PASQUA 2023 – Angelo Nocent
PASQUA: FESTA DI COMPLEANNO
L’AMANTE DI GESU’ DESTITUITA
«Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto». Gioia, gioia, gioia, lacrime di gioia”. E’ lo stralcio di uno scritto che Pascal s’era cucito nella fodera della giacca dopo una “folgorazione notturna” datata 23 Novembre 1654. Fortunato chi OGGI se la sente di sottoscriverlo.
“NON E’ QUI…ECCO IO VI HO AVVISATO”
PASQUA: FESTA DI COMPLEANO
Ai piedi della croce, assieme ai pochi presenti, c’era anche lei, la vendicativa AMANTE di Gesù che tanto aveva atteso quel giorno: LA MORTE. Vestita di mestizia, cercava di non attirare l’attenzione coprendosi il viso con il velo. Ma Lui l’aveva notata e sapeva che Lei in cuor suo ghignava, soddisfatta per il più bel successo della sua carriera: “Sei come tutti gli altri morti. Io ti serro nel mio amplesso. Tu che non hai voluto donna, ora sei fra le mie braccia e non mi puoi sfuggire. Non occorre la mia gelosia ad allontanare ogni rivale, perché io sono la sola che non ha ribrezzo di te. Io ti mangerò in ogni fibra, fino a consumarti tutto. Come gli altri morti.” (Luigi Santucci).
Poveretta! Noi oggi sappiamo che aveva fatto i conti senza l’oste. Con Lui, sulla croce moriva PROPRIO LEI. Come previsto, non più di tre giorni avrebbe potuto stare fra le sue fredde braccia, tanto per illuderla e svergognarla. Perché, se la morte è castigo, quali poteri avrebbe potuto vantare sull’ INNOCENTE Figlio di Dio ?
La storia del CROCIFISSO-RISSORTO appartiene alla XV stazione della Via Crucis che non figura nelle nostre. Peccato! Perché è anche la storia di ogni cristiano. Dimentichiamo che anche noi siamo stati BATEZZATI nella Sua morte e nel cuore conserviamo la speranza di risuscitare con Lui alla vita di Dio. “Venga il tuo Regno” lo diciamo ogni giorno. Ma io devo confessare che una volta aspettavo la risurrezione per un DOMANI molto lontano. Ma per me, OGGI, molto più vicino. Solo che anche questo ragionamento è sbagliato: LA RISURREZIONE E’ GIA’ OGGI. Paolo usa il presente: “Siete risuscitati insieme con Cristo“ Col 3,1). E se siamo già risorti, quale treno stiamo aspettando?
Sveglia giovanotto! La vita di Dio è gia in me, è in azione, trasforma, trasfigura. Passa parola !
Vorrei che quest’anno sul presbiterio non comparisse quela finta ruota-macigno di cartapesta a simboleggiare la pietra-sigillo del sepolcro. In verità, memoria vera dovrebbe essere proprio quel vecchio ALTARE del Sacrificio a forma di sarcofago, ormai poco visibil, dove poggia il tabernacolo. Per tradizione simboleggia CRISTO, colui che si è tutto DONATO per noi. Tanto che la liturgia lo fa baciare, incensare e, per la sua consacrazione, ungere con il Sacro Crisma.
“NON E’ QUI…ECCO IO VI HO AVVISATO”. Non è qui? Come sarebbe? A parlare è un Angelo: ”So che cercate Gesù, quello che hanno INCHODATO alla croce. Non è qui perchè E’ RISORTO, proprio come aveva detto” (Mt 28, 6).
Ci risiamo: è bella ma impresa ardua il volantinare di porta in porta l’augurio che i cuori si aprano alla GRAZIA DI PASQUA come mandorli in fiore. Perché sappiamo che prevalentemente TUTTO si gioca sul terreno dell’oscuro e del difficile. Il rischio che si corre è di considerare la ricorrenza un’altra assurda e commovente FIABA (come il Natale). Pasqua è la vicenda di un uomo passato attraverso la sofferenza e la morte, questo è. Ma per noi sa di illusione. Un evocarne la memoria tanto per tirarci fuori un attimo dalla DUREZZA e INSIGNIFICANZA dei TAMPI. Una spintarella, si direbbe, dataci per continuar a coltivare una SPERANZA CIECA che ci sta in fondo al cuore, magari indifferente e indurito: quella di vedere un giorno LA MORTE ABOLITA.
In realtà il Crocifisso-Risorto ha fatto una cosa sbalorditiva: ha sfondato la porta dello Sheòl e ha introdotto tutti nel mondo agognato che è il mondo di Dio, il suo Regno.
Solo che il pessimismo è diffuso. Prevenuti e ribelli alla GIOIA,c’è una befana di nome FELICITA’ che NON aspettiamo, perché considerata una simpatica favola per bambini. D’altra parte, le BEATITUDINI, carta d’identità del cristiano, più che rallegrarci ci mettono i brividi. Quel “BEATI i poveri, gli afflitti, i miti, i puri, gli insultati…” Con i quattro GUAI A VOI che seguono (Mt 5,3-12)….sa di provocazione che toglie il buon umore. Ma se il pane è amaro, va lievitato con la speranza. Chiudere l’ingresso alla FELICITA‘, equivale a sbarrare la porta a Dio. Così tutto finisce in tragedia.”Ion sono con voi ogni giorno, fino a che il tempo non sia compiuto”. Questa è la roccia su cui poggia la nostra fede. E’ il faro designato a fa luce nella notte della tempesta è Maria
DIO, DIO… Ma chi è Dio? Presto detto: l’ ONNIPOTENTE che si fa DEBOLEZZA. Inerme, indifeso, in balìa degli uomini, è un “consegnato” alla malvagità, sbalottato qua e là, trascinato come un malfattore dinanzi ai tribunali, usato come trastullo, bersaglio degli scherni: “indovina chi ti ha colpito…” (Mt 26,68). Questo è un Dio che, a cominciare da me, tutti possiamo COLPIRE. Dove giri lo sguardo, trovi IL CROCIFISSO che si è lasciato massacrare senza opporre resistenza. Ha permesso di essere annientato pur di rinunciare ad ogni volontà di POTENZA. Questo è il Dio in cui dovrei credere, il mio Dio che, come Pietro, vorrei fosse al rovescio: “Anche se tutti gli altri…IO NO !” (Mt 26,31ss).
Personalmente, ho provato a cercarlo nei libri, nei convegni, nell’arte…Poi mi sono accorto che andava cercato sul CALVARIO, perché è proprio lì che ci parla chiaro e tondo: “Quando furono arrivati sul posto detto “LUOGO DEL CRANIO”, prima crocifissero GESU’ e poi i due MALFATTORI: uno a destra e l’altro a sinistra di Gesù” (Lc 23,33). Lassù gli amici erano quasi tutti spariti. Perché? Per paura. La vita cristiana, se alleggerita della croce, diventa non vita, RECITAZIONE. Battezzato, cresimato, non basta che esibisca il ‘certificato‘ della parrocchia: mi si deve riconoscere come uno che porta la croce INSIEME A LUI. Se la CROCE non è la mia DIVISA, il mio DISTINTIVO,chi mi crede? Poiché sappiamo per esperienza che si tratta di un legno ruvido, riconosciamolo: è un tessuto fuori moda, a cominciare dal colore. La ci piacerebbe indorata la CROCE, luccicante, come se ne vedono di barocche nelle nostre chiese. E poi, che fatica a CREDERE che è Lui ad aiutarci a reggere sotto il peso delle nostre croci! Un Dio-uomo, crocifisso, dal cuore trafitto, che non ha smesso di prende volontariamente il posto del Cireneo, il poveraccio obbligato dai soldati romani ad aiutarlo durante la salita al Golgota… Come si fa a sostenere che QUESTO E’ DIO…!
A Pasqua, campane a festa, tintinnio di campanelli, fiato alle trobe d’organo, Cristo risusciti (Ef 3,14-21), Regina coeli laetare...Perché? E’ RISORTO! Se è così, allora è anche FESTA DI COMPEANNO, giorno che celebra la nascita di un MONDO NUOVO. Solo che il mondo sono io, siamo noi…Ma, se non c’è risurrezione nel cuore…Perché quando si tratta di Cristo, è di me stesso che si tratta, del suo SPIRITO che MI ABITA come FORZA TRASFIGURANTE: “Sono stato crocifiso con Cristo, Non son più io che vivo; è Cristo che vive in me…”(Gal 2, 19-21). Epperò, a SBAGLIARCI SU DIO, perdere la fiducia nel DONATORE (“mi ha amato e ha consegnato se stesso per me” Gal 2,20) è il peggio che ci possa capitare.
PECINO PARRO, nato intorno al 1530, risulta essere il primo curato di Vaiano, (qui est salariatus, capellanus amovibilis). Egli, “il primo octobrio 1568, Jesus”, esaltava l’amore per la Madonna con questi bellissimi endecasillabi che io titolerei CANTO DEL MARINAIO: “Vergin per cui dal ciel discese Dio, / Vergin mandata da supremo choro, / Vergin che producesti il frutto pio, / Vergin ch’al sepso uman fusti restoro, / Vergin ch’intendi et odi il desir mio, / Vergin che trarmi puoi d’ogni martoro, / Vergin de peccator madre soave, / gonfia le vele alla mia stanca nave”. Reso con parole nostre suonerebbe così:“Vergine, grazie alla quale Dio scese dal cielo (sulla terra)/ Vergine,inviata dal cor to il pio frutto, / Vergine, che sei stata ristoro per ilgenere umano,/Vergine, che comprendi e ascolti il mio desiderio,/ Vergine, che puoi liberarmi da ogni sofferenza,/ Vergine, che sei madre dolce per ogni peccatore, (gonfia le vele della mia nave stanca”.
PENTECOSTE ALLE ASSI è uno dei prossimi nostri importati appuntamenti. Perché lei è la SANTA MARIA DELLA PASQUA, donna che ha conosciuto come noi TIMORI e ANGOSCE, ma FIDANDOSI TOTALMENTE DI DIO e SPERANDO contro ogni speranza. Ed è la GUIDA sicura nel nostro CAMMINO terreno, destinazione la dimora eterna del Padre, che, in definitiva, è Cristo stesso, volto della TRINITA’. E’ solo guardando a Lei e seguendo le sue orme che potremo celebrare e vivere il MISTERO EUCARISTICO, «tesoro della Chiesa, cuore del mondo, pegno del traguardo a cui ciascun uomo, anche inconsapevolmente, anela» (Giovanni Paolo II).
Quando mi reco alla Madonna delle Assi, nella chiesatta avvolta nel silenzio vi trovo un’analogia con la sala imbandita per le nozze di Cana (Gv1,1-13. Qui naturalmente la padrona di casa è Lei. Come mi vede, mi accoglie con un sorriso che io ricambio. Mi siedo e rimango con lo sguardo fisso all’ icona.
Il suo Gesù, dal quale dipende ma che le obbedisce in tutto e per tutto, è occupato al telefono. Lei si avvicina e Gli sussurra all’orecchio: “E’ tornato...”. Con il suo intuito materno ha da subito capito che, se sono lì è perché ho “le batterie scariche”. Lui s’interrompe un attimo e le risponde nella sua lingua aramaica: “Mali walaq” (Gv 2,12). Dal tono della voce si comprende che non è seccato né infastidito e che la risposta è affettuosa, corrispondente alle nostre locuzioni popolari abbastanza diffuse: “E con ciò?” “E che c’entro io?” “Che ci posso fare?”
A Cana aveva risposto: “Che ci possiamo fare, donna?”. In romanesco se la sarebbe cavata con un bel “che ce potemo fa’… “, inteso dalla madre come un assenso, tanto da dire ai servi: “Fate quello che vi dirà”. Ma questa volta il significato è un po’ diverso: “Mamma, quante volte te lo devo dire! Fai tu, hai carta bianca…” E la fissa negl’occhi
In un’altra festa, applaudito per come parlava, “aveva esclamato a voce alta: “Se uno ha sete, si avvicini a me, e chi ha fede in me, beva! Come dice la Bibbia, fiumi d’acqua viva sgorgheranno da lui”.Gesù diceva questo, pensando allo Spirito di Dio che avrebbero poi ricevuto” (Gv 7,37-39). Chi desidera appagare la propria sete di felicità e di vita, deve attingere l’acqua viva del costato del Crocifisso, bere la Parola di Gesù, assimilare la sua rivelazione.
Maria ha partecipato alla SPOGLIAZIONE PASQUALE del Figlio dell’Onnipotente (cf.Fil2,5-8). Quello STARE LI‘, ferita ma ritta in piedi (cf.Gv19,25), ci svela la sua ASSOCIAZIONE al sacrificio del Sacerdote della nuova ed eterna Alleanza. Che mi colpisce è il suo stare in piedi sacerdotale nell’atto di dire amen alla vocazione che il Padre le rivolge, per bocca e sull’esempio del Figlio. È sempre il sì di Nazareth che Maria ridice sotto la Croce, pur con modalità e in circostanze diverse. La sostanza è la medesima: eccomi, si compia in me la tua parola.
La sua maternità divina si dilata ora alla MATERNITA’ ECCLESIALE. L’oblazione che la Madre del Redentore presenta al Padre comprende anche l’amore che ella nutre per i discepoli del Figlio. Maria ACCOMPAGNA il pellegrinaggio dei credenti (NOI) che la invochiamo come Madre, Nutrice, Consolatrice, Avvocata, Protettrice. Che ne dite? Per me, più la guardo e più mi sembra bella. “Vergin de peccator madre soave, / gonfia le vele alla mia stanca nave”. Arrivederci alle ASSI. Angelo Nocent
STORNELLATA DI PRIMAVERA
1 Terra aperta al Sole Divino / come prato che a maggio fiorisce,/ il tuo sguardo è limpido e puro, / dove passi tu porti Gesù.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
2 Forse un umile frate pittore, / occhio chiaro, azzurro e profondo,/ od un uomo dall’occhio di falco / ha voluto dipingerti quì.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
3 Della prima icona, o Maria,/ non c’è traccia rimasta alle Assi./ Ma un pittore di raro talento / Madre e Figlio ha ritratto per noi.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
4 E’ da secoli ormai che la gente / viene qui a mormorare preghiere, / a invocarti, o Madre pietosa, / quando il cuore non ce la fa più.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
5 Grande donna del Sabato Santo, / sottoposta a crudele martirio, / hai atteso in preghiera che l’alba / ti ridesse il risorto Gesù.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
6 Sfolgorio improvviso di luce: / è Gesù, il crocifisso-risorto,/ che ha lasciato per sempre il sepolcro / per restare in eterno con noi.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
7 Tu puoi tutto sul cuore di Dio / che t’ascolta, o Regina dei Cieli./ Se intercedi, il Figlio acconsente / di concederti ciò che tu vuoi. (Gv 3,5)
RIT. Bella Tu sei qual sole…
8 A te, o Madre, affidato ha per sempre / d’intercedere il Padre per noi. / E da Figlio acconsente ed agisce / ogni volta che parli di noi.
RIT. Bella Tu sei qual sole…
Maria può tutto in Cristo Figlio di Dio, Dio come Dio, seconda persona della SS. Trinità, Gesù Dio, in quanto uomo, può tutto in Maria, Madre educatrice, il cui compito è quello di formare l’umano nel Cristo uomo dentro la storia del suo tempo e del suo popolo.
L’intima connessione tra Maria e Cristo è alla base della potente intercessione di Maria Vergine, sia in forma ascendente che discendente, sia in modo preventivo che conseguente. Il suo ascolto presso la SS.Trinità è totale per mezzo dello Spirito santo, di cui è sposa, e del Padre, che l’ha concepita e voluta senza macchia originale. Nessuna creatura eguaglia la potente intercessione di Maria. Ella, seguendo l’impulso materno, a Cana di Galilea, percepisce e previene le angustie del cuore umano, facendole proprie, raccomandando la fede e la speranza nel suo Figlio con un invito specifico: ”Fate tutto quello che egli vi dirà” (Gv.3,5).
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