SONO LORO I NOSTRI FIGLI PREDILETTI – Card. Crescenzio Sepe
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IL CARDINALE “SERVE” I POVERI: “SONO LORO I NOSTRI FIGLI PREDILETTI”
Sono arrivati in 260 al “pranzo di Natale” offerto oggi dal Cardinale Crescenzio Sepe nel salone di rappresentanza del Palazzo Arcivescovile proprio alle spalle del Duomo.
E a servire i poveri e i senza fissa dimora intervenuti, c’era un cameriere d’eccezione: l’Arcivescovo di Napoli in persona. Con tanto di grembiulino a quadri rossi e bianchi l’arcivescovo ha offerto il menù della tradizione campana: prosciutto e mozzarella, pasta e tacchino al forno, cassatine e aglianico del beneventano.
C’era anche la musica ad allietare il banchetto dei poveri che abitualmente pranzano o cenano alle mense delle suore di Madre Teresa di Calcutta, dei padri di Don Calabria, del Binario della solidarietà, del dormitorio pubblico, della casa Riario Sforza.
A servire gli invitati con Sepe, lo staff dei camerieri e 7 diaconi seminaristi.
Oltre 120 regali e giocattoli sono stati poi consegnati dall’associazione “Futuro in Movimento”, presieduta da Gianni de Bury, alle famiglie che hanno partecipato al pranzo. Il Cardinale ha in serbo un’altra sorpresa per i poveri partenopei…
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Una giornata molto particolare per i detenuti del carcere di PoggiorealeCrescenzio Sepe. Il prelato, come già in altre occasioni, ha celebrato messa per gli ospiti della casa circondariale, dopo averne incontrato una delegazione che ha donato all’Arcivescovo un dipinto. Dal canto suo, Sepe, ha distribuito rosari benedetti, per invitare i detenuti alla preghiera. Non c’è stato l’incontro con l’imprenditore Alfredo Romeo, che non ha partecipato alla funzione.
Dopo il pranzo con i poveri, dunque, il Cardinale ha confermato la volontà della Diocesi di Napoli di essere vicina ai fedeli. Ad assistere alla celebrazione anche il procuratore della Repubblica, Giovandomenico Lepore, il comandante dei Carabinieri, Gaetano Maruccia, e l’assessore provinciale Guglielmo Allodi. che, questa mattina, hanno ricevuto la visita dell’Arcivescovo di Napoli,
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Alle persone ammalate, alle loro famiglie, agli operatori sanitari ha voluto rivolgere il suo messaggio di solidarietà il vescovo di Napoli, Crescenzio Sepe, durante la funzione religiosa organizzata, nel Duomo, in occasione delle celebrazioni per la 16° Giornata mondiale del malato. La giornata mondiale del malato è stata istituita nel 1992 da Papa Giovanni Paolo II e il tema di quest’anno è la famiglia nella realtà della malattia e coincide con il 150° anniversario delle apparizioni della Madonna a Bernadette a Lourdes. Per dare maggior risalto all’evento durante la funzione è stato distribuito il messaggio del cardinale Sepe curato dal settimanale diocesano Nuova Stagione. Rivolgendosi alle persone sofferenti, in particolare ai bambini, l’arcivescovo napoletano ha detto “ io soffro nella mia carne perché si completi la sofferenza di Cristo, la nostra sofferenza non è inutile nella storia perché siamo chiamati a unirci e integrare Cristo che soffre”.
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“Bisogna creare le condizioni necessarie perchè ognuno possa investire adeguatamente i talenti ricevuti e il lavoro diventi occasione di qualificare e santificare il lavoratore contribuendo, allo stesso tempo, a creare una società più giusta e pacifica”. Questo uno dei passaggi più significatici dell’omelia del cardinaleSepe per la festa di S. Giuseppe Lavoratore – celebrata nel Duomo di Napoli con una veglia di preghiera. “Come Pastore di questa chiesa che è a Napoli in questa terra del Mezzogiorno d´Italia – ha continuato l’arcivescovo di Napoli- sento quotidianamente e con estremo dolore il disagio di tante famiglie che, a causa di un lavoro precario e, peggio ancora, per la ingiusta situazione creata dalla diffusa e macroscopica disoccupazione, si sentono come disperati giacche´ la loro vita non è vissuta come un dono del Signore, ma come una condanna da scontare”. Crescenzio
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“La politica ha bisogna di più etica”: lo ha detto il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe a margine della conferenza stampa di presentazione del convegno “Chiesa nel Sud, Chiese del Sud – Nel futuro da credenti responsabili” che si terrà a Napoli il 12 e 13 febbraio al Tiberio Palace Hotel. Un momento di riflessione, tra i vescovi delle cinque regioni del Sud, sul Mezzogiorno e il ruolo della Chiesa. L’idea dell’incontro è nata, infatti, dall’esigenza di aggiornare ai problemi attuali che affliggono le popolazioni del Sud, il documento “Chiesa italiana e Mezzogiorno” del 1989. Venti anni fa, la Conferenza Episcopale Italiana pubblicava il documento per esortare i cristiani a offrire un contributo decisivo al superamento della Questione Meridionale. Le Chiese meridionali, dunque, saranno a Napoli il prossimo mese per aprire nuove prospettive di futuro per il Paese, in ascolto del Vangelo e in spirito di servizio, come ha sottolineato l’Arcivescovo di Napoli…
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L’enormità del disastro dei rifiuti in Campania scuote le coscienze e spinge la chiesa di Napoli ad un gesto estremo. Il cardinale Crescenzio Sepe, ieri sera ha voluto che le ampolle contenenti il sangue di San Gennaro, fossero portate eccezionalmente in processione all’interno del Duomo. In passato le reliquie del patrono erano portato in giro per la città martoriata da eventi catastrofici come pestilenze, guerre, carestie e terremoti. Un gesto simbolico importante, accompagnato da una lunga omelia nella quale il presule ha invitato tutti ad assumersi le proprie responsabilità.
“”Nessuno può chiamarsi fuori dallo scempio di una città mai così umiliata e mai così in pericolo, come in questi giorni”, ha detto l’arcivescovo aggiungendo che “i cumuli di rifiuti che invadono le nostre strade sono i plateali corpi di reato che testimoniano il fallimento lungo tutta la filiera nazionale e locale, di una forma di servizio che raramente si è resa tale e ha contribuito anzi ad aggravare – attraverso dispute incomprensibili e miseri rimandi di responsabilità – un clima già teso ed esasperato”. Il cardinale ha mostrato le ampolle ai fedeli ma San Gennaro non ha compiuto il miracolo delle liquefazione del sangue. Un presagio funesto per la città ed un segno che l’emergenza non è ancora finita.
“Non potremo contare ancora a lungo giorni come questi, se non mettendo a rischio tutto il nostro futuro”, ha concluso l’arcivescovo.
SEPE: “BASTA INDIFFERENZA NEI CONFRONTI DEL SUD”
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“La questione meridionale va affrontata seriamente dal governo nazionale”. E’ quanto ha dichiarato questa mattina il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe intervenuto alla Seconda giornata del mezzogiorno, iniziativa organizzata dall’istituto italiano per gli studi filosofici che ha ricevuto l’alto patronato del presidente della Repubblica. Chiesa e Mezzogiorno: aspetti etico morali della questione meridionale, questo il tema su cui si è concentrata la relazione del cardinale, convinto che la Chiesa debba svolgere al sud un ruolo più impegnativo rispetto al resto del Paese
Crescenzio Sepe ha incentrato il discorso sulla necessità di bloccare la fuga dei giovani talenti, fenomeno che condanna alla mediocrità il meridione dove, le forme di illegalità diffuse rischiano di radicarsi ulteriormente nel tessuto sociale del territorio. Tornando alla realtà napoletana, l’arcivescovo di Napoli si è detto fiducioso di quanto stanno producendo le forze scese in campo per risolvere l’emergenza rifiuti
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Da 40 anni comunica il Vangelo e opera al fianco dei poveri e delle persone disagiate. Lo fa grazie ai suoi 500 volontari, 200 ragazzi anche stranieri impegnati nella scuola e 700 anziani. Sono loro la forza della Comunità di Sant’Egidio che ieri a Napoli, nel corso di una funzione solenne al Duomo, ha festeggiato i suoi quarant’anni. All’interno della comunità, arrivata a Napoli nel 1973, l’anno del colera, confluiscono persone di tutte le età e condizioni che condividono la preghiera, la tensione della comunicazione del Vangelo nella vita quotidiana e l’amicizia verso i poveri. “Cari amici di Sant’Edigio – ha spiegato il cardinale Crescenzio Sepe che ha celebrato la funzione – anche a Napoli non avete conosciuto altro confine che quello della carità. Ma anche questa città, in qualche modo, vi ha dato molto. Nella prospettiva della speranza per l’umanità devastata da tanti confini, voi avete raccolto da Giovanni Paolo II, lo ‘Spirito di Assisi’. Quello spirito, che nel grande incontro delle religioni per la pace, svoltosi qui ad ottobre scorso, è divenuto ‘Spirito di Napoli’. La nostra città- ha concluso Sepe- ha una storia ed una vocazione nel Mediterraneo”
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“Il male continua ad esistere perchè c’è chi non accetta il bene ed utilizza la violenza per il suo egoismo. Ma la maggioranza della popolazione possiede altri valori”. Con queste parole il Cardinale Crescenzio Sepe ha accolto le mille persone intervenute ieri sera alla “Marcia della pace” organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. L’Arcivescovo di Napoli ha poi rivolto un monito ai giovani: “Non è con la violenza, l’odio, il denaro facile che si conquista la pace interiore”. Un corteo silenzioso che radunatosi all’angolo di via Tribunali si è snodato per le vie del centro storico fino ad arrivare alla Cattedrale. 24 cartelli con i nomi di altrettanti paesi martoriati dalla guerra, per ricordare la violenza, l’orrore delle tante e troppe terre insanguinate. Le fiaccole illuminano la città, l’appello di pace lanciato dalla comunità di Sant’Egidio è stato racccolto dall’Ufficio giustizia e pace della diocesi partenopea e dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Assente il sindaco Rosa Russo Iervolino.
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Nel giorno del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, le parole di San Paolo nella lettera a Tito, pronunciate al Duomo dal Cardinale Sepe risuonano particolarmente profetiche. “Rinnegare, l’empietà, vivere “con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo” ed “essere zelanti, nelle opere buone, nell’attesa della beata speranza”. Sono questi i versi dell’apostolo scelti dall’Arcivescovo di Napoli per aprire il terzo dei quattro incontri con la città organizzati da Sepe per dialogare con la città, parole che fanno riflettere tutti, laici e cattolici, nei giorni in cui le tensioni politiche in Campania diventano sempre più evidenti e nella sera in cui alla stazione centrale di Napoli, un uomo è morto di freddo e di stenti suscitando lo sdegno e la compassione del Cardinale. Nel Duomo gremito di circa tremila persone il Cardinale continua i suoi “dialoghi con la città”, ospite della serata il filosofo Biagio De Giovanni, che con Sepe ha discusso sul tema “Lo scandalo della Speranza. Il coraggio dei giusti, testiomoni di attesa (nel tempo dell’empietà)”. Per Biagio De Giovanni, già parlamentare europeo, docente di Dottrine politiche e rettore dell’Orientale, “uscire dalla crisi è possibile, ma la città deve risvegliare la sua coscienza critica” a lui risponde il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe che dice “La vera sfida è una speranza responsabile per aiutare il prossimo”. Appuntamento quindi a mercoledì prossimo con l’ultimo degli incontri organizzati dall’arcivescovo, ospite al duomo sarà Boris Ulianich, ricercatore uomo di cultura e studioso della storia della chiesa.-
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SEPE: "CONOSCIAMO LE FERITE DI NAPOLI, MA BISOGNA REGAIRE PER CREARE UN'UMANITA' MIGLIORE" [1:43m]: Hide Player | Play in Popup
“In questo nostro Natale il pensiero di tutti noi non può non ritornare a questa nostra città. Questa città che alle volte sembra risucchiata nell’indifferenza quasi generale; una città afflitta da mali endemici e nuove calamità, che tenta con ostinazione a risollevarsi dal suo degrado, che lotta fieramente per il proprio riscatto”. Così il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, è intervenuto ieri sera in duomo nel quarto incontro dei “dialoghi con la città” che ha visto protagonista il presidente emerito della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola.
“Conosciamo – ha detto ancora Sepe – le ferite di Napoli. Ma non basta conoscere; bisogna reagire, impegnarsi nella costruzione di una umanità migliore. Sappiamo bene che un impegno concreto può nascere solo dalla fiducia, dalla speranza nel futuro. Per questo la Chiesa di Napoli vuol porsi al servizio della comunità e riscoprire obiettivi condivisibili e, soprattutto, una rinnovata voglia di comunicare. Vuol farsi accanto ai propri giovani, spesso rannicchiati ai margini delle strade, ricurvi sulle proprie ginocchia, con gli occhi persi nel vuoto, allucinati da sostanze stupefacenti e mortifere. Esistenze senza respiro, spente anzitempo perché non c’é più
volontà di attendere il domani che fa paura e ci si lascia vivere senza entusiasmo o progetti”. “In questo Santo Natale io chiedo a tutti voi, cari fratelli e sorelle: Alzatevi! Mettetevi in cammino come hanno fatto i Magi! Anche per voi c’é una stella che vi può condurre da un Bambino, che è disceso dal cielo per offrirvi il suo amore e la sua pace. La città di Dio ha bisogno anche di voi per costruire una città terrena riconciliata e in pace, per costruire la civiltà dell’amore”, è stata l’esortazione conclusiva di Sepe.
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IL CARDINAL SEPE DONA SORRISI AI PICCOLI OSPITI DEGLI OSPEDALI COTUGNO E PASCALE [0:59m]: Hide Player | Play in Popup
Una giornata dedicata ai bambini per il Cardinale Crescenzio Sepe. Ritorno all’ospedale Cotugno per l’arcivescovo di Napoli per una messa dedicata ai piccoli degenti dell’ospedale, e poi di corsa al vicino presidio ospedaliero del Pascale per l’inaugurazione e la benedizione del baby parking. Una ludoteca per i figli dei pazienti che dovranno sottoporsi a sedute chemio o radio terapiche e analisi di routine. Una piccola iniziativa di grandissima importanza per avvicinare la sanità alle esigenze dei pazienti. Per la durata delle visite dei genitori, i bambini verranno intrattenuti da puericultrici e vigilatrici che li coinvolgeranno in giochi e attività didattiche. Continuano anche i dialoghi del Cardinale con la città. Domani l’ultimo appuntamento con i mercoledì dell’Avvento. L’incontro previsto al Duomo è con Francesco Paolo Casavola giurista e presidente del Comitato nazionale per la bioetica.
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“Bisogna creare le condizioni necessarie perchè ognuno possa investire adeguatamente i talenti ricevuti e il lavoro diventi occasione di qualificare e santificare il lavoratore contribuendo, allo stesso tempo, a creare una società più giusta e pacifica”. Questo uno dei passaggi più significatici dell’omelia del cardinale Crescenzio Sepe per la festa di S. Giuseppe Lavoratore – celebrata nel Duomo di Napoli con una veglia di preghiera. “Come Pastore di questa chiesa che è a Napoli in questa terra del Mezzogiorno d´Italia – ha continuato l’arcivescovo di Napoli- sento quotidianamente e con estremo dolore il disagio di tante famiglie che, a causa di un lavoro precario e, peggio ancora, per la ingiusta situazione creata dalla diffusa e macroscopica disoccupazione, si sentono come disperati giacche´ la loro vita non è vissuta come un dono del Signore, ma come una condanna da scontare”.
SEPE CONSEGNA I PREMI “NAPOLI CITTA’ DI PACE”
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Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ha consegnato i premi “Napoli città di Pace”, ai vincitori, l’unione cattolica Stampa Italina, il Suor Orsola Beninacasa e l’ordine dei giornalisti della Campania hanno consegnato una targa d’argento realizzata dallo scultore Lello Esposito con la scritta “Napoli non morirà”: la certezza dell’arcivescovo. Il premio “Napoli città di pace” è stato attribuito al presidente del calcio Napoli Aurelio De Laurentiis “per aver restituito a Napoli la voglia di sognare”, al responsabile di Rai Vaticano Giuseppe De Carli, autore della Bibbia-no stop in tv “per la sua opera di evangelizzazione televisiva nel villaggio globale”, alla regista Cinzia Th Torrini “per il supplemento d’anima nella sua arte di raccontare per immagini”, alla scrittrice Chiara M. “per la sua radicale testimonianza di fede e speranza oltre il dolore” e al sottosegretario Guido Bertolaso “per il coraggio dell’azione nell’emergenza di Napoli”
ZUBIN METHA INCANTA IL PUBBLICO DI NAPOLI
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Lo scenario è mozzafiato, la musica strappa applausi, Zubin Metha, dal podio, riceve ovazioni. Il San Carlo, per una sera, lascia la maestosità della sua regale struttura per un concerto all’aperto, un concerto per il popolo, mescolando ancora una volta il suo destino a quello della città. Un esperimento riuscito anche se la sinfonia subisce “il disturbo” dei rintocchi delle campane, di qualche aereo, delle chiacchiere in prima fila. Ma lui, Zubin Metha, uno dei direttori d’orchestra più celebri al mondo, riesce a fare passare tutti i rumori in secondo piano regalando al pubblico, una platea composta da circa 9 mila persone, uno spettacolo difficilmente ripetibile. In prima fila ci sono Antonio Bassolino, Sandro Bondi, Sandra Lonardo, il sindaco Rosa Russo Iervolino,Guido Bertolaso, il Cardinale Sepe, il prefetto Pansa, il presidente della Provincia Dino Di Palma, Carla Fracci, Roberto Bolle, Nicoletta Piovani e Mariagrazia Cucinotta. Anche loro si alzano in piedi quando i 400 musicisti terminano l’esecuzione della Nona di Beethoven, il calore del pubblico sale ancora di più quando Metha dirige l’orchestra facendole suonare O’ Sole Mio. Piazza del Plebiscito si trasforma in un grande stadio con cori e applausi, tutta roba poco consona ad un concerto diretto da Zubin Metha, ma quando il maestro ha deciso di suonare in piazza sapeva che per una volta lo stile doveva lasciare spazio al calore, il calore del popolo napoletano.
JOSE’ CARRERAS
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Un grande tenore per una grande piazza. Il Direttore artistico di Piedigrotta, Nino D’Angelo, mette a segno in queste ore un altro colpo da maestro e si assicura la presenza di Josè Carreras per il concerto del 7 settembre a Piazza del Plebiscito, “che sarà un grande omaggio all’indimenticato Luciano Pavarotti (proprio in quei giorni ricorrerà il primo anniversario dalla morte) e alla canzone classica napoletana”, come tiene a ribadire lo stesso Nino D’Angelo.
Dopo l’annuncio bomba di Sophia Loren madrina della festa, ecco, dunque, un altro colpo di scena: un concerto senza precedenti, con uno dei cantanti lirici più famosi e amati al mondo.
Si delinea, così, ulteriormente il programma dell’evento 2008, destinato, senza ombra di dubbio, a rimanere nella storia della manifestazione più popolare ed antica di Napoli come una delle edizioni più riuscite.
Conosciuto dal pubblico di tutto il mondo per il sodalizio con Pavarotti e Domingo, che lo ha consacrato come uno dei tre tenori più bravi nel panorama musicale internazionale, Carreras si esibirà nella piazza di Napoli per eccellenza nel primo dei grandi concerti in programma per la Piedigrotta.
La sua “voce libera” prenderà ala con la grande opera, planando eclettica sul musical, l’operetta, la canzone napoletana e il flamenco e sconfinerà nella melodia, regalando sicuramente intense emozioni a quanti accorreranno a vederlo.
Per l’occasione, la piazza si trasformerà in un teatro a cielo aperto, con il famoso colonnato a contenere e rimandare le note della musica più bella mai composta.
“E’ una grande soddisfazione, per noi, portare in piazza, a Napoli, Carreras – sottolinea Dario Scalabrini, Amministratore dell’Ente Provinciale per il Turismo di Napoli, che organizza la Piedigrotta – La scelta di un tenore non è casuale: l’anno scorso la piazza tributò un lungo e commosso applauso al grandissimo Luciano Pavarotti. Questa immagine, questo tangibile affetto del popolo nei confronti di Pavarotti è rimasto in tutti noi. Ad un anno dalla sua scomparsa, ci sembrava giusto tributargli un omaggio, e nessuno meglio di Carreras, legato a Pavarotti da un lungo sodalizio artistico e umano, poteva essere interprete di questo momento dedicato alla commemorazione della sua indimenticabile figura.“
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