LA COMUNITA’ CRISTIANA E LA PASTORALE DELLA SALUTE

Centro Pastorale Provinciale
  Programma della consulta
 
 
2007 – 2010
 

LA PASTORALE DELLA SALUTE ALLA LUCE DEL NUOVO DOCUMENTO: “PREDICATE IL VANGELO E CURATE I MALATI”.

 

LA COMUNITA’ CRISTIANA

E LA PASTORALE DELLA SALUTE

 

Lungo i secoli la chiesa ha privilegiato l’attenzione al malato, traducendo questa sensibilità in progetti di carità, nella costruzione di ospedali e centri di cura per raccogliere poveri, emarginati e sofferenti. Oggi si ha la consapevolezza che è compito prioritario della chiesa adoperarsi per la salvaguardare la salute delle persone, prima ancora di intervenire nella fase curativa e riabilitativa.

La chiesa è comunità portatrice di salute nella misura in cui educa a prevenire la malattia e guida l’uomo a sviluppare un sano rapporto con Dio, con gli altri, con se stesso con il creato, Si sviluppa la salute aiutando le persone a volersi bene e a rispettare se stessi, valorizzando i doni ricevuti e mettendoli a servizio del bene comune.

Molti soni gli aspetti del mondo sanitario che hanno subito una notevole evoluzione per fattori culturali e per il progresso della scienza come: il concetto di salute, il concetto di malattia, un modo nuovo gestire le strutture ospedaliere. E’ a questo mondo della sanità che la chiesa in forza della sua missione, è chiamata ad aprirsi, animata da speranza, da spirito di collaborazione e dalla volontà di rendere un contributo essenziale alla salvezza dell’uomo.[1]

Una pastorale di comunione e di collaborazione

Come negli altri campi pastorali, anche quello della pastorale della salute si potrà rinnovare se lo si realizzerà nella comunione e nella collaborazione: non è un cammino facile né naturale sia per i preti, abituati nel passato a lavorare da soli, sia per le altre componenti ecclesiali, educate all’obbedienza all’autorità e, a volte alla passività

La comunione e la collaborazione non potranno essere efficacemente promosse senza il passaggio dall’agire improvvisato alla progettualità e senza un coordinamento intelligente delle risorse presenti nella comunità: i ministri straordinari della Comunione, gli operatori pastorali e sanitari, i volontari delle diverse associazioni, i familiari dei malati, i malati stessi.

Ciò si rende tanto più necessario se si considera che il sistema sanitario esce progressivamente dagli ambiti delle sole strutture ospedaliere per radicarsi su tutto il territorio, con la conseguenza che un numero sempre più consistente di malati si trova nelle famiglie, soprattutto nella fase dell’assistenza e della riabilitazione[2].

L’organizzazione a diversi livelli

Per un coinvolgimento creativo di tutta la comunità ecclesiale nella pastorale della salute si richiede la presenza di strutture di comunione operanti a livello nazionale, regionale, diocesano, parrocchiale e ospedaliero. Alcune di esse sono in funzione da tempo, altre sono sorte in questi ultimi anni[3].

A livello nazionale

Due sono le strutture di riferimento istituite dalla Conferenza Episcopale Italiana: l’Ufficio Nazionale e la Consulta Nazionale per la pastorale della sanità.

L’Ufficio Nazionale è la struttura che anima la pastorale della salute su tutto il territorio nazionale.

La Consulta Nazionale, composta dai rappresentanti delle principali realtà cristiane operanti, a livello nazionale, nell’ambito della sanità, ha come compito specifico la promozione di una pastorale d’insieme e l’offerta di un contributo di riflessione sugli orientamenti generali della pastorale della salute in Italia[4].

Accanto a queste due strutture, si è costituito il Tavolo nazionale delle istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana[5].

A livello regionale

La sanità sta assumendo particolare importanza e rilevanza autonoma nelle singole regioni, per cui s’impone la necessità di istituzione o potenziare la Consulta regionale per la pastorale della salute, diretta da un responsabile designato dalla Conferenza Episcopale Regionale. Spetta anche alla Conferenza Episcopale Regionale designare al proprio interno un vescovo con l’incarico di seguire la pastorale sanitaria[6].

A livello diocesano

Una pastorale organica nell’ambito diocesano trova il suo punto di riferimento nella persona del vescovo che esercita il ministero di governo nella Chiesa particolare mediante organismi e uffici pastorali.

Particolare rilievo per la promozione di una pastorale sanitaria organica assume l’Ufficio diocesano, cui è bene sia aggiunta una Consulta diocesana, composta, oltre che dal responsabile dell’Ufficio, da soggetti attivi nell’azione pastorale: parroci, cappellani, rappresentanti di associazioni ecclesiali, di associazioni professionali cristiane e del volontariato.

L’Ufficio diocesano per la pastorale della salute ha il compito di studiare le linee pastorali diocesane nel campo della sanità, di sensibilizzare le comunità cristiane a tali problemi, di coordinare le iniziative riguardanti la formazione e l’aggiornamento delle persone che operano nel settore, di seguire i vari progetti locali in materia sanitaria.

Le principali attività della Consulta diocesana sono:

  • la sensibilizzazione delle comunità ecclesiali, mettendo in rilievo il fatto che esse costituiscono il soggetto primario della pastorale sanitaria;

  • la formazione degli operatori sanitari, con particolare attenzione ai cappellani, ai medici, agli infermieri e ai volontari. L’attività formativa può avvenire attraverso l’apporto e la collaborazione delle associazioni professionali e di volontariato. Pur lasciando a ogni associazione la realizzazione dei propri specifici programmi, è opportuno fissare alcune iniziative annuali da svolgere insieme;

  • la promozione di iniziative finalizzate a migliorare l’assistenza ai malati, con particolare attenzione alle persone sole, emarginate, con patologie che richiedono cure particolari, come i malati oncologici, gli anziani non autosufficienti, le persone affette da AIDS e i malati psichiatrici[7].

A livello parrocchiale

La continua evoluzione della sanità, sempre più articolata sul territorio, interpella le comunità parrocchiali, chiamate a farsi carico della cura e assistenza dei malati, dell’educazione dei fedeli ai valori cristiani della vita e della loro sensibilizzazione ai problemi della salute, della sofferenza e della morte[8].

PROGRAMMA TRIENNALE DELLA CONSULTA 2007 – 20010 

La Consulta della pastorale della salute ha riflettuto su alcune tematiche che ha ritenuto fondamentali e necessarie per la pastorale della salute nella Diocesi di Padova:

  1. Una pastorale della salute integrata nella pastorale sanitaria

  2. La formazione

  3. La parrocchia, il territorio e la pastorale sanitaria

  4. La testimonianza della carità

  5. La sanità, intesa come servizio al cittadino è cambiata negli ultimi decenni ed avrà ulteriori modifiche. L’invecchiamento della popolazione, i costi sempre più alti ha modificato l’assistenza ospedaliera (sempre più contenuto il numero delle giornate di presenza; sempre più malati nel territorio).

A queste tematiche poi corrispondono adeguati progetti, alcuni sono già in via di attuazione altri attendono una maggiore ed adeguata riflessione da sottoporre all’attenzione e verifica dei componenti della Consulta stessa .

Riconoscendo la vastità e l’impegno di questi anni di un percorso innovativo di tutta l’azione pastorale della diocesi tutta, la Consulta della pastorale della salute sente l’urgenza e la necessità che anche la pastorale della salute sia parte integrante di questo percoso innovativo e sia tenuta in debita considerazione per l’apporto arricchente cui può contribuire sia per le urgenze che sempre più si manifestano in questo settore, quello della salute, e per quello che si va delineando nelle nostre comunità cristiane che sempre più devono farsi carico di situazioni nuove verso il mondo della sofferenza, dei disabili, degli anziani, e malati cronici.

Due sono gli aspetti che la Consulta desidera siano presa in considerazione: quello di una pastorale della salute sempre più integrata nella pastorale ordinaria ed di una visibilità maggiore e concreta nei piani programmatici della diocesi.

Si auspica quindi che questi temi e progetti siano fatte oggetto di attenta diligente riflessione da sottoporre alla valutazione e riflessione DEI COMPONENTI DELLA CONSULTA STESSA.

1. DA UNA PASTORALE SACRAMENTALE A UNA PASTORALE DI UMANIZZAZIONE ED EVANGELIZZAZIONE

Occorre prendere atto che le vie maestre per incontrare il malato sono l’umanizzazione e l’evangelizzazione. I sacramenti sono e rivestono un ruolo terapeutico e sanante quando sono in quadrati in una percorso razionale e spirituale e sono un punto d’arrivo più che di partenza nella pastorale.

Il primo requisito nella pastorale è quello di trasmettere umanità per essere presenza umana ed umanizzante.

Le linee di forza di un’azione evangelizzatrice consiste nel contribuire all’affermarsi di una cultura che promuova i valori della vita e nel catechizzare i sani aiutandoli a riflettere sul dono della salute e della realtà della sofferenza e della morte, parlandone nelle catechesi familiari; nei programmi formativi parrocchiali e diocesani e nei criteri socio sanitari per anziani e disabili.

La sfida sta nella formazione attraverso corsi, convegni, conferenze in vista di un accompagnamento più umano ed una adeguata informazione sul territorio e strutture ecclesiali e civili.

Oggi la pastorale della salute è chiamata a dare un contributo concreto sia all’evangelizzazione della cultura, perché sia sempre più intrisa di valori evangelici, sia alla formazione degli operatori sanitari perché nell’esercizio della propria professione, siano guidati da un etica che onora la dignità umana e la responsabilità.

2. DA UNA PASTORALE AUTONOMA AD UNA PASTORALE COORDINATA E ARMONIZZATA

La prassi di una pastorale isolata produce frammentazione e disgregazione con persone che di solito svolgono iniziative parallele senza comunicare tra di loro e competono per l’attenzione, il riconoscimento e il protagonismo. La Consulta desidera tanto che tutto questo veramente finisca una volta per sempre.

Oggi è prioritario educarsi a collaborare insieme per meglio servire il mondo della salute.

Vari sono gli organismi che intendono e lo fanno mettere in atto questo modo di fare pastorale:

  • Il Consiglio pastorale ospedaliero

  • La Cappellania mista

  • Le varie forme di coordinamento diocesano

La consulta stessa funge da organismo di raccordo e operatività dei rappresentanti delle diverse realtà che costituiscono la diocesi: volontariato, associazioni professionali cattoliche….associazioni di malati….istituzioni religiose….

Nella misura in cui queste diverse forze sono amalgamate creativamente la testimonianza della chiesa guadagna spessore e diventa profezia all’interno del mondo della salute.

La Consulta intende proporre iniziative che debbano trovare uniti per intenti e sforzi comuni le associazioni professionali cattoliche ed ecclesiali ed il volontariato, per il bene del mondo della salute.

3. DA UNA PASTORALE OSPEDALIERA AD UNA PASTORALE DELLA COMUNITA’

La situazione attuale del sistema sanitario sembra coinvolgere molto di più la comunità cristiana. L’ospedale si assumerà sempre più solo la fase critica o curativa, mentre i territorio la parte preventiva e riabilitativa.

La nuova situazione sta riversando sul territorio sempre più anziani, malati terminali e mentali con tutte le conseguenze .

Il coinvolgimento della comunità cristiana non viene attivato solo nel momento della crisi, ma attraverso un opera di educazione a monte che deve tradursi in progetti di catechesi e di formazione, che deve raggiungere non solo gli ammalati, gli operatori ma anche le famiglie, le istituzioni educative.

Un momento privilegiato per sensibilizzare la comunità cristiana oltre a quelli ordinari già accennati possono essere quella di organizzare dei Convegni diocesani su vasti temi della salute e della sanità aperti alla cittadinanza in occasioni particolari: giornata mondiale del malato…

4. DA UNA PASTORALE DELLA “COMPASSIONE” ALLA PASTORALE DELLA GIUSTIZIA

Senza nulla togliere al valore fondamentale e propulsore che riveste il termine evangelico della comprensione, posto nel testo del buon Samaritano, oggi appare più urgente che la chiesa si schieri con maggiore convinzione sul fronte profetico della giustizia.

La chiesa richiede lo sviluppo di un concetto globale di salute in stretto rapporto con la qualità della vita. Oggi, il desiderio di salute è al centro di complessi interessi economici e di vitale importanza che la giustizia si manifesti in un’equa distribuzione delle risorse disponibili evitando lo sperpero e l’idolatria dello stare bene nelle società opulenti, mentre si ignorano le necessità fondamentali delle nazioni che vivono nella miseria.

La Chiesa ha un ruolo profetico da svolgere e può diventare coscienza critica risvegliando le autorità sui problemi disattesi, sapendo incidere sulle legislazioni sanitarie, proponendo programmi concernenti l’etica e la salute.Alle numerose sfide presenti nel mondo della salute, la Chiesa risponde anzitutto con un messaggio di gioiosa speranza…di tale speranza vuole rendere ragione (1 Pt3,15) attraverso un dialogo rispettoso, un confronto onesto e una fattiva collaborazione…(Nota pastorale CEI, n.19).

5. DA UNA PASTORALE D’IMPROVVISAZIONE AD UNA PASTORALE DI PROGETTI

La Consulta è luogo di studio, di scambio di esperienze e di idee che favoriscono l’elaborazione e l’aggiornamento di progetti… Art.2…. per l’attuazione di specifici progetti che debbono rientrare nell’ambito della pastorale della salute diocesana.

Per passare da una pastorale d’improvvisazione ad una pastorale di progetti non è sufficiente affidarsi all’estro e buona volontà del soggetto. La chiesa oggi ha più bisogno della testimonianza di progetti che non di individui.

La complessità del mondo sanitario richiede risposte che si traducano in progetti: “Se i problemi del mondo sanitario sono vasti e complessi, insufficienti si dimostrano risposte parziali e disarticolate ed è necessario delineare un progetto unitario di pastorale della salute, disponendo l’intera comunità cristiana a tale tipo di rapporto (NOTA CEI, n.3).

Il progetto crea comunione, corresponsabilità dei credenti, stimola la creatività e il rinnovamento della comunità cristiana e si vive la missione rispondendo concretamente alle sfide del mondo della sanità.

Ricordiamo che i progetti, per essere efficaci devono incarnarsi nella realtà, offrire risposte realistiche ed innovative alla situazione presa in esame e seguire un impostazione valida dal punto di vista metodologico: dalla estemporaneità alla continuità e stabilità di presenza e proposte.

Per approfondire questa parte confronta: Pangrazzi A., Le sette vie, in “Il Regno”10 (1998), pp.351 – 360.

PROPOSTE PROGRAMMATE SUI CINQUE PUNTI DELLA RIFLESSIONE

La pastorale della salute sta movendosi verso impegni che richiedono appropriata preparazione per fare fronte alle sfide che sono poste alla coscienza dell’umanità e dei cristiani. Nell’intento di dare risposte ai nuovi bisogni che sorgono dal mondo della sofferenza e dal cuore dell’uomo contemporaneo; sono indicati alcuni in termini di FORMAZIONE.

FORMAZIONE – INFORMAZIONE

Tra le indicazioni di percorsi formativi alcune sono già operative o in fase di operatività.

  • Corso di Teologia Pastorale Sanitaria (Camillianum)

  • Corsi di formazione presso il Centro Camilliano Formazione a verona

  • Il corso annuale di Collevalenza per operatori pastorali (A.I. Pa. S).

  • Laboratorio sulla pastorale d’aiuto ed esperienze pastorali in ospedale della durata di un quadrimestre scolastico con i diaconi della diocesi

Un attività da riprendere in considerazione è il corso di “Umanizzazione della salute” iniziato in collaborazione con la Facoltà Teologica del triveneto e poi terminato per le poche adesioni. Sarebbe opportuno riprendere e ripensare questa importante esperienza formativa in un contesto di attività e proposte formative della facoltà del triveneto…

A livello cittadino o diocesano, comunque Convegni molto aperti su specifiche tematiche a livello universitario, zonale, vicariale.

  • Continuare l’esperienza del convegno di Novembre “La famiglia nell’esperienza della sofferenza”. Da riproporre in occasioni particolari: La Giornata del malato… Art.2 e Art.8.

  • Questi Convegni, oggetti della nostra riflessione, di quello che abbiamo da dire, insieme ad eventuali altre riflessioni e documenti possono diventare delle proposte per i Consigli Pastorali diocesani e presbiteriali; suggerimenti, indicazioni, attività da dovere inserire e tenere presente nel piano pastorale.

  • Incontri e corsi formativi a livello vicariale o di zona. Per creare una cultura e sensibilità nelle nostre comunità cristiane sui temi tanto importanti riguardanti la pastorale della salute

MINISTRI STRAORDINARI DELLA COMUNIONE

E’ un servizio che riveste un’importanza rilevante nella pastorale delle nostre parrocchie. Si auspica, in collaborazione con l’ufficio Liturgico una formazione e preparazione più completa ed attenta non solo all’aspetto liturgico ma anche alla capacità di avvicinare le persone sofferenti, in collaborazione con l’Ufficio Liturgico.

QUALI SONO I MEZZZI DI COMUNICAZIONE DA USARE

  • Mass- Media; Internet; Sito. In allestimento il nuovo sito

  • I Giornali; La difesa del Popolo…

  • Le Schede per raggiungere parrocchie, vicariati su progetti elaborati dalla Consulta

RIVEDERE IL LIBRETTTO “LA PASTORALE DELLA SALUTE IN PARROCCHIA

Cercando di inserire alcune schede aggiornate, lo statuto; anche questo rivisto, snellito di ripetizioni.

NB. Per evitare quello che è avvenuto con l’altra edizione è necessario prima di dare questo sussidio incontrare i vicariati e presentarlo.

FORMAZIONE DEGLI OPERATORI

All’interno dell’ospedale di Padova con il servizio di formazione ed ad all’ospedale di Este con la collaborazione dell’ACOS si sta lavorando per la formazione del personale in modo egregio con innumerevoli corsi di DRA (Dialogo e relazione di aiuto) ed anche per il volontariato.

Si stanno progettando dei gruppi di mutuo – aiuto, per persone che desidereranno elaborare i loro lutti….e per il sostegno al superamento del burnout

Si vogliono attivare CENTRI DI ASCOLTO.

  • Nelle parrocchie centri di ascolto che possono essere legati al gruppo salute della parrocchia…. da pensare….

  • Nell’ospedale invece CENTRI DI ASCOLTO, gestiti dal C.P.O. per vari settori e luoghi particolarmente delicati per le problematiche che possono avere…. Dovranno essere composti da esperti del settore (psicologi, assistente spirituale, volontari…) in stretta collaborazione con l’URP…

FORMAZIONE PERSONALE DEI COMPONENTI LA CONSULTA

Quelli già visti:

  • Il Camillianum e

  • Master Couseling professionale

  • Corso di umanizzazione della salute

  • Convegno di Collevalenza per operatori pastorali

  • Lettura: “Comunicare il vangelo in un mondo che cambia; la famosa NOTA CEI sulla pastorale della salute in italia; salvifici doloris; Novo millennio ineunte.La nuova nota Cei: “Predicate il vangelo e curate i malati”.

PUNTO 2

ASSOCIAZIONI ED AGGREGAZIONI ECCLESIALI

Nel più grande ed ampio rispetto dell’autonomia proponiamo momenti di condivisione ed auto – formazione, di incontri (uno o due al massimo all’anno) tra le varie associazioni presenti nella Consulta su temi ed interessi comuni .Uniti per elaborare e realizzare progetti comuni.

NON RIVENDICARE SPAZI MA OFFRIRE SERVIZI

PUNTO 3

GRUPPO SALUTE IN PARROCCHIA

“Ogni parrocchia, oltre ai sacerdoti dovrebbe avere un gruppo di operatori pastorali della salute in grado di promuovere un’attività concreta per i sofferenti. Tale gruppo non solo integra l’azione del parroco, ma può avvolte essere anche un canale di penetrazione in ambienti refrattari alla chiesa, una via di contatto con persone che altrimenti sarebbero escluse o dimenticate dalla comunità. Per questi operatori pastorali occorre prevedere una buona formazione umana e spirituale ed una specifica preparazione al ministero da farsi con corsi specifici da predisporre in sede vicariale o diocesana”. (Cfr; La pastorale della salute in parrocchia, Padova, 1995, 11 febbraio…)

 

CAPPELLANI E CAPPELLANIE

Ai nostri cappellani quali REFERENTI VICARIALI, è sempre più che mai necessario fornire in questo specifico settore pastorale (preti, diaconi, religiose, laici), adeguata e permanente formazione, individuando a tal fine mezzi e persone.

Alcuni elementi fondamentali per la qualifica di questo settore:

  • Formazione permanente

  • Creazione del C.P.O.

  • Sapere collaborare con i laici

  • Creare una cappellania mista

  • La collaborazione con i diaconi che nel loro ministero sono preposti alla carità.

  • E’ importante la presenza di tale ministero nell’assistenza ai fratelli malati nelle strutture ospedaliere e nelle parrocchie. Individuare con il rettore e il vicario generale una loro attiva collocazione in questo settore.

E’ necessario pensare ad un ordinamento per le cappellanie diocesane in cui questi aspetti pastorali ed altre più attinenti ad un servizio diocesano siano presi in seria considerazione per migliorare il servizio ai malati e la dignità e preparazione stessa dei cappellani.

(Perché in alcune o più situazione la residenza del cappellano ospedaliero non può trovare posto nella parrocchia stessa).

I vicariati

E’ fondamentale lavorare con i vicariati per le varie iniziative.

E’ stato fatta un’analisi della situazione nella nostra diocesi per quanto riguarda la pastorale della salute nelle nostre parrocchie. Da questa analisi trarremmo spunti per programmare:

  • Corsi formativi in loco

  • Convegni di zona

  • Individuare modalità varie per animare, stimolare e suscitare interesse, diminuendo timori e pregiudizi di un impegno delle comunità cristiane su progetti di una pastorale della salute.

  • Individuare, animare e formare dei referenti vicariale che tengano il collegamento tra la consulta e le varie realtà vicariali

PUNTO 4

La chiesa ha un ruolo profetico da svolgere e può diventare coscienza critica, risvegliando le autorità sui problemi disattesi, sapendo incidere sulle legislazione sanitarie, proponendo programmi concernenti l’etica e la salute.

Un impegno di questa consulta potrebbe essere quello di produrre un documento, una informazione periodica o meglio ancora un progetto in questo settore socio assistenziale in rapporto con gli orientamenti della Dottrina Sociale della chiesa in riferimento alla situazione di Padova, con le istanze e i bisogni sociali più rilevanti, per offrire un contributo di positiva critica e fattiva risposta della salvaguardia della tutela sanitaria nel segno della solidarietà.

Un impostazione di una riflessione mirata sul nuovo ruolo del territorio e delle cure assistenziali domiciliari e sulle possibili forme di coinvolgimento in essa della comunità ecclesiale.

PUNTO 5

Se tutto quello che è stato proposto e quello che si riuscirà a realizzare attraverso l’impegno di tutti e non rimarranno solo delle belle idee, ma si trasformeranno in veri e propri progetti è chiaro allora che sarà necessario per razionalizzare le forze e imparare a concretizzare la comunione tra di noi una certa organizzazione della consulta perché si possa svolgere un servizio adeguato alla nostra comunità diocesana. Dovrebbe in questo modo essere la consulta un momento di coagulo per le nuove iniziative, un punto di riferimento per i cappellani e le comunità cristiane, un motore per le innumerevoli attività di animazione pastorale in campo sanitario.

SUGGERIMENTI PER UNA ORGANIZZAZIONE DELLA CONSULTA

  • Tre o quattro incontri all’anno di organizzazione generale per un confronto e riscontro formativo ed organizzativo dei componenti le consulta

  • Vedere la possibilità ed l’utilità di costituire ancora delle commissioni all’interno della consulta

  • Funzionalità della segreteria. E’ questo un nodo importante se vogliamo che tutte le iniziative della consulta funzionino bene in modo efficace ed agevolmente. Il buon funzionamento della segreteria è fondamentale. Per questo oltre a coloro che hanno dato la loro disponibilità è necessaria sia un coordinatore generale ed un gruppo di persone tre o quattro disponibile a organizzare questo aspetto che a tutt’oggi è quasi inesistente. La segreteria è fondamentale.

  • Il sito della pastorale già in allestimento. Necessita di un coordinatore responsabile del sito, di un responsabile per il continuo aggiornamento e della collaborazione di tutti per l’invio di notizie documenti, corsi….

  • Un aiuto al delegato nel lavoro di coordinamento

  • Informazione costante dei rapporti istituzioni sanitarie e cittadino perché le nostre comunità possano essere adeguatamente informate.

  • Partecipazione e comunicazioni di esperienze, iniziative, durante le riunioni della consulta per una maggiore attenzione e sensibilità a tutte le realtà e bisogni del mondo della salute.

  • Collegamenti con i coordinamenti vicariali. Un responsabile

 


[1] COMMISSIONE EPISCOPALE DELLA CEI PER IL SERVIZIO DELLA CARITA’ E LA SALUTE, “Predicate il vangelo e curate i malati”.

[2] Idem, n. 59

[3] Idem, n. 60

[4] Idem, n. 61

[5] idem, n. 62

[6] Idem, n. 63

[7] Idem, n. 64

[8] «Nell’attenzione ai problemi del mondo della salute e nella cura ammirevole verso i malati, la comunità ecclesiale è coinvolta in tutte le sue componenti» (Consulta Nazionale della CEI per la pastorale della sanità, La pastorale della salute nella Chiesa italiana. Linee di pastorale sanitaria, 23: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103). «L’assistenza amorevole agli ammalati raggiungerà più efficacemente il suo scopo, se si eviteranno facili deleghe a pochi individui o gruppi e se si organizzeranno sapientemente interventi della comunità» (Ibid., 24: “Notiziario della Conferenza Episcopale Italiana” 1989, 103). 

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