MEDICI E FARMACISTI dal ceppo di San Giovanni di Dio – Angelo Nocent

MEDICI E FARMACISTI

dal ceppo di San Giovanni di Dio.

Dalla storia un’esaltante spiritualità da recuperare.

Nell’ 800 non sono poche le figure di grande rilievo. PADRE GIOVANNI MARIA ALFIERI, sacerdote e generale dell’Ordine per lunghi anni, in grande confidenza con Papa Pio IX, colui che ha mandato in Spagna  San Benedetto Menni a restaurare l’Ordine soppresso, pur non essendo farmacista, è stato il grande sostenitore del progetto giovani da inviare agli studi universitari della chimica-farmaceutica. Tale sensibilità l’ha respirata in famiglia. Figlio di farmacista  e cresciuto in una casa dove suo fratello studiava scienze farmaceutiche per prendere, dopo la morte del genitore, la farmacia sita dietro il Duomo di Milano, egli si è reso conto che un ospedale per poter curare bene gli ammalati, doveva avere la propria “spezieria”, come si diceva allora, con uno “Spetiale”, cioè un farmacista.

Nomi entrati nella storia

PADRE INNOCENZO MONGUZZI, chimico farmacista, distinto ed insigne botanico (+ 1843). Giovane frate, si era laureato all’Università di Pavia. Accanto a questo religioso “dottissimo nell’arte delle erbe” viveva pure a Milano PADRE OTTAVIO FERRARIO (1787-1867) che ebbe per 28 anni la direzione della farmacia dell’Ospedale S.Maria Aracolei, dove insegnava clinica-farmaceutica ai giovani confratelli. Anch’egli, laureatosi in clinica, farmaceutica e scienze naturali all’Università di Pavia (nel 1811) pubblicò diverse opere di valore . Fu lui che nel 1821 scoprì lo iodoformio da lui descritto sotto il nome di “dentoioduro e per-ioduro di carbonio”. Per i suoi meriti scientifici venne decorato dall’ Imperatore d’Austria della Croce di Cavaliere dell’Ordine di Francesco Giuseppe.

Di questo religioso, nativo di Busto Arsizio, così ha scritto F. Molinari “Quest’uomo di alto rigore scientifico e di solerte operosità pratica, non trascurava la preghiera , convinto com’era che chi sa perdere tempo con Dio sa impiegarlo meglio in favore degli altri. Grazie alle sue ore di meditazione, egli acquistava ogni giorno più, la capacità di trasformare la scienza in opere di misericordia”.

Dopo il Padre Ferrario, la direzione della farmacia dei Fatebenefratelli di Milano passò a PADRE GALLICANO BERTAZZI (1803-1869), che si era laureato all’età di 49 anni in clinica e farmacia a Padova. A Cremona lavorava il clinico farmacista PADRE FRANCESCO ATANASIO FROVA (1808-1894) e a Venezia, Cremona,Milano, PADRE ANTONIO MARIA DELL’ORTO (1824-1898), chimico farmacista, oltre che botanico e uomo di scienza, che condusse diligenti ricerche per la terapia delle afflizioni psichiatriche. Similmente a Roma  il clinico farmacista PADRE ANTONIO PELLICCIA (1813-1875), direttore della farmacia di San Giovanni Calibita e anche di altri ospedali. Morì in fama di santità, assistito dal Padre Alfieri, in seguito ad un  improvviso malore che lo aveva colpito a Frascati. Nell’antico Necrologio della Provincia Romana viene detto di lui: “Bravo chimico, valente in varie lingue straniere,  e in arti belle, ma ancor più religioso di somma pietà, Ospitaliere di grande carità, lascia morale ed edificante ricordanza di sé”.

Negli ospedali dell’Ordine occorrevano, però, anche medici-chirurghi, e ve ne furono molti, nei paesi d’Europa ed anche extra europei, ricordati dalla storiografia per la loro assistenza offerta ai militari o durante le epidemie o nelle scuole, ecc…Tra le figure più note va ricordato il Provinciale di Vienna PADRE CELESTINO OPITZ, che fu il primo in Austria a praticare l’anestesia generale, scoperta in America nel 1848 dal dentista Morton e usata per primo dal chirurgo Warren.  E’ doveroso citare  l’ultimo Generale della Congregazione spagnola, PADRE JOSE’ BUENO VILLAGRÀN, ed il Generale di Roma PADRE VERNO’. Essi seguirono le orme del chirurgo PADRE GABRIELE FERRARA (1543-1627), discendente dalla famiglia dei conti Ferrara, che entrò nell’Ordine nel 1591, a quasi cinquant’anni, già esperto chirurgo, famoso per il suo libro “Nuova selva Cirugia per servire in tempo di peste”.

Padre Alfieri, quando entrò nell’Ordine, ebbe come superiore il PADRE GIOVANNI LUIGI PORTALUPI (1775-1851) che si era laureato in medicina e chirurgia nell’Università di Padova nel 1803, esercitando la sua attività professionale in vari ospedali della Provincia. Della sua abilità chirurgica ce ne relaziona la Gazzetta di Verona del 14 luglio 1823. Trattasi della “asportazione , da lui felicemente eseguita a Verona nel 1823, nella persona del nobile Luigi Tedeschi di un  “mostruoso tumore cistico-adiposo”, che tormentava il paziente fin dal 1796. Lo spaventoso lipoma, operato “dal chiarissimo Professore Padre Giovanni Portalupi, era pendente di sotto alla clavicola sinistra , lungo cm 57; grosso, verso la regione mammillare, cm 57, nella parte terminale cm 77; e pesava Kg 15,625. L’infermo che aveva 64 anni di età, dopo pochissimi giorni poté abbandonare il letto e passeggiare per la camera.

Altro contemporaneo a padre Alfieri, e milanese come lui, fu il PADRE BENEDETTO NAPPI (1808-1878). Ottimo medico-chirurgo. Quando il Governo Austriaco ordinò la chiusura temporanea delle Università di Padova e Pavia, P:Nappi, per porvi rimedio, istituì a Milano una Scuola medico-chirurgico-farmaceutica che in sèguito, col decreto imperiale  del 19 settembre 1854, fu riconosciuta coma tale per i Membri dell’Ordine. P.Nappi, durante la guerra d’Indipendenza, ebbe la nomina a “Dirigente dell’Ospedale Militare del Collegio Longone” di Milano. Nel 1867, il re Vittorio Emanuele gli conferì l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, perché si era distinto “nella direzione dell’Ordine dei Fatebenefratelli, che con marcata diligenza ha prodigato ogni possibile cura  ai feriti della guerra del 1866”.

Una particolare amicizia legava il P:alfieri  a un altro confratello milanese: il PADRE PROSDOCIMO SALERIO, distintosi per lunghi anni come direttore del manicomio di Venezia, praticando “Metodi di cura all’ora all’avanguardia e oggi vere priorità nel campo della psichiatria”, tanto che è “per suo merito se l’ospedale di San Servolo…può essere ricordato con onore nella storia di questa disciplina”(A.Pazzini) Una fitta corrispondenza  attesta la fiducia nella sua attività e competenza medica, nonché del sincero affetto reciproco.

Il terzo contemporaneo milanese di P:Alfieri è il medico chirurgo PADRE CELSO BROGLIO (1820-1884) laureatosi in  medicina e chirurgia a Padova nel 1849 e nello stesso anno abilitato all’insegnamento.

Non si può tralasciare la figura del PADRE GIOVANNI BATTISTA ORSENIGO (1837-1904), la cui figura di celebre dentista è nella storia e nella leggenda della Roma ottocentesca. Si dice che  fossero 2.000.744 i denti estratti e messi in tre enormi casse. Frate originale, ma anche “religioso pio e molto osservante, di ottimo criterio, di gran cuore e carità”, un religioso semplice e buono che “…nutriva una devozione specialissima alla Madonna del Buon Consiglio di cui promosse la festa liturgica. Moriva piamente a Nettuno, “… dove aveva impiegato tutte le sue energie e sostanze in beneficio dei sofferenti, il 14 luglio 1904 nell’età di 67 anni”. Non pochi lo tenevano in concetto di santità.

Se i tempi sono mutati, lo spirito dei padri, può essere ereditato. Il nostro intent0 è proprio quello di tornare alle radici e suscitare l’unità d’intenti nella molteplicità delle espressioni, suonatori diversi per un’unica Musica nell’orchestra di Dio.

Ultimo della catena: SAN RICCARDO PAMPURI, medico chirurgo

ICI E FARMACISTI dal ceppo di San Giovanni di Dio

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