CHIESA DE – Gli amici della Parrocchia di San Giovanni Battista di Weil Im Schönbuch (Germania)
Posted on Gennaio 15th, 2009 di Angelo
GLI AMICI DELLA PRIMA ORA
CHE NON ABBIAMO MAI DIMENTICATO.
CI LEGA L’ESSERE
CHIESA-COMUNIONE.
UN‘ADOZIONE RECIPROCA
PER PORTARE GLI UNI I PESI
DEGLI ALTRI
NEL SILENZIO DEL CUORE
DI DIO
Don Carolo, Don Emeka e la comunità
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Se non ora, quando?
ADESSO-DNAoh - Litterae comunionis ANNO I - 2006 - N. 1
“Di buon mattino andremo alle vigne, vedremo se mette gemme la vite, se sbocciano fiori, se fioriscono i melograni (Cantico dei Cantici 7,1).
“La compagnia autentica è quella che nasce quando uno incontra un altro che ha visto qualche cosa di giusto, di bello e di vero, e glielo dice, e siccome anche lui desidera il giusto, il bello e il vero, si mette insieme.” Luigi Giussani
La prima lettera a Salvatore Cocco, l’animatore della comunità che allora era senza sacerdote.
Carissimo Salvatore,
pace a te ed ai fratelli nella fede, a cominciare dal presbitero che presiede l’Eucaristia, il Monsignore don Carlo.
E’ STATO MOTIVO DI GRANDE GIOIA RICEVERE LA TUA ULTIMA NELLA QUALE MI DICI CHE HAI INIZIATO L’INCONTRO BIBLICO ALLA PREPARAZIONE DELLA QUARESIMA E COME TEMA HAI PRESO LA COMPAGNIA DEI GLOBULI ROSSI.
Sia benedetto il Signore che si serve di persone insignificanti e indegne per dilatare il Suo Regno !
Dopo la tua ultima, mi sento doppiamente legato alla vostra comunità. Immaginavo solo alcune delle difficoltà che mi hai espresse: il tempo, il lavoro…Invece la vostra è una Chiesa in stato di missione.
Come vedi, questa lettera porta anche un’intestazione: pensata per una piccola rivista, un organo cartaceo di collegamento, mi sono accorto che poteva venir buona proprio in questo momento in cui non disponiamo di nulla. Volendo, si può fotocopiare e far circolare nella Comunità. Anche tu potrai servirti della stessa per comunicare nella fede. Ogni lettera, classificata con un numero progressivo, la conserverò nel server ma anche in un raccoglitore.
Sul titolo avrò modo di spiegarti tante cose un’altra volta.
Apprezzo ed ammiro la tua dedizione per il servizio diaconale che svolgi con dedizione, senza essere diacono “ordinato”.
Sono andato a leggermi il vostro “DIACONIA” ed ho trovato delle osservazioni di cui farò certamente tesoro anch’io. Non sto qui a citare perché è tutto molto interessante. Ma c’è un punto molto bello che si può estendere in altri campi:
”Tutti coloro che vengono in chiesa desiderano pregare; ma in mezzo all’assemblea vi sono alcuni fedeli che sono «segno» della preghiera. Essere «segno» di preghiera significa che bisogna collaborare a creare l’ambiente, a vivere la relazione con Dio, a sentire il gusto della preghiera.”
Essere nella Comunità segno di qualcosa… vuol dire partecipare i carismi:
- segno dell’hospitalitas è avere a cuore i sofferenti,
- segno dell’amore di coppia…
- segno della condivisione…
- segno…
Mi avete dato uno spunto di riflessione.
Dovete sapere che nella nostra Compagnia abbiamo un Diacono Permanente, ordinato 25 anni fa, sposato, padre di quattro figli, di cui uno sacerdote “fidei donum” in Perù: è don Vittorio Morini.
Quando riuscirai ad inserirti attivamente sul nostro sito, alla voce “DIACONATO PERMANENTE”, troverai degli spunti per promuovere questa riscoperta vocazione che può essere per celibi e coniugati e che va sviluppata nella Chiesa locale. Ti chiedo: perché non ci fai un pensierino anche tu? Parlo senza sapere nulla di te. Non hai mai pensato di diventare diacono? Il nostro VITTORIO mi ha dato proprio in questi giorni una bella testimonianza che è riportata nel sito. Lui spiega molto bene il significato del suo diaconato ordinato. Vai a curiosare, forse Dio ti sta chiamando e non sapendo a chi dirlo, manda proprio me a stuzzicarti.
E veniamo alla tua richiesta con tanto di scuse.
Mi hai chiesto un sacerdote. Da una quindicina di giorni sto cercando tre sacerdoti per gli Ospedali Civili di Trieste che fanno anche parrocchia. L’hanno chiesto a me che è l’equivalente di chiedere un prestito a uno squattrinato. Adesso arrivi tu con la medesima richiesta. Mi domando: cosa ci sta chiedendo il Signore con queste provocazioni? Non so cosa fare, ma ti prendo il parola e mi mobiliterò.
Quanto ci vuole da Milano? Treno, aereo o basta il cavallo? (Dammi indicazioni precise per il treno). Quanti italiani siete nella zona?
Ho visto che hai pubblicato sul Vostro sito il Link della Compagnia. Forse lo hai copiato dalla mia e-mail e non riesce a collegarsi. Dovrai andarlo a pescare direttamente nel sito. Come? Devi cominciare con l’entrare nel gruppo inserendo la mail, come viene richiesto dal sistema. E’ un po’ complicato ma alla fine si riesce. Anche perché così sarai in grado di ricevere in tempi reali comunicazioni e articoli, ed anche scriverci le tue esperienze. Una volta trovato l’accesso, potrai ricopiare il logo che si trova in zona FOTO. Attinto da lì, dovrebbe permettere si aprirlo direttamente.
La tua ultima ho pensato di pubblicarla e farò circolare anche le vostre foto che trovo su www.CHIESA.de. Spero tu non abbia niente in contrario.
Adesso ne ho aperto uno, come ho già scritto, per la preghiera dei sofferenti a San Riccardo Pampuri. Chi lo conosce non lo lascia più. La parrocchia di TRIVOLZIO, suo paese natale e dove c’è la sua urna, improvvisamente si e trasformata in un piccolo santuario internazionale. Non parliamo dei giovani italiani, a cominciare da Comunione e Liberazione. Se Dio vorrà, noi pensiamo un giorno di fissare come punto geografico di riferimento della Compagnia proprio questo paesino sperduto nelle campagne del Pavese.
SAN RICCARDO INTERCESSORE http://compagniadeiglobulirossi.splinder.com/
SAN RICCARDO BIOGRAFIA http://sanriccardopampuri.splinder.com/
Il giorno 8 Marzo, dopodomani, non è solo la festa della donna ma anche di San Giovanni di Dio di cui noi molto umilmente ci sentiamo l’ultima espressione del suo carisma che alla fine del secolo è emerso con forza attraverso i nuovi santi canonizzati: San Giovanni Grande, San Benedetto Menni, San Riccardo Pampuri, i 72 santi martiri di Spagna. Abbiamo una Compagnia di santi dietro le spalle che fa paura…
In questo giorno, mentre la comunità se ne starà al lavoro, ignara di tutto, ti invito a rappresentarla, deponendo un cero davanti al SS. Sacramento come segno di condivisione della fiamma della carità che nel santo di Granata era così viva, come dice la liturgia, che le fiamme dell’incendio scoppiato nell’ospedale Regio non lo lambirono nemmeno, mentre metteva in salvo i malati.
I Malati! Metteteli al primo posto della pastorale e fiorirà la Chiesa locale. Prima di pretendere la gente in chiesa, provate a portare con discrezione la Chiesa della misericordia e della consolazione nelle case, facendovi com-passionevoli ma anche cirenei della gioia.
In questi giorni ho maturato un concetto: bisogna sostituire la parola malati con sofferenti.
Cosa cambia?
- Innanzitutto si supera il concetto di malattia fisica, organica e si abbraccia anche la sofferenza psichica, emozionale e spirituale.
- Secondariamente, si supera l’idea che il malato sia una persona bloccata, impotente, al quale dobbiamo solo dei servizi e delle attenzioni.
- No: andiamo alla scuola del sofferente e mettiamolo in condizione di “fare” e di “insegnare” anche da un letto o da una poltrona.
- Persona attiva, utile alla Comunità. Nei modi che gli appartengono: pregare, edificare con l’esempio, mandare a dire alla Comunità, fargli toccare concretamente che è nelle preghiere ma anche nei pensieri della Comunità,
- registrate la loro voce da far sentire negli incontri e le vostre voci da far udire nelle case;
- fatvi dire la loro esperienza di sofferente,
- fateli partecipi dei progetti che ha la Chiesa locale…
- fateli sentire protagonisti e non comprimari…
- Solo in questo modo sarà più facile dire: offrite la vostra sofferenza perché non siete soli e noi siamo a condividerla, a intercedere per voi, perché la volontà di Dio si compia.
Cose difficili, lo so! Ma bisogna allargare il cuore ed anche provare a dilatare la mente e la fantasia. I cirenei della gioia sono donne e uomini che hanno fantasia!
Ai ragazzi piace tanto intervistare con il registratore. Mandateli a registrare sul luogo, a raccogliere le lettere dei sofferenti, dei familiari. Anche coloro che non vengono i chiesa a ragazzi così disarmanti, aprono la porta.
Poche prediche…molto imparare…mai noiosi come le mosche!
All’offertorio, che i ragazzi portino sull’altare le lettere ed i messaggi raccolti e si trovi il modo di fare un piccolo fuocherello su un braciere, aggiungendovi dell’incenso. Questo fumo salirà come “soave odore” a Dio gradito…e farà bene al cuore dell’Assemblea. E’ educativo per i giovani che scoppiano di salute.
Non finirei di parlare con te ma non posso abusare della tua pazienza. Pertanto ti lascio con un caloroso a presto!
Se mi mandi l’indirizzo preciso ti farò avere delle immagini e delle biografie di San Riccardo.
Dimmi se faccio bene a scrivere sulla vostra pagina degli ospiti. C’è qualcuno che legge ?
Ti abbraccio. E buon San Giovanni di Dio, l’8 Marzo.
Ti raccomando il cero!
Angelo
E’ IN CORSO LA NOVENA
AL SANTO DELLA COM- PASSIONE AUDACE
Al giovane LOUIS BAUTISTA , San GIOVANNI DI DIO così scriveva:
“Mi sembra che andiate come barca senza remo…
- Sarà bene che andiate a lacerare le vostre carni
- e a soffrire vita dura,
- fame e sete
- e ignominie
- e stanchezze
- e angustie
- e affanni
- e contrarietà…”
BUONA QUARESIMA!
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