…Abbandònati, impotente, e lo vedrai !

Lettere alle claustrali-pregare per la pace (1963)

Reverenda Madre,

lo scopo di questa circolare? Ecco: -fare proprie, con tutta l’anima, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, le parole del Signore «Finora non avete chiesto nulla nel mio nome: chiedete ed otterrete, perché la vostra gioia sia piena» e chiedere al Padre celeste, nel nome di Gesù e di Maria, una cosa precisa: cessino i focolai di guerra che sono di ancora accesi qua e là nel pianeta, specie in Asia (il Vietnam) ed in America Latina (San Domingo e altrove) e che la pace, malgrado tutto, si stabilisca definitivamente sopra la terra: Pax in terra!Madre Reverenda,

bisogna puntare con estrema decisione, con totale impegno sopra questa domanda: questa grazia della pace alla intiera famiglia umana deve essere concessa dal Padre celeste; il fiume di pace -di cui parla Isaia- deve irrigare con abbondanza la città degli uomini, come irriga la città di Dio (Apoc. 22): il Signore non può negare questa grazia così fondamentale dalla quale dipende l’esistenza della civiltà umana, del genere umano e, forse, dello stesso pianeta!

Perché, Madre Reverenda, al punto in cui si trovano le cose, non c’è alternativa per i popoli: o la pace millenaria o la distruzione apocalittica della famiglia umana e della terra medesima provocata, (Dio non voglia!) dalla potenza sconvolgitrice -apocalittica davvero!- delle armi nucleari!

Queste affermazioni, Madre Reverenda, non sono mie: sono degli scienziati nucleari; sono delle massime guide politiche del mondo (si ricordi Kennedy); sono di Giovanni XXIII che con la Pacem in Terris consegnò ai popoli di tutta la terra il suo messaggio di salvezza e di speranza!

Questo, Madre Reverenda, è, perciò, il problema fondamentale del mondo, oggi: fare la scelta finale, apocalittica: scegliere, cioè, o la pace millenaria (che richiede un profondo mutamento in tutti i rapporti -e nel modo stesso di pensare!- degli uomini) o la distruzione davvero senza misura, che può condurre sino alla rottura degli stessi equilibri fisici sui quali si regge l’esistenza fisica del nostro pianeta (e non solo di esso).

Ed allora? Allora la risposta è evidente: -bisogna avere il coraggio (perché di questo si tratta!) di scegliere la pace e di agire a tutti i livelli (internazionali ed interni: militari, scientifici, tecnici, economici, sociali, culturali, politici e religiosi) in conformità a questa scelta.

Ma per fare questa scelta ci vuole davvero un atto smisurato di fede: la fede di Abramo: spes contra spem! Per fare questa scelta- che è, certamente, piena di rischi, piena di incognite, piena di incertezze- non ci vuole meno della fede degli Apostoli che sulla parola di Cristo risorto lanciarono le reti; durante tutta la notte non avevano preso nulla: in quell ‘alba preziosa, invece, presero 153 pesci grossi, più di quanto la rete ne sopportava!

Madre Reverenda, la storia del mondo è pervenuta, appunto, a questo «limite apocalittico»: le guide politiche del mondo si trovano davanti a questa alternativa: o lanciare, nel nome di Cristo risorto -come gli apostoli nel mare di Galilea- la rete della pace; o scatenare una guerra nucleare che, ripeto, può distruggere la civiltà umana, la famiglia umana, e l’esistenza stessa del pianeta. . Senta, Madre Reverenda, cosa disse Kennedy: “…gli avvenimenti e le decisioni dei prossimi dieci mesi (eravamo nel settembre 1961) potranno forse decidere il destino dell’uomo per i prossimi diecimila anni. Non ci sarà modo di evitare questi avvenimenti: queste decisioni saranno senza appello; noi saremo ricordati o come la generazione che ha trasformato questo pianeta in un rogo fiammeggiante o come la generazione che ha realizzato il suo voto di salvare le generazioni future dal flagello della guerra”.

Perché, Madre Reverenda, Le dico queste cose? Si tratta forse di una nota pessimistica che viene ad inserirsi improvvisamente nella visione sempre piena di speranza storica -spes contra spem- che ha caratterizzato il nostro dialogo nel corso di un quindicennio?

No, Madre Reverenda, non si tratta di una impreveduta visione pessimista della storia presente del mondo: non togliamo un solo accento, anche piccolo, dal coro di speranza che è stato sempre ed è tuttavia nel nostro cuore e nella nostra mente. Noi siamo sempre -oggi più di ieri- profondamente persuasi sulle essenziali caratteristiche di pace, di unità, di civiltà, di grazia, che definiscono -nonostante le apparenze contrarie- la presente epoca spaziale del mondo.

La genesi di questo mondo nuovo -pacificato, unito, civilizzato, illuminato dalla grazia del Signore (anche se tanto faticosa e tanto piena di contrasti e di contraddizioni)- noi la vediamo, per così dire, crescere ogni giorno più, differenziarsi ed articolarsi ogni giorno più sull’orizzonte storico del mondo. Basta (per accorgersi di questa crescita) alzare gli occhi e guardare attentamente -riflettendo, pregando- la stagione storica presente (nonostante le nuvole) della Chiesa e dei popoli.

Quali impensate «convergenze» in tutti i piani, a tutti i livelli! La nostra speranza, perciò, Madre Reverenda, non si è affievolita; la nostra fede non si è indebolita; anzi, si è, in certo senso, potenziata: se la stagione avanza, nonostante tante tempeste e tante nuvole, ciò è segno che essa risponde ad un “piano” che si attua in modo irresistibile nella vita della Chiesa ed in quella delle nazioni (di Israele e di tutte le genti).

Questo piano -Madre Reverenda- noi lo abbiamo sempre meditato e sempre (come era possibile) indicato nelle circolari di tutti questi anni. Usando il metodo dei «segni dei tempi» che il Signore indicò agli apostoli e che Giovanni XXIII applicò in tutta la sua azione pastorale ed esplicitamente indicò nella Pacem in terris (un metodo cui Paolo VI ha fatto Egli pure esplicito riferimento in un discorso pieno di speranza), noi abbiamo sempre sostenuto questa tesi: -L’epoca storica presente (cioè l’epoca nucleare e spaziale) è un’epoca che presenta alcune caratteristiche che la definiscono. Essa ci pare, infatti, caratterizzata:

a) dall’impossibilità della guerra nucleare e, perciò, dalla inevitabilità della pace, della unità e della civiltà dei popoli di tutta la terra;

b) da un irresistibile e crescente movimento di pace ed unità nella Chiesa (come il Concilio ha provato e prova);

c) dal ritorno di Israele -dopo la crocifissione di Auschwitz- nella terra dei Patriarchi, dei Profeti, di Cristo, di Maria, della ,Chiesa nascente: ritorno che prefigura e quasi anticipa «l’amore paolino» di Israele per Gesù, il più grande dei suoi Profeti, l’Atteso, il Risorto!

d) da un irresistibile movimento di grazia che fa convergere, per così dire, «verso Hebron» (ove è sepolto il patriarca Abramo e tutti i Patriarchi) la triplice famiglia dei popoli la cui discendenza spirituale ha in Abramo la comune origine: ebrei, cristiani, mussulmani;

e) dalla inevitabile consumazione e vecchiezza (ogni giorno più crescente, malgrado le apparenze contrarie) di tutte. le «ideologie», compresa quella marxista: tutte queste ideologie sono sottoposte ad un processo interno irreversibile ed irresistibile di dissoluzione; e nel vuoto che esse lasciano si colloca -ogni giorno più elevato (malgrado le apparenze contrarie)- il candelabro sul quale sta la lampada della Rivelazione Antica e Nuova che illumina Israele e tutte le genti: lumen ad illuminationem gentium.

È davvero -vista in prospettiva- l’epoca paolina della «pienezza di Israele e della pienezza dei gentili» .

Madre Reverenda, sogniamo ad occhi aperti? No: tutt’altro! I nostri occhi sono aperti su tutta la realtà del nostro tempo; non ci sono, perciò, ignote le nuvole e le tempeste che turbano tanto profondamente e cercano di arrestare questa «stagione primaverile» del mondo!

Non ignoriamo la zizzania che si trova in mezzo al grano: le intense forze di resistenza che «l’uomo nemico» oppone accanitamente all’avanzata di Dio.

E tuttavia, Madre Reverenda, la nostra tesi (oggi più di ieri) resta salda: queste forze avverse (malgrado tutto) non prevalgono; la stagione di Dio avanza irresistibilmente; il piano di Dio si svolge irresistibilmente nella storia del mondo; «l’intenzione storica di Dio» si attua, in modo irrevocabile, nonostante tutto; il messaggio di vittoria, di Cristo risorto «mi è stata data ogni potestà in cielo ed in terra: illuminate tutte le nazioni… sarò con voi tutti i giorni sino alla consumazione dei secoli » si profila sempre più chiaramente nell’orizzonte storico della Chiesa e dei popoli; il tempo della regalità di Cristo sulle nazioni -il tempo dei «mille anni» dell’ Apocalisse; il tempo della pace millenaria e della unità e della civiltà dei popoli- si vede già spuntare, come un’alba, nella prospettiva storica, millenaria, del mondo!

Levate oculos vestros et videte!

La «visione» di Isaia (2, 1 ss.) e dei Profeti non appare più un’utopia: la pace universale, l’unità del mondo, la fraternità, la civiltà e l’ illuminazione biblica del mondo, non appaiono più «sogni» di poeti e «fantasie» di profeti: appaiono realtà storiche che cominciano a profilarsi, a «sagomarsi», nell’orizzonte storico della Chiesa e dei popoli!

Basta guardare con amore, con preghiera, con attenzione, lo svolgersi irresistibile del piano di Dio nel mondo.

Perché di questo, Madre Reverenda, dobbiamo essere persuasi: il Signore vuole che il Suo regno venga, come in cielo, anche in terra; che sulla terra -abitata dal Suo Unigenito e dalla Sua Chiesa!- si faccia la pace, splenda la luce, trionfi la grazia; che le «visioni» felici dei Profeti e le «visioni» felici dell’Apocalisse diventino -nel corso futuro dei millenni- la realtà benedetta nella quale si svolge la vita degli uomini, delle città, delle nazioni, dei popoli! (Benedixisti Domine terram tuam, avertisti captivitatem Jacob – Isaia), in una parola che la regalità di Cristo su Israele e sui popoli -regalità che si radica nella divina «forza» creatrice di Cristo risorto e di Maria Assunta- è l’approdo felice verso il quale è irresistibilmente avviata la storia presente e futura del mondo!

Ripeto, Madre Reverenda, noi non «sogniamo »: guardiamo, in prospettiva, la realtà storica quale il Signore la sta svolgendo nella Chiesa e nei popoli: la «pesiamo»; la «misuriamo»; la « numeriamo»; teniamo conto delle immense forze avverse che il nemico di Dio e dell’uomo lancia sulla scena storica degli uomini; e dopo aver fatto tutte le analisi e tutte le misurazioni, ci vengono nel cuore e sulle labbra le parole del Signore: Ego vici mundum!

Il demonio incatenato (Apoc. 20, 1) «per mille anni» e la regalità di Cristo approdo felice, «per mille anni », della storia della Chiesa e delle nazioni!

La «visione» dei Profeti (la Gerusalemme messianica di Isaia); la visione di san Giovanni (il regno di Cristo in terra per «mille anni») la visione di san Paolo (la pienezza degli ebrei e la pienezza dei gentili); la «visione» stessa di Gesù a proposito del «ritorno» a Gerusalemme (…«sino a quando non direte benedetto Colui che viene nel nome del Signore»): tutta questa misteriosa ricchezza profetica e storica eccola già profilarsi -anche se ancora da lontano- nell’orizzonte storico del mondo: ciò che sino a ieri era sembrato «utopia» ecco che oggi appare come possibile realtà storica di domani!

Sembrava un «sogno» ed ecco, invece, una realtà che si mostra già possibile. Come la «fantascienza»: ciò che sembrava ieri «fantascienza» (andare sulla Luna; nel fondo degli oceani; girare in pochi minuti attorno alla terra; fare diventare giardini i deserti; esplorare le stelle e cosi via) eccolo divenuto realtà storica (scientifica, tecnica, sociale, ecc.).

Come mai, Madre Reverenda, tutto questo? Come mai (in virtù di quale strumento) i «sogni» sulla pace universale di Isaia e di san Giovanni vanno trasformandosi in realtà?

La risposta è chiara: -la Provvidenza ha aperto all’uomo, nel nostro tempo, le «porte» dell’atomo, del nucleo; in conseguenza, gli ha aperto le «porte» dello spazio, del cosmo; gli ha aperto le «porte» più segrete della scienza e della tecnica; e si direbbe che Dio ha consegnato all’uomo -nel nostro tempo- le chiavi che aprono le «porte» della intiera creazione.

Ed allora? Allora, Madre Reverenda, il «limite storico» a cui la storia del mondo è oggi pervenuta è davvero quello apocalittico; cioè: se la guerra nucleare (epperciò, in ultima analisi, ogni guerra) :gli è impossibile: ed allora bisogna fare la pace! Pace universale inevitabile; unità del mondo inevitabile (a tutti i livelli: scientifici, tecnici, economici, sociali, culturali, politici); civiltà del mondo -per tutti i popoli- inevitabile!

Sembra un sogno -«fantascienza »- ed è invece realtà!

E se -per pazzia!- scoppiasse una guerra nucleare? Allora, Madre Reverenda, arrivederci in Paradiso; sarebbe «segno» del giudizio finale e della distruzione del mondo!

Queste cose non le dico io, forzando le tinte, esagerando; no: le dicono gli scienziati più grandi e più responsabili del tempo nostro; le dicono le massime e più responsabili guide politiche del tempo nostro; le dicono i teologi più oranti, più pensosi e più attenti del nostro tempo; le dice la Chiesa, attraverso i suoi pontefici: Pio XlI (l’annunziatore profetico della «primavera storica» della Chiesa e dei popoli); Giovanni XXIII (il :P ontefice dell’età spaziale; del Concilio vaticano Il; della pace e della unità della Chiesa; della «unità» della famiglia modi Abramo; della pace, della unità, della fraternità e della civiltà del mondo intiero: il pontefice, Padre e Patriarca del genere umano); Paolo VI (col linguaggio significativo, si direbbe parabolico, dei suoi viaggi in Terra Santa e a Bombay: viaggi che sono come i punti di partenza di un itinerario destinato presto ad allargarsi e a abbracciare l’intero pianeta.

Madre Reverenda,

a questo punto, Lei dirà: -ma allora, se tutto questo è vero (guerra impossibile, pace inevitabile, ecc.), perché Lei, Professore, ha impostato questa circolare -e con termini così vivi- sulla urgenza di chiedere al Signore, con estremo impegno, la pace del mondo? Non c’è contraddizione fra questa richiesta, così urgente e viva, e l’affermazione che siamo entrati nella stagione storica «di primavera»?

Madre Reverenda, Ella stessa comprende che questa contraddizione non c’è!

Siamo entrati nella stagione storica di primavera: è vero; ma è meglio precisare: -siamo al 19 marzo, non al 21, come disse in modo tanto significativo Pio XII nel celebre discorso di San Giuseppe 1958. Mancano due giorni, perciò, all’inizio della stagione primaverile: e due giorni -nelle prospettive della storia totale del mondo- non sono pochi!

E poi: quanti venti e quante piogge e quante tempeste nel mese di marzo ed anche nei mesi successivi! La primavera non va esente da temporali che -se potessero!- farebbero arretrare la stagione e riporterebbero nell’inverno. Madre Reverenda,

è avvenuto proprio questo in questi ultimi due anni e sta avvenendo proprio questo in questi ultimi mesi.

Quest’epoca nuova della storia della Chiesa e dei popoli è contrassegnata certamente al suo inizio (per così dire) da due nomi: Giovanni XXIII (guida religiosa della Chiesa e dei popoli) e Kennedy (guida politica e civile delle nazioni). Essi indicarono ai popoli di tutta la terra il nuovo corso millenario della storia della Chiesa e del mondo; essi aprirono ai popoli di tutta la terra le porte della nuova epoca!

Ebbene, quando la primavera sembrava in piena fioritura, ecco l’infuriare dei venti, lo scatenarsi delle piogge e delle tempeste. Il 3 giugno 1963 Giovanni XXIII muore, attraendo a sé –sull’altare della Sua agonia e della Sua morte- il dolore e l’amore dei popoli di tutto il pianeta; il 22 novembre dello stesso anno Kennedy viene tragicamente ucciso; poi, nel 1964, altre situazioni politiche e sociali (che avevano dato viva speranza) si mutano: Krusciov (che, nonostante le sue responsabilità passate, aveva pure dato un apporto determinante alla speranza della pace) scompare dalla scena politica; in Italia ed a Firenze sorgono situazioni nuove; la Cina (settecento milioni di uomini!) entra minacciosa (con lo scoppio della prima bomba atomica -16 ottobre 1964) nella scena «atomica» del mondo; le strutture essenziali dell’ONU sono fortemente scosse; e «fatiche» non mancano nello svolgersi del Concilio e, in genere, nella vita e nell’avanzata della Chiesa.

E in questi ultimi mesi? Madre Reverenda, come si è aggravata –davvero!- la situazione politica e militare del mondo! In Asia (nel Vietnam e sino ai confini della Cina) la guerra (anche se non nucleare) è in pieno e severo svolgimento; nell’America Latina (San Domingo, ecc.) severe convulsioni interne e severe azioni militari sono in atto: specie per effetto dell’ingresso atomico e politico della Cina nella scena militare e politica dell’ Asia e del mondo, la politica mondiale ha subito spostamenti pericolosi verso le frontiere della guerra fredda ed anche oltre!

Questa è «la fotografia» della realtà storica odierna (sul piano militare e politico); siamo, ripeto, sulle frontiere più avanzate della guerra fredda e la guerra autentica (anche se non nucleare) pesa tristemente (coi suoi bombardamenti e le sue guerriglie) sul popolo del Vietnam, che da venti anni non trova è pace né a nord né a sud!

Giunte le cose a questo punto, possiamo ben dire di essere proprio sulle frontiere dell’ Apocalisse: sul crinale apocalittico; e queste frontiere dell’ Apocalisse si possono benissimo anche localmente identificare: sono le frontiere della Cina; la guerra nucleare -distruttiva del mondo!- potrebbe scoppiare proprio in esse! .

Il pericolo c’è: saremmo davvero dei sognatori (non saremmo dei cristiani attenti) se non ci rendessimo conto di esso!

Ecco perché, Madre Reverenda, questa circolare è tutta rivolta verso una domanda sola -per così dire- al Signore: la domanda della pace! Signore, donaci la pace! Questa domanda, fatta al Padre nel nome di Gesù Cristo, deve essere esaudita!

Deve? Sì, deve! Madre Reverenda, bisogna avere il coraggio -la fede, cioè- di fare questa affermazione confidente ed audace: -Si, Signore: voi lo avete detto: «quidquid orantes petitis credite quia accipietis et fiet vobis! -chiedete al Padre mio nel mio nome ».

Sono parole di Cristo: noi le crediamo senza dubbio alcuno; se chiediamo la pace mondiale -in Asia, nell’America Latina, in Palestina ed ovunque- noi lo facciamo con la certezza che questa è la volontà stessa ed il desiderio medesimo di Gesù, di Maria, di tutti i Santi; questa è la volontà stessa del Padre che è nei cieli!

Come facciamo ad affermare ciò? su quali basi?

Ma, Madre Reverenda, il Signore non può aver suscitato invano Giovanni XXIII ed il messaggio di pace da Lui donato -in nome di Dio- ai popoli!

«Pacem in terris », comincia la «lettera» che reca quel messaggio!

Sì: il Signore vuole la pace mondiale dei popoli! Egli permette che siano raggiunte le frontiere dell’ Apocalisse -della distruzione!- per suscitare la fede totale e la preghiera totale di tutti i Suoi figli!

Permette che la barca stia per affondare, per suscitare l’impeto di domanda e di fede degli apostoli impauriti: -Signore salvaci, periamo!

Ed i venti cessarono e si fece calma grande! Così, Madre Reverenda, in questo punto odierno, drammatico, apocalittico, della storia del mondo: il Signore permette che si giunga sul crinale dell’ Apocalisse, affinché da tutti i punti della terra, da tutti i cuori dei cristiani, dei credenti e di tutti gli uomini, si elevi un grido di fede e di preghiera: -Signore, salvaci, periamo!

E i venti certamente cesseranno, e si farà calma grande nella storia del mondo!

Dal 19 marzo si passerà al 21 e la stagione di primavera storica -millenaria- inizierà in modo inarrestabile il suo corso. Levate oculos vestros et videte.

Ecco, Madre Reverenda, il «perché» di questa circolare; il «perché» dell’unica domanda -quella della pace mondiale verso la quale essa è rivolta!

Nella richiesta della pace mondiale sono contenute implicitamente tutte le richieste che la condizionano!

Col darci il dono della pace mondiale -è il dono mariano di Fatima!- il Signore darà anche il dono della «convergenza» verso di Lui di tutti i popoli, di tutte le nazioni della terra; darà, perciò, il dono della unità ed il dono della illuminazione del mondo!

Sì, bisogna credere, fermamente credere, in questa effusione di doni che, con la pace, lo Spirito Santo vuole fare, proprio nel nostro tempo, a tutti i figli (a partire da Israele) ed a tutte le genti!

Si sa: le cose vanno viste in prospettiva; e prospettiva storica è appunto quella che mostra la pace del mondo, la unità del mondo e la illuminazione cristiana e biblica del mondo (lumen ad illuminationem gentium).

Madre Reverenda,

fede dunque! Fede capace di muovere tutte le montagne, e capace di fare spuntare sulla terra -malgrado tutto!- quella stagione millenaria di grazia, di pace, di giustizia, di civiltà, che è nel piano di Dio -il piano rivelato dai Profeti: il piano dei «mille anni»- e che costituisce la gioia, l’attesa e la speranza della Chiesa e del mondo!

Madre Reverenda,

ecco il senso di questa circolare: è un appello per una «mobilitazione» mondiale di preghiera (di tutti i monasteri di clausura del mondo) per ottenere dal Signore la pace fra i popoli di tutto il pianeta! Per ottenerla!

Ecco perché questa circolare viene inviata ai monasteri di tutti i continenti!

Essa troverà eco in certo senso più profonda nei monasteri dell’Asia, del Medio Oriente e dell’ America Latina; nei monasteri, cioè, che si trovano nei tre punti nevralgici del mondo: che si trovano (specie quelli dell’ Asia e della frontiera cinese e del sud-est asiatico), perciò, sul «crinale dell’Apocalisse »! Ma noi lo ripetiamo, Madre Reverenda, con quanta forza abbiamo nel cuore: anche se il pericolo è grande (e non dobbiamo nasconderlo), più grande è la nostra fede, più possente la volontà del Signore; e la volontà del Signore -manifestata attraverso mille segni- appare sempre più questa: -che la pace mondiale venga, che l’unità mondiale venga, che la civiltà mondiale fiorisca, e che in Israele ed in tutte le genti fiorisca -a poco a poco, come una aurora ancora lontana ma crescente- la grazia di Cristo che illumina e che santifica!

Non è un sogno tutto ciò: è il «senso della storia» per la Chiesa e per le nazioni: il «senso della storia» indicato da Maria a Fatima; quel «senso della storia» che mostra nella regalità di Cristo e di Maria l’approdo atteso della storia futura a della Chiesa e del mondo! “…e regneranno con Lui per mille anni”

Grazie di tutto, Madre .Reverenda, e preghi tanto, con tutto il cuore, la dolce Madonnina, Madre nostra e Regina del mondo, per Firenze (per la sua missione di pace) e per me.

Suo in X.to

La Pira

Firenze, Ascensione 1965 (27 maggio)

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